Capitolo sedici. - "Ma perché Rana Del Ley depressa?"

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Lauren e Camila erano distese sul letto matrimoniale, la luce soffusa era dal colore arancio, il piumone le copriva, intanto la maggiore stringeva a sé Camila che stringeva i denti dal dolore ai fianchi. «Dovevi farti controllare, Camz.» sospirò Lauren ma Camila negò con la testa e nascose il viso nell'incavo del suo collo.
«Andare bene così.» sussurrò.

«Si sta davvero bene, qui.» sorrise sollevata Lauren. «Con Luigi steso sulle coperte, noi due così. Chi sta meglio di noi?» alzò le sopracciglia e Camila non poté evitare che sorridere.

Lauren prese il cellulare e collegò gli auricolari, dopo aver dato una cuffietta a Camila, la maggiore prese l'altra e se la mise nell'orecchio destro.

«Ora ti faccio ascoltare...» Lauren non appena vide come Camila si stava mettendo l'auricolare nella narice, si spiaccicò le mani sul viso, si trattenne dall'urlare. «Ma che stai facendo?» la guardò Lauren con rabbia e Camila fece uscire l'ossigeno dalle narici di conseguenza, fece partire l'auricolare.

«A volte fai... Fai schifo, ecco.» disse e Camila si guardò intorno.
«Dire a me?»
«Vedi altre Camila per caso?!» strinse la mascella e la piccola strinse le spalle.
«Scusaaa.» alzò le mani.

Lauren prese l'auricolare e lo incastrò nell'orecchio di Camila. «Ora, ti faccio sentire una cosa.» disse. «È una delle mie cantanti preferite.» ridacchiò.
«Oh, va bene.» disse Camila con dolcezza mentre si accoccolava di più a Lauren. «Metti play.»

Lauren mise play, "Dark Paradise" iniziò a suonare nelle orecchie di entrambe. «La cantante è Lana Del Rey.»

I secondi avanzavano e Camila rimase in silenzio mentre ascoltava con cura la canzone.

Finiti i minuti, Camila alzò lo sguardo verso Lauren che non smetteva di sorridere. Si sentiva così bene da averle fatto ascoltare uno dei suoi tantissimi idoli della musica.

«Oh, ma perché Rana Del Ley depressa?» alzò il sopracciglio e Lauren si trattenne dal non ucciderla.

🥜🥜🥜

«Sono le 03:00 A.M., e non siamo sole. Ricordo quando passavo quelle nottate nel buio più totale, in solitudine. L'unica compagnia era composta da quei demoni che mi divoravano il cervello, quella voglia pazza da prendere e di buttarmi da qualche parte.» sospirò. «Ma vedi, grazie a te, non ho più questi problemi. Tu mi stai a fianco, dormiamo insieme e ci vogliamo bene. Tu sei quello di cui ho sempre avuto bisogno.»

Camila sospirò. «Carino da parte tua. Dopo incidente, sei prima persona a dire questo, a me. È bello, davvero, Lolo. Anch'io piano piano stare bene, sì, okay, parlare... Parlo male, ma... Io impegnarmi per te, per farti felice. Io non volere essere una delusione ai... Tuoi occhi.»

Le labbra di Lauren permetterò sulla fronte della piccola. «Camz, le cose non le devi fare per me, ma per te. Sei tu quella che deve imparare, di nuovo. Sei tu la ragazza che deve riiniziare a vivere, io sono solo per accompagnarti ad affrontare le cose della vita, nulla di più.» sussurrò e Camila la guardò intensamente.
«Oh, capito...» disse staccandosi da Lauren per poi stendersi a pancia in su sul letto, dalla sua parte.

«Che fai? Non mi avevi detto che volevo rimanere sveglia fino alla mattina seguente?»
«No.» sussurrò Camila. «Camila sonno, ora di dormire.»

Lauren corrugò le sopracciglia e guardò un po' Camila, il suo profilo era così perfetto, lo amava.

Ma come sempre,
Qualcosa la fermava da tutto questo.

SCAR TISSUEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora