the bomb

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"Mccann è in ritardo!" Lo rimproveròa lui roteò gli occhi sbuffando per poi andarsi a sedere accanto ad un ragazzo con cui probabilmente non aveva mai parlato. Prese il telefono dalla tasca dei pantaloni e cominciò ad usarlo come se nulla fosse, il prof fece finta di usarlo per un po' ma poi ciò lo fece arrabbiare.
"Mccann!" Li chiamò alzando la voce.
"Cosa?" Chiese acidamente e appoggiando il telefono bruscamente sul banco.
"Sei venuto per usare il telefono o per studiare?" Chiese guardandolo.
"La ascolterei se m'importasse cosa sta dicendo" rispose guardandolo con aria di sfida e lo guardai malissimo.
"Potevi rimanere a casa"
"Problemi, Gomez?" Mi guardò nello stesso modo che guardò poco prima il professore.
"Sì!" Risposi ovvia e fece spallucce.
"Risolviteli"
"Sei tu il mio problema! Non puoi venire qui e fare ciò che vuoi, ci sono delle regole da rispettare!" Alzai la voce mentre parlavo con lui ma a lui sembravano entrare da un orecchio ed uscire dall'altro, sapevo che era arrabbiato con me ma ciò non gli dava il permesso di essere un coglione con il professore.
"Disse Miss perfettina" sbuffò sonoramente.
"Sta zitto, jason!"  Sbuffai anche io e lo vidi ghignare mentre mi guardava per poi leccarsi le labbra.
"Make me*" (lo scrivo in inglese perché ha molto più senso così, letteralmente significa: fammi, però ha un significato sessuale) disse facendomi sgranare gli occhi e istintivamente afferrai il borsellino per poi lanciarlo verso di lui ma lo schivò e colpì il mio compagno di classe Davon, mi portai le mani alla bocca.
"O mio Dio, mi dispiace!" Chiesi scusa.
"Gomez, McCann, in presidenza!" Ci urlò e sospirai tristemente per poi alzarmi ed uscire seguita da Bizzle che camminava lentamente dietro di me.
Respiravo velocemente mentre cercavo di calmarmi, in tre anni in quella scuola non mi ero mai messa nei guai e ora stavo andando in presidenza per colpa sua.
Non sentii più i suoi passi dietro di me così mi girai e lo vidi appoggiato alla parete, il suo petto si alzava e abbassava velocemente, le sue mani erano strette in pugni mentre guardava in avanti, incrociai le braccia al petto, lo vidi girarsi verso di me per poi guardarmi malissimo, si staccò dalla parete per poi camminare verso di me, non mi mossi o tanto meno indietreggiai, non mi avrebbe fatto del male.
"Io sarei il tuo problema?" Chiese alzando un sopracciglio mentre mi guardava negli occhi.
"Non hai idea di cosa di che cosa potrei farti" scosse la testa quando fu a pochissimi centimetri da me.
"Non mi faresti del male" scossi la testa e lui rise facendo lo stesso gesto.
"No, certo che no, anche perché poi il dolore fisico diventa gestibile, il vero dolore è quello emotivo" più si avvicinava a me più indietreggiavo, non avevo paura di lui ma comunque non lo volevo così vicino al mio corpo.
"Ti porterei via tutto, ti porterei via tua madre, tuo fratello che è in comunità" sgranai gli occhi quando nominò mio fratello e lui rise vedendo la mia reazione.
"Ti porterei via Zayn" finì e miei occhi diventarono lucidi.
"Vedi? Non è così difficile farti del male senza nemmeno toccarti" rise scuotendo la testa, non sembrava essere il Jason di sempre, sembrava pazzo e pericoloso.
"Ti conosco da una settimana e so tutti i tuoi punti deboli"
"Anche io il tuo" dissi e lo vidi guardarmi scettico e perplesso.
"Sei vulnerabile"  dissi e alzò un sopracciglio mentre aspettava una spiegazione a quella informazione.
"Sei arrabbiato con me perché ci sei rimasto male" dissi e scoppiò a ridere.
"pensi seriamente che mi importi di ciò che tu dica?" Chiese divertito.
"Sì" risposi semplicemente e scosse la testa incredulo per poi spostarsi e roteare gli occhi.
"Dove vai?" Chiesi visto che cominciò a camminare ma non si fermò. A dire la verità non capii la sua reazione, se non gli importava come diceva, allora perché era arrabbiato.
Lo potevo ancora vedere, sui fermò di colpo e corrugai la fronte confusa, lui si guardò guardò intorno, io continuavo a guardarla confusa, fui ancora più confusa quando lo vidi tornare indietro guardandomi perplesso e feci lo stesso.
"Dimmi cosa senti" disse e corrugai la fronte ancora di più.
"Cosa?"
"C'è un ticchettio" rispose ma scossi la testa, non sentivo niente.
"Non sento niente" mi immaginai una risposta acida da parte sua ma non disse niente, mi afferrò per mano per poi dirigerci verso il punto dove eravamo prima, lasciò la mano e mi guardò chiaramente in imbarazzo ma poi roteò gli occhi.
"Ascolta adesso" 
Lo feci, ascoltai, si sentiva un ticchettio per davvero, sgranai gli occhi incredula.
"Che cos'è?" Chiesi girandomi verso di lui.
"Un uovo Pasquale gigante con un timer" rispose ironicamente e lo guardai male.
"Una bomba" rispose seriamente e la mia mascella cadde fino alla punta dei miei piedi.
"No, non -" non riuscivo a dire niente, ero terrorizzata!
"Sei stato tu!"
L'idea che fosse stato lui fu ciò che mi venne in mente subito, insomma, era Jason McCann.
"Certo, ho messo una bomba nello stesso posto dove sono io così possiamo morire tutti insieme appassionatamente" rispose sarcasticamente.
"Fai scattare l'allarme, fai allontanare tutti e chiama la polizia, capito?" Chiese e annuii roboticamente.
"Brava, vai ora" mi fece cenno di andare.
"E tu?" Chiesi preoccupata.
"Io la disinnesco" rispose ovvio e sgranai gli occhi scuotendo la testa.
"No, no, Jason, tu vieni fuori come tutti"
"Lo avevi detto tu che non meritavo essere vivo"
"Non lo pensavo veramente!" Dissi esasperata ma lui scosse la testa.
"Vai, Gomez, vai!" Si allontanò da me e feci ciò che mi dice, feci scattare l'allarme e uscii fuori come tutti, cercai il preside e gli dissi cosa stesse succedendo, lui chiamò la polizia mentre io mi legavo velocemente i capelli in una coda disordinata.
Sentii suonare il telefono, vidi che era Zayn ma non risposi, rifiutai la chiamata e corsi dentro senza essere vista da nessuno.
Lo chiamai ma non rispose, l'ansia cominciò ad impossessarsi di me, mi guardai intorno e cercai di sentire il ticchettio, seguii il rumore e dopo poco lo trovai, sospirai sollevata. Era davanti alla bomba mentre la guardava attentamente.
"Ti avevo detto di rimanere fuori!" Disse girandosi ma mi avvicinai a lui.
"Non ti lascio da solo" scosse la testa guardandomi negli occhi.
"Sel" mi richiamò ma scossi la testa.
"Non ci posso credere che il tuo toy boy ti ha lasciato tornare dentro" scosse la testa e corrugai la fronte confusa.
"Zayn è andato a prendere il padre all'aeroporto, non c'è"
Non so perché ma in quello momento sembrò esserne sollevato, tornò vicino alla bomba e guardarla attentamente.
"Puoi disinnescarla?" Chiesi preoccupata e scosse la testa.
"No, il detonatore è dentro, le provo a manometterlo esploderà" rispose e sgranai gli occhi.
"Allora usciamo da qui" gli toccai la spalla ma scosse la testa di nuovo.
"Posso contenere l'esplosione, devo diminuire il C4" disse e si alzò in piedi girandosi verso di me.
"Ti prego, esci, mancano sei minuti"
"Jason"
"Vai" mi spinse leggermente all'indietro, vidi i suoi occhi diventare leggermente lucidi.
"Dì ad Alex che mi dispiace e che  gli voglio bene"
"Dovresti dirglielo di persona" scossi la testa e anche i mie occhi diventarono lucidi.
"Corri"
Vidi una lacrima rigargli il volto e lo feci, corsi di fuori dove vidi sia il mio ragazzo che il fratello di Jason che mi guardavano sollevati, Zayn corse verso di me per poi abbracciarmi forte.
"Tu sei pazza" disse mentre accarezzava la mia schiena.
"Dov'è Jason?" Chiese e mi spostai da lui, vidi Alex avvicinarsi a noi mentre ci guardava.
"Dov'è Jason?" Fece la stessa domanda che mi fece Zayn poco fa, i miei occhi diventarono lucidi di nuovo e lui scosse la testa.
"Dov'è mio fratello?!" Alzò la voce e sobbalzai.
"Non ha voluto venire" risposi e una lacrima gli rigò il volto.
"Ha detto di.." presi un grosso respiro e lo guardai negli occhi.
"Ha detto di dirti che ti vuole bene e che gli dispiace"
Scosse la testa e fece un passo all'indietro mentre guardava l'edificio, eravamo tutti lontani da esso, anche se sarebbe esploso non ci sarebbe successo niente,  non a noi.
Successe tutto così in fretta, sentimmo il botto, urlavano tutti ma quello che urlò di più fu il poliziotto, provò a correre verso l'edificio ma zayn lo afferrò per la giacca prima che potesse fare niente, lo tenne stretto mentre il ragazzo si dimineva.
"Mi dispiace tanto" disse ad Alex per poi abbracciarlo e vidi una lacrima rigare anche il suo volto.
"Non doveva andarsene, non così" scosse la testa spostandosi dal mio ragazzo.
"Alex, alex, ascoltami" lo afferrò aggressivamente per il volto in modo da farlo guardare nei suoi occhi.
