Capitolo cinquantasei. - "È ora di dire basta."

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Lauren camminava con le maniche più alzate di quanto le avesse già – visto che stava già a a maniche corte –. La sua rabbia era troppo elevata per lasciare quel rispetto ai passanti.

Stava spingendo troppo.

Ally la seguiva con le sue scarpe da ginnastica, era appena uscita dalla palestra. Purtroppo Normani e Dinah non vennero perché avevano altro a cui pensare, in famiglia.

«Lauren, cammini troppo velocemente.» disse Ally. «Tu puoi fare due passi, ma io ne faccio cento al posto tuo.» sussurrò stanca e Lauren rallentò un po'.

«Dovresti essere abituata, visto che stai andando in palestra.» disse Lauren mentre camminava.

«Lo so, però... Oh insomma! Lauren Jauregui, aspettami.» disse la bassa che cercava di stare al suo passo.

«Ally, capisci che non posso aspettarti? Camila sta rischiando la vita e io sono stata stupida, ancora una volta.» disse Lauren mentre seguiva le indicazioni del foglietto.

«Ma non abbiamo nemmeno un piano da mettere in atto!» urlò Ally e Lauren si fermò di colpo facendo sì che Ally le venisse addosso facendola cadere.
«Ouch...» disse la bassa rialzandosi e Lauren fece lo stesso.
«Ci accostiamo lì.» disse indicando una panca di legno.

Lauren ed Ally si misero a sedere, Hernandez decise di prendere la sua bottiglietta d'acqua fresca e di berne un sorso, ne offrì un po' a Lauren, che accettò subito l'offerta.

Ne aveva bisogno anche per sbollentare tutto quel nervoso che aveva in corpo.

Lei in quel momento, si sentì in una fascia di fuoco che ardeva senza sosta. Lauren voleva far giungere al termine tutto questo. Un sospiro la fece distrarre, era quello di Ally.

«Sono parecchio in ansia.» disse la bionda e Lauren si ritrovò ad alzare il sopracciglio con fare interrogativo.
«Non succederà nulla se tu sei con me.»
«Va bene.»

«Il nostro piano sarà semplice. Tu entrerai per prima e farai tanto casino nelle altre stanze.»
«Cosa?! Quello è pazzo, me la mette in culo molto probabilmente!»
«Oh, santo cielo...» disse Lauren sconvolta. «Se obbedisci, magari non te la metterà in culo.»

Ally rimase in silenzio e Lauren le afferrò la mano. «Tu che farai?»
«In qualche modo vedrò di entrare dalla porta del retro. Mi sono ben informata su questa casa, dicono che quella porta è sempre aperta ma, nessuno ha mai avuto il coraggio di entrare.»

«Ma perché?»
«Non lo so... Ma, dobbiamo andare per salvare Camila. Quindi; tu entri e fai casino da ogni parte, so che sei piccola e potrai nasconderti bene. Io entrerò dal retro e cercherò la mia ragazza.»

«Okay... Ma non è meglio chiamare la polizia? Insomma, anche loro...»
«Al momento non mi è importante. Se le cose inizieranno a sporcarsi, sì, chiamerò la polizia.»

Ally prese un respiro profondo. «Va bene.» disse la grande con più convinzione.

Lauren si alzò dalla panchina e riprese il suo cammino con Ally, fino ad arrivare alla grande casa. «Eccoci.»
«No, Lauren... Io chiamo la polizia.» disse Ally e Lauren si mise una mano sulla testa.
«Ti stai ritirando?»

«Siamo pazzi? Stiamo rischiando la vita. Chissà chi sta lì dentro.» mormorò la bassa e Lauren ringhiò.
«Non mi dire che hai davvero paura... Ally, non puoi mollarmi in questo modo.»
«Lauren, abbiamo viaggiato, ti ho accompagnata ovunque il tuo istinto ti portasse. Cazzo, un po' di sale in quella zucca ce l'hai? Rischieresti di morire un'altra volta.»

«Non sarebbe male morire per amore. Fosse per me, lo farei per mille volte.» disse Lauren poggiandosi una mano sul petto. «Per quanto amo Camila, io lotterò sempre per lei.»
«Allora credo che questa volta dovrai lottare da sola...» disse Ally. «Mi dispiace.»

Lauren non rispose, non disse nulla. Si sentì solo delusa dalla decisione della sua amica. «Va bene.»
«Ti aspetterò qua fuori. Io mi occuperò di chiamare la polizia.»
«Va bene.»

INTANTO, DENTRO LA CASA...

«Allora, davvero non hai paura di morire?» chiese lui mentre puntava la pistola sulla fronte di Camila.
«No?»

Lui con rabbia le diede un colpo di pistola sul viso. «Cazzo! Non capisci nulla!»

Camila si mise composta mentre la sua guancia si colorava di viola. «Tu crederti forte?»
«Tu hai ferito i miei sentimenti. Quando qualcuno lo fa, passa le pene dell'inferno.» mormorò. «Io pensavo che Karla fosse tenera e dolce, con me. Ma in realtà era semplicemente te, un verme.» disse sputandola e Camila non abbassò la testa.

«Tu vedere che quando arrivare Lauren, tutto sistema.» disse Camila piano. «Io scappare da qui e polizia arrestare te.»

«No, perché penso che prima che la tua ragazza arrivi, tu sarai nell'alto dei cieli.» disse lui e Camila roteò gli occhi.
«Tu Patrick stella di merda.» disse Camila. «Tu non fare paura me. Io riuscire a toglierti palle.»

Il ragazzo guardò Camila. «Come... Come ti permetti?» chiese.
«E tu come permettere di picchiare una donna?» chiese Camila.

Il ragazzo si morse il labbro e si allontanò dal corpo della giovane che si muoveva di continuo sulla sedia di legno scomoda e rosicchiata dai topi. «Liberare.»

Il ragazzo alzò l'arma e premete il grilletto, sparando in alto. Camila sobbalzò e pianse dallo spavento.

Le sue sopracciglia erano corrugate e io suo sguardo minaccioso, Patrick chiamò dei ragazzi. «Penso che i miei amici siano contenti di averti.»

«Io...»

Un forte rumore fece spaventare tutti i presenti, mettendo scompiglio per tutta la stanza.

«Chi è?»

«Lauren.» disse Camila sorridendo e Patrick la slegò e la prese con forza, mantenendola col braccio attorno alla gola e la pistola sulla tempia.

DAVANTI ALLA PORTA D'INGRESSO...

«Ahia!» disse Lauren sollevandosi. «Fanculo, barattolo di merda.» disse sollevandosi massaggiandosi la fronte.

La ragazza si diresse lungo il corridoio, cercando attentamente Camila. Il problema era uno, aveva fatto casino a causa di quel barattolo.

Lauren camminò lentamente, fino ad arrivare ad una sala, non appena sentì dei passi, lei si nascose dietro ad un mobile. "«Cazzo.»" pensò Lauren.

Jauregui mandò un messaggio ad Ally, riferendole di chiamare aiuto, che c'erano troppe persone. Ally rispose subito.

Dopo aver messo il cellulare in tasca, Lauren vide se ci fossero altri ragazzi in quel punto. Una volta accertata che non ci fosse nessuno, la ragazza avanzò ancora, finendo davanti a Patrick e Camila.

«Chiudi la porta.»

Lauren lo fece.

«Patrick, è ora di dire basta.» rispose Lauren.

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora