Capitolo 119

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Un trillo fastidioso del cellulare svegliò Stefania dopo neppure un paio di ore di sonno.

Rimbambita dal poco e agitato sonno fatto, provò a spegnere quel suono credendo fosse la sveglia. Un paio di volte tentò di arrancare nel dormiveglia la sveglia per spegnerla fino poi a rendersi conto che quel trillo era una chiamata in arrivo.

-'pronto'- rispose con voce flebile

-'stai male? non stai bene? hai bisogno di aiuto?'- 

Le domande di Piero arrivarono a mò di mitragliatrice senza dare modo a Stefania di rispondere.

-'Stè minchia rispondimi'- continuò l'uomo con voce agitato e respiro affannato.

-'Piè sei tu?'- chiese lei stropicciandosi il viso con la mano libera.

Aveva risposto senza vedere chi la chiamasse e la scarsa lucidità dovuta al poco sonno non la stava aiutando.

Dall'altra parte del telefono Piero si stupì per quella domanda., confermando lo stato di malessere della donna.

-'chiamo Franz e gli dico che stai poco bene e lo faccio venire da te'- organizzò veloce e autoritario.

A quell'ordine perentorio Stefania si destò mettendosi a sedere sul letto.

-'calmati Piè. Sto bene, stavo semplicemente dormendo e tu mi hai svegliata'- spiegò lei alzando gli occhi al cielo.

-'ma tu non dormi mai fino alle nove di mattina '- fece notare lui corrucciando la fronte -'quindi non stai bene'- continuò sempre più convinto della sua tesi e temendo che la donna potesse nascondergli la verità per non farlo preoccupare.

-'cazzo Piè ferma il tuo cervello e ascoltami bene'- impose lei tentando di dare un tono fermo e deciso alla sua voce -'ho fatto tardi per fare le valigie, ecco perchè stavo ancora dormendo'- chiarì omettendo volutamente l'immenso giro sui social fatto e le relative pippe mentali da esso nate.

-'sicura?'- domandò lui respirando profondamente

-'sicurissima'- rispose lei sorridendo.

Poteva essere oggetto di desiderio di decine di donne e ragazzine ma lui amava solo lei e a quel pensiero tutte le foto viste e i commenti letti divenivano una inconsistenza nuvola che si stava dissolvendo nel vento.

-'ok'- disse lui tirando un sospiro di sollievo -'quindi hai preparato le valigie?'- domandò con un tono più leggero e sorridendo immaginando a quando l'avrebbe rivista tra pochi giorni.

-'mancano le ultime cose e poi ti raggiungo'- confermò lei sorridendo a sua volta.

Il tempo di condividere alcuni pensieri e aneddoti e staccarono quella chiamata.

Stefania trascorse il giorno nell'ultimare ogni cosa prima del viaggio che l'avrebbe condotto da Piero mentre l'uomo era impegnato nel primo concerto sold out di quel tour. 

Dopo alcuni giorni, entrambi si misero in viaggio: Piero si spostò da Vienna a Zurigo, Stefania si spostò da Bologna a Zurigo. 

All'aeroporto Stefania , come promesso da Piero, trovò una macchina ad attenderla.

Non ci fu bisogno di dire la destinazione, l'autista conosceva perfettamente l'indirizzo al quale lasciare la donna e il suo piccolo bagaglio.

Giunta in hotel, vi entrò dall'entrata secondaria poichè quella principale era stata presa d'assalto da un gruppetto piuttosto nutrito di ragazze.

''sono pazze''- commentò Stefania sorridendo e scuotendo la testa.

Entrò nella hall accompagnata da un facchino che portava la sua valigia, non le fu difficile scrutare Piero seduto ai divanetti insieme al manager Torpedine , intento a smanettare il cellulare e a sbuffare.

Quell'immagine la intenerì all'inverosimile. Erano pochi giorni che lei e Piero non si vedevano e il tenore già non ne poteva più di quella lontananza, preludio di una lontananza ben più lunga.

Si concesse il tempo di un sospiro trovando la forza di ricacciare indietro quelle lacrime che volevano liberarsi , si vestì del suo miglior sorriso e raggiunse Piero alle spalle coprendo gli occhi con entrambe le mani.

-'indovina chi sono?'- chiese camuffando la voce e facendo sorridere  Michele e lo stesso Piero.

-'l'amore della mia vita sei'- rispose con fierezza il narese poggiando le sue mani su quelle di Stefania per liberare gli occhi e ,in un maldestro tentativo, si alzò per  ritrovarsela dinnanzi e abbracciarla come se non ci fosse un domani.

Dopo alcuni minuti passati stretti nelle braccia l'uno dell'altra, la loro attenzione venne richiamata da un leggero tossicchiare del manager.

-'Michele scusami'- soffiò Piero mentre un meraviglioso sorriso si stampava sul volto e teneva la sua donna ingabbiata tra le sue braccia.

-'goditela Pierù'- gli consigliò il manager

-'così rompi meno la minchia'- aggiunse Ignazio con il suo tipico accento siculo.

Una frase che, da un lato,  imbarazzò il narese come poche volte era capitato nella sua vita e dall'altro rese Stefania quasi onnipotente.

-'me la godrò, fino alla fine'- rispose con un sorrisino malizioso Piero.

A quelle parole e dinnanzi a quel tono, fu Stefania ad imbarazzarsi.

Non ebbe però modo di rispondere, Piero chiese scusa e congedò entrambi salendo nella sua camera.

Chiusa la porta alle sue spalle, sistemò la valigia di Stefania accanto alla porta intanto che la donna ammirava quella grande camera con un enorme letto matrimoniale posto giusto al centro.

-'vi trattano bene, eh?'- chiese lei estasiata.

Piero le si avvicinò di spalle, cingendole i fianchi e lasciandole una scia di baci sul collo.

-'ed ora mi tratterrò ancora meglio'- aggiunse con voce roca mentre marcava il territorio con baci umidi che andavano dal collo al lobo destro dell'orecchio.

Stefania, con gli occhi chiusi, si lasciò sfuggire i primi gemiti di piacere assaporando quella lenta e piacevole tortura, consapevole che di lì a breve sarebbero finito sul quell'enorme letto a contorcersi sotto il tocco esperto del suo uomo, a sospirare i loro nomi, a perdersi in un mondo parallelo di piacere.

Chiedo venia per il ritardo, sto provando (con enormi difficoltà) a riprendere il ritmo normale.

Grazie di tutto.

Un abbraccio.

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