Coming out

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Eren's Pov

Non esistono parole abbastanza onomatopeiche per descrivere il suono di una sveglia la mattina, tranne "driiin", che risulta la maggior parte delle volte fastidioso e inutile.
Proprio per questo lo utilizzo, mi rappresenta la mattina e allo stesso tempo la vita.
Quella mattina la sveglia squillò troppo forte per qualche motivo a me sconosciuto, così saltai giù dal letto in preda al panico.
Mi resi poi conto che non c'era bisogno di reagire così, ma ero troppo traumatizzato.
I miei genitori erano tornati dalla loro "vacanza terapeutica", che a dire la verità non sembrava aver avuto grandi profitti.
Sentivo mia madre che come sempre stava smistando le cose in cucina e fu quando scesi a fare colazione che mi resi conto di non averle detto assolutamente nulla di me e Levi.
Insomma, avrei dovuto fare... coming out? Era una cosa necessaria?
Lei c'era sempre stata nella mia vita, sapevo che mi accettava da sempre e anzi, aveva una particolare simpatia per Levi. Ma comunque mi trovavo a combattere con me stesso, non sapevo se davvero confidarmi con lei oppure lasciar perdere. Ma come potevo anche solo pensare di "lasciar perdere"? Io e Levi stavamo insieme, lui era stato la mia prima volta, passavo la maggior parte del tempo con lui... come avrei potuto fare?
La salutai sovrappensiero, con un'ansia che mi pervadeva tutto il corpo. Lei sorrise, come sempre.
Mio padre era già al lavoro, a lui neanche pensai di dirglielo.
Tanto sapevo che non era fattibile, quale sarebbe potuta essere la sua reazione?
Per un bacio mi aveva chiuso in casa un mese, isolandomi da tutto e tutti.
Per una relazione che faceva, mi tagliava la gola? Sarebbe impazzito.
Io ero distrutto però, avevo bisogno di poter amare Levi ovunque, per strada, a casa, al mare, in montagna... senza vergogna.
E sì, parlo di amare.
Una parola che spaventa tanto e che eppure mi sentivo già di usare.
Mi diressi verso la scuola un po' vuoto, senza la minima voglia di mettermi a studiare.
Arrivato vidi i miei amici, tranne Berthold. Stavano parlando tra loro, ci misero cinque minuti per accorgersi che ero arrivato.
Mikasa mi iniziò a fare un elogio di tre ore su quanto non dovevo farmi rimandare a Latino per la quarta volta, io alzai gli occhi al cielo e annuii a tutte le sue raccomandazioni.
Connie mi fissava da un punto nascosto, accigliato. Io nascondendomi dalla corvina furiosa mi avvicinai a lui.
"Ehi, qualcosa non va?"
Lui sbuffò.
"No no, niente. Solo qualsiasi cosa che immaginiate è vero."
Io lo fissai perplesso.
"Che cosa intendevi con qualsiasi cosa, Eren?"
"A cosa ti stai riferendo scusa?"
Non riuscivo a cogliere il significato delle sue parole.
"Quando ci hai detto di te e Levi hai detto questo, che cosa intendevi?"
Io rimasi interdetto, non mi andava di parlarne.
Però riuscii a capire a cosa si riferiva Connie.
Io mi ero mezzo incazzato quando lui non aveva detto niente riguardo al primo rapporto tra lui e Sasha, ma lo stesso non avevo fatto io.
"Connie, mi dispiace... ma è diverso."
"Eren, no! Tu me l'avevi promesso."
Gli pesava, sembrava più importante di qualsiasi altra cosa.
"Connie non sapevate nulla, non potevo venire da te e raccontarti tutto."
"Perché no? Che significa? Certo che potevi. A me non frega nulla di chi é (cioè, relativamente), ma ci tenevo, Eren."
Io abbassai lo sguardo, forse ero l'unico che si faceva tutti quei problemi.
"Bhe, abbiamo scopato."
Connie scoppiò a ridere, la nostra amicizia funzionava così.
"Chi ha scopato, aw?" Chiese Annie, fingendo che una lacrima le scendesse dalla guancia, anche lei sapeva tutto.
"Eren, ovviamente."
"Ew, che schifo. Ma chi vorrebbe mai stare con uno come te?"
"Non rompere, FacciaDaCavallo."
Jean sorrise, sapevo che era felice per me. Dopotutto ci volevamo bene, come si fa non voler bene a uno che ha il mento di un cavallo? Suvvia.

Non avevo mai considerato che nella mia vita sarei mai stato tradito.
Insomma, non mi si era mai posto il problema. Principalmente perché mi fidavo ciecamente dei miei amici e poi non avevo mai avuto relazioni.
Ma mi resi conto che quello di Berthold fu proprio un tradimento.
Non fece nulla di particolare, solo che aveva smesso di essere mio amico. Ci ignoravamo bellamente in classe, lui aveva perfino cominciato a parlare di meno con quelli del nostro gruppo, compreso Reiner.
Io lasciavo perdere, semplicemente. Levi invece sembrava sempre pronto a spaccargli la faccia, ma avevo bisogno che non facesse casini.
A parte lui in ogni caso, dovevo parlare con una persona abbastanza fondamentale.
Hanji.
Da quando la nostra relazione era venuta fuori non ci eravamo visti e lei mi aveva bombardato di messaggi e chiamate per potermi vedere al più presto.
Alla fine riuscimmo a beccarci per un pranzo dopo scuola.

Vidi la sua coda rossiccia sbucare da dietro una colonna e le corsi incontro.
"Finalmente!" Mi guardò severa lei, come se si aspettasse qualche particolare scusa da parte mia.
"Non rompere." Fu la mia risposta, insieme a un sorriso smagliante.

Entrammo nel bar in cui avremmo mangiato, che era una specie di tavola calda per universitari. Seduti, Hanji cominciò una lunga perlustrazione del mio corpo, come a trovare qualcosa che potesse utilizzare contro di me.
"Insomma, 'sta storia con Levi, come la mettiamo?"
Io alzai le spalle leggermente imbarazzato.
Lei mi raccontò di come lo aveva scoperto e di come aveva quasi ucciso Levi, ma che era felice in realtà.
Io vagai sul discorso che volevo farle per un paio di minuti, ma alla fine gliela buttai lì.
"Sì certo, tu parli di me e l'amichetto tuo, ma so che c'è stato qualcosa anche tra te e mister Sopracciglia."
La Zoë quasi si strozzò con l'acqua, rossa in viso.
Cercò di evitare la conversazione il più in fretta possibile, ma io rimasi convinto nel volerne parlare.
"Vabé, qualcosa è successo, ma eravamo abbastanza brilli."
Sorrisi.
"Perché ridi? Ti ammazzo, Eren."
Io scossi la testa e sussurai un "bellini", contro le proteste minacciose di Hanji.
Sorvolato il discorso Erwin, LaPazzoide mi rilevò il vero motivo per cui mi aveva invitato. Mi sentivo molto sotto pressione, a dire la verità.

"Levi è una persona complicata, hai bisogno di una guida." Disse con tutta la teatralità che poteva avere.
"In che senso?" Chiesi io, abbastanza confuso.
"Nel senso- colpo di tosse- che io, avendo conosciuto Levi anche sotto l'ambito romantico e avendolo frequentato per molti anni, continuando a conviverci, so che tipo è. Quindi voglio essere la persona che ti avverte un po' meglio su di lui, tutto qui."
Io mi sentii un po' mortificato, ma accettai lo stesso, senza sapere che mi sarebbero state utili certe informazioni.
Avrei conosciuto Levi in tutti i sensi, fino alla più profonda macchiolina del peccato e il più puro dei ricordi.

SPAZIO AUTRICE

So che volete uccidermi tanto quanto ultima_onda ma nell'ultimo periodo mi sento molto meno attiva, anche nelle cose quotidiane. L'estate fa abbastanza schifo e non so, di scrivere proprio non mi viene voglia. Però io e la tipa taggata sopra abbiamo (in realtà, ha) avuto delle idee fantastiche per la storia che vi giuro ho saltato di gioia per dieci minuti.
Nonostante pubblico con meno frequenza il mio cervellino freme.
Oltre questo, vi divertite? State guardando la terza stagione di aot? Vi piace?
Io ho letto tutti i manga e visto i nuovi episodi, bella grafica ma rispetto ai manga è proprio un'altra storia.
Ma l'ending e l'opening sono bellissime! Fatemi sapere.
Grazie che sopportate sempre me e la mia lentezza, vvb.
(e grazie alla mia manager del cuore, ovviamente.)

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora