Lo vedo e urlo?

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Rimasi molto tempo steso sul letto a pensare.
La notizia che mi avevo dato mia madre mi lasciò effettivamente spiazzato.
Non vedevo Levi da ben sette anni, insomma, da quando suo padre per lavoro si era dovuto trasferire in campagna e con sé portò il figlio e la moglie.
Io e Levi da piccoli eravamo grandi amici, mi ricordo ancora quanto stetti male quando dovette partire.
Io facevo la quinta elementare e lui la seconda media.
Venne da me e con sguardo triste mi disse: "mi trasferisco."
Mi sembrava ingiusto, perché gli volevo bene, ma non ci fu molto da fare.
Dopo che lui se ne andò non tornò più nella mia città e smisi completamente di sentirlo.
Ci pensavo ogni tanto, ma ormai era passato talmente tanto tempo...
Chi avrebbe mai immaginato che sarebbe tornato.
Ero felice, pensando che avrei rivisto un amico che per me era stato così speciale.
Eravamo tanto legati al tempo, praticamente allo stesso livello di Armin.
In effetti fu dura per tutti quella notizia, soprattutto perché eravamo un buon gruppo e ne avremmo perso un componente.
Mia madre mi aveva spiegato che l'aveva avvertita la mamma di Levi, perché era preoccupata visto che il figlio sarebbe andato a vivere da solo.
Insomma, non proprio "da solo".
Nella mia città c'è un convitto che ospita i ragazzi di tutte le università che sono fuori casa, quindi lui sarebbe andato a stare lì insieme ad un'amica, la sua ragazza immaginai.
Però mia madre volle essere gentile e decise di invitare il mio vecchio amico di giochi a cena, come una rimpatriata.
Chiamai Mikasa per raccontargli tutto.

"Ehi, Mikasa es tu casa, ho una notiziona."
"Ciao anche a te, simpaticone. Che notizia?"
La voce al telefono sembrò perplessa.
"Ti ricordi di Levi, vero? Bhe, torna in città!"
"Levi!? Oddio e chi se lo immaginava, fico!"
Sorrisi, perché voleva dire che anche lei lo ricordava con piacere.
Le raccontai giusto un paio di cose e poi chiusi la telefonata, perché il latino è una malattia di cui non ti liberi facilmente.
Dopo un'ora di studio decisi di lasciar perdere i compiti e mi misi al telefono, cercando di pensare a come mi sarei dovuto comportare con lui a distanza di anni.
Lo vedo e lo abbraccio?
Ma che cazzo di problemi ho.
Lo vedo e lo ignoro.
Ma per quale motivo?
Lo vedo e urlo.
MA CURATI.
Lo vivevo come un conflitto interno, tra Eren e Eren psicopatico.
Ad un certo punto, a destarmi da quel manicomio casalingo, mi arrivò la chiamata di Connie.
"Pronto?"
"Eren, ci vediamo tra un'ora ai giardinetti. Ciao."

Rimasi con il telefono in mano, senza capire.
Poi però mi ricordai che tipo di gente frequentavo e che non dovevo farmi certe domande.
Nonostante tutto, erano solo le cinque di pomeriggio.
"Mamma! Posso uscire un paio d'ore con Connie?"
Urlai dalla mia stanza, ma non riuscì a capire le sue parole di risposta.
Scesi le scale e le chiesi di ripetere.
"Eren, è necessario? Tra un po' arriverà Levi."
"Mamma, sono le cinque dai."
Alla fine si lasciò convincere.
Uscito andai nel luogo dove il mio amico mi aveva dato appuntamento.
Lo vidi da lontano, seduto su una sedia.
Connie era piccoletto per la sua età. Era un ragazzo vivace e i suoi occhi erano vispi e attivi, in più si rasava i capelli perché diceva che così era più comodo.
Anche lui mi vide e mi venne incontro.
Quando fui abbastanza vicino gli parlai.
"Insomma, si può sapere che problemi hai? Che cazzo di messaggi mandi?"
Il ragazzo si mise a ridere.
"Almeno sarei stato sicuro di vederti, avevo solo voglia di uscire Eren."
Insieme ci mettemmo a camminare per i giardini di Shiganshina.
Connie lo incontrai la prima volta all'elementari, in terza.
Ricordo molto bene che ci mise parecchio a trovare degli amici, lui veniva da Ragako, un paesino sperduto, quindi non era abituato ad avere tante gente intorno.
Diventammo buoni compagni di scuola.
Pensai che anche lui aveva conosciuto Levi e che forse se ne ricordava, almeno, probabilmente.
Ma neanche a farlo di proposito, Connie mi lesse nel pensiero.
"Eren ma tu ti ricordi Levi vero?"
Lo guardai stupito, ma lo lasciai parlare.
"Ovvio, perché me lo chiedi?"
"Beh, l'ho incontrato."
"Cosa!?" Non ci credevo! Aveva incontrato Levi, mi feci un sacco di domande da solo, ma lui fu previdente e mi spiegò tutto quanto.
"Vicino a casa mia, c'è il convitto delle università.
Dopo pranzo ho visto che scendeva dalla macchina e ha portato un po' di valigie con sé."
Mentre mi raccontava, aveva una faccia strana.
"Come ti è sembrato?" Chiesi curioso.
"Mh... Non so che dirti. Mi è sembrato un po' strano"
"Strano? In che senso?"
Ci pensò un manciata di secondi.
"Non riesco a descrivertelo, solo che lo ricordavo diverso."
Annuii, senza realmente capire cosa intendesse.
"Comunque questa sera verrà a cena a casa mia, quindi constaterò di persona."
Connie decise di non avere reazioni, forse per non farmi preoccupare.

Mentre camminavamo per strada, mi squillò il telefono.
"Pronto?" Era mia madre e rispondendo notai l'orario.
"EREN JAEGER, SONO LE SETTE EMMEZZO, QUANDO PENSI DI TORNARE A CASA?"
Sussultai quando cominciò a urlare.
"Connie devo scappare, ci vediamo domani a scuola!"
Lui provò a farmi delle domande ma io mi ero già messo a correre.

Era buio, aveva cominciato anche a fare freddo.
Ero solo e correvo per le strada come un pazzo, non so perché mi stessi agitando così tanto.
Avevo il vento che mi tagliava le guance e i capelli impazziti.
Se qualcuno si fosse messo ad ascoltare, avrebbe sentito le mie scarpe strofinare rumorosamente sull'asfalto.
Vidi da lontano casa mia e notai luci della cucina accese.
Mi fermai a prendere fiato.
Un po' rianimato, aprii piano la porta.

Lo vidi lì.
Parlava con mia madre, seduto su una sedia vicino al tavolo.
Lei sorrideva, lui...
Lui, cosa stava facendo?
Non vedevo nient'altro che vuoto nei suoi movimenti.
Mi sembrava...
Come lo aveva descritto Connie?
Strano?

SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazzi!
E anche oggi ho finito il mio secondo capitolo.
Cosa ne pensate? Curiosi di sapere cosa intendeva Connie?
Spero davvero che vi sia piaciuto.
Mi raccomando, se volete, lasciate una stellina, commentate per dirmi se vi piace e cosa cambiereste e condividete!
Grazie mille a chi sta continuando a leggere questa piccola storia.
Grazie, come al solito, a ultima_onda

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora