arrested

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"Perché di Jason l'ho sempre saputo, tu invece sei.. eri il mio ragazzo e mi hai mentito" risposi alla sua domanda dopo essermi corretta e lo vidi distogliere lo sguardo.
"E poi di Jason non mi importa, può fare quello che vuole" aggiunsi, lui si leccò le labbra per poi mordere leggermente quello inferiore.
"Addio, Gomez" prese la valigia per poi andarsene, non lo seguii, non fisicamente almeno, lo seguì con lo sguardo fino a quando non fu lontano da me, sentii la porta di casa chiudersi e io caddi a peso morto sul letto mentre singhiozzavo. Lo avevo lasciato andare così?
Continuavo a ripetermi di aver fatto la scelta giusta ma allora perché faceva così dannatamente male?
Presi la collana che mi aveva regalato per poi metterla, la toccai con i polpastrelli mentre le lacrime mi rigavano il volto.
Mi guardai intorno era tutto suo, c'erano le sue foto di famiglia, alcune foto di noi sue, c'erano alcuni vestiti che non aveva messo dentro la valigia e c'era il suo telefono, se lo era scordato. Lo presi lentamente mentre mi mordevo il labbro inferiore per impedirgli di tremare, accesi lo schermo e vidi che come sfondo aveva lui insieme ad un uomo, probabilmente il padre, erano così felici, non sembravano essere in Alaska, sembravano le case con lo stile inglese, sorridevano ampiamente alla fotocamera, erano così simili ma comunque così diversi.
Sentii vibrare il mio telefono, lo presi per poi rispondere senza nemmeno guardare chi fosse.
"Hey, tesoro, ti va di-?" Chiusi la chiamata quando sentii la voce di mia madre, anche lei mi aveva mentito. Tutte le persone che amavo mi avevano mentito.
Ero la figlia del capo del cartello della droga Messicano?
Ero la ragazza di un serial killer?
A quanto pareva la risposta era sì per entrambe le domande.
Mi stesi sul letto dopo essermi messa le cuffie e aver messo in ripetizione la canzone -I hate you I love you- , era così vera in quel momento, odiavo amarlo, odiavo amarlo da morire.
Chiusi gli occhi mentre le lacrime continuavano a rigarmi il volto, troppe cose erano successe in un solo giorno. Nemmeno sentii la porta di casa aprirsi e nemmeno del fatto che c'era qualcuno nella stanza finché non aprii gli occhi e vidi un ragazzo che indossava una felpa nera con il cappuccio che mi dava le spalle, la paura cominciò ad impossessarsi di me, mi mossi lentamente e aprii il cassetto che, a differenza del mio, scorreva benissimo e non faceva rumore, presi la pistola che Zayn teneva dentro ad esso per poi impugnarla, mi girai verso la perdona estranea che alzò lo sguardo e mi guardò attraverso lo specchio per poi girarsi di scatto verso di me.
"Non ti muovere!" Urlai puntandogli la pistola e lui alzò le braccia in aria.
"Metti giù la pistola, sono un agente" mi fece cenno di metterla giù ma io invece la caricai.
"Ho detto sta fermo" dissi con voce autoritaria.
"Quale poliziotto entra nelle case di nascosto?" Chiesi e corrugó la fronte confuso.
"Ho le chiavi!" Rispose e alzai un sopracciglio.
"Tasca destra della felpa" mi avvicinai con cautela a lui, misi la mano nella tasca della felpa e presi l'unica cosa che c'era in tasca del ragazzo, la tirai fuori per poi guardarla, era un badge bianco con un simbolo azzurro.
"Gabriel Nolan" dissi in un sussurro e mi ricordai di quando avevo visto il foglio del rilascio.
"Sorpresa!" Ghignó prima di togliermi dalla mano la pistola e colpirmi con la canna di essa sulla testa.

"Hey, Gomez, lo so che in questo momento sono l'ultima persona che vuoi vedere o sentire ma dobbiamo parlare, è urgente"

"Gomez, sembra strano ma non ho tutto il giorno, potresti richiamare? Grazie"

"Senti, so che sei arrabbiata e triste e tutto quello che vuoi, ma ora rispondi al telefono o mi incazzo io, mi stai spaventando"

"Non sei a casa di Zayn, stanno cercando tua madre e sei scoparsa anche tu, mi spieghi che sta succedendo?"

Nobody's point of view

Il ragazzo si passò la mano tra i capelli sentendosi estremamente frustrato, c'era qualcosa che non andava, lo sapeva benissimo, il fatto che entrambe non si trovassero aveva fatto scattare un campanello d'allarme nella sua mente.
La cercò ovunque, chiese alla centrale se l'avessero vista, chiese ai passanti ma nessuno l'aveva vista, erano poche le persone che erano in giro per le stadee, faceva troppo freddo per uscire fuori.
Provò a chiamare Gabe, chi altro se non un agente della CIA poteva trovare una persona scomparsa? Non rispose e fu lì che capì cosa stesse succedendo.
Corse verso l'edificio, fece passare più volte il badge ma la porta non si aprì.
"Hey! Hey!" Cercò di attirare l'attenzione dei dipendenti ma nessuno si mosse, la rabbia si impossessò di lui, diede un calcio alla porta per poi farla aprire e dirigersi verso uno degli agenti che non aveva fatto in tempo a prendere la pistola s differenza degli altri.
"Dov'è Selena Gomez?" Gli chiese aggressivamente prendendolo per il collo e la gente corrugó la fronte confuso.
"Chi?"
"Non prendermi per il culo, bastardo" disse freddamente per poi cominciare a stringere il suo collo.
"McCann, lascialo stare e mani ben in vista o ti spariamo!" Uno si avvicinò a lui puntandogli la pistola
"Lo avete già fatto, non funziona così tanto" scosse la testa ghignando per poi colpire l'agente che stava soffocando e lo fece cadere a terra.
"Dov'è Selena Gomez?" Chiese più aggressivamente e l'agente ghignó guardandolo.
"Ti sei preso una cotta per la ragazza di tuo fratello?" Chiese divertito e lo colpì dritto in faccia.
"No, proteggo la ragazza di mio fratello"
"Fate pena per essere degli agenti della CIA" gli prese la pistola dalle mani per poi colpirlo dietro la testa facendolo svenire.
"O molto probabilmente non dovevate addestrarmi" si girò verso gli altri agenti che li guardavano terrorizzati.
"Cambiamo domanda, dov'è Gabriel Nolan?" Chiese avvicinandosi ad uno degli agenti.
"Nella sala interrogatori" rispose terrorizzato e lui gli sorrise falsamente per poi dirigersi verso la stanza, aprì la porta con forza e vide la ragazza ammanettata al tavolo, le lacrime le rigavano il volto e guardò lui speranzosa, era terrorizzata.
"Ciao, splendore" ghignó mentre Gabe lo guardava malissimo.
"Fuori di qui, McCann" roteò gli occhi ma scosse la testa.
"Avete rotto l'accordo, Zayn aveva detto che lei non dovete metterla in mezzo" indicò la ragazza e Gabe si alzò in piedi.
"E non potete interrogare i cittadini Americani, è illegale" gli ricordò per poi caricare la pistola.
"Toglile le manette" gli ordinò ma sentì qualcosa di freddo dietro al sua testa.
"Non fategli del male!" Lei si dimenò senza alcun risultato quando vide la pistola puntata alla testa del ragazzo.
"Giù la pistola McCann, è dichiarato in arresto"

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