Capitolo 58

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Sono una brava malefica.

Buona lettura.

Dopo pochi minuti ritornò in camera e lì vi ritrovò Stefania ancora immobile, sdraiata sul letto ma con le gambe chiuse e lo sguardo totalmente perso.

Piero intuì il disagio della donna e provò ad aiutarla, di nuovo, con amore, mettendo da parte la frustrazione del mancato coito.

-'piccolì non è successo nulla'- tentò di consolare mentre riprendeva tra le mani lo slip della donna per aiutarla ad indossarlo -'non è ancora il momento. Tutto qua' -spiegò con semplicità mentre poggiava prima un piede e poi l'altro nello slip facendolo risalire lentamente lungo le gambe lisce di Stefania -' Ci desideriamo, e non poco'- sottolineò abbozzando un sorriso -'ma bisogna aspettare un pò.'- disse intanto che sistemava i bordi della mutandina -' Quando anche il tuo cuore sarà pronto ci ameremo come non abbiamo mai fatto'- promise Piero mentre l'aiutava ad indossare anche la maglia e il pantalone del pigiama.

Stefania, coccolata da quella tenera attenzione del tenore e dalle sue dolci parole, si lanciò tra le sue braccia con il volto rigato da lacrime cocenti e scossa da forti singhiozzi.

-'perdonami. Ti prego'-lo supplicò facendosi abbracciare dall'uomo che si beò di quel contatto, orgoglioso delle parole che aveva procunciato e consapevole che erano le uniche parole da rivolgere a Stefania per non perdere tutti i passi in avanti che avevano fatto quel pomeriggio, per non perdere quella donna che lo aveva letteralmente conquistato, per non perdere quella dona che desiderava avere al suo fianco ben oltre una semplice notte di sesso.

-'non c'è bisogno di chiedere perdono. Ci siamo lasciati andare , spinti dal desiderio'- spiegò Piero prima di lasciarsi andare ai ricordi ancora freschi ma che sarebbero divenuti indelebili -' ed è stato bellissimo rivedere il tuo corpo, accarezzarlo, baciarlo provocando gemiti che da sempre mi hanno attirato e attizzato.'- disse rilasciando calde carezze sulla schiena di Stefania -'Ma vedrai che prima o poi ci amaremo totalmente e finalmente mi permetterai di baciarti. Minchià Stefà desidero baciare le tue labbra tanto quanto fare l'amore con te'- confessò sorridendo imbarazzato, ammettendo finalmente quanto era forte il desiderio di assaggiare le sue volute rosa.

Sempre più colpita da quella versione comprensiva di Piero, si accoccolò ancora di più su di lui e, cullata dal respiro sereno e cadenzato del tenore, si lasciò andare ad un sonno ristoratore.

Quella notte  nessun incubo popolò il suo riposo, nessun fantasma sbucò dal suo armadio. E fu tutto merito di quell'uomo che vegliò sul suo sonno fino a tarda notte. 

Piero infatti preferì vederla addormentarsi e  osservarla mentre i suoi tratti si distendevano , ripensando a quanto stava per accadere. C'era rimasto malissimo per quel bacio mancato, si era sentito rifiutato e di conseguenza umiliato. Avrebbe voluto vomitare su di lei tutta la sua frustrazione e in passato il vecchio Piero lo avrebbe fatto; lo avrebbe fatto se su quel letto non si trovava la donna che per la quale stava battendo il suo cuore; lo avrebbe fatto se, facedndo appello all'ultimo barlume di razionalità , non si sarebbe rinchiuso in bagno a sfogare la sua eccitazione ma soprattutto a vedere Stefania non come un corpo da possedere ma come una donna ferita da capire, da amare. 

La mattina seguente, Stefania fu la prima a svegliarsi. Aperti gli occhi si scontrò con il viso rilassato di Piero: aveva le labbra socchiuse, il respiro pesante, il ciuffo scomposto e ciò nonostante la stringeva forte a se, in una presa che non ammetteva il minimo movimento da parte sua. Le braccia avvolgevano il suo bacino, i palmi delle mani erano aperti sulla schiena, le gambe intrecciate alle sue.

Stefania in quella morsa piacevole vi lesse tutto l'attacamento che il narese le dimostrava anche a parole.

SI sentiva finalmente protetta, capita e amata come da tempo non capitava, come mai era capitato: ne con Vittorio, ne con Bruno.

Si rese conto di quale grande cambiamento Piero aveva fatto per lei e, se da un lato, si sentì sfacciatamente fortunata, dall'altro si sentì tremendamente in colpa per il rifiuto di ieri. Ora come ora era l'unica ombra che copriva il suo cuore, per i r esto, grazie a quel tenore occhialuto , vedeva una grande e calda luce pronta ad avvolgerla e farla rinascere.

Decise di impegnarsi ad aprirsi a Piero con i piccoli gesti: gli stessi che Piero aveva imparato ad apprezzare con lei, gli unici che lei ora riusciva a concedersi.

Presa dai suoi pensieri non notò il risveglio del tenore.

-'mi consumi così'- esordì il narese notando gli occhioni della donna puntati su di lui.

-'sei bello quando dormi'- si lasciò sfuggire lei senza riflettere, desiderosa di far sentire Piero importante, fondamentale.

Quel complimento detto così spontaneamente fece sorride il narese facendolo arrossire.

-'Barone imbarazzato'- sottolineò lei pizzicandolo sui fianchi e provocando una risata spontanea nell'uomo che da sempre soffria il solletico.

-'piccola nana smettila'- la pregò mentre si divincolava senza troppa difficoltà -'ed ora a noi due'- la minacciò ricambiando la donna con la stessa moneta.

Piero si ritrovò di nuovo sul corpo di Stefania che si contorceva per liberarsi dal solletico messo in atto dall'uomo. 

Per quanto equivoca fosse la posizione; per quanto l'intimità del narese, come ogni mattina, richiamava già l'alzabandiera; per quanto la voglia di quella donna era sempre tanta; Piero , memore della serata precedente, decise di fermarsi prima di rendere la situazione altamente infiammabile e quindi altamente ingestibile.

-'sei bellissima anche tu, soprattutto quando ridi'- si complimentò soffermandosi a guardare ogni centimetro del viso rilassato di Stefania che accolse quel complimento con un timidissimo ''grazie'' -'ed ora a mangiare'- impose scostandosi da lei fino ad alzarsi con disinvoltura, ignorando la propria eccitazione a differenza di Stefania che la notò e la fissò mettendo a disagio l'uomo.

-'è normale, mi capita ogni mattina. Lo sai!'- spiegò lui riferendosi alle sveltine che la donna gli riservava quando,per soddisfarre quella naturale eccitazione , in passato si svegliavano nello stesso letto -'ma ora mi passa'- decretò incamminandosi in cucina.

Stefania si alzò dal letto seguendo Piero e quando, in corridoio lo raggiunse, lo abbracciò da dietro.

-'sei speciale Piè, tanto tanto'- 

Un altro complimento spontaneo, un altro gesto affettuoso, un altro motivo di gioia per Piero che, senza voltarsi, strinse le sue braccia attorno a quelle di Stefania rendendo quella morsa più forte.

-'solo per te'- rispose Piero voltandosi con il capo e lasciando un tenero e appena accennato bacio sul capo della donna. 

Grazie.

Un abbraccio

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