Piero si prese il tempo di un sospiro intanto che pensava alle parole giuste da dire.
-'e allora?'- richiese Stefania mentre si accomodava sul divano.
-' con te , a Napoli'- rispose deciso e diretto lui, evitando giri di parole.
Il volto di Stefania si corrucciò nel tentativo di capire quella risposta. Il tenore comprese la confusione della donna e decise di essere più chiaro. SI avvicinò a lei sedendosi accanto, le catturò le mani e la guardò puntando i suoi occhioni in quelli della donna.
-'non riesco a lasciarti da sola!'- confessò -' ho bisogno di saperti al sicuro, ho bisogno di sapere che stai bene, ho bisogno di sapere che mangi e che riposi. Ti ho vista dimagrita, con il volto stanco ed ho avuto una paura fottuta che tu ti ammalassi, ho avuto una paura fottuta di perderti. '- confessò il narese.
Stefania lo osservando cercare di collegare la risposta sintetica di prima a quella meravigliosa dichiarazione.
-'vengo con te in gita'- lanciò la bomba trattenendo il fiato, ma vedendo il volto della donna adirarsi, decise di continuare -'viaggio per conto mio ma ho intenzione di alloggiare nel tuo stesso albergo e di stare con te; non sarò invadente, non sarò d'intralcio ma starò con te. Sempre'- spiegò abbozzando un mezzo sorriso che la professoressa spense subito.
-'tu sei totalmente matto'- gli disse con voce stizzita, staccandosi dal contatto e alzandosi dal divano come punta da uno scorpione -'io vado a lavorare e non a fare un viaggio di piacere. Non puoi non essere invadente se decidi di venire con me senza consultarmi, non puoi non essere d'intralcio se verrai con me mentre io sto con i miei alunni.'- si sfogò lei facendo avanti e indietro inviperita -'sei pazzo, sei tutto pazzo'- continuò a farneticare -' è come se io stessi con te sul palco mentre tu canti o se ti stessi vicino in una sala registrazione o seduta in braccio mentre fai un in-store'- continuò lei gesticolando per dare più enfasi alle parole -'non puoi fare sul serio, non puoi venire con me. E' totalmente fuori discussione'- concluse lei.
Il tenore si prese dei lunghi secondi di silenzio.
-'non ti sto chiedendo il permesso'- ribattè poi scrutandola con cipiglio serio in viso -'ho già spostati i miei impegni di lavoro, devo solo prenotare il viaggio e l'hotel ed è fatta'-
-'è fatta un corno, Piè.'-lo aggredì lei annaspando.Sentiva infatti il fiato mancare -'non puoi decidere senza consultarmi, non puoi venire senza il mio consenso'- sottolineò lei.
-'sono libero di andare in vacanza cinque giorni a Napoli e per pura casualità saranno gli stessi giorni che trascorrerai tu lì'- ironizzò Piero ormai trincerato nella sua decisione.
Stefania lo fissava sbigottita.
Per quanto nobili fossero le motivazioni del tenore, risultava una scelta insensata che umiliava la sua professionalità e limitava la sua libertà. Per quanto la presenza di Piero fosse rassicurante in quei momenti di solitudine ma durante la gita era una professoressa che accompagnava la sua classe, sarebbe stata circondata sempre dalla sua classe e non voleva assolutamente avere Piero come balia. Per quanto gli avrebbe fatto piacere visitare Napoli con Piero, in quei giorni la sua priorità era far innamorare gli alunni delle meraviglie napoletane. Per quanto le attenzioni di Piero la cullavano facendola sentire importante, quella decisione ,presa senza consultarla, la rendeva agli occhi del mondo intero incapace di occuparsi di se stessa.
-'non puoi dire sul serio'- confessò lei abbassando gli occhi ormai pieni di lacrime che tentavano di uscire.
-'ho bisogno di starti accanto'- spiegò ancora Piero semplificando il suo concetto mentre si alzava per abbracciarla.
Un abbraccio che lei rifiutò, un rifiuto che fece stizzire Piero.
-'sei egoista'- la bollò senza rifletterci -'io sono preoccupato per te, faccio i salti mortali per stare con te e tu ti lamenti e mi aggredisci, rifiutando la mia presenza'- disse Piero sbuffando e risedendosi sul divano.
Stefania lo osservava cercando una spiegazione a quel suo atteggiamento autoritario e decisamente fuori luogo.
Prese un lungo sospiro ricacciando indietro le lacrime che minacciavano di bagnarle il viso e provò a rispiegare il suo punto di vista con calma.
-'non rifiuto affatto la tua presenza'- spiegò addolcendo il tono e avvicinandosi a Piero -'ma non puoi starmi accanto sempre . Devi fidarti di me e lasciarmi i mie spazi senza intrometterti nella mia vita'-continuò fissando Piero che invece la evitava -'se vuoi che ci sia un futuro insieme'- concluse ottenendo finalmente l'attenzione del tenore.
-'chiunque al posto tuo ne sarebbe felice'- rilanciò il narese incapace di rivedere la sua decisione.
-'io non sono chiunque'- specificò lei -'non lo sono mai stata, sopratutto con te, fin dall'inizio'- chiarì lei ripensando a quanto fu difficile per il tenore conquistarla a Naro, quando la conobbe, e riconquistarla a Bologna, quando si rincontrarono a dicembre.
Piero sbuffò ma senza rispondere a quella veritiera osservazione.
-'ti prometto di mangiare, di riposare, di chiamarti ma ho bisogno della mia libertà , soprattutto a lavoro.'- spiegò ancora Stefania rendendo ancora più chiara la sua posizione.
Stanco di discutere, spaventato della sua lontananza e scocciato di essere contraddetto, Piero le poggiò le mani sulle spalle per attirarla a se.
-'sei preziosa per me'- le confessò lui stringendola a se -'quando lo capirai?'- chiese ironico.
Si bearono di quel contatto che entrambi avevano temuto di perdere.
Stefania si convinse di essere riuscita a far cambiare idea al tenore appuntandosi però di riparlare di quella faccenda in un altro momento, quando entrambi sarebbero stati più tranquilli e inclini al dialogo, per confermare il cambio della decisione da parte di Piero.
Piero invece , dal canto suo, decise semplicemente di ignorare quella richiesta di Stefania. Standole accanto avrebbe scoperto dove avrebbe alloggiato con i suoi alunni avendo così la possibilità di prenotare per lui e avrebbe saputo il programma della gita senza dover più discutere con lei. Era convinto che, ritrovandoselo poi a Napoli, lei avrebbe accettato la sua presenza e sopratutto ne sarebbe stata felice.
Grazie.
Un abbraccio.
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Believer, say something
ФанфикEra la quarta mattinata che andava a correre, ormai era un abitudine per lui allungarsi fino al pontile; non tanto per prolungare il suo allenamento quanto per avere la certezza che quella ragazza si trovasse di nuovo lì. Era divenuta ormai, senza u...