Capitolo undici. - "Ritorniamo a scuola."

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C'era silenzio in quella cucina. Lauren Jauregui aveva sistemato i due zaini per tornare a scuola dopo le vacanze natalizie. Camila taceva, mentre mangiava alcuni cereali. Si divertiva nel fare le sottrazione mangiandoli.

«Camz?» la piccola cubana alzò lo sguardo e Lauren afferrò la sua mano. «Stai bene? Ti vedo nervosa.» sussurrò. «Di solito, parli sempre come se fossi una macchinetta.»

Luigi dormiva beatamente, verso le dieci, Clara sarebbe venuta per portare il cucciolo a casa sua, per non lasciarlo da solo.

«No, io... Io bene.» disse mangiando un cereale. «Buoni.» sorrise un po', Lauren sospirò intensamente mentre guardava la ragazza.
«Stai mentendo.» disse piano Lauren e Camila sbatté con forza la mano sul tavolo.
«Io non mentire! Smettila.» ringhiò.

Lauren si mise una mano dietro la testa, sospirò. «Va bene, ehm, se hai finito, possiamo anche andare.» disse alzandosi, Camila fece lo stesso.

Arrivate davanti alla porta d'ingresso, Lauren e Camila si misero una sciarpa rossa. Una volta uscite, la maggiore chiuse la porta a chiave, la mise sotto al tappetino.

Le due, armate di zaino e di buona volontà, andarono alla fermata del loro bus, attendendolo con ansia. «Perso?» chiese Cabello alzando il sopracciglio.
«No, siamo in anticipo di dieci minuti, quindi è okay.» sorrise fiera.
«Io... Io non mi fido.» ci pensò su la piccola.

Infatti, avevano perso il bus.

Le due ragazze, arrivarono a scuola con un quarto d'ora di ritardo. «Scusa, Camz.» disse Lauren mettendosi una mano dietro la testa, la piccola non le rispose, era troppo arrabbiata.

«Primo giorno di scuola e io ritardo.» disse con rabbia mentre andavano verso i loro armadietti. L'armadietto di Camila, era pieno di scritte, citazioni delle frasi degli One Direction, di Ed Sheeran e Demi Lovato.

Aperta l'anta, si trovò libri e quaderni, un particolare l'attirò, prese una foto dal fondo, era un ricordo.

Tra le sue mani, aveva una foto sua e di Duncan, che si baciavano. Una lacrima, bagnò il ricordo.

«Che c'è, perché pia...» Lauren si fermò e guardò il profilo della piccola che singhiozzava. «Lasciala.» sussurrò piano mentre prendeva la fotografia dalle sue mani. «È okay, ci sono io.» sorrise un po' abbracciando la piccola, Camila la strinse forte.

Dopo aver confortato la ragazza, le due andarono nella classe di scienza. «Chiedo scusa per il ritardo.» disse Lauren guardando il Mr. Aoki. «Camila ha avuto in piccolo crollo emotivo e...»
«Io avuto crollo emotivo e perso bus.» intervenne la piccola spuntando.
«Allora, se vogliamo essere precise e corrette diciamo direttamente che abbiamo perso il bus e Camila ha avuto un crollo emotivo.»

Aoki sorrise, contento di vedere finalmente Camila. «Sono felice di vederti, Cabello. Come ti senti?»
«Confusa.» rispose rapidamente. «Tu?»
«Camila, devi dare del lei. Non è mica un tuo amico.» bisbigliò Lauren facendo ridere tutti.
«Ciao lei, il mio nome è Camila Cabello.» sorrise e gli altri non smettevano di ridere.

Aoki sorrise. «Ciao, io so chi sei. Prego, vai a sederti lì in fondo con Lauren. A breve arriverà qualcuno che ti aiuterà.»
«In realtà, Camila non ha bisogno di niente,» lo guardò. «È capace di fare le cose.»

«Anche di dire altre cazzate?» chiese Frederic, un compagno alto e robusto, ricco di acne.

Camila inclinò la testa ad un lato, non capendo con l'esattezza cosa avesse sbagliato.

La porta si aprì ed un tacco entrò all'interno della stanza tutti rimasero a tacere e non appena videro una donna di trentaquattro anni, - dannatamente magnifica - tutti iniziarono ad avere la gola secca. L'insegnante alzò la mano. «Buongiorno a tutti.»

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora