Non avevo fame quella sera, per niente.
Mia madre insisteva dicendo che i capperi facevano bene e che avrei dovuto mangiarli, ma a me facevano proprio schifo.
Li avrei scansati tutti comunque.
Mi arrivò un messaggio nel frattempo, così mentre lei si girò a controllare le patate, io aprii il telefono.
Era Reiner nel gruppo di Whatsapp.
"Sabato sera rimpatriata?"
Ne approfittai per chiedere a mia mamma se potessi o no.
"Va bene, va bene. Sarete... tutti?"
Annuii senza capire e lei sorrise, come faceva sempre d'altronde.La mattina dopo andai a scuola, senza troppa ansia stranamente. Sembrava essere un buon giorno, fino a quando non arrivai davanti al cancello. Successe qualcosa di abbastanza irreale, anzi due cose.
La prima è che arrivai in anticipo, prendendo l'autobus precedente rispetto al solito. Cosa molto surreale.
E poi, vidi Sasha e Connie.
Insieme.
Che si baciavano.
Vidi Sasha e Connie.
Insieme.
Si baciavano.
Vicino a un albero.
Si baciavano.
Insieme.
Il mio cervello stava andando in tilt. Eravamo amici da una vita tutti noi e loro anche, c'erano sempre stati. Nel nostro gruppo sapevamo tutti che si piacevano e io stesso li avevo shippati e scherzavo su loro, ma non avevo mai effettivamente pensato ad un loro possibile fidanzamento.
Così rimasi spiazzato, a fissarli.
Loro dopo un po' si accorsero di me e ben presto diventarono color magenta.
"Eren..." Disse Sasha, super imbarazzata.
"C-ciao ragazzi."
"Ehm, sorpresa..." Ironizzò Connie, con la voce flebile.
Non so ma proprio non riuscivo a vederli come ragazzo ragazza che stanno effettivamente insieme.
Mi limitai a sorridere e poi me ne andai, loro non obiettarono. Si limitarono a guardarsi tra di loro, sperando in un mio presto rianimamento.
Seduto su un muretto, cercavo di accettare questo avvenimento.
Presto arrivò Armin, che infuriato, mi si fiondò addosso.
"SI PUÒ SAPERE PERCHÉ NON ERI IN AUTOBUS?" Era una regola, avremmo dovuto prendere lo stesso tutte le mattine, in caso di eccezioni avremmo dovuto chiamare.
Cercai di scusarmi e per sviare al discorso, gli raccontai dei nostri due amici.
Lui la prese bene e si stupì nel sapere che io ero traumatizzato.
Ben presto nel nostro gruppo venne fuori la questione "springles" e niente, tutti contenti tranne me.
Non saprei, mi sentivo a disagio, perché non avrei mai pensato a loro come due persone che si amano. Mi suonava talmente strana la parola "amore".
Mikasa fu la più contenta, sorrideva in continuazione. Inoltre insisteva a parlarne con me, dicendo quanto in realtà li invidiasse.
"Mi piacerebbe stare con qualcuno che ti ama, ti conosce, ti rispetta... a te no, Eren?"
Io feci spallucce, non che poi mi interessasse così tanto.
Lei sembrò delusa.Anche quella giornata passò in fretta, così come i giorni seguenti.
Ben presto arrivò sabato, la nostra cena era imminente.
Quella volta ero particolarmente contento, dato che erano almeno tre settimane che non me facevamo nessuna. Era la nostra tradizione, che poi aveva visto l'aggiunta di Levi e i suoi amici.
Arrivato a casa di Reiner vidi che Annie, Marco, Jean, Erwin e Hanji, erano già arrivati.
Hanji mi sorrise allegramente, prendendomi con sé.
"Ho saputo che il mio compagno di stanza brontolone ti ha dato ripetizioni... come è andata?"
"Meglio di quanto potessi aspettarmi, a dire il vero."