"Dovevo proteggerlo, avrei dovuto proteggerlo fin dall'inizio"
Non ci potevo credere, se n'era andato, avrei potuto tirarlo fuori se fossi rimasta con lui, sapevo che sarebbe uscito se non me ne fossi andata senza di lui.
Le lacrime mi rigavano il volto e mi avvicinai al mio ragazzo e al fratello di Jason, misi una mano sulla spalla e si girò verso di me.
"Avresti dovuto chiamarmi subito" mi guardò negli e un'altra lacrima mi rigò il volto.
"Io ci ho provato, ci ho provato veramente" lo guardai tristemente e lui distolse lo sguardo.
"Forse avresti dovuto provare di più" disse acidamente.
"Alex" lo chiamò il mio ragazzo ma lui scosse la testa.
"Alex, niente" si girò verso il mio ragazzo per poi guardarlo negli occhi.
"Sta zitto, Zayn"
Si spostò da noi due per poi dirigersi verso gli altri poliziotti ma poi si fermò di colpo, si tolse il berretto per poi sbatterlo a terra, si accasciò a terra per poi stringersi il volto con le mani, faceva male, faceva malissimo.
Tutti parlavano, piangevano, urlavano, alcuni erano svenuti per la paura, non era niente di che, se Jason non avesse tolto una parte del C4 saremmo morti tutti.
Non ci potevo ancora credere, mi sentivo stordita, le orecchie fischiavano, avevo mal di testa, gli occhi bruciavano.
Mi girai verso di Zayn e lo vidi guardare Alex mentre le lacrime gli rigavano il volto.
"Zayn" lo chiamai e distolse lo sguardo dal poliziotto devastato.
"Sto bene" tolse le lacrime dal volto molto velocemente ma scossi la testa.
"Io no" dissi debolmente e mi strinse forte a sè.
Ci spostammo dopo un po' e mi guardai intorno, sgranai gli occhi quando lo vidi, non sembrava ferito, era sporco di polvere, ma non era ferito.
Sospirai sollevata mentre le lacrime di gioia rigarono il mio volto.
Si avvicinò al fratello che era ancora inginocchiato a terra, appoggiò la sua mano sulla spalla di Alex dopo aver fatto cadere il C4 a terra. Alex si alzò velocemente per poi abbracciarlo forte a sè, Bizzle fece lo stesso, vidi le lacrime rigargli il volto mentre diceva qualcosa, il fratello scosse la testa sorridendo debolmente per poi abbracciarlo di nuovo.
Si spostò dal fratello per poi avvicinarsi a noi, sospirò sollevato quando mi vide, si avvicinò a me dopo aver preso un grosso respiro e feci la cosa più naturale che mi passò per la mente, lo abbracciai, ne fu sorpreso all'inizio ma poi ricambiò l'abbraccio.
"Mi hai spaventata" confessai quando ci staccammo dall'abbraccio, lui sorrise debolmente.
"Anche tu, certo che sei testarda" disse e risi un po', ci girammo tutti verso la scuola, una parte non c'era più.
"Credo che non dovrai più farmi da tutor" scherzò e lo guardai male.
"Siete tutti obbligati ad andare a casa" sentimmo la voce di Alex, ci girammo verso di lui e lo guardai attentamente, pretendeva di stare bene ma nessuno ci cascava, si era presi un colpo.
"Dovresti andare anche tu" disse zayn ma lui scosse la testa.
"Sto bene, devo lavorare"
"Credo che dovresti far sapere a tua moglie e tua figlia che stai bene" disse jason e lui corrugò la fronte.
"Tu come-"  Non finì la frase perché sembrò capire.
"Muovitevi, tornate a casa" ci fece cenno di andare e gli diedimo retta.
"Sel, io ho da fare con mio padre, arrivo più tardi" mi diede le chiavi fui casa e lo guardai confusa.
"Cerca di riposare un po'" annuii soltanto e presi le chiavi  di casa per poi cominciare ad allontanarmi.
"Ah, Jason!" Lo chiamai girandomi e lui fece lo stesso.
"Non intendevo veramente ciò che ho detto ieri"  dissi e ghignó guardandomi negli occhi.
"Oh no, certo che no, lo so, tutti finiscono con l'amare Jason McCann" disse e risi scuotendo la testa.
"Ci si vede in giro, Gomez" mi fece un cenno con la mano e io tornai a camminare verso la macchina.
Decisi di fare il giro intorno a ciò che rimaneva della scuola, ero curiosa di vedere la parte distrutta.
Frenai lentamente quando li vidi tutti e tre, corrugai la fronte non capendo cosa stesse succedendo, il mio ragazzo e Bizzle si dissero qualcosa per poi abbracciarsi forte come se si conoscessero da anni. Mi sentivo confusa e stordita, ma avevo una strana sensazione.
Non rimasi lì a lungo, non volevo che mi vedessero, tornai a guidare verso casa di zayn.
E se fosse Jason il fratello che viveva con lui?

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