Capitolo trentotto. - "Incontro."

581 47 0
                                    

MIAMI, FLORIDA...

«Ciao, Normani.» disse Lauren parlando al cellulare con fare tremendamente triste.
«Ciao, tristezza in persona. Dimmi tutto.»

Lauren da quando Camila aveva tagliato i contatti, si sentiva una vera e propria delusione.

Gli occhi verdi della maggiore si erano spenti, erano di un verde scuro e le sue labbra erano sempre inclinate verso il basso.

«Ho bisogno di vederti.» disse Lauren mentre stringeva il cellulare. «È passato tempo dall'ultima volta.»

«Sono passate comunque due settimane.» disse la scura. «Da quando Camila è sparita, tu non stai più venendo a scuola.»

Lauren si morse le labbra e inclinò la testa. «Mani, non capisci...»
«Hai ferito i suoi sentimenti.» disse lei. «Per lo più, senza un motivo, visto che la vuoi.» le ricordò.

«Allora? Verrai?» chiese Lauren cercando di non dar retta le parole di Normani.

«Passo a casa tua?» chiese lei e Lauren annuì.
«Sì.»

Le due chiusero la telefonata, Lauren decise di chiamare Ally. «Pronto?»
«Brooke.» disse Lauren con voce accogliente. «Sei libera?»

«Per la grazia del Signore, sì.» sorrise e Lauren ridacchiò. «Dimmi tutto.»

«Volevo incontrarti, vi devo parlare.» sussurrò Jauregui e Ally annuì un po'.
«Sei finita in un circolo satanico e non ce l'hai detto?»
«No! Assolutamente... È che...»
«Sei diventata etero!» urlò la bassa. «Lauren Jauregui è diventata etero!»

Lauren sbuffò e ringhiò. «Sei un caso perso. Stai sempre sperando una me etero.»
«La speranza è l'ultima a morire!» disse Ally urlando e lei allontanò il cellulare dall'orecchio.

«Okay...»
«Dinah? L'hai più sentita?» chiese la bassa.

Lauren ricordò come aveva avuto la discussione tra lei e la polinesiana. «No.» rispose secca e Ally sospirò.
«Perché?»

«Ally, mi ha mollata nel momento del bisogno, te ne rendi conto? Non voglio più sapere niente di lei, solo a sentire il suo nome mi fa... Ribrezzo.» le rispose cercando di tenere un tono di voce adeguato.

«Beh, allora ci sentiamo... Dopo?»
«Sì...» sospirò Jauregui.

Lauren chiuse la telefonata e iniziò a sistemare la camera, in modo ordinato.

Chris e Taylor erano preoccupati per lei, sapere che non stava andando a scuola, non mangiava correttamente, non usciva... Era un colpo basso per tutti.

«Dobbiamo fare qualcosa.» disse Chris.
«E cosa? Sentiamo...»
«Boh... Non lo so.»
«Ecco.»

🌹🌹🌹

Il campanello iniziò a suonare ripetutamente, Lauren camminò lenta verso la porta di casa e l'aprì con uno scatto veloce, facendo spaventare Ally e Normani.

«Ciao, eccovi.» disse Lauren mordendosi le labbra. «Ma che...»

Da dietro Ally e Normani sbucò fuori una testa, colorata di biondo finto - peggio dello shatush di Ally -. «Che ci fai tu?» chiese Lauren avendo un senso di rabbia.

«Mi dispiace.» sussurrò Dinah mentre si teneva le mani. «Mi dispiace per tutto ciò che ho fatto, davvero.»

Lauren strinse la mascella. «Ti rendi conto? Camila aveva la febbre altissima e tu ci hai abbandonato in strada, nel cuore della notte!» urlò forte.

Dinah scoppiò in un pianto disperato e pieno di sensi di colpa. «Come te lo devo dire che mi dispiace?»
«Non voglio più vederti!» disse Lauren.

