fighting

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Accartocviai il foglio per poi buttarlo con forza a terra, mi avvicinai a lui mentre i miei occhi diventarono lucidi.
"Sei un grandissimo bastardo!" Urlai scuotendolo per la spalla, lo vidi aprire gli occhi lentamente e corrugare la fronte.
"Cosa è successo?" Chiese confuso mentre si metteva seduto e si guardò intorno.
"Ti era mancato questo posto, vero?"Chiesi aggressivamente e lui continuava a guardarmi confuso.
"Sei ubriaca?" Chiese a sua volta e roteai gli occhi.
"Dimmi perché" dissi  e lui si grattò il sopracciglio per poi passarsi la mano tra i capelli.
"Perché cosa?" Chiese sempre più confuso.
"Mi avete mentito, sia te che Zayn e anche Alex!" Dissi esasperata e distolse lo sguardo.
"Penso che l'irish coffee ti abbia dato di volta il cervello" si alzò in piedi e notò che alcuni cassetti erano aperti.
"Smettila di fare il finto tonto, so tutto"
"Non è vero" scosse la testa e alzai un sopracciglio incrociando le braccia.
"So che tu e Zayn siete fratelli"
"Ti sembra che ci assomigliamo?" Chiese retorico e sentimmo suonare il campanello, andammo ad aprire la porta e lo vidi mentre ci guardava confuso.
"Che cavolo ci fai a casa mia?" Gli chiese avvicinandosi pericolosamente a lui e sbuffai sonoramente.
"Parla con la tua ragazza, secondo me sta fuori" mi indicò e Zayn si girò verso di me.
"Di che sta parlando?" Chiese, non c'era  nessuna emozione nella sua voce, i suoi occhi non trasmettevano niente.
"Sta parlando del fatto che so tutto" risposi usando il suo stesso tono.
"Hai trovato il foglio per la richiesta di arruolamento?" Chiese incredulo e sgranai gli occhi.
"Cosa?" Chiesi e scossi la testa.
"Parto per l'addestramento tra qualche ora" rispose come su nulla fosse.
"Tu stai fuori!" Alzai la voce e lui distolse lo sguardo.
"È la mia vita, posso farne quello che voglio" disse acidamente e i miei occhi diventarono lucidi.
"Sei un bastardo" lo guardai negli occhi mentre una lacrima mi rigava il volto.
"Beh, sì, a quanto pare" fece spallucce mentre io lo guardavo incredula.
"Zayn" lo richiamò McCann ma scosse la testa.
"Sta zitto, tu" lo afferrò per le spalle nello stesso modo in cui  aveva fatto Jason con quel ragazzo.
"Non sei nemmeno venuto a vederlo" lo afferrò per il collo ma si liberò velocemente dalla presa.
"Chiudi la bocca, zayn" cercò di zittirlo ma questa volta lo afferrò più ferocemente, lo fece sbattere contro la parete facendo cadere un quadro e poi premere sul suo collo.
"È stato lui a crescerti!"
"Non gliel'ho chiesto io" colpì il mio ragazzo in faccia e si liberò di nuovo per poi afferrare Zayn allo stesso modo.
"Jason!" Lo richiamai ma non mi diede retta.
"Non gli devo niente, io continuo a fingere che lui non esista, lui fa lo stesso, come quando ero in prigione"
"Non ti ha fatto niente, imbecille" lo colpì allo stomaco facendolo piegare in due.
"Ehi, ehi! Calmatevi, entrambi!" Mi misi tra loro due e vidi Zayn guardarmi malissimo.
"Levati"
"No!" Quasi urlai.
"Che cavolo di problemi avete?!" Chiesi ad entrambi.
"Seri problemi d'ira" risposero entrambi mentre si guardavano in cagnesco.
"Qualunque cosa sia successa, la violenza non risolverà niente!" Ero disperata, sarebbero finiti per uccidersi.
"Togliti, Gomez" mi guardò negli occhi ma scossi la testa mentre una lacrima mi rigò il volto.
"Siete fratelli per l'amor di Dio!"
"Beh, dì a questo idiota di mio fratello di non rompere le palle e di essermi riconoscente visto che l'ho tenuto fuori dalla prigione"
"Che cosa?" Chiesi quasi in un sussurro e lui rise ghignando.
"Lo sapevano tutti che non agiva da solo, andiamo Gomez, ti facevo più intelligente di così" roteò gli occhi il mio ragazzo e scossi la testa, tutto intorno a me sembrava girare, mi spostai da entrambi mentre andavo all'indietro.
"Zayn!" Lo richiamò il fratello con tono rimprovatorio.
"Nessuno deve saperlo" lo guardò malissimo mentre io ero stordita e le lacrime minacciavano di uscire.
"Non lo dirà a nessuno" scosse la testa e vidi qualcosa negli occhi di McCann, erano uguali a quando aveva aggredito quel ragazzo.
"Lo spero, o la uccido con le mie stesse mani"
"Avvicinati a lei e io uccido te" lo minacciò avvicinandosi al fratello, c'era qualcosa che non andava in entrambi.
Mi allontanai mentre camminavo all'indietri fino a quando entrai nella stanza del mio ragazzo, i meglio, quello che era il mio ragazzo. Chiusi la porta alle mie spalle mentre tremavo, girai la chiave chiudendola e schivolai con la schiena appoggiata ad essa fino a quando non fui a terra.
Il mio ragazzo era un serial killer?
Aveva aiutato ad uccidere così tante persone!
Non ci potevo credere, non ci volevo credere.
Zayn era una persona buona, non era così, non poteva essere così.
Pensai alle sue parole di quella volta in mensa, -il fratello minore, è lui che è pazzo, leggermente sociopatico e bipolare, ha seri problemi di ira, può passare dall'essere un ragazzo dolcissimo ad un grandissimo pezzo di merda in tre secondi-.
Stava parlando di sé stesso!
Sospirai pesantemente e chiusi gli occhi, sentivo le loro voci mentre sbraitavano l'uno contro l'altro, avevo paura, non per me, erano entrambi degli assassini, potevano uccidersi a vicenda e farlo sembrare come un incidente.
Presi il telefono con mani tremanti, tolsi le lacrime dal volto e presi un grosso respiro prima di chiamare.
"911 qual'è la sua emergenza?" Sentii la voce di una ragazza, sentivo ancora le loro urla e deglutii pesantemente.
"È una linea di emergenza, se non ha un'emergenza la prego di liberare la linea" mi informò leggermente spazientita.
"Vorrei parlare con l'agente McCann" parlai finalmente dopo essermi leccata le labbra.
"Signora, se sono per problemi personali, deve chiamare il diretto interessato" disse e roteai gli occhi, lo avrei fatto se avessi ancora il suo numero.
"È un'emergenza ma parlerò solo con McCann!" Alzai leggermente la voce e cominciai a picchiettare il dito sulla coscia.
"McCann ha il giorno libero, posso dirle di chiamarla su questo numero"
"Le sarei infinitamente grata, digli che Gomez lo cerca" dissi e chiuse la chiamata senza dire niente, troia.
Aspettai con ansia la telefonata del poliziotto, comunciai a camminare su e giù per la stanza dopo essermi tappata le orecchie per non sentire più le urla, avevo paura, molta.
Cominciai a perdere le speranze e mi buttai sul letto per poi coprire le orecchie con i due cuscini, c'era il suo odore, era così dolce anche se si sentiva l'odore del tabacco.
Una lacrima mi ricordò il volto, ero distrutta.
Zayn e Jason erano fratelli.
Erano entrambi assassini.
Mostri.
Sentii la suoneria del telefono, lo presi velocemente per poi rispondere.
"Pronto" dissi appena risposi.
"Sono McCann, un agente mi ha detto di chiamarti" mi informò e sospirai sollevata.
"Puoi venire a casa di Zayn? Sta succedendo un casino" chiesi e una lacrima mi rigò il volto di nuovo quando li sentii urlare, come facevano a provare così tanta rabbia contro l'altro? Erano fratelli.
"Sono fuori servizio, se è un problema chiama la centrale" lo immaginai mentre roteava gli occhi, era una cosa che il fratello faceva sempre.
"Si tratta dei tuoi fratelli" dissi velocemente e sentii un momento di silenzio.
"I miei.. oh merda" sembrò capire cosa stava succedendo senza che glielo dicessi.
"Arrivo"
Chiuse la chiamata e io cominciai a pregare che arrivasse in fretta.
Pensai mentre aspettavo, pensavo al perché la CIA voleva arrestare mio padre, a come avevo fatto a non accorgermi del tipo di persona che Zayn fosse in realtà.
All'ultima avevo già la risposta.
Aveva anche un lato buono.
Provai a chiamare mamma, lei doveva saperne qualcosa, doveva sapere il perché era ricercato, non rispose.
Sentii qualcuno suonare il campanello, mi cataplutai davanti alla porta prima che lo potessero fare i due ragazzi che in quel momento si trovavano dietro di me.
"Che cazzo hai fatto?" Vidi McCann avvicinarsi aggressivamente a me ma il fratello lo prese per il polso.
"Lei non si tocca, coglione"
Approffittai di quel momento per aprire la porta e vidi il fratello più grande insieme ad una ragazza, guardò prima me e poi i due che si guardavano in cagnesco
"Che cosa avete combinato?" Chiese scuotendo la testa incredulo ed entrando dentro seguito dalla ragazza sconosciuta.
"Cosa? Vi siete staccati la lingua? Vi sentivo urlare dall'atrio" chiese avvicinandosi ai fratelli per poi incrociare le braccia al petto in modo autoritario.
"Non è nemmeno andato a vederlo!" Disse Zayn esasperato mentre il fratello maggiore sospirò pesantemente per poi passarsi la mano tra i capelli.
"Avrei dovuto?" Chiese Jason alzando un sopracciglio e facendo scuotere la testa in modo esasperato ad Alex mentre Zayn lo guardava malissimo.
"Jason" lo richiamò ma quest'ultimo roteò gli occhi per poi andare in salotto seguito da tutti noi.
Almeno non si stavano sbranando.
"Jason niente" scosse la testa sedendosi sul divano per poi guardare i fratelli.
"Alex, ti prego, fallo ragionare, mi sta facendo perdere la testa" lo supplicò mentre si passava la mano tra i capelli.
"Cosa ti fa pensare che io dia retta ad Alex? Non è che lui abbia fatto meglio di Yaser!" Alzò la voce e fece distogliere lo sguardo al fratello maggiore, Zayn invece continuava a guardarlo negli occhi incredulo.
"Non ha tutti i torti" Alex sospirò pesantemente e si leccò le labbra.
"Jason ha tutto il diritto ad essere arrabbiato con noi due, Yaser, la mamma" diede ragione al fratello indicandolo che sorrise falsamente.
"Grazie per il permesso!" Sbuffò sonoramente per poi chiudere gli occhi.
"Però ha ragione anche Zayn" guardò il fratello più piccolo.
"Tutto ciò che è successo è stato un casino, tu eri dentro, Jason, successe tutto così in fretta ma con lui no, abbiamo avuto il tempo per salvarlo"
Corrugai la fronte confusa, cosa era successo esattamente?
"Certo, ovvio, qualunque cosa vi faccia dormire la notte"  roteò gli occhi.
"Jason, per l'amor di Dio! Lo hai detto tu di voler cominciare da capo!" Gli ricordò il fratello ma lui scosse la testa.
"Lasciamo perdere, starai sempre dalla parte sua! Ma tra me e lui, sono io tuo fratello, Alex!" Urlò esasperato alzandosi dal divano per poi guardare il fratello maggiore mentre Zayn distoglieva lo sguardo.
"Siete entrambi miei fratelli, Jason, non solo tu e non solo Zayn ma entrambi"
Come faceva ad essere così calmo? Come faceva ad essere così sano di mente con loro due come fratelli.
Mi girai verso la ragazza che era venuta con Alex e corrugava la fronte confusa tanto quanto me.
"Allora perché a me non mi hai mai protetto?" Chiese in un sussurro mentre guardava il fratello negli occhi, Alex distolse lo sguardo per poi leccarsi le labbra.
"Ovvio" rise scuotendo la testa e facendo un passo indietro e poi si avvicinò alla porta che si trovava alla mia destra, mi guardò per poco negli occhi finché la voce di Alex lo fermò.
"Pensi che io non ti abbia mai protetto?" Chiese alzando un sopracciglio e alzandosi dal divano, Jason si girò verso di lui incrociando le braccia e lo guardò con aria di sfida.
"Se non l'avessi mai fatto non avresti solo una cicatrice all'occhio o sulla schiena, se non l'avessi fatto non saremmo qui a parlare adesso" scosse la testa e Jason corrugó la fronte leccandosi le labbra.
"Cosa vuoi? Un premio? Io non so nemmeno come me le sia fatte!" Disse esasperato e Zayn sospirò pesantemente prima di rispondere alla domanda del ragazzo.
"Vostro padre" disse semplicemente e Jason si girò verso di lui con la fronte corrugata.
"Zayn!" Lo richiamò ma scosse la testa.
"No, prima di dire che a mio padre non importa di lui" lo indicò.
"Deve sapere cosa il suo gli ha fatto" disse con voce fredda.
"Tu lo hai sempre saputo e non me lo hai mai detto?" Chiese oltraggiato e lui roteò gli occhi.
"Sai com'è, anche tuo fratello lo sapeva ma non te lo ha mai detto" guardò Alex che guardava male entrambi.
"Potete dirmi come faccio a condividere i geni con questi due?" Indicò i due fratelli mentre scuoteva la testa incredulo.
"Avete finito?" Chiese la ragazza del grande McCann, sia Zayn che Jason la guardarono sorpresi.
"Voi non capite quanto siete fortunati ad avere dei fratelli e una famiglia! Ci sono persone che questo lo sognano da sempre, quindi lasciato il passato nel passato e andate avanti" disse lei e vidi il suo ragazzo guardarla con tanto amore, aveva così dannatamente ragione.
"Io parto tra due ore e devo preparare le mie cose e voglio stare da solo"
"Non vuoi farlo veramente" Alex scosse la testa.
"Invece sì" annuì guardandolo negli occhi
"Hai visto cosa è successo a tuo padre!" Lo rimproverò ma lui fece spallucce.
"Non sei nella posizione giusta per dirmi cosa posso o non posso fare, quante volte ti abbiamo chiesto di non fare all'Accademia di polizia?" Chiese con aria di sfida e lui sbuffò.
"Non rischio di imbattermi in bombe ogni giorno" gli ricordò e rise.
"Beh, sì, c'è Jason" indicò il fratello che gli fece il dito medio per poi ridere.
"Ci vediamo all'aeroporto?" Chiese Alex.
"Solo se Jason andrà a vedere papà"  disse guardando Jason che rise scuotendo la testa.
"Ci vediamo quando torni allora"
"Non hai capito, qua non ci torno" scosse la testa ed entrambi corrugarono la fronte.
"Dove andrai dopo l'addestramento?" Chiese Alex e lui fece spallucce.
"Starò da mamma e papà qualche settimana, poi andrò a stare dai nonni" rispose e il fratello maggiore sospirò pesantemente per poi abbracciarlo,  si salutarono tutti quanti per poi uscire dalla casa.
Rimanemmo in silenzio per un po', lui guardava il vuoto davanti a sé senza muoversi o parlare, vidi i suoi occhi diventare lucidi anche se per poco, prese un grosso respiro dopo essersi leccato le labbra e girarsi verso di me.
"Avevo detto di voler stare da solo" mi guardò negli occhi e sospirai pesantemente.
"Dobbiamo parlare"  dissi ma scosse la testa.
"Lo so già cosa vuoi dirmi e fidati, a me sta bene" disse semplicemente ma fui io a scuotere la testa.
"Non hai idea di cosa io voglio chiederti" mi avvicinai a lui e distolse lo sguardo.
"Non volevo che lo scoprissi così" disse semplicemente.
"Non è vero, tu non volevi che io lo scoprissi proprio" scossi la testa mentre lo guardavo.
"Hai ragione tu" fu tutto ciò che disse.
"Me lo hai nascosto da sempre! Come ho fatto a non accorgermene?" Chiesi con gli occhi lucidi e lui tornò a guardarmi negli occhi.
"Mi dispiace tanto"
"Non è una spiegazione" scossi la testa e lui sospirò pesantemente.
"Te lo avevo di essere bipolare ma la verità è ho un disturbo dissociativo della personalità" cominciò a spiegare e corrugai la fronte.
"C'è il Zayn che hai visto poco fa e il Zayn che hai sempre conosciuto"
"Come hai fatto a nascondermelo?" Chiesi togliendo la lacrima che mi aveva rigato il volto.
"Perché c'eri tu con me" rispose semplicemente.
"Eri tu a che hai sempre tirato fuori il mio lato migliore" aggiunse e distolsi lo sguardo sospirando pesantemente.
"In più le medicine aiutano"
"Potevi dirmelo! Io avrei capito" Dissi esasperata e alzò un sopracciglio.
"Come lo stai facendo adesso?" Chiese retoricamente con gli occhi lucidi.
"Non puoi capire, non potrai mai farlo"
"Allora cerca di spiegare!"
"Non posso" disse semplicemente per poi mordersi il labbro inferiore.
"Cosa? La CIA te lo impedisce?" Chiesi e sospirò pesantemente distogliendo lo sguardo.
"Non sai di che stai parlando" scosse la testa.
"Ti sei avvicinato a me per mio padre?" Chiesi e sgranò gli occhi scuotendo la testa.
"Cosa? No! Certo che no!" Rispose velocemente mentre io lo guardavo scettica.
"Però quando hai scoperto che volevano mio padre non mi hai detto niente" dissi con freddezza.
"Non usarlo contro di me!"
"NON DOVREI?" Urlai esasperata.
"VOLEVO MIO FRATELLO! LO AVREBBERO UCCISO SE NON AVESSI FATTO NIENTE!" Urlò a sua volta, vedevo il suo petto alzarsi ed abbassarsi velocemente, le venne del collo pulsavano mentre mi guardava.
"Che significa che lo avrebbero ucciso?" Chiesi in un sussurro e distolse lo sguardo per la millesima volta.
"Zayn!" Lo richiamai e tornò a guardarmi.
"Lo sappiamo tutti che nel Nevada c'è la pena di morte"

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