Capitolo trentasette. - "Sono contenta di rivederti."

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«Tesoro.»

Questa era l'unica parola che la donna riusciva a dire, la felicità di vedere sua nipote, l'unico membro della famiglia in vita, le fece versare lacrime.

Camila tirando la valigia con sé, arrivò dalla nonna e la strinse in un caloroso abbraccio. «Nonna.»

«Come stai? Sono contenta di rivederti. Sei così cresciuta e diventata bella che...» si fermò non trovando altre parole. «Sei bella.»
«Io... Bene.» cercò di essere comprensibile la ragazza.

«Non mi sembra... Vieni, entra. Sicuro sei stanca dal viaggio.» disse la donna è accompagnò Camila dentro la casa.

Una volta seduta, Camila guardò un po' le pareti colorate tappezzate di foto.

«Qui a Cojimar non c'è molto come può esserci a Miami.» sorrise la donna. «Ma se cerchi la calma, sei nel posto giusto.»

«Uh... Io venuta qui per pace. A Miami successe cose.» disse Camila ma la donna negò.
«Non sforzarti a parlare, immagino che tu sia piuttosto stanca.» notò.

Camila alzò le spalle e arricciò il naso. «Uhm, io non dormire molto.» disse Camila. «Non più da quando...»

«Quando?»

«Niente.» si tirò indietro e con uno slancio, si alzò in piedi. «Io fame, nonna.» sorrise dolcemente.

Mercedes sorrise nel sentire la sua nipotina così in confidenza con lei, nonostante non si vedano da un sacco di tempo.

«Ti trovo bene, con chi sei stata?»

«Uhm... Con persone. Io vissuto in casa con una mia... Conoscente.» disse. «Lauren Giargiaghi.»

«Giargiaghi?» alzò il sopracciglio.
«Jaguar.» la corresse.
«Non ti sto capendo...» disse Mercedes sistemandosi gli occhiali da sopra il naso.
«Jauregui.»

La donna alzò le spalle e andò in cucina con la nipote. «È successo qualcosa?»
«Uh, nulla importante.» commentò lei mentre i ricordi le passavano davanti. «Tutte sceme.»

«Se hai bisogno di parlarne con me, ti ascolto, Mila.» disse la donna e Camila annuì.
«Io... Io no bisogno di confidare con te. Io bisogno di essere persona normale.»

👵🏻👵🏻👵🏻

Finito di mangiare, Camila aiutò la nonna a sparecchiare la tavola e a pulire la cucina. «Mila, ti aiuterò io.» disse lei.

Camila la guardò rimanendo con la tovaglia tra le mani, confusa. «Per?»

«Per essere una persona normale, ovvio.» disse la donna. «Cercherò di prendermi cura di te, di farti sentire bene e di migliorarti.»

Il viso della piccola si illuminò in modo spontaneo, il suo sorriso era finalmente vero, pieno di gioia. «Davvero?»

«Davvero.»

Camila iniziò a piegare la tovaglia per poi infilarla in un cassetto. «Io contenta.» disse chiudendolo. «Quando iniziare?»

«Ricordi qualcosa?»
«Poco...» disse lei poggiandosi una mano sulla testa. «Io perso memoria durante incidente su aereo.»

Mercedes sorpassò Camila e andò in salotto. «Mettiti seduta, Mila!» le urlò dall'altra stanza e Camila si mise dritta con la schiena per poi accomodarsi sulla sedia, in cucina.

La donna arrivò mentre indossava dei sandali lavorati in legno. «Eccomi qui.» disse passando una mano sugli album di foto tutti impolverati, Camila tossì. «Scusa, non li apro da mesi.»

«Uh... Perché?» chiese Camila curiosa.

«Perché... Ricordare a volte fa male. Qui ci siete voi, qui c'è la mia vita.» disse la donna ma Camila corrugò le sopracciglia non capendo.
«Perché lì? Io qui.»

Mercedes rise di gusto. «Lascia perdere.» disse lei e aprì il primo album di foto.
«Bello!» applaudì Camila facendo ridere di più la donna.

«Guarda, questa sei tu.» disse indicando una baby Camila vestita di bianco. «Quando eri piccola, ti piaceva un sacco suonare.»

Camila si morse le labbra e guardò attentamente le foto. «Qui?»
«Queste foto sono state scattate anni fa. Comunque, qui, stavi rincorrendo una farfalla.» disse indicando la fotografia in basso a sinistra.

«Belle farfalle.» sorrise lei. «Piacciono.»

«Lo so, sei bellissima,» disse la donna. «Ma sei anche fragile come loro. Basta solo un tocco per farti morire dentro.» disse. «Conosco quello sguardo.»

Camila si guardò intorno per poi incontrare di nuovo gli occhi della nonna. «Eh?»
«Tu hai sofferto anche dopo l'incidente.» disse. «Vedo i tuoi occhietti stanchi, il tuo sorriso falso.»

«Io... Io avuto problemi in ultime settimane.» disse. «Io scappata da Miami senza avvisare nessuno.»

Rodriguez annuì. «E perché? Dimmelo, sono tua nonna e sono pronta ad ascoltarti. Vedi Camila, sapere che sei l'unico membro della famiglia, in vita... Mi da così tanta adrenalina.»

«Capito... Comunque...» prese un respiro profondo la piccola. «Io subito anche incidente stradale con Lauren. Tornare festa.» disse. «Nulla grave, giusto qualche ferita su... Su...»
«Superficiale.»
«Sì, supercifiale.» annuì.

La donna sospirò sentendosi un po' triste da tutto quello che era accaduto. «Io e Lauren, avere cagnolino.» disse. «Un giorno pioggia, tanta pioggia. Lauren aveva... Finestrino di macchina abbassato, quindi uscite per alzarlo.»

«E poi?»
«Swosh! Macchina su Luigi!» i suoi occhi divennero lucidi ricordando a strati la scena. «Luigi, morto...»

La nonna di Camila si alzò dalla sedia e portò un fazzolettino alla piccola. «Tieni, soffia forte.»

Camila si soffiò forte il naso. «Io ammalata, io febbre alta e quindi Lauren portata in ospedale.» disse. «Più... Più di questo... Non posso dire.»

«Va bene.» annuì la donna e le accarezzò la guancia.
«Grazie.» sorrise un po'. «Io contenta che... Tu aiutare.»

Camila guardò l'album fotografico. «Qui?»
«Eri con tuo padre, sulle spalle.» sorrise la donna. «Ricordo che quando ti prendeva su di lui, tu urlavi perché avevi paura di cadere. Gli tiravi sempre i capelli per reggerti.»

La piccola ridacchiò. «Io voler vedere Cuba, possibile?» chiese Camila con curiosità. «Piace andare in posti.»

«Possibile, lo è.» annuì la donna. «Come vorresti vederla?»

«Ouch, io non sapere.» alzò le spalle. «Vabbè, quella idea.»

«Perché... Domani non vai da Harry? Ricordi dove abita?»

Camila si grattò la guancia e ci pensò un po'. «Forse, forse ricordo. Io contenta di vedere mio amico.» applaudì. «Mancare tanto.»

Mercedes annuì. «Lo vedo poco.» disse. «Dicono che non stia bene.»

Camila la guardò e si mise una mano sulla guancia. In ogni caso, non era il momento per pensare alle compagni, Camila doveva dormire, doveva riposare e tenere la mente serena.

Ancora non ci poteva credere, trovarsi un'altra volta a Cuba la rendeva decisamente in pace con sé stessa.

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora