Levi's Pov
Eren non mi aveva convinto.
Sapevo che c'era qualcosa sotto, nonostante lui facesse finta di niente.
Così uscii dal mio dormitorio, