Capitolo 9 = C'era una volta.

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Matilde's Pov.

È pomeriggio e da due ore stiamo lavorando alla casetta sull'albero. Non la stiamo facendo grandissima anche perché io e Fabrizio non siamo proprio degli esperti a costruire da quanto abbiamo capito.

"Matilde!" - La piccola Anita mi viene incontro saltellando.

"Dimmi, tesoro!" - Dico, prima di dare il materiale a Fabrizio in modo che possa continuare a costruire, mentre io dedico la mia attenzione a lei.

"Cosa vuoi dirmi?" - Le domando.

"Come sai che ho qualcosa da dirti?" - Mi chiede, ridacchiando.

"Magia.". - Le sussurro.

Cala il silenzio e aspetto che sia a lei a parlarmi, e intanto che aspetto porto lo sguardo su Libero e Fabrizio quest'ultimo ci sta osservando ed io mi sento un po' in imbarazzato.

"Stavo pensando...". - Inizia a riflettere a voce alta Anita. "Inventiamo una storia per questa casetta?" - Mi guarda, sperando di ricevere una risposta positiva.

"Vediamo... Come la possiamo iniziare questa storia?" - Le chiedo, e sul suo viso spunta un sorriso.

"Non ho molte idee adesso!" - Mette un piccolo broncio.

Faccio finta di pensarci, e dopo averla fatta ridere con le diverse smorfie mi metto composta e inizio a raccontarle la mia storia, sotto forma di storiella per bambini.

"C'era una volta una bambina che abitava in una grande casa a Milano. Si chiamava" - Mi fermo un secondo. "Che nome le diamo? "- Domando ad Anita. La bambina si mette a pensare e poco dopo mi guarda, come se avesse avuto un'idea. "Martina!" - Mi dice. "Martina!" - Approvo. "Stavo dicendo...". - Faccio finta di dimenticarmi e Anita si mette una mano in fronte. "Stavi iniziando la storia, la principessa è Martina e abita in una casa a Milano!" - Mi ricorda e la ringrazio. "Rincominciamo, dai!" - A questo tutto porta tutta la sua attenzione su di me.

"C'era una volta una bambina che abitava in una grande casa a Milano. Il suo nome era Martina, soprannominata da tutti Marti, o Tina!" - Anita, ride. "Aveva, due fratelli più grandi di lei che le volevano bene!" - Inizio a raccontare.

"E cosa succede?" - Mi domanda.

"Succede che questa bambina era un po' triste, perché loro essendo maschi giocavano a calcio, basket e tutti quegli sport che a loro non piacevano!" - Mi alzo in piedi.

"Quali sport praticava lei?" - Mi chiede, curiosa. Porto un attimo il mio sguardo su Fabrizio e Libero e noto che si stanno divertendo anche loro.

"A te che sport piacciono?" - Le chiedo.

"Pallavolo e danza!" - Mi risponde.

"E allora, facciamo che anche alla nostra Martina piacevano la danza e la pallavolo!" - Inizio a fare il palleggio.

"E un giorno chiede al proprio papà di costruire una casetta sull'albero, proprio come la nostraa!" - Interviene, lei, poco dopo.

"Uh, si! E che nome diamo a questa casetta?" - Mi domanda.

"Dimmi tu un nome!" -Le dico.

"Il fantastico mondo di Lili e Bibi!" - Non è che sia molto bello questo nome, ma dato che io non ho fantasia e lei ne ha più di me lascio perdere questo mio pensiero e approvo il nome della casa.

Continuiamo a parlare della casetta e alla fine la storia l'ha inventata tutta lei, io ciò messo del mio, ma lei ha messo tanta fantasia e quella dei bambini è sicuramente la più bella.

Fabrizio's Pov.

"Si sono fatte le diciannove, tu e Anita dovete andarvi a lavare, e poi dovete cenare!" - Lo avverto.

"Va bene papà, vado a chiamare Anita!" - Mi dice, accennando un sorriso.

In poco tempo entrano in casa seguiti da Matilde. Metto via tutto quanto al proprio posto e li raggiungo anche io.

Arrivo in casa e trovo Matilde ai fornelli.

"Cosa cucini?" - Le chiedo per pura curiosità.

"La mia specialità! Ho detto ad entrambi che poi voglio un voto!" - Mi spiega.

"Te la cavi molto bene con loro!" - Le dico, mentre lei è intenta a preparare il risotto con la salsiccia.

"Dici?" - Mi domanda.

"Non ti hanno ancora fatta disperare, direi di sì!" - Le faccio notare e sul viso spunta un sorriso.

"C'è un po' anche per me?" - Chiedo.

"Si, certo!" - Mi risponde.

Cala il silenzio.

Un silenzio che viene interrotto dai bambini.

"Papà...". - Mi richiama Libero.

"Quando finiamo la casa sull'albero?" - Abbasso lo sguardo per poi riportarlo subito verso di lui.

"Non so... Domani riparto, quindi o aspetti la prossima volta che torno, oppure continui con Matilde!" - Gli dico, e sbuffa.

"Ti aspetto.". - Mi sorride poco dopo.

Lo guardo dispiaciuto e a salvarci dal silenzio è il risotto di Matilde.

"Allora dico che per me è buono!" - Dice Anita.

"Anche per me" - Porta il suo sguardo su di me in attesa di un parere.

"Il mio è più buono!" - Mi vanto.

Sbuffa e alza gli occhi al cielo.

Dopo cena io devo scappare in studio, prima però saluto i bambini.

"Mi lasci il tuo numero?" - Le chiedo.

"Ehm, aspetta che cerco il telefono!" - Mi risponde.

Una volta trovato le detto il numero, lo salva.

"Così mi tieni aggiornato su di loro!" - Le dico.

"Va bene!" - Mi risponde, accennando un sorriso che ricambio.

"Tu stai bene?" - Mi domanda, una volta che mi ha accompagnato alla porta.

"Si, perché?" - mi domanda.

"Da quando hai detto a Libero che saresti ripartito sei come dire... Diventato pensieroso!" - Mi fa notare.

"Non ti preoccupare, sono solo dei pensieri che mi fanno stare giù!" - Le dico.

"Va bene, buon lavoro!" - Mi dice, poco dopo. Dopo aver detto anche a lei buon lavoro, salgo in macchina e penso che a volte questo lavoro mi tiene troppo lontano da casa, soprattutto dai miei bambini, ma penso anche che il pensiero di aver già visto Matilde non mi passa dalla testa, perché? 

Il senso di ogni cosa.  [Fabrizio Moro - #WATTYS2020].Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora