Capitolo 15

535 30 26
                                    

Era arrivato il giorno della partenza. Piero avrebbe voluto accompagnare Stefania alla stazione ma lei preferì salutarsi la sera prima della partenza tutti insieme, dinnanzi ad una pizza. Non aveva mai amato gli addii e le partenze, e quella volta non fece alcuna eccezione.

Purtroppo non aveva fatto i conti con la testardaggine del tenore che il giorno della partenza decise di presentarsi da lei per un saluto tutto loro: voleva salutarla per bene.

-'e gli altri?'- domandò la donna sbirciando alle spalle del tenore credendo che fosse venuto in compagnia.

-'sono solo.'- rispose mentre entrava e, senza darle il tempo di dire altro, si voltò e la bloccò tra la porta e il suo corpo -'voglio essere salutato come si deve'- le disse con voce roca mentre le baciava il collo.

Stefania non oppose resistenza e si concesse al narese dando il meglio di se suggellando in una maniera indimenticabile quel mese di vacanza.

-'sei sicura che io sia il tuo secondo uomo??'- domandò scettico Piero mentre riprendeva fiato, sottolineando la bravura che la donna mostrava a letto.

Lei annuì semplicemente, senza sentirsi affatto obbligata a dare alcun tipo di spiegazione e provocando uno sbuffo in Piero che invece voleva sapere dove avesse imparato ad amare così bene.

-'Tutto quello che so è merito di Vittorio'- soffiò dando finalmente un nome all'uomo che l'aveva ferita.

-'almeno qualcosa di buono l'ha fatta'- si lasciò sfuggire mentre indossava lo slip.

Una frase detta senza rifletterci , magari per complimentarsi ma che ferì Stefania. Ecco perchè Vittorio continuava a prenderla in giro restando con lei pur non amandola: a letto ci sapeva fare. Era un involucro vuoto capace soltanto di accogliere la sua intimità rigida e pulsante.

Anche in quell'occasione Stefania ebbe la triste conferma che il passato ormai l'avrebbe seguita come un'ombra. Poteva cambiare paese, poteva cambiare uomo ma l'idea che gli uomini si facevano di lei non sarebbe mai cambiata.

Ferita, delusa,arrabbiata, si vestì senza proferire alcuna parola. Piero la osservava credendo che quel silenzio fosse dovuto alla tristezza della partenza, non sapeva quanto si sbagliasse.

Era ormai tutto pronto, aveva anche lasciato le chiavi nel luogo indicato da Dario, doveva soltanto uscire da quella porta e far ritorno a Napoli quando Piero la catturò in un abbraccio inaspettato e scomposto.

-'mancherai anche a me'- le confessò credendo ancora che il mutismo di Stefania fosse legato alla mancanza che l'uno avrebbe provato per l'altra e viceversa.

Rinchiusa nella sua corazza, Stefania gli lasciò una stoccata netta, precisa, dolorosa.

-'io non sentirò la mancanza di nulla e di nessuno'- rispose marcando l'ultima parola -'tutto è stata solo una parentesi. Qua è iniziata e qua è finita'- aggiunse con voce atona, senza ricambiare quell'abbraccio.

Prendere una scossa elettrica ad alta carica forse avrebbe ferito meno, pensò Piero.

Non amava Stefania ma si era affezionato a quella donna, al di là dei loro incontri passionali. Gli sarebbero mancate le smorfie che faceva quando Piero le faceva assaggiare dei cibi tipici siciliani, gli sarebbero mancati i suoi abbracci dopo ogni coito, gli sarebbero mancati i suoi baci languidi, le sue carezze sensuali, i suoi morsetti passionali.

Non amava Stefania eppure lei avrebbe lasciato un vuoto nella vita del tenore. Un vuoto che aveva alleggerito l'assenza di quella donna che tanto amava Piero e alla quale dedicava il suo primo e il suo ultimo pensiero.

Non amava Stefania eppure quella frase detta con quell'indifferenza gli fece un male che non avrebbe mai più dimenticato.

Colpito in pieno petto, staccò Stefania dal suo corpo in modo piuttosto repentino, recuperò chiavi e portafoglio e uscì da quella casa e dalla vita di Stefania augurandole semplicemente 'buon viaggio'.

La donna, non affatto stupita da quell'atteggiamento e consapevole di essere l'effetto della sua risposta, caricò le valigie nell'auto fittata per quel mese e guidò fino al Fontanarossa imbarcandosi nel volo diretto a Napoli.

Mentre sorvolava il cielo limpido del Mediterraneo, Stefania ripensò a quel mese e alle novità che le aveva regalato.

Non aveva dimenticato le cicatrici provocate da Vittorio ma le aveva anestetizzate grazie alla presenza di Piero. Non aveva mai avuto rapporti occasionali, gli unici erano con il suo primo ed unico ragazzo eppure in quelle settimane si era concessa innumerevoli volte a Piero, affinando le sue arti amatorie. E se all'inizio di quella strana relazione di sesso , disagio e imbarazzo le facevano compagnia perennemente; con il tempo questo disagio e questo imbarazzo erano stati sostituiti dalla tenerezza con la quale Piero l'abbracciava facendola sentire protetta, dalla passione con la quale la possedeva facendola sentire desiderata, dalla dolcezza con la quale Piero le riservava gesti semplici che sapevano di corteggiamento.

Non aveva dimenticato cosa l'aspettava a Napoli ma custodiva nel cuore il ricordo di una vacanza fuori dagli schemi durante la quale aveva imparato a guardarsi attraverso gli occhi lussuriosi di Piero, a piacersi grazie a quegli stessi occhi. E ogni qualvolta si sarebbe sentita brutta, goffa, disagiata e sbagliata, avrebbe ripensato al modo in cui Piero la cercava, la desiderava, la possedeva.

Non aveva dimenticato nulla del suo dolore ma aveva intanto imparato ad affrontarlo, forse nel modo sbagliato ma ora non si sarebbe più lasciata piegare da quella storia sbagliata, da quell'uomo meschino, da quel ricordo infelice.

Intanto Piero aveva deciso di ritagliarsi qualche ora a San Leone, dove l'aveva vista per la prima volta.

Quell'aura di mistero che l'aveva avvolta all'inizio era stata poi sostituita da un vento impetuoso di passionalità grazie alla loro relazione per lasciare infine spazio a una coltre pesante di profonda amarezza.

Da quando la storia con la donna che amava era finita, era abituato a cambiare donne in continuazione; ne aveva una in ogni porto e a nessuna aveva mai concesso di albergare nel proprio cuore ne tanto meno nella propria mente. Per tutte riservava spazio unicamente nel proprio letto per qualche ora, ma Stefania era diversa.

Era diventata la sua quotidianità sapendo che si sarebbe trattato comunque di un periodo limitato, era diventata la sua compagna dei momenti più passionali che tanto lo facevano stare bene, era diventata la sua valvola di sfogo quando qualcosa lo turbava, era diventata una conquista desiderata, per la quale aveva lottato con le sue migliori armi di seduzione e che aveva raggiunto con orgoglio tipicamente mascolino. Una conquista di cui andava fiero pur non potendosene vantare; una conquista che voleva proteggere da un passato che non conosceva, non capiva e non poteva vivere; una conquista divenuta un ricordo indelebile, seppur amaro.

Sembra esser finita definitivamente tra Piero e Stefania!

Grazie.

Un abbraccio.

Believer, say somethingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora