Capitolo sette. - "Stiamo insieme."

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«Allora, Camila.» iniziò Lauren e la cubana la guardò negli occhi.
«D-dimmi.»

«Ricordi quella cosa di cui ti ho parlato prima?» le chiese Lauren.
«No.»

Lauren strinse un po' la mascella e sorrise un po'. «Prima, ho pensato che sarebbe stato il caso di... Di stare insieme.»

Camila la guardò senza capire e si grattò sotto al mento per poi mettersi l'indice nella narice. «Togliti il dito dal naso, Camila!» gridò Jauregui. Camila fece come le era stato appena detto. La piccola assunse un'espressione seria e studiò ogni suo dettaglio.

«Allora, ho pensato che sarebbe stato il caso che io abitassi a casa tua.» disse Lauren.
«Tu...? Casa mia?»
«Sì, proprio così.» annuì Lauren sorridendo. «Ho pensato che un po' della mia compagnia non ti avrebbe fatto male, quindi ho pensato di venire a vivere da te. Ci divertiremo. Ti aiuterò in ogni cosa tu abbia bisogno.»

Camila sorrise contenta e annuì per poi abbracciare Lauren con tutta la forza che aveva. «D-dici davvero? Res... Resterai con me?»
«Solo se verrai a scuola.» sorrise. «Vedrai, ti troverai bene e io ti aiuterò da buona amica.» sussurrò Lauren mentre afferrava le mani della minore.

«Ci... Ci sto. Verrò a scuola...» sorrise Camila e Lauren le diede un bacio sulla guancia.
«Perfetto. Inizio a sistemare le cose, allora.» disse alzandosi dal letto per poi andare verso l'armadio. Camila, la guardò e con un sorriso da ebete, si toccò la guancia destra che stava prendendo sicuramente fuoco.

Lauren Jauregui le aveva appena dato un bacio sulla guancia e non ci poteva credere nemmeno un po'. «G-grazie.»
«Per cosa?» chiese Lauren mentre cercava i vestiti dall'armadio.

«Per il... Per il bacio.»

Lauren si fermò un po' e sorrise con tenerezza. Era rimasta un po' spiazzata dal ringraziamento. Nessuno l'aveva mai ringraziata per così poco. «Perché mi hai ringraziata?» si girò mentre manteneva una maglietta.

«È... È bello... Ringraziare per... Per... Perché tu... Mi hai... Fatta star bene.»

Lauren sorrise e si avvicinò. «Camz.» le attirò l'attenzione mentre le prendeva la mano. «Cercherò di ritrovare la felicità che hai perso.» sussurrò. «Dev'essere qui vicino, è solo nascosta troppo bene.»

«Giochiamo a n... Nascondino...?»

«No, la tua felicità lo sta facendo.» disse Lauren mettendo tutto in una valigia nera. «La tua felicità gioca con noi, dobbiamo solo trovarla.»

«S-sembra divertente.» sorrise alzandosi. I suoi piedi la portarono da Lauren, Camila l'aiutò subito a sistemare la sua roba. «S-sono c-contenta di cercarla con te.»

🌼🌼🌼

«Quindi, questa è casa tua?» chiese Lauren spalancando gli occhi notando il casino.
«Se non ricordo male, s-sì.» sorrise.

Lauren si schiaffò una mano sulla fronte e guardò Camila. «È un completo disastro, fatelo dite...»

«Oh no... V-vorrai... Uccidere amica Sally?» chiese Camila iniziando a tremare mentre il suo indice era puntato sul piccolo formicaio che si era formato su un pezzo di pane.

«Sally?» alzò il sopracciglio.
«Sì, Sally. P-proprio le-lei.» sorrise Camila come se la paura che Sally morisse fosse andata via. «Sally una... Sally due... Sally tre...» iniziò a contare le formiche.

«Sì, farò volare le formiche perché qui non ci fanno niente.» disse Lauren grattandosi la guancia. «Devo pulire qui o sennò in questa casa non ci sarà nemmeno la possibilità di camminarci.»
Camila si imbronciò. «No.»
«Sì.»
«No.» disse Camila con insistenza mentre sbatteva il piede sulla mattonella grigia.

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora