Capitolo 48

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-'ma prima avevi detto  'poi torniamo a casa' ' - ricordò l'uomo riportando fedelmente le parole che lei stessa aveva detto e corrucciando la fronte.

-'si, nel senso che ognuno torna nella propria casa'- spiegò lei, confusa dalla reazione di Piero che mostrava tutto il suo disappunto fissandola con sguardo nervoso -'è stato bello averti con me oggi, mi hai aiutata a rialzarmi nell'immediato e a non piangere tutto il giorno ma non è il caso dormire insieme'- provò a stemperare lei.

-'non voglio portarti a letto e te l'ho detto in tutti i modi possibili e immaginabili e mi infastidisce che tu non lo abbia ancora capito ma voglio saperti al sicuro'- disse con tono duro -'e al sicuro lo sei stando con me'- aggiunse per chiarire il suo concetto di sicurezza mentre gesticolava , preda del nervosismo.

-'nulla mi succederà Piè e se ho bisogno di te , ti chiamo. Te lo prometto'- disse risoluta lei sganciandosi la cintura di sicurezza per uscire dall'abitacolo e rientrare a casa.

Si voltò dal lato del tenore per lasciargli un bacio sulla guancia per salutarlo ma Piero la bloccò per un polso.

-'ti prego, Stefà. Dormo sul divano ma non mandarmi a casa. Sono preoccupato per te, come devo fartelo capire?'- propose soffiando sulle labbra della donna, intestardito a non perdere quella battaglia.

Stefania sorrise dinnanzi alla sua insistenza, sintomo di preoccupazione e di affetto.

-' sei una bellissima persona e mi sento davvero fortunata ad averti accanto, Barone. Ma vai a casa a riposare. Ci vediamo domani'- mediò la donna accarezzando il viso del tenore.

Piero avrebbe voluto insistere per farla cedere ma Stefania sapeva essere più testarda di lui e poi non voleva sfidare troppo la sorte con quella donna che , a piccoli passi, si stava aprendo a lui. Accettò l'invito per il giorno successivo come un bonus per quella delusione e la lasciò andare.

-'allora passo a prenderti per portarti a scuola'- impose lui lasciandole il braccio

-'Piè non c'è bisogno'- provò a liberarsi lei lasciandosi scappare un sorriso reso nervoso dall'ostinata perseveranza di Piero.

-'hai detto che ci vediamo domani e domani per prima cosa devi andare a lavorare a meno che tu non abbia il giorno libero e se è così ci vediamo di mattina lo stesso per andare in palestra ad allenarci'.- organizzò veloce e impeccabile, quasi senza prendere fiato ma sopratutto senza prevede alcuna via di fuga da parte della professoressa.

-'certo che domani devo andare a scuola ma posso andarci a piedi, come ogni mattina'- spiegò lei tentando di mantenere la calma dinnanzi al lato autoritario e irritante del narese.

-'perfetto. Passo da te alle 7.30, facciamo colazione insieme e ti lascio a scuola. Dopo lavoro invece andiamo a pranzo e poi in palestra a scaricare un pò di tensione e poi non so, vediamo poi cosa fare. Ho qualche idea ma ne parliamo domani a mente fresca'- organizzò impeccabile lui.

Stefania lo osservava sempre più basita per come Piero aveva organizzato la sua vita per il giorno seguente, non sapeva se ridere per l'organizzazione maniacale del narese o innervosirsi per lo stesso motivo.

Optò per una via di mezzo.

-'domani ho il consiglio di classe, prima delle 18 non esco da scuola e a quell'ora l'unico mio desiderio sarà tornarmene a casa , cenare velocemente e rilassarmi con un bagno caldo prima di crollare in un sonno ristoratore.'

A quelle parole, sul volto di Piero passò un lampo di smarrimento. Ma fu solo un attimo.

-'Rettifico: passo alle 7.30 per la colazione, ti posso far arrivare qualcosa per pranzo a scuola e poi torno a prenderti alle 18. Decidiamo poi con calma cosa fare ma di sicuro ceniamo insieme così sono certo che ceni per bene'- concluse abbozzando un mezzo sorriso e lasciandole un bacio sulla guancia per salutarla, fiero di come aveva risolto, secondo lui, l'intricata questione di cosa fare e come muoversi per il giorno successivo.

Stefania lo osservò senza proferire parole. Sapeva che Piero era autoritario ma mai avrebbe immaginato fino a quel punto, un adorabile testardo dittatore.

Annuì, semplicemente e scese dall'auto per rinchiudersi velocemente nel portone di casa.

Salita in casa, si premurò di chiudere la porta con doppia mandata, come faceva sempre e si concesse poi una veloce e calda doccia prima di rintanarsi a letto. 

In quel momento ripensò a tutto ciò che era successo quel giorno: dallo schiaffo di Bruno all'intervento di Piero; dal te alla cena consumati con il narese; dal voler dormire con lei all'organizzare la sua giornata attorno agli impegni di lei, segno tangibile ed evidente di quanto desiderasse davvero passare il tempo con lei, tutto il suo tempo.

Ripensò alle sue dichiarazioni, fatte in momenti diversi, con parole diverse ma tutte sincere e profonde. Ripensò al radicale cambiamento di Piero: dal latin lover che l'aveva sedotta per puro piacere ad un uomo profondamente attratto da lei che l'aveva protetta e coccolata, che addirittura era disposto a starle accanto per curarla e per farla innamorare di lui, rispettando i suoi tempi.

E sorrise, sorrise di cuore. Sorrise come non le capitava da un pò. E si ritrovò a pensare a Bruno.

Fin dall'inizio l'aveva affascinata, aveva saputo conquistare il suo cuore con le piccole attenzioni che lei tanto amava, aveva saputo curare le ferite procurate da Vittorio, aveva saputo addirittura lenire  la delusione nata dopo l'addio di Piero. A lui aveva concesso i suoi baci, aveva concesso di entrare nella sua vita, nella sua casa, nel suo cuore. 

Come poteva non essersi resa conto della vera essenza di quell'uomo che ora riteneva un perfetto e pericoloso estraneo, mai realmente conosciuto ma del quale si stava purtroppo innamorando?

Quella sera i suoi pensieri sembravano palline di ping pong che rimbalzavano tra un nome all'altro senza tregua, senza senso, senza pace.

Si addormentò senza rendersene conto. Fu una note agitata: il viso le bruciava ancora, sopratutto ora che ci stava dormendo su; il corpo non riusciva a riscaldarsi, abituato a stare accanto a quello caldo di Bruno; ma più di tutto aveva la fastidiosa e paurosa sensazione di essere osservata, più volte infatti si era ritrovata con gli occhi spalancati a guardarsi intorno, alla fioca luce della lucina notturna.

Grazie di cuore per l'affetto che mostrate per Stefania e Piero.

Un abbraccio

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