Lei si mise a ridere, nel frattempo arrivò altra gente, piano piano la stanza fu piena.
Armin commentò stupito.
"Wow, non siamo mai stati tutti. Sembra una festa. Non abbiamo neanche apparecchiato per davvero. Reiner stavolta ha optato per patatine e pizzette."
Effettivamente eravamo davvero parecchi.
Mikasa sembrò avere un illuminazione, all'improvviso.
"Bhe, se questa è come una festa, rendiamocela ancora di più!"
"Come?" Chiese Petra, curiosa.
"Facciamo un gioco... come obbligo e verità, che ne dite?"
Levi sbuffò.
"Ti prego Mikasa... spero tu stia scherzando."
"Dai Levi smettila di fare al tuo solito, potrebbe essere divertente. Sempre meglio che giocare a nascondino." Commentò Farlan, lanciando occhiate minacciose a Isabel, che sorrise innocentemente.
Io li ascoltai in silenzio, chiedendomi per quale scelta avrebbero optato.
Alla fine Mikasa riuscì a convincerli, Sasha le fece l'occhiolino.
Ci sedemmo a terra in cerchio, Levi era rimasto in piedi attaccato con la schiena sul muro e le braccia incrociate. Hanji gli lanciò un'occhiataccia e lui si sedette.
"Mh... inizio io!" Urlò Isabel, allegra come sempre.
Si mise a esaminare tutti quanti, viso per viso. Alla fine prese la sua decisione.
"Marco! Obbligo e verità?" Lui la guardò, intuendo le sue intenzioni poco benevole.
Per qualche strano motivo, scelse obbligo.
"Ottimo. Devi alzarti in piedi e metterti a urlare i cavalli sono la mia più grande passione."
Marco sbarrò gli occhi, doveva esserci una specie di scommessa o cosa del genere, perché Isabel aveva la soddisfazione negli occhi che le brillavano come lucine di Natale.
Fu comunque esilarante.
I turni girarono un po', fino a che non scelsero me. Sasha guardò prima Mikasa ridacchiando e poi mi chiese "obbligo o verità"?
Rimasi inizialmente interdetto, ma poi feci la scelta migliore.
"Verità."
La rossa sbuffò, ma non demorse.
"Mh... ti è mai piaciuto/piace qualcuno delle persone qui presenti?"
Nella stanza il silenzio calò placido.
Ci pensai un po', rendendomi conto di non avere che una risposta.
Avrei forse spezzato il cuore di qualcuno? Non fui abbastanza sincero con me stesso per potermene render conto, qualcuno ci rimase male e quel qualcuno era la mia migliore amica."No."
Lei sembrò non essere convinta, ma lasciò il turno a me.
Decisi di fare in fretta e alla fine lasciai in maniera sbrigativa la scelta ad Hanji.
Che idiota.
Lei sembrò illuminarsi, come se le avessi appena regalato una banca da svaligiare.
"Eren."
Sembrava diabolica da quanto calore aveva negli occhi.
"Sì?" Chiesi, spaventato.
Qualcuno, forse Reiner, provò a protestare il fatto che io fossi stato chiamato due volte di seguito, ma lei lo zittì.
"Obbligo." Disse, prima di me.
Aveva ragione, la regola era questa, se scegli prima verità poi ti tocca l'obbligo.
Levi sembrò preoccupato, dopotutto vivevano assieme e conosceva la sua pazzia meglio di chiunque altro.
Esattamente. Pazzia pura. O almeno, io la consideravo tale, forse ero solo spaventato.
"Bene. Sai che se ti rifiuti devi berti quella roba lì, vero?"
Indicò un bicchiere appoggiato sul comodino, una miscela di robe schifose fatta apposta per non essere bevuta.
Alzai gli occhi al cielo e annuii.
"Ottimo. Ora Eren, ti obbligo a baciare Levi."
Silenzio.
"COSA?" Lo dicemmo io e Levi nello stesso momento.
