Lauren Jauregui's P.O.V.
Un forte dolore alla testa mi venne. Il respiro mi tornò e i miei occhi si spalancarono in preda al terrore.
Rimasi immobile sul letto, come se fossi paralizzata, come se avessi paura di qualcosa o di qualcuno.
Io avevo paura della morte.
Non ricordavo per quanto tempo dormii. Non ricordai nulla, ma qualcosa che mi alleviava ogni dolore, anzi, ogni tipo di dolore, era il fatto che non ero morta, che ero viva e vegeta. Mi girai di poco, e vidi della frutta.
Sorrisi.
Era tutto così reale. Non ero morta, non mi era successo nulla di grave – per dire... –.
La porta si aprì e io vidi come Dinah, Ally e Normani corsero da me ad abbracciarmi. «Ti sei svegliata...» mi disse la nera e io le accarezzai il viso e annuii piano, facendo appoggiare la fronte sulla sua.
La mia migliore amica, l'unica donna che potesse farmi star bene.
«Ho aspettato, ho pregato per il tuo risveglio.» disse Kordei e io annuii dolcemente, un'altra volta.
«È bello, mi fa piacere.» dissi io non sapendo cosa dire.Ally tossì e noi tutte la guardammo con curiosità. «È stato grazie a me se Dinah e Normani hanno pregato per te.»
«Giusto.» disse la polinesiana finalmente.«Camila?» dissi io realizzando alcuni minuti dopo che c'era anche lei, qui. «Dov'è?» mi alzai e una forte fitta al fianco mi prese alla sprovvista, facendomi piegare.
«Ferma...» disse Ally prendendomi con sé, per poi riportarmi sul letto. «Camila sta bene, si è ripresa.» disse e io quasi piansi.
«Ti prego, portatela da me.» dissi io quasi supplicante.»
«Va bene...» sorrise Normani e si alzò, andando a chiamare la ragazza che stava nell'altra stanza.La nera e la cubana, arrivarono dopo cinque minuti, Camila era ancora attaccata al flebo e io la guardai con tanto amore ma anche con dolore.
«Ciao.» le dissi, le mie amiche si alzarono.
«Lauren, ci vediamo dopo.» disse Ally e io approvai.
«A dopo.»Dopo che ci lasciarono sole, Camila rimase in piedi davanti a me, io mi alzai, cercando di non dar troppo peso al dolore lancinante.
«Dovresti stare a riposo.» mi disse e io quasi mi sentii male. «Vieni.» con delicatezza mi prese e mi mise nuovamente a letto, per la seconda volta.
«Camila mi di...»
«Lo so,» disse lei piano. «Lo so.» mi guardò e io tirai su il naso cercando di non piangere.«Ti prego, vieni qui...» dissi io cercando di afferrarla ma lei si trascinò da sola da me, sedendosi piano al bordo del letto.
«Dimmi.»
«Guardami.» sussurrai io e lei mi osservò con sguardo neutro. «Non sai quanto ho girato per star con te.»«Se non fosse stata per quella maledetta notte, io non mi sarei schiantata, io non avrei fatto quell'incidente.» disse lei e io la guardai con sorpresa, la sua parlata era perfetta, nessuno sbaglio, nessun blocco.
«Ho rischiato la vita per te.»
«So anche questo.» mi osservò e io sospirai.«Non ti importa più nulla di me, vero?» le chiesi quasi col cuore rotto.
«Vorrei rispondere di no, di fotterti e di andare a fanculo.» mi rispose. «Ma qualcosa me lo vieta e non so cosa.» mi guardò e io sorrisi lievemente.«Quindi, ti importa?»
«Mi è sempre importato di te.» mi disse e da quel momento, non riuscii più a mantenere le lacrime dentro ai miei occhi. La sua mano si appoggiò sulla mia guancia umida e io le baciai il palmo. «Mi è sempre importato ogni giorno: quando stavo male, quando ero felice, quando ero confusa perché non capivo nulla.»«Mi dispiace moltissimo.» le dissi.
«Ci voleva molto per capire che per farmi riprendere, sarebbe bastato anche sbattermi un vaso pieno di terra in testa.» disse e risi, mi morsi il labbro sentendo dolore.«Perdonami.» dissi. «Non volevo ferire i tuoi sentimenti.»
«L'hai fatto, però.»
«L'ho fatto.» approvai. «Mi son resa conto durante il viaggio che l'amore per te, batteva ogni problema.»Camila mi sorrise, il suo primo sorriso da quando era entrata nella mia stanza. «Ho fatto una cazzata, ne son consapevole. Ho gettato via il fiore più bello, l'ho fatto appassire perché magari aveva qualcosa di imperfetto. Ho capito tardi che essere imperfetti rende le persone perfette.»
La cubana si mise comoda e si morse il labbro forte. Io sospirai e non appena vidi come si asciugava una lacrima dall'occhio destro, le presi la mano e gliela strinsi. «Tu eri così bella nelle tue imperfezioni che non me ne sono resa conto, Camz.» dissi. «Io ti amo con tutta l'anima che ho in corpo.»
Camila sorrise io le accarezzai la guancia. «E sai una cosa? Quando uscirò da questo fottuto ospedale, ti bacerò così tanto da farti mancare l'aria.» sussurrai e lei abbassò la testa, imbarazzata.
Mentre strinsi la sua mano, una forte scarica si trasferì nel mio stomaco, facendolo agitare. «E le scosse che sentivo quando ti toccavo, non son cambiate.» dissi io piano.
Lei sembrava così tranquilla, come se tutta quella rabbia fosse andata via. «Vorrei baciarti e prendere fuoco, sentirmi bene, desiderarti ogni giorno.» sussurrai e lei con movimenti lenti, si abbassò e appoggiò le labbra sulla mia fronte. «Voglio che ti abbassi un po'.»
Camila mi sorrise. «Dovremo riprenderci.»
«Son già ripresa.» dissi agguerrita e lei rise di gusto.
«Non ti reggi nemmeno in piedi, dove vorresti andare?» alzò le sopracciglia.«Ti ho sentita... La volta che sei venuta in camera.» dissi. «Le mie orecchie hanno sentito, il mio cervello ha ricordato. Tu volevi che io rapissi il tuo cuore un'altra volta?»
«Già, volevo che... Tu... Insomma, riacquistassi il mio amore, la mia fiducia.» disse piano. «Ho sofferto moltissimo.»
«Anch'io.»
«Non penso che riusciremo a superare gli esami.» mi ricordò io mi misi una mano sulla fronte, scordata che la scuola era finita.
«Lo so... Mi dispiace.» disse lei. «Se non fosse stato per me, se non fossi partita per Cuba, a quest'ora avremmo superato l'esame, staremo festeggiando la nostra promozione.»«Non dir così. Basta che io stia con te.» dissi piano.
«Comunque, Lauren...» chiamò la mia attenzione e la guardai con dolcezza.
«Io non riuscirei mai a non amarti, io ricordo che quando stavo per morire in aereo, ho detto a Duncan che... Lui non era ciò che volevo. Io ero sicura di ciò che ero, di ciò che amavo. Io amo le donne, e la donna che non avrei mai smesso di amare, sei tu.»
«Dici?» le chiesi.
«Io ti amo, con tutto ciò che ho, facciamo solo che questa volta le cose non vadano male.» mi sussurrò.
«Va bene, Camila.»
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SCAR TISSUE
FanfictionTutto ha inizio in un ospedale. Due ragazze che, per motivi diversi, si incontrano lì, nel giardino della struttura ospedaliera. Un paio di occhi verdi e un paio di occhi marroni si mischiano tra di loro, facendo nascere un qualcosa di nuovo.