Capitolo 52 = Quando io, io non posso fare a meno di te .

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Matilde's Pov.

Sabato mattina, il sole è alto nel cielo e i raggi del sole fanno luce dalla finestra. Ricordo di essermi addormentata sul divano ieri sera, appoggiata a Fabrizio, come ci sono finita qui?

I miei dubbi svaniscono quando mi accorgo di una mano tatuata attorno alla mia vita. Sorrido automaticamente, pensando che mi abbia portato proprio lui qui, ma con quale forza? 

Mi giro verso di lui e sta dormendo, o almeno credo Adesso verifichiamo il tutto. Porto la mia mano sinistra sulla sua guancia, inizio ad accarezzarla molto lentamente, come si fa con i bambini, con la differenza che lui punge un po' dato che ha in questi giorni ha fatto crescere la barba, mi avvicino sempre di più al mio viso e faccio sfiorare i nostri nasi, sorride. 

"Ormai non mi freghi più..." Gli dico una volta che lentamente ha aperto gli occhi

"Peccato..." Afferma in un sussurro con la voce impastata dal sonno. Nasconde la testa nell'incavo del mio collo e con le mani, mi strige ancora di più a lui. Le mie braccia gli circondano il collo, nessuno dei due ha intenzione di muoversi. 

"Se questo è il buon giorno, mi trasferisco sempre da te a dormire..." Afferma rompendo il silenzio.

"La porta per te è sempre aperta.." Gli ricordo.

"Lo so.." Mi risponde mentre si stacca da me. Si appoggia con la testa sul cuscino, sdraiandosi sul fianco. Questa volta è lui ad accarezzarmi una guancia. 

"Buon giorno comunque.." Mi lascia un bacio in fronte per poi sorridermi.

"A te". Gli dico accennando un sorriso.

Mi metto seduta, appoggiando la schiena allo schienale del letto. Abbasso lo sguardo verso di lui e noto che ha messo il broncio.

"Cosa c'è?" Gli domando anche se so già la possibile risposta.

"Mi aspettavo il bacio del buon giorno.." Dice. 

Gli sorrido per poi abbassare il viso verso il suo. Unisco le nostre labbra e lo bacio dolcemente, stavo per staccarmi, ma lui intensifica il bacio, poco dopo ci stacchiamo.

"Adesso posso alzarmi". Si mette seduto anche lui e si stira tutto.

"Carini i capelli". Scoppio a ridere notando che sono tutti sparsi.

Si passa una mano tra di essi e mi guarda. 

"Non è colpa mia se non mi ascoltano..." Si giustifica

"Ah, i capelli adesso parlano?" Gli domando.
"Tu non lo puoi sapere, ma i miei si mi parlano". Mi spiega.

"E cosa ti dicono?" Domando.

"Mi dicono che sono uno stra figo anche così". Scoppio a ridere per il tono che ha utilizzato. Poco modesto.

La mattina passa così. Nel letto a coccolarci e a sussurrarci in modo piano, verso l'ora di pranzo decidiamo di alzarci. Io vado in bagno, mentre lui scende in cucina. 

Una volta che mi sono sistemata lo raggiungo giù.

"Mi piacerebbe stare qui con te, ma devo andare a casa almeno a lavarmi e a iniziare a preparare per stasera..." Mi spiega mentre mi incatena tra lui e il lavandino.

"Più tardi passo a darti una mano, prima sistemo un po' casa". Gli spiego.

"Va bene..." Si stacca da me e dopo che ha preso tutto, lo accompagno alla porta.

"Allora a più tardi..." Mi dice mentre si appoggi allo stipite.

"A più tardi.." Si avvina a me mi lascia un bacio sulle labbra. Appena si stacca, ci salutiamo ancora e poi va via. Appena è sceso dalle scale, chiudo la porta e inizio a sistemare questa casa, che sembra davvero la casa dei matti.

Il senso di ogni cosa.  [Fabrizio Moro - #WATTYS2020].Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora