Il giorno della gita arrivò.
Stefania si alzò di buon mattino per prepararsi senza fretta e recarsi nel luogo del ritrovo in anticipo.
-'Hai fretta di allontanarti da me?'- le chiese con tono urtato il tenore.
Sapeva perfettamente che si sarebbe allontanato da lei il tempo del viaggio, sapeva perfettamente dell'elevata percentuale di arrabbiatura che avrebbe investito la donna quando lo avrebbe scoperto a Napoli, eppure era altamente infastidito dall'impazienza che lei mostrava di andarsene. Come se non vedesse l'ora di allontanarsi da lui, dalle sue coccole, dal suo amore.
Una domanda dal retrogusto di accusa che immobilizzò la donna intanto che si truccava.
Per un attimo aveva pensato di rispondergli male, magari accusandolo di non aver capito una beata mazza di tutto quello che si erano detti e dimostrati nell'ultimo periodo, ma quando si scontrò con gli occhi tristi e il muso imbronciato del tenore, capì che quella frase non era un'accusa ma un semplice sfogo di disagio e di mancanza dovuto al loro allontanamento, dopo mesi di convivenza.
-'sai che non amo fare tardi'- rispose eludendo la vera domanda intanto che si avvicinava a Piero per lasciargli una tenerissima carezza che gli permettesse di rasserenarsi.
L'uomo chiuse gli occhi beandosi di quel tocco, temendo di perderlo per i prossimi giorni. Infatti ancora risuonavano nella mente le parole del fratello che lo mettevano in guardia sulla pessima decisione presa all'insaputa di Stefania e sul litigio che da essa sarebbe nato.
Fu tutto un attimo.
-'ti voglio, Stefà. Adesso'- sentenziò Piero prendendole il viso e baciandola in maniera passionale fin da subito tant'è che la donna non potè e non volle resistere.
Piero era di una bellezza illegale in qualunque momento ma quando veniva travolto dalla passione, diventava irresistibile.
Non si dettero il tempo di alcun preliminare, ne il tempo di spogliarsi, tantomeno si concessero del tempo per i vezzeggiamenti che tanto piacevano ad entrambi.
Smanioso, voglioso e preso da un'inspiegabile frenesia, Piero abbassò la patta del jeans che aveva indossato per accompagnare Stefania davanti scuola e abbassò il pantalone della donna con un solo colpo, insieme agli slip. La prese in braccio, indirizzò la sua intimità in quella della donna e in un solo colpo vi entrò provocando un sussulto in Stefania che fermò il movimento basculante del suo bacino.
-'ti ho fatto male?'- chiese con affanno il tenore.
La donna deglutì e fece segno di diniego con la testa.
-'sicura Stè?'- chiese di nuovo Piero mentre riprendeva a muoversi molto lentamente.
-'non mi aspettavo questa irruenza'- spiegò con voce flebile lei adattandosi al movimento del tenore e giungendo in pochi minuti al piacere estremo.
Liberi da quel perfetto incastro, ripreso entrambi a prepararsi per uscire.
-'hai lasciato qua tutte le maglie a maniche lunghe'- la rimproverò l'uomo rendendosi conto che Stefania aveva portato con se solo maglie e camicie a mezze maniche.
-'Siamo a maggio Piè, a Napoli è già estate'- lo prese in giro lei facendogli una boccaccia.
Quando furono pronti per uscire di casa, Piero catturò Stefania in un abbraccio stretto, scomposto e improvviso.
-'Ti amo Stefania'- confessò con voce solenne e guardandola negli occhi.
Stefania rimase visibilmente colpita da quella serietà.
-'Anche io, amore mio'- si sentì di confermare , sorridendo per quella dichiarazione semplice ma profonda.
-'ricordatelo sempre eh. Quando staremo lontani, quando ti farò arrabbiare, quando qualcuno ci proverà con te, quando vedrai qualche foto di qualche fan. Sempre Stefania. Ti amo.'-
Stefania annuì, stringendo di più il corpo di Piero.
Davanti scuola,fermi in auto, si limitarono a stringersi le mani.
-'ti penserò tanto'- lo rasserenò lei.
-'ti penserò sempre'- la corresse lui.
Due baci sulla guancia, un sorriso forzato e Stefania scese dall'auto.
Piero, seduto nell'abitacolo della sua auto, osservava Stefania ridere e scherzare con i suoi alunni, con i loro genitori e con la collega di francese con la quale avrebbe condiviso quella gita.
La vedeva serena e a proprio agio . E ne fu felice. Era ritornata la Stefania di un tempo, l'ombra di Vittorio era sparita così come pure la minacciosa presenza di Bruno. E si gongolò non poco nel pensare che la sua rinascita come donna fosse dovuta anche a lui, al loro amore, alla loro relazione.
Forte di questo pensiero si convinse che Stefania , dopo un primo momento di nervosismo, avrebbe poi perdonato la sua decisione di seguirla a Napoli contro il suo parere.
Mentre naufragava in queste considerazioni, vide la sua amata salire sul bus che l'avrebbe condotta all'aeroporto, sul medesimo volo del tenore con la differenza delle classi: l'Economy per la prof e i suoi alunni e la Business per lui.
Mise in moto per tornare velocemente a casa e recuperare la valigia, mentre la trascinava fuori casa, vide il giubbetto di Stefania adagiato sul divano. Si ricordò della sua insistenza per farglielo portare e della testardaggine della donna a non volerlo portare.
Sorrise tra se e se prima di piegarlo e sistemarlo in valigia. Con una precisione criminale, Franz raggiunse casa di Stefania per recuperare il fratello e portarlo all'aeroporto.
-'glielo hai detto?'- domandò Francesco speranzoso in una risposta positiva.
Bastò il sospiro di Piero come risposta.
-'stai giocando con il fuoco Piè. E poi non ti lamentare se si incavola con te'- lo mise in guardia ancora una volta.
Piero preferì non rispondere e, chiuso in quel mutismo, si imbarcò per il volo che lo avrebbe condotto a Napoli.
Quelle due ore in aereo sembrarono un'eternità per il narese. Pur avendo la sua donna a pochi metri di distanza , fu costretto a rinunciare alla sua compagnia. Se tutto sarebbe andato come previsto, quella sera stessa avrebbe dormito insieme, come era loro abitudine da quasi tre mesi a questa parte, magari rotolando tra le lenzuola profumate dell'hotel, invocando i loro nomi.
Puntuale, l'aereo atterrò a Capodichino. Facendo particolare attenzione, Piero uscì dall'aeroporto dopo aver però lanciato svariate occhiate al gruppo numeroso e scanzonato di Stefania che rumoreggiavano non poco al gate d'uscita.
ll pullman della scolaresca era già parcheggiato fuori, pronto per caricarli e portarli all'albergo; lo stesso albergo che il narese raggiunse con un taxi.
Si avvicina il momento in cui Stefania scoprirà di Piero.
Grazie
Un abbraccio
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Believer, say something
FanfictionEra la quarta mattinata che andava a correre, ormai era un abitudine per lui allungarsi fino al pontile; non tanto per prolungare il suo allenamento quanto per avere la certezza che quella ragazza si trovasse di nuovo lì. Era divenuta ormai, senza u...