Capitolo venticinque. - "Sono diventata un clown."

1.1K 103 17
                                    

Camila, in quel momento della giornata era in un negozio non tanto lontano da casa, da sola.

Cioè, non tanto sola visto che Luigi era seduto e legato al palo fuori dal negozietto.

Ovviamente Camila non aveva legato il cane, l'aveva fatto la commessa.

Camila stava camminando lungo i piccoli corridoi. «Uhm, shampoo.» disse guardando uno shampoo sullo scaffale. «Vaniglia...» avvicinò la mano al contenitore di plastica ma la ritirò subito, sospirando. «No, niente, io soldi no posso sprecare. Camila no egoista.» disse.

La cubana si stava grattando il capo mentre stava camminando. I suoi occhi osservarono bene le scatolette colorate che contenevano le tinte per i capelli. «Uh, interessante.» disse Camila avvicinandosi e prese la scatola che conteneva una tinta rosa. «Bello, io fare rosa.»

«Vuole una mano?» chiese la commessa e Camila sobbalzò.
«N-no... Io guardare solo, nulla di che. Io comunque, cercare trucchi.» sorrise Camila. «Posso guardare o...?»
«Oh, certo... Scusami. Comunque, se cerchi il make-up lo trovi più avanti, lì vicino ci sono anche le pitture per il viso, in caso di feste.»

«Capito, grazie.» sorrise Camila e non appena la commessa se ne andò, la cubana appoggiò la scatola al suo posto, allineandola con le altre. «Uh, quindi io andare avanti.» parlò tra sé e sé e intanto si sistemò bene lo zaino sulle sue spalle.

I suoi passi la portarono lungo il corridoio e non appena voltò per raggiungere il suo interesse, notò una sagoma maschile poco più lontana da lei. Camila riconobbe subito chi era il ragazzo, quasi quasi entrò in panico.

Era Patrick.

Insomma, quel ragazzo alto, robusto ma specialmente gobbo, era l'unica persona che si sarebbe potuta riconoscere a chilometri di distanza.

«Oh, no... Ora colpi...» disse Camila mettendosi le mani nell'unica tasca centrale della felpa grigia. Sentì del materiale freddo e non appena tirò fuori gli occhiali da sole di Lauren, si illuminò.

Camila, in quella giornata - dopo essere tornata da scuola -, si mise il felpone di Lauren. «Grande, Camila.» disse nascondendosi.

Alcuni minuti dopo, Camila riprese a camminare in modo gaggio. Il cappuccio le copriva fino a metà fronte, i suoi capelli erano legati in modo da non farsi scoprire più di tanto dal ragazzo, gli occhiali da sole, coprivano il metà del suo viso.

Arrivata davanti allo scaffale, Patrick si girò e vide Camila. «Hey, ciao!» disse lui mentre sorrideva. «Come ti chiami?»

Camila sudò freddo, se avesse parlato, Patrick l'avrebbe fatta in mille brandelli.

Idea.

«Yo, yo, mi chiamo Karla e sono lilla, la mia vita è fantastica e mia madre brilla.» disse cercando di camuffare la voce mentre cercava di fare beatbox.
«Wow, figo, quindi fai rap?» applaudì e Camila intanto si mise a far oscillare le braccia, come se stesse facendo un'onda - ovviamente fatta male -.

«Yo, yo, perché parlare di sentimenti visto che quando li senti tu menti?» disse improvvisando. «Yo, yo.»
«Sagge parole.» disse lui annuendo. «Cosa stai cercando?»
«Trucchi.» disse cercando di mantenere serietà.
«Magari un giorno mangiamo insieme, in ogni caso prendi.» disse lui dando una scatola di trucchi a Camila.

Camila prese i trucchi. «Bravo ragazzo, non fare il razzo perché se parti...» cercò di fare rima. «... Puoi trovare cuori infranti.» disse svignandosela.
«Grazie, Karla! Avvisa la cassiera che te lo pago io quello!» sorrise il ragazzo tutto innamorato.

La cubana prima di andare via, andò a prendere lo shampoo alla vaniglia. Arrivata alla cassa, la cassiera guardò la ragazza. «Cosa deve pagare?» chiese.
«Il ragazzo lì... Giù, paga questo.» disse Camila indicando la scatola per poi indicare Patrick che alzava il pollice alla donna.
«Va bene, quindi devi pagare lo shampoo?» alzò il sopracciglio e Camila annuì.
«Buono vaniglia.»

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora