-'a saperlo passavo dal barbiere prima di venire da te' -
Quella voce, quell'accento, quei baci. Non erano di Piero.
La mente della donna si azzerò totalmente, uno solo fu il suo pensiero.
Piero dormiva nella camera da letto incurante della presenza di Bruno in quella casa. Temeva per lui più che per lei. Bruno avrebbe potuto fargli del male e lei non se lo sarebbe mai perdonato.
Deglutì a vuoto pur di stabilizzare la salivazione ormai azzerata.
Intanto Bruno, approfittando dell'immobilità della donna, continuò a baciarle il collo indisturbato.
-mi sei mancata Stè'- confessò l'uomo poggiando le mani sulle spalle della donna obbligandola ad alzarsi.
-'tu no'-rispose con un filo di voce Stefania allontanandosi da lui, dai suoi baci indesiderati, da quel tocco che la spaventava.
-'Stefania, Stefania. Proprio non capisci che con me devi essere brava e devi assecondarmi?!'- domandò ironico Bruno intanto che poggiava una mano sui fianchi della donna e un'altra dietro la sua nuca obbligandola a baciarlo.
Sempre più schifata da Bruno e spaventata dall'eventuale reazioni che poteva avere se si fosse svegliato Piero, fece appello ad un piccolo ma importante barlume di coraggio.
Posizionò entrambe le mani sul petto dell'uomo e lo spinse via con tutte le forze che aveva.
-'non voglio'- disse approfittando del barcollamento dell'uomo intanto che si stava allontanando.
-'allora forse non hai capito'- minacciò lui riprendendosi da quell'inaspettato gesto -' tu da qui te ne vai quando avrò finito'- continuò catturandole le spalle per farla girare e alzando una mano per colpirla in viso.
-'fuori immediatamente da questa casa'- lo intimidì Piero mentre gli bloccava la mano alzata dando modo alla donna di liberarsi definitivamente dalla presa forte e dolorosa di Bruno e recuperare il cellulare pronta a chiamare aiuto.
Il tenore infatti si era svegliato e stava raggiungendo Stefania in cucina, inconsapevole della presenza dello sgradito ospite.
Bruno , colto alla sprovvista da Piero, tentò comunque di liberarsi dalla sua morsa ma il tenore non glielo permise.
-'vattene da qui e lascia stare Stefania se non vuoi una denuncia per ciò che le hai fatto e le stavi facendo.'- continuò con tono duro e sguardo di ghiaccio.
Con un gesto secco, Bruno riuscì finalmente a liberarsi e incamminarsi verso la porta mentre Piero , con fare protettivo, fece sistemare Stefania dietro di se.
Bruno stava sulla soglia di casa quando si voltò verso la coppia.
-'te la puoi pure tenere quella puttanella anche se potresti avere di meglio'- disse con tono sprezzante uscendo da quella porta seguito da Piero che chiuse la porta con un gesto di stizza, facendola sbattere.
Liberatosi di Bruno, Stefania sfogò tutta la sua paura gettandosi al collo di Piero e lasciandosi andare ad un irrefrenabile pianto.
-'ho avuto paura'- confessò singhiozzando -'paura per me che potesse ancora alzare le mani e paura per te che potesse ferirti, farti del male'- disse tra le lacrime.
Piero la strinse forte a se senza parlare.
Anche lui aveva avuto una fottuta paura, ma unicamente per lei. Paura che lui la potesse colpire di nuovo, che potesse abusare di lei, che potesse lasciare in Stefania un segno indelebile.
Vederla bloccata da Bruno, vedere la mano di Bruno alzata, pronta per colpirla, vederla lontana da lui gli aveva stretto il cuore e fatto perdere svariati battiti.
Quando le lacrime di Stefania si consumarono, si allontanò sensibilmente alzando il viso scontrandosi con gli occhi lucidi di Piero, e solo allora capì che qualcosa non andava in lui.
-'come stai?'- chiese con voce incerta
Piero fece segno di diniego con il capo, non riusciva ad articolare nessuna parola. Si limitò a deglutire.
-'Amore mio'- lo richiamò con dolcezza la donna accarezzandogli il viso.
In quel momento la corazza dietro la quale tentava di nascondersi pur di mostrarsi forte e dare forza alla sua donna, si disintegrò, crollando pezzo dopo pezzo.
-'ho avuto paura che ti potesse far del male.'-confessò finalmente con la voce rotta dai singhiozzi -'non me lo sarei mai perdonato. Mai'-
E attirò di nuovo Stefania tra le sue braccia ma stavolta per farsi abbracciare, coccolare; per sentirsi protetto, amato.
-'ti amo Piè'- gli sussurrò lei soffiandogli sul collo.
A quelle parole Piero la strinse a se ancora di più. Passarono lunghi minuti stretti in quella morsa , quando si staccarono si dedicarono alla colazione.
-'dopo chiamo un fabbro'- esordì d'un tratto Piero richiamando l'attenzione della donna che lo guardò confusa -' la serratura Stefà, se è entrato una volta, può rientrare di nuovo e io ho bisogno di saperti al sicuro.'
Stefania annuì ricordando che Bruno aveva una copia delle chiavi di casa sua.
-'che cretina sono stata'- si ammonì da sola battendo una mano sulla testa -' Bruno ha una copia delle chiavi. Presa da tutto quello che è successo , mi era totalmente passato di mente'- chiarì subito dopo.
Il tenore abbassò il capo e digitò il numero di un amico che poteva metterlo in contatto con un fabbro.
Passarono la mattinata a casa, nessuno dei due aveva voglia di uscire. Lei chiamò la scuola dicendo di stare poco bene e ritornò a lavorare al pc per le sue classi mentre Piero trascorse un lungo tempo a navigare su internet , riempendo il tempo in attesa dell'ora giusta per cucinare un buon pranzo per lui e per Stefania.
Subito dopo pranzo , non ebbero neppure il tempo di riassettare la cucina che arrivò il fabbro per cambiare la serratura e permettere a Piero e Stefania di stare più sereni.
Quando l'operai andò via, lasciò due chiavi a Stefania.
Piero la osservava distrattamente, seduto sul divano, intanto che lei sistemava la sua copia vicino al suo portachiave a forma di casa.
In maniera totalmente inaspettata, Stefania si avvicinò a Piero con la chiave tra le mani.
-'vorrei che la tenessi tu questa'- gli disse mostrandogli la chiave.
Piero corrucciò la fronte senza prendere quel pezzo di metallo.
-'se vuoi'- si sentì di aggiungere la donna.
Perchè Piero non allunga la mano per recuperare la copia delle chiavi?
Perdonate il ritardo, sono stati giorni pieni.
Grazie a tutti.
Un abbraccio.
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Believer, say something
ФанфикEra la quarta mattinata che andava a correre, ormai era un abitudine per lui allungarsi fino al pontile; non tanto per prolungare il suo allenamento quanto per avere la certezza che quella ragazza si trovasse di nuovo lì. Era divenuta ormai, senza u...