Capitolo cinque. - "Regali."

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«Dinah, oggi è il ventiquattro e... Davvero dovrei farlo?» chiese Lauren mentre reggeva il cellulare con la mano destra e con la mano sinistra impugnava un mazzo di coltelli.

«Lauren, se Camila ha voluto stare da te, ci sarà un motivo; vuol dire semplicemente che apprezza la tua compagnia. Devi solo starle vicino. Purtroppo non ha avuto questa fortuna per questo piccolo lasso di tempo.» disse la polinesiana ma Lauren iniziò a disperarsi il doppio.

«Cazzo, Dinah. Non sei per niente di aiuto... E se dovesse rompere qualcosa? Dinah quella ragazza potrebbe trovarsi dietro di me anche ora...» mormorò.

«Ciaaaao!» urleggiò Camila da dietro le spalle di Lauren e quest'ultima saltò con il cellulare in mano.

«Che cazzo ci fai tu, qui?!» urlò Lauren puntando i coltelli contro la ragazza, per pura distrazione.
«N-no... Non pensavo che a... A casa tua le p... Persone venissero accolte c-così.» disse alzando le mani ridendo.

Lauren guardò le sue mani e appoggiò i coltelli sul tavolo.
«M-mi ha fatta entrare tuo padre.» disse Camila e Lauren annuì.
«Va bene...» sospirò.
«Immagino che tu debba staccare.» commentò una voce la quale proveniva dal cellulare. Lauren si mise il telefono all'orecchio e annuì un po'.
«Sì, D. Ci sentiamo poi.» disse chiudendo.

Camila sorrise. «Ti... Ti ho... Ti ho portato questo.» disse Camila porgendo un regalo incartato male. Era una t-shirt; lo si poteva riconoscere grazie ai buchi presenti che la carta lasciava. «Met... Mettilo sotto l'albero. So che... Che Babbo Natale non... Non esiste.» abbassò la testa.

Gli occhi verdi di Lauren guardarono Camila con tenerezza e prese il regalo. «Grazie... È un pensiero davvero carino da parte tua,» sorrise. «Vieni, andiamo a metterlo sotto l'albero.» la invitò la grande e Camila annuì dolcemente.

Dopo aver messo il regalo insieme agli altri, Lauren sorrise. «Non so che maglietta sia.»
«N-non... Non lo so nemmeno io.»

Lauren inclinò la testa in un lato e guardò come Camila si mordeva il labbro inferiore. «B-beh... Io ho visto... Ho visto la... La tua maglietta e... Mi... Mi sono basata sui tuoi gusti.»
«Davvero?»
«S-sì, ne ho parla... Parlato con il mio medico, Cowell...» sorrise. «Gli ho de... Detto di comprare una maglietta... E di basarsi sullo stile della tua...»

Il cuore di Lauren si sciolse, non poté fare a meno di alzarsi e di guardarla negli occhi. «Senti, vado a parlare con mio padre, devo fare una commissione veloce.»

«Poss...»

«No, tu stai con mio padre.» sorrise Lauren. «È bravo e di lui puoi fidarti. Aiutalo a sistemare la tavola per questa sera, ti va?»

Camila annuì ripetutamente e abbracciò Lauren che quasi cadde. «Grazie, s-sei...»

Lauren si staccò e andò da Michael Jauregui. «Papà?»

«Lauren? Piccola, ciao.» sorrise lui. «Scusa se ho fatto entrare Camila... Ma era così innocente. Sai che a Nata-»

«Siamo tutti più buoni, lo so. Più che altro mi sono spaventata perché non mi aspettavo la sua presenza, oggi. Pensavo che venisse direttamente domani.»

«Lo so, anch'io sono rimasto sorpreso dalla sua presenza.» sorrise. «Ma sono contento di averla tra noi. È una ragazza sola e ha bisogno di compagnia.» disse e Lauren annuì dolcemente.
«Proprio così.» sorrise Lauren. «Papà, devo uscire un po'. Secondo te i negozi sono aperti, ora?»

«Sì, però tua madre non è ancora tornata, non puoi prendere la macchina.» disse lui e Lauren guardò un attimo il pavimento, per poi girarsi e guardare il salotto attraverso la porta aperta.
«Esco lo stesso, prendo la bicicletta.»

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora