Capitolo 116

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Arrivarono a casa e in silenzio salirono le rampe di scala che conducevano a casa di Piero.

Entrati , fu Piero a catturare le labbra di Stefania; famelico e disperato, se ne appropriò divorandole di baci, morsetti e leccatine.

Le mani di Stefania vagavano sui pettorali dell'uomo con fare smanioso tentando di aprire i bottoni della camicia.

Erano totalmente presi dal vortice di passione e lussuria quando la porta si spalancò mostrando un Gaetano affannato e con un ombrello in mano.

Vergogna profonda e disagio totale investirono in pieno Stefania , mezza nuda, con i capelli scompigliati e attaccata al muro del corridoio.

Leggero imbarazzo provò Piero con la sua intimità ben in vista e con gli addominali nudi.

-'minchia Piè sei tu'- esclamò Gaetano abbassando l'ombrello e soffermandosi a guardare il figlio che aveva inchiodato al muro la sua donna mentre appoggiava l'altra mano sul petto, tentando di ristabilire il battito del cuore, ormai accelerato dallo spavento.

-'pà si'- rispose con un filo di voce Piero staccandosi leggermente dal corpo di Stefania che invece , con il viso in fiamme, abbassò il capo nascondendosi nell'incavo del collo del suo uomo ispirando il suo profumo, accentuato dalle prime perle di sudore nate dal loro desiderarsi.

-'pensavo fossero i ladri'- si giustificò il papà battendo più volte le palpebre intanto che tentava di distogliere l'attenzione da Piero e dalla sua donna -'tu avevi detto a tua matri che non mangiavi qua e  poi ho sentito o scrusciu della porta e pensavo fossero i latruni'- vomitò d'un fiato Gaetano, impacciato, mischiando l'italiano al siciliano in maniera sgrammaticata.

-'ok, cià pà'- lo salutò velocemente e poco educatamente Piero, tentando di ristabilire un certo grado di normalità in quella situazione assurda -'scusami nica'- disse rimettendola in piedi non appena il papà uscì da casa.

-'fa nulla '- rispose mentre si avviava in camera recuperando la maglia che giaceva a terra.

-'Stè aspè, stavamo per fare l'amore'- fece notare l'uomo sbuffando.

-'eh lo so ma ora mi è passato'- si giustificò lei facendo spallucce.

L'entrata del suocero aveva causato una battuta d'arresto nel desiderio della donna ma non dell'uomo che provò più volte a farla capitolare, senza mai riuscirci.

Scocciato , Piero si sdraiò accanto a Stefania sul divano.

-'mi spiace per papà'- ripetè stringendo a se la donna.

Non avrebbero fatto più l'amore ma attendeva comunque  una dose abbondante di coccole, soprattutto dopo il pesante litigio a San Leone.

-'promettimi che non litigheremo più così'- riprese a parlare dopo alcuni minuti di silenzio.

-'promettimi che non mi nasconderai più nulla del tuo lavoro'- ribattè la donna beandosi di quei grattini.

Piero non rispose, si limitò ad annuire.

-'dobbiamo imparare a fidarci l'uno dell'altra, ad ascoltarci senza alterarci subito e a rispettare le scelte dell'altro'- elencò lei d'improvviso facendo nascere sul viso del tenore una smorfia di confusione -'ci amiamo ma dobbiamo imparare a vivere questo amore coltivando alcuni principi fondamentali, Piè. Non basta solo fare magnificamente l'amore'- provò a spiegare impacciata.

-'per me è tutto nuovo'- confessò Piero -'quello che provo per te io non l'ho mai provato e vorrei proteggerti, averti sempre con me. Questi mesi con te sono stati stupendi ma non sono la realtà'- spiegò ancora contorto -'la mia realtà è fatta di viaggi, di concerti in giro per il mondo ed ora ho boh..paura credo di non riuscire a preservare questo nostro amore nei prossimi mesi'.

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