DUE SETTIMANE DOPO...
Ally aveva ospitato Camila a casa sua, per due settimane. La famiglia della ragazza bassa era meravigliosa e amavano Camila in tutto e per tutto. Erano sempre gentili con lei e la minore apprezzava tutto questo.
Camila stava ritirando l'ultima camicia per poi metterla nella sua valigia. Era da sola in quella casa, Lauren era tornata a vivere dai suoi genitori.
«Missà, ultima.» disse guardandosi intorno e non appena vide che il suo armadio era vuoto, tirò un sospiro di sollievo. Come se fosse grata di aver finito quel lavoro di mettere tutto in ordine.
Nessuno sapeva della sua partenza, nemmeno Ally. Il volo per Cuba si sarebbe tenuto tra poche ore, quindi, non doveva rimanere con le mani in mano, doveva muoversi.
Camila prese la sua valigia, solo che, non appena sentì il vero peso di quest'ultima, cadde per terra, sul suo piede. «Ouch.» si morse il labbro.
La ragazza viveva senza di Lauren da due settimane buone, era un record per lei anche se, sapeva benissimo che avrebbe continuato a vivere senza di lei, più che volentieri.
Le formiche che passavano tra le mattonelle, attirarono l'attenzione di Camila, facendo sì che la ragazza ne prendesse una tra il pollice e l'indice. «Mi spiace, Sally.» disse piano. «Io ora cercare formiche cubane.»
Dopo aver appoggiato Sally per terra, la piccola si tirò su e si guardò intorno. «Beh, ora andare.» disse la piccola asciugandosi una lacrima solitaria.
Camila prese il suo biglietto aereo e uscì di casa, dopo averla chiusa, l'abbandonò definitivamente. I suoi passetti piccoli raggiunsero un punto della strada dove c'erano un sacco di taxi gialli.
La piccola alzò la mano e una delle macchine si avvicinò da lei fino a fermarsi, Camila salì su essa e disse al conducente di andare in aereoporto.
Il viaggio, fu lungo. La ragazza passò anche davanti a casa di Lauren. Chissà cosa stava succedendo dentro a quell'abitazione.
«Dove deve partire?»
«Cuba.» sorrise Camila mentre si tirava su con il naso. «Cuba posto di cui io originaria.»
«Sei cubana?»
«Sì... Io vivere qui da anni.» confidò. «Io vittima di incidente.»«Quello dell'aereo di mesi fa?» chiese lui e Camila annuì.
«Sì.»Lui guidò fino al Miami International Airport. «Mi spiace davvero tanto per quello che le è accaduto.»
«Già...»La macchina arrivò e dopo aver pagato, Camila scese dalla macchina e con l'aiuto del tassista, portarono giù la valigia. «Ti auguro un buon viaggio.» sorrise lui e Camila sorrise con le gote arrossate.
«Contenta, grazie. Buon lavoro.» disse lei andandosene verso l'aeroporto.Camila aspettò, era in anticipo per fortuna. Molta gente la deviava, dalle porte uscivano così tante persone che sembravano non finire mai. «Wow.» sussurrò.
Dopo mezz'ora di attesa, Camila si trovò sull'aereo, con ansia. Le hostess parlavano, avvisarono di spegnere i cellulari o di metterli offline. Camila non aveva questi problemi, visto che non possedeva nessun cellulare.
Durante il decollo, la cubana si sentì pressata. Un respiro le scappò dalle labbra, quella sensazione di ricordo, tornò a far parte della sua mente.
Il volo era appena iniziato.
INIZIO FLASHBACK...
«Sono così eccitato!» disse Duncan mentre stringeva - forse troppo forte - la mano di Camila. «Non sono mai andato a Cuba, sono decisamente euforico.»
«Anch'io.» sorrise falsamente Camila guardando il suo ragazzo. «Sono da un po' di tempo che non tornavo nella mia terra.»
Duncan annuì. «Immagino... Chissà quante cubane ci saranno.» sorrise lui con fare innamorato. «Tutte con un culo pazzesco.»
«Boh...» Camila alzò le spalle. «Ragazze migliori di me, ce ne saranno a bizzeffe.» disse lei. «Quindi, sì, ci saranno un sacco di cubane meravigliose e con un culo allucinante.»Il ragazzo rise ma Camila non lo seguì. Si sentiva presa in giro, come se per lui fosse solo un intrattenimento.
«Andiamo, non essere così rigida.» disse lui. «Sai che ti amo e voglio solo te.»
Camila guardò il finestrino, senza rispondere.
Una volta che l'aereo decollò, Camila si sentì libera, finalmente stava tornando dalla sua amata terra. Duncan invece era teso, si guardava addirittura intorno.
«Andrà bene.» gli disse Camila e il ragazzo annuì un po'.
«Lo spero.»FINE FLASHBACK...
«Forza, signorina?»
«Ugh... Mh?» aprì gli occhi Camila.«Siamo da un paio di minuti cercando di chiamarti.» disse la hostess.
Una ragazza dagli occhi marroni e capelli biondi le sorrideva con tenerezza. «Ti sei svegliata?»
«Sì... Scusa... Arrivate?» chiese Camila alzandosi di corsa.
«Da più di dieci minuti.» disse la ragazza e Camila arrossì. «Siamo finalmente a Cuba.»«Uh...» brontolò Camila un po' stordita.
«Mi chiamo Hayley.» disse di punto in bianco mentre Camila scendeva dall'aereo.
«Io Camila, grazie per aiuto.» sorrise e scese.🌹🌹🌹
«Quindi Cojimar?» chiese un altro tassista mentre guidava.
«Sì...» disse stanca.La macchina che guidava dall'Avana, andò fino Cojimar. La gente, le bancarelle, gli animali, era tutto perfetto. «Somigli molto ad una persona.» disse lui.
«Conosci una signora chiamata Sinuhe Cabello?»
«Uh, sì. Mamma.» disse Camila rapidamente. «Io Camila, nome Camila Cabello.»«Sei la ragazza sopravvissuta all'incidente?»
«Sì... Io perso tutta famiglia, io riuscita a salvare, ma... Ho problemi di testa.» sussurrò. «Sapere dove abitare mia... Nonna?» chiese speranzosa.
«Certo, ti porto più che volentieri.» sorrise mentre premeva il piede sull'acceleratore. «Com'è Miami?»
«Caos.» rispose Camila. «Io volere staccare la spina.» sorrise. «Rilassare.»Lui rise. «Ci sta, ci sta. Sono contento di questo. I tuoi genitori erano molto conosciuti a Cojimar.»
«Bello...» sorrise malinconicamente. «Io non ricordare molto, di loro.»«Lo immagino, spero che con la signora Mercedes Rodriguez qualcosa in testa ti possa tornare.» disse lui e Camila alzò le spalle.
«Boh, accadute troppe cose da quando io ripresa da coma.»«Davvero? Dev'essere stata brutta.»
«Molto.» disse Camila.La macchina svoltò a destra fino ad arrivare ad una casetta pitturata di rosa. Il tassista scese e Camila stava cercando i soldi per pagare il viaggio.
«No, non c'è bisogno.» disse lui scendendo la valigia. «Mi basta sapere che sei viva, questo è un bel guadagno.»
Camila negò. «Tu portato da unica persona ancora viva. Io dovere pagare.»
«L'ho fatto con piacere, non pagarmi.»La piccola sorrise e l'uomo chiuse il portabagagli, si avvicinò al campanello e lo suonò. «Ti auguro il meglio.» sorrise lui e andò verso la macchina per poi entrare dentro e partire.
La porta della casa si aprì dopo un minuto buono.
Due occhi si incontrano.
«Camila?»
«Nonna.» sussurrò la giovane.
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SCAR TISSUE
FanfictionTutto ha inizio in un ospedale. Due ragazze che, per motivi diversi, si incontrano lì, nel giardino della struttura ospedaliera. Un paio di occhi verdi e un paio di occhi marroni si mischiano tra di loro, facendo nascere un qualcosa di nuovo.