Ally tossì. «Sappiamo che Camila è sparita, io ho avuto lei per due settimane, a casa.» disse ferma.

«Tu, cosa?»

«Camila era triste, per te e per Dinah.» disse Ally. «Nonostante le cose, voi l'avete abbandonata. Ogni giorno lei mi raccontava la stessa cosa, di te come le hai ferito i sentimenti, e di Dinah di come l'ha lasciata in mezzo alla strada.»

Normani alzò la mano e tutte rimasero in silenzio ad ascoltare. «Siamo un gruppo. Noi cinque siamo un bellissimo gruppo. Abbiamo sempre cercato di risolvere ogni questione che si posava davanti a noi come un muro.»

Tutte rimasero in silenzio.

«Camila fa parte del nostro gruppo e noi vedremo di andare a cercarla, Camila ha bisogno di noi, come abbiamo bisogno di lei.» disse seria.

Lauren sospirò. «Entrate.»

Tutte salirono le scale fino ad andare alla camera di Lauren. «Eccoci qui.» disse la ragazza dagli occhi verdi. «Sedetevi sul letto.»

Tutte si tolsero le scarpe, Ally decise di aprire la finestra. Tutte la guardarono confuse visto che il tempo non era dei migliori.

«Perché?» chiesero le altre all'unisono.

«Per eventuale... Puzza di piedi.» disse seria e tutte - o quasi - le risero in faccia.

Lauren la voleva buttare fuori dalla finestra.

Tutte si misero sedute e Lauren chiuse la finestra di nuovo. «Ecco...»

«Allora...» si schiarì la voce Ally. «Io a Camila l'ho avuta per due settimane.»

«Sai perché è andata via?» chiese Dinah.
«No, assolutamente. Non mi ha mai parlato di un eventuale partenza. Giusto l'altro giorno se n'era andata.» disse in ricordo.

Lauren abbassò la testa. «Come stava? Insomma, con te.»

«

Con me stava bene, Lauren.» disse schietta. «Mi parlava sempre di te e di quanto fossi bella, nonostante tutto.» confessò.

Lauren si sentì una fitta nel cuore, chiuse gli occhi e si strinse le mani, con dolore.

«L'unico, è andare a cercarla.» disse Normani.

«Sarà a casa sua?» chiese Dinah.

Lauren alzò le spalle, Ally negò con la testa. «Sono andata a casa sua, per vedere come stavano andando le cose. Camila non era presente...»

«E se le fosse successo qualcosa?!» si agitò Lauren. «Dove cazzo può essere? È tutto così...»

Dinah alzò le spalle. «Non saprei darmi risposta.» disse Hansen e Lauren si grattò sotto al mento.

Normani ci pensò un po'. «E se provassimo a cercarla?»
«Come se Miami fosse piccola.» rispose Lauren senza speranza. «È impossibile, non sappiamo nemmeno dove andare.»

«Se lo vogliamo, possiamo.» disse Ally con rabbia. «Dobbiamo cercare Camila e tu, Lauren, devi chiederle scusa e confidarle ciò che provi realmente per lei.»

Lauren sospirò. «Va bene.» disse seriamente. «Dobbiamo iniziare a chiedere in giro.»

«D'accordo.» dissero tutte.

La porta della camera di Lauren si aprì lentamente. «Scusate.» disse Clara.
«Mamma, quante volte ti ho detto che devi bussare alla porta?» alzò il sopracciglio Lauren e Clara ridacchiò.

«Visto che ci sono delle ospiti, ho preparato dei biscottini per voi.» sorrise la donna e tutte sorrisero.

Clara appoggiò il vassoio sulla sedia e l'avvicinò al letto. «Prego.» disse ed uscì dalla stanza.

Le ragazze aspettarono che la madre si allontanasse dalla stanza completamente.

«Quindi? Cosa facciamo?» chiese Normani.
«Andiamo a cercare Camila.» rispose Lauren.

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora