we're dead

1.9K 86 28
                                        

Jason's p.o.v.
Ero seduto sul bordo della terrazza dell'hotel mentre guardavo la parte degradata della città, presi dalla tasca dei pantaloni il pacchetto di sigarette e l'accendino, accesi la sigaretta e feci un tiro abbastanza grande, tratteni il fumo un po' e lo feci uscire dopo qualche secondo.
Mi sdraiai mentre guardavo il cielo che aveva cominciato a diventare più scuro, feci un altro tiro e sbuffai sonoramente quando sentii la suoneria del mio telefono e lo spensi per poi tornare a guardare il cielo.
"Jason! Eccoti, ti ho cercato ovunque!" Sentii la voce di Selena ma non dissi niente, mi andava di stare da solo.
"Bizzle" mi chiamò e roteai gli occhi sbuffando sonoramente.
"Ho un nome, usalo"  spensi la sigaretta sul pavimento e continuai a guardare in alto.
"Beh,  l'ho fatto ma non mi hai risposto" si avvicinò a me e si fermò guardandomi dall'alto.
"Andiamo dentro?" Chiese ma scossi la testa distogliendo lo sguardo dai suoi occhi da cerbiatto.
"Ok" si sdraiò accanto a me dopo aver messo le mani sotto la testa.
"Sto pensando a ciò che hai detto prima, voglio solo dirti che mi dispiace davvero tanto" disse e feci spallucce sospirando.
"Per cosa, esattamente? Non hai fatto niente" dissi chiudendo gli occhi visto che mi bruciavano per via della luminosità del cielo.
"Per essere un amica di merda" rispose e risi scuotendo la testa divertito.
"Gomez che dice parolacce" risi e rise anche lei, mi girai verso di lei, si mise di pancia e appoggiò la testa sulle mani mentre mi guardava.
"Guarda che non è la prima volta" scosse la testa mentre mi guardava con gli occhi che brillavano.
"Perché mi guardi così?" Chiesi confuso alzando un sopracciglio e lei fece spallucce mentre mi guardava.
"I tuoi occhi cambiano colore quando riflette la luce" rispose e annui consapevolmente.
"Lo so, diventano più chiari o quasi verdi" dissi e lei annuì semplicemente mentre sorrideva.
"Gomez, smettila di fissarmi, è inquietante" scherzai e lei rise colpendomi scherzosamente la mia spalla.
"Comunque sia, se in un qualsiasi momento tu ti senta solo o triste o hai bisogno di qualcuno con cui parlare, io sono qui" tornò seria e la guardai negli occhi per poi sorridere.
"Sto bene, Gomez" la rassicurai e lei alzò un sopracciglio guardandomi scettica.
"Sono serio, sto bene"
"I tuoi occhi dicono altro" mi guardò negli occhi e distolsi lo sguardo roteando gli occhi.
"Dovremmo essere fuori a smantellare il cartello, non qui a parlare di me e i miei problemi" mi alzai velocemente da terra ma lei mi afferrò per il polso e mi trascinò giù facendomi cadere su di lei e risi guardandola divertito.
"Wow, mi ci potrei pure abituare a questo, Gomez" la guardai negli occhi e lei roteò gli occhi sbuffando sonoramente.
"Stai sempre a pensare a quello" roteò gli occhi di nuovo e risi di nuovo.
"Sempre" confermai e lei sbuffò mentre la guardavo attentamente.
"Che c'è?" Chiese corrugando la fronte e scossi la testa.
"Niente" risposi alzandomi in piedi mentre lei mi guardava perplessa ma si alzò anche lei.
"Io esco, tornerò tra qualche giorno" la avvisai prima di allontanarmi da lei.
"Cosa? Mi lasci qui da sola?" Chiese incredula e afferrandomi per il polso.
"Sei a casa tua, Gomez, nel tuo paese e con la tua gente, divertiti finché potrai perché poi ti odieranno" risposi, vidi il suo sguardo cambiare e gli occhi diventare lucidi.
"Senti, ti consiglio di goderti tutto questo finché puoi" le consigliai prima di liberarmi dalla sua presa, scesi di sotto nella sui, presi le chiavi della moto e il portafogli prima di scendere di sotto.
Non riuscivo a stare nella stanza stesa stanza o ovunque vicino a lei, non sapevo cosa stesa succedendo, non riuscivo a pensare lucidamente e faceva schifo.
La cosa che faceva ancora più schifo era il fatto che non riuscivo ad essere stronzo e cattivo quanto avrei voluto.
Selena's p.o.v.
Era passata una settimana da quando era andato chi sa dove, non avevo idea di dove fosse, avevo provato a chiamarlo più volte ma non aveva mai risposto, persino la CIA non lo sapeva, non aveva più fatto rapporto da quando era andato via. Tutte le mie fonti dicevano le stesse cose, veniva visto spesso in palestre dove si allenava, altri lo avevamo visto in delle feste, alla faccia che non gli piacevano, altri ancora lo avevano visto in incontri di boxe illegali.
Ronnie mi stava insegnando a gareggiare, ero diventata abbastanza brava per una che non era mai andata a più di 70 chilometri orari.
"Questo è il luogo dove lo hanno visto poche ore fa, dicono che è ancora lì" mi diede un biglietto e sorrisi debolmente prendendolo.
"Gomez, conosco Jason, io ti consiglio di lasciarlo stare, tornerà quando vorrà lui" mi consigliò ma scossi la testa mentre la guardavo.
"Siamo qui per un motivo, non per fargli fare quello che vuole" le ricordai e lei alzò le mani in segno di resa.
Salii nella macchina azzurra e tremendamente bassa per poi cominciare a guidare verso il luogo che c'era scritto sul foglietto. Mi chiesi il perché diavolo fosse andato nella parte più degradata della città, ma infondo era Jason, quasi niente di ciò che faceva aveva senso, o almeno così credevo.
Vedevo bambini che giocavano in mezzo alla strada piena di polvere, altri che lavoravano i campi insieme ai genitori, gente con macchine sportive e lussuose, altre persone che a malapena si reggevano in piedi per quanto erano magri.
Prima di andare da Jason decisi di fermami nel supermercato, comprai ciò che sufficiente per avere una alimentazione sufficiente e tornai indietro da quelle persone che non potevano permetterselo, scesi dalla macchina e comincia a distribuire le buste alle varie famiglie.
"que dios te bendiga" (Che Dio ti benedica)
"gracias, mi hija" (grazie, bambina mia"
Continuarono a ringraziarmi fino a quando non sfrecciai via verso il luogo dove avrei trovato McCann.
Scesi dalla macchina quando lo vidi, era appoggiato ad un palo della luce, indossava una maglietta nera e un berretto dello stesso colore che faceva ombra sul viso in modo da non farsi riconoscere, tentativo inutile, di riconosceva dai tatuaggi. Mi guardai intorno e scossi la testa incredula quando capii che razza di posto che era.
"Non ci posso credere, ti metti a spacciare, ora?" Chiesi oltraggiata quando fui vicino a lui.
"Ci hai messo più del previsto a trovarmi, Gomez" si girò verso di me e io corrugai la fronte.
"Potevi rispondere al telefono" lo guardai malissimo e notai il labbro tagliato, il sopracciglio spaccato, lo zigomo nero e tagliato.
"Che cavolo ti è successo?" Chiesi e roteò gli occhi.
"Come se tu non lo sapessi già" rispose acidamente.
"Ci stanno addosso" mi informò e lo guardai perplessa, si spostò dal palo e si avvicinò a me mentre mi guardava fisso negli occhi, toccò dolcemente la mia guancia e spostò una ciocca di capelli dietro al mio orecchio.
"Sono nel palazzo dietro di te al sesto piano" mi avvisi e lo guardai sorpresa.
"Veramente credevi che non stavo facendo un bel niente?"Chiese incredulo e annui guardandolo ovvia.
"Fottiti" mi guardò malissimo mentre roteava gli occhi.
"Da quello che so c'è anche il capo" disse e sorrisi ampiamente.
"Fantastico, allora andiamo!" Feci per andare ma mi afferrò il mio polso mentre mi guardava incredulo.
"Sei impazzita? Siamo disarmati e senza un piano" mi ricordò ma feci spallucce.
"Non avremo bisogno di armi, dobbiamo solo parlarci"
"Tu sei pazza"

"Ricordarmi perché finisco con il darti sempre retta?"Chiese mentre alzava le braccia in alto in segno di resa e feci lo stesso mentre vedevamo le luci delle armi dei cecchini sui nostri corpi.
"Merda"
"Siamo morti"

B I Z Z L EDove le storie prendono vita. Scoprilo ora