Capitolo sei. - "03:00 A.M."

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Il primo canto del gallo echeggiò nelle orecchie di Camila, i suoi occhi si aprirono. La prima cosa che fece, fu affacciarsi dal letto per vedere se Lauren fosse ancora presente.

E come di parola, lo era.

Il gallo doveva avere sicuramente qualche problema visto che erano solo le 03:00 A.M.

Lauren era sveglia. «Perché sei sveglia?» le chiese dolcemente e Camila sospirò ma non diede risposta.
«Non vuoi rispondere?»
Negò.
«Okay.» sorrise Lauren mettendosi seduta sul materasso.

Camila inclinò la testa per poi scuoterla. «Eh... Ehm.» incominciò. «A-allora... Perché tu... Tu sei sveglia?»
«Te lo dirò solo se tu mi dirai il tuo perché.» sussurrò Lauren e Camila sospirò.
«Io... Io soffro.»

«Di cosa?» alzò il sopracciglio Lauren. «Non comprendo, perché dovresti soffrire?»
Camila corrugò le sopracciglia. «No... Non capi... Capisssci?» spalancò la bocca. «Io... Io malata! Soffro per... Perché io morta, io malata di mente... Io non... Io non più sana e io... Io morire!» i suoi occhi si inumidirono e Lauren si mise semplicemente in ginocchio e la guardò.
«Non sei morta e tu sei sana, Camila.» spiegò seriamente ma Camila negò subito e pianse.
«No, L-La... Lauren. Io... Io... Grr...»

«Shhh, va tutto bene, Camz.» disse. «Siamo amiche e io per te ci sono, tra poche ore ci sarà anche il pranzo di Natale.» sussurrò. «Va tutto bene.» ripeté.

«T... Tutto bene.»

«Sono le 03:00, è presto e il sole non è ancora sorto. Lasciati addormentare.» disse.
«Laur...» la guardò Camila. «Da... Dammi la mano, non lasciarla... A... A.... Affrontiamo la notte insieme. H-ho paura dei miei... Sogni.»
Lauren sorrise e le prese la mano, Camila si stese nel letto e la maggiore fece lo stesso.
«Non pensare a niente, resetta tutto e pensa a chi ti vuole bene. Tipo me, no? Pensa a me.»

Camila, sentì il suo stomaco bruciare, era un qualcosa di strano tutto ciò che stava accadendo. Il suo stomaco faceva capriole, si stringeva, si allargava... Era strano essere accettati dalla società dopo la disgrazia accaduta. Camila si sentiva così: accettata.

Era davvero meraviglioso tutto questo, ma qualcosa non tornava nella sua mente; qualcosa era ancora irraggiungibile, cosa che sperava acquistare nel tempo futuro. Era qualcosa che conosceva, sì, ma non abbastanza, ovviamente.

Quel buio orrendo, le entrava negli occhi, si impossessava di lei. Le sue labbra, schiuse, cercavano di far uscire tutti quei demoni dal suo corpo.

Le due erano distese. Lauren chiuse gli occhi ma Camila restò intrappolata in sé stessa. Una forte stretta la tenne ferma.

Era la mano di Lauren. La sua amica le aveva stretto la mano e questo la rassicurava più di ogni altra cosa.

Perché i suoi pensieri erano lucidi ma la sua parlata era veramente orribile?

Perché i suoi genitori non tornavano?

Perché i muri si chiamano "muri"?

Sentì una sensazione di sonno, Camila si stava addormentando. Era piacevole, fantastico e rilassante. I suoi occhi si chiusero e si lasciò andare.

🌙🌙🌙

«Camz, sveglia.» sorrise Lauren mentre era inginocchiata sul materasso e il busto era poggiato sul letto dove Camila era distesa. «Sono le 12:01 P.M., dovremmo scendere.»

Camila si girò verso di lei e aprì gli occhi. L'indice della piccola era intrecciato con quello di Lauren. «Sono rimasti intrecciati dalle tre, credo.» ridacchiò Lauren.

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora