Capitolo quarantasei. - "Cienfuegos."

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Un'ora e ventidue minuti.

Lauren e il resto delle loro amiche erano in viaggio per raggiungere Cienfuegos.

«Non parli da un po'.» disse Dinah stando vicino a Lauren. «Stai bene?»
«Non so nemmeno cosa possa significare, "stare bene".» la guardò e il tassista rise.

«Certo che è buffo, signorina.» disse lui. «Alla tua età, essere triste dev'essere l'ultimo dei tuoi problemi. Non hai bisogno.»

Lauren strinse la mascella. «E lei non sa cosa significa perdere la persona che si ama, quando la colpa è propria. Il mio cuore è morto da quando è andata via, e io non posso più continuare a vivere senza di lei.» disse. «Camila è la mia vita, la mia ragione del perché io ho preso un fottuto aereo, la ragione del perché io sto pagando la sua fottuta benzina, la ragione del perché io mi sto facendo in quattro per chiederle perdono.» disse scoppiando a piangere.

Dinah guardò la ragazza e le afferrò la mano.

«Io la amo, la amo come non mai, io me ne sono accorta tardi ma voglio rimediare.» disse. «La mia anima appartiene alla sua, sono legata a lei come Saturno è legato ai suoi anelli e senza di lei, io non sarei perfetta.» mormorò.

Lui rimase in silenzio, come se qualcosa lo avesse toccato nel profondo, l'uomo corse sulla strada, più veloce di prima. Come se volesse aiutare le ragazze.

«Sicuro che sia il caso di correre?» chiese Ally mentre si aggrappava alla coscia di Lauren.

«Voglio che arriviate a Cienfuegos, dovete trovare questa ragazza, subito.»

Finito il viaggio, il tassista si parcheggiò da una parte facendo scendere le quattro ragazze. Stranamente, non le fece pagare.

«Vi auguro il meglio.» disse lui e riprese a guidare.

Lauren alzò gli occhi e vide come la città era possente davanti a loro. «Wow.» disse piano e si guardò intorno vedendo come le sue amiche avevano iniziato a camminare senza di lei. «Hey!»

Tutte riunite, le ragazze iniziarono a osservare un po' il posto, chiedendo informazioni da una parte all'altra.

Cienfuegos è una città che si trova sulla costa meridionale ed ha una popolazione di circa 150.000 abitanti. La città è soprannominata La Perla del Sur.

La città sorge in fondo ad una baia, all'ingresso della quale si trova la fortezza di Jagua, che venne costruita nel 1745 come protezione dai pirati dei Caraibi.

Cienfuegos è uno dei principali porti di Cuba, principalmente attivo nel commercio di zucchero, caffè e di tabacco.

A COJIMAR...

«Ti ho scoperta.» disse Mercedes con rabbia. «Perché sei andata con quei tipi?» chiese.

Camila guardò la nonna con gli occhi pieni di lacrime, sentendosi un disastro, un mostro e uno sbaglio. «Io, scusa...» disse. «Io volere divertire...»

«Questo non è il modo!» urlò forte. «Non è il modo di divertirsi, vuoi per caso morire? Fammi vedere il braccio.» disse avvicinandosi a Camila, prendendole il braccio dove la quale, la piccola, si lamentò.

Un livido posto tra il braccio e avambraccio. «Ti sei bucata?» chiese e Camila negò.
«Io... Io non fatto! Io paura di punture... Zayn detto che mi sarebbe piaciuto ma io non volere... Harry preso braccio e... Punta.» disse.

Mercedes guardò con rabbia la piccola. «Non dovevi andare a prescindere con Harry, quel ragazzo è pazzo!»

Camila si alzò dalla sedia e strinse i pugni. «Anch'io! Anch'io pazza! Perché tu non lasciarmi da sola?» chiese. «Tanto Camila, abituata a stare da sola.» disse fuori di sé.

La donna abbassò la testa. «Non ti lascerei mai.»
«Allora non dare del pazzo ad Harry.» disse con voce dura.

Camila, barcollando, decise di spostarsi e di andare in camera sua.

Una volta messa seduta, un attacco d'ira invase il suo stato d'animo e fece cadere il comodino alla destra del letto, buttando giù una piccola lampadina. «Fanculo!» urlò.

Camila si mise accovacciata e appoggiò la schiena allo schienale e scoppiò in un pianto isterico, pieno di sfogo.

«Fanculo, fanculo, fanculo!» affondò il viso nel cuscino, urlando. «Odio vita. Io odiare tutto di me, io volere solo affetto, niente dolore.» disse.

La donna intanto che sentiva Camila piangere, prese il cellulare e chiamò la polizia, per mettere fine a questa storia di Harry, Zayn e Liam.

Voleva che tutto questo, finisse. Voleva che Camila rimanesse da sola per darsi una dritta con il parlare e tutto.

La piccola cubana si alzò dal letto e camminò verso la finestra, aprendola.

Dov'era in quel momento, Lauren Jauregui? Dov'era il suo sbaglio più grande?

Camila amava Lauren, ancora e ancora. Non si sarebbe mai fermata dal farlo, nonostante tutto il casino, il suo cuore continuava ad essere rosso, ad essere colorato per la ragazza dai capelli neri.

I suoi occhi marroni, analizzarono la strada, guardò giù e salì sul cornicione.

L'arietta andava verso il suo viso, facendo oscillare i suoi capelli in un ritmo lento e delicato.

I suoi occhi si chiusero, e si lasciò andare.

Mille pensieri la portarono a sedersi sul cornicione in modo da poter pensare a tutto ciò che si sentiva dentro, molto dolore, molto odio.

Lei sarebbe mai tornata come prima? Avrebbe ricevuto l'amore della persona che più amava, desiderava?

No, pensò.

Lauren Jauregui era stata veramente stronza, ma pur di farsi amare, avrebbe rinunciato a tutto, ai suoi amici, alla sua vita, al suo relazionarsi al di fuori della casa della nonna.

Camila ci sarebbe riuscita, lei era sicura di tutto questo.

Lasciò i piedi oscillare nel vuoto, inspirò ed espirò, buttando tutto l'ossigeno che aveva all'interno dei suoi polmoni.

Quel sole, aveva deciso di abbandonarla, era arrivato il momento di tramontare e di dar spazio alla luna che sarebbe sorta piena.

Una Mariposa, arrivò ad appoggiarsi sul suo ginocchio, facendo sì che catturasse l'attenzione di Camila.

La ragazza si asciugò le gote e guardò con amore la farfalla. «Sei bella...» disse con voce un po' spezzata. «A Camila piaci.»

La farfalla mosse le ali lentamente, la piccola si mise una mano sul viso. «Volere essere libera anch'io, come te.» disse abbassando la testa facendo sì che i capelli le andassero sul viso.

«Ho bisogno di essere libera.» disse con un fil di voce.

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora