Capitolo 20

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Il tempo di portare in camera i fiori e Stefania si recò a scuola, accantonando Piero e il suo tentativo di riavvicinamento.  Un tentativo che non rimase isolato. 

Deciso e testardo , Piero si fece trovare quella sera stessa dinnanzi al B&b dove alloggiava Stefania. Vi era arrivato di nuovo a piedi, stavolta consapevole della mèta da raggiungere.

Stefania lo ritrovò seduto sul gradino del portone, bagnato fradicio a causa di un temporale che lo aveva colto alla sprovvista mentre arrivava da lei.

-'Piè?'- domandò lei incerta che fosse proprio lui

Piero alzò la testa puntano i suoi occhi lucidi in quelli confusi della donna.

-'Dio mio, sei zuppo d'acqua. Ma cosa hai combinato??'- gli chiese mentre apriva il portone permettendogli di entrare e ripararsi almeno dal vento che, impetuoso, si stava abbattendo su Bologna.

-'volevo vederti ma stavo a piedi e senza ombrello' -spiegò con ovvietà il tenore mentre si stringeva le braccia attorno al busto per riscaldarsi.

Senza soffermarsi minimamente su quella risposta, Stefania gli fece strada verso la sua camera. Lo fece accomodare intanto che lei recuperava un asciugamano.

-'asciugati altrimenti ti prendi un forte raffreddore e mi troverò una massa infinita di ilvolovers giù, pronte ad ammazzarmi'-

Piero sorrise a quella visione mentre tamponava i capelli una volta liberatosi dagli occhiali.

Stefania intanto si soffermò a guardarlo. Sembrava un pulcino per quanto era bagnato, richiamava tanta tenerezza e tante coccole.

Il tenore si tolse il giubbino mostrando il maglioncino e il pantalone ugualmente bagnati.

-'non ho vestiti maschili che possano andarti bene ma puoi fare una doccia e intanto io metto i tuoi abiti nell'asciugatrice della lavanderia'- propose Stefania rendendosi conto che Piero non poteva assolutamente restare con addosso quegli abiti bagnati.

Senza proferir parola, Piero acconsentì. L'acqua gli era penetrata fin nelle ossa, aveva freddo e temeva di beccarsi più di un semplice raffreddore.

La donna si recò in bagno per  recuperare l'accappatoio e preparare la doccia che da lì a pochi minuti avrebbe accolto il tenore.

-'spogliati, indossa questa'-disse mostrando l'accappatoio-' e dammi i vestiti'- impose con tono autoritario

Il narese sorrise a quell'imposizione, in altri tempi si sarebbe concesso a battute maliziose ma in quel momento preferì desistere. La sua priorità ora era liberarsi dei vestiti bagnati e temeva che, se avesse dato voce ai suoi pensieri, Stefania lo avrebbe messo alla porta: bagnato e sotto la pioggia battente.

CI volle poco più di mezz'ora per rivedere Piero fuori dal bagno, tempo impiegato dalla donna per risalire in camera con i vestiti asciutti del tenore.

-'asciutti e pronti per essere indossati'- mostrò fiera lei

-'grazie'- rispose Piero lasciandosi sfuggire un sonoro starnuto

-'non è bastato però a salvarti dal raffreddore'- notò lei con un velo di tristezza e imbronciando le labbra.

-'mi basta una tisana calda'- azzardò Piero pur di prolungare il tempo in sua compagnia e intenerito da quella visione.

Stefania annuì e chiamò il bar all'angolo della strada ordinando due tè caldi. 

In attesa delle bevande, Piero chiese a Stefania come aveva trascorso quei giorni durante i quali non si erano visti. Fu così che scoprì che aveva trovato un appartamento dove si sarebbe trasferita in quel fine settimana. Dal canto suo Piero raccontò dello stress delle registrazioni, omettendo i racconti che la vedevano oggetto di discussione con i colleghi.

Quando il barista portò i due infusi con i biscotti,li consumarono accomodandosi sul letto , con le gambe incrociate e raccontando i dettagli più inutili delle loro giornate.

-'perchè sei venuto?'- domandò di punto in bianco Stefania, stanca di girare attorno al vero motivo della presenza di Piero lì.

-'ti facevo più intelligente, prof'- la canzonò il narese sistemando le due tazze vuote sul comodino al suo fianco -'per te , ovvio'- aggiunse poi.

-'questo lo avevo capito. Perchè quei fiori e perchè qui?'- chiese ancora lei corrucciando la fronte.

A quella domanda, Piero le si avvicinò accarezzandole un fianco e palesare così i suoi pensieri.

-'E' sbagliato'- affermò Stefania allontanandosi da quella carezza desiderata,pericolosa, inopportuna.

-'non lo è se ci desideriamo'- corresse il narese allungando di nuovo le mani verso di lei 

-'resta sbagliato comunque'- ripetè Stefania confermando involontariamente il desiderio che aveva di Piero e alzandosi dal letto pur di allontanarsi da lui e dalle sue carezze.

-'minchia Stefà mi vuoi come io ti voglio e nessuno dei due è impegnato. Perchè continui a  dire che è sbagliato?'- chiese infuriato alzandosi anch'egli dal letto per seguire Stefania e bloccandola tra la parete e il suo corpo riappoggiando entrambe le mani sui fianchi della donna.

-'perchè non voglio svendermi'- rispose con voce flebile.

A quella risposta il respiro di Piero si bloccò. Concedersi a quella passione che li aveva travolti fin dall'inizio non significava svendere il proprio corpo , piuttosto era permettere all'altro di coccolarlo e vezzeggiarlo senza però impelagarsi nelle complicate  questioni di cuore.

E con poche parole , diede voce a questo suo pensiero mentre si avvicinava al collo di Stefania stuzzicandolo e mandandola su di giri.

-'non ho la minima intenzione di farti svendere. Sei troppo bella per tale scempio'- confessò il tenore intanto che accarezzava i fianchi della donna -'voglio coccolare ogni centimetro della tua pelle, voglio ammirare ogni neo che la impreziosisce, voglio far godere la tua intimitàche emrita tutte le mie attenzioni'- concluse Piero con voce suadente.

Sarà che da mesi non godeva, sarà stata quella voce suadente, saranno state quelle parole in un certo senso confortanti, sarà stata quella sensuale vicinanza, sarà stata quella piacevole tortura ma Stefania abbassò ogni sua difesa concedendosi al tenore.

Attaccò le braccia al collo dell'uomo mentre con le mani si infilava tra i suoi capelli , prima per tirarli leggermente poi per spingerlo verso il suo collo e approfondire quella lunga di scia che Piero vi stava rilasciando.

COn piccoli baci, il narese risalì fino a giungere all'angolo della bocca pronto e voglioso di assaggiare finalmente quelle sue labbra.

-'lo sai che non voglio'- rispose lei con tono duro e voltando il viso dall'altra parte, allontanando il tenore dalle sue labbra.

Per nulla scoraggiato da quel rifiuto, Piero lasciò vagare le mani su quel corpo tanto anelato. La spogliò con pochi e decisivi colpi; lo stesso fece Stefania con i vestiti del tenore.

Smanioso di unirsi a lei, si premunì della protezione e la prese in braccio permettendole di allacciare le gambe attorno al suo bacino. Con una sola e decisiva spinta le fu dentro. Ci vollero poche spinte per giungere al piacere estremo.

Affannato, soddisfatto e ancora attaccato a Stefania, si avvicinò al letto dove la fece sdraiare liberandosi della protezione.

Tornato a letto, le si sdraiò accanto con un bellissimo sorriso.

-'Minchia Stè, ti desideravo troppo'- confessò l'uomo attirandola a se per abbracciarla.

Stefania annuì, semplicemente.

Stefania cede alle lusinghe del tenore. Riprenderanno la loro relazione o sarà stato solo un momento di debolezza della bella professoressa?

Grazie di cuore.

Un abbraccio.

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