"Curati." Le disse il corvino, furioso.
"Dovresti farlo, è un obbligo." Annie, a caso, s'intromise.
"C'è sempre la bevanda." Suggerì Mikasa.
"È l'obbligo. Fine. Fallo o dovrai bere quello schifo." A questo punto, non sembrava esserci via d'uscita.
"E se io mi rifiutassi?" Chiese Levi, pretenzioso. Lui era rimasto ad ascoltare con gli occhi sbarrati.
"Il quel caso, Eren dovrà bere la mistica bevanda."
Guardai negli occhi Levi. Qualcosa gli impedì di fare lo stronzo a tale livello e alzò gli occhi al cielo.
Il silenzio ricadde sulla stanza, come un velo impercettibile, nessuno sapeva cosa fare.
Isabel sembrò stufarsi.
"Insomma, volete baciarvi o no?" Io feci una smorfia con la bocca, chiedendole silenziosamente di aspettare.
Hanji poi ci disse come voleva che la cosa dovesse essere fatta.
Un bacio a stampo, di cinque secondi, specificando con "contati per bene", e non con la bocca a "culo di gallina".
Sembrava una di quelle scene apocalittiche in un mondo distopico dove tutto va male.
Mikasa guardava la scena con un po' di gelosia nello sguardo, come se qualcosa non fosse andato come previsto.Ero seduto a terra, con le gambe incrociate.
"Tsk, non ti scomodare." Disse Levi, scostandosi dal muro.
Si piegò in avanti e accovacciato davanti a me, mi guardò dritto nelle pupille.
Vidi il mio volto precipitosamente vicino al suo.
Hanji tossì qualche parola di incoraggiamento, nella stanza si teneva uno strano fiato sospeso, come se la cosa fosse di vitale importanza.
Ben presto Levi mi si appicciò alla faccia, piantandomi le sue labbra sulle mie, all'improvviso, senza che me lo potessi aspettare.
La pazzoide, nomignolo che da oggi in poi darò a Hanji, cominciò a contare.
"1..."
Avevo gli occhi chiusi e sentivo il calore del suo respiro sfiorare le mie guance.
"2..."
Mi chiesi cosa stesse pensando.
"3..."
Levi aveva la bocca rilassata, come se fosse abituato a baciare qualcuno delicatamente.
"4,5!"
Stavolta non era stata Hanji, ma Mikasa.
Il moro si era staccato da me e la guardava con un sopracciglio alzato. Tutti seguimmo il suo movimento.
La mia amica innamorata, ci guardava con gli occhi tremanti e le mani stanche.
Per qualche strano motivo, non la guardai neanche.
Mi sfiorai solo le labbra con due dita, forse per poter risentire ancora quei due secondi passati troppo in fretta.
Forse, per poter trattenere ancora un po' qualcuno, che già si era riappoggiato al muro, nella sua solita posizione.SPAZIO AUTRICE
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YES!
Ciao gente e buona Pasqua! (Nonostante sia ancora il 31/03, per un'ora.)
Bhe, comunque. Ce l'abbiamo fatta. È accaduto.
Aaaaah, che bello è stato scriverlo. È stata una grande soddisfazione.
Spero davvero che a voi sia piaciuto quanto a me perché non so, LI TROVO COSÌ CARINI AW.
Niente ragazzi, il loro primo bacio se l'hanno dato, ecco il mio uovo di Pasqua per voi, spero abbiate apprezzato.
Detto questo, grazie come sempre per essere arrivati sino a qua.
Ciau.❤
(ultima_onda è ovviamente, come sempre, da ringraziare.)
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Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)
FanfictionEren ha 17 anni e vive con i suoi genitori, è sereno e ogni giorno si vede con il suo gruppo di amici. Ha una vita normale, ordinaria e odia andare a scuola. Non sembra succedere mai nulla, fino a che nella sua vita torna qualcuno di inaspettato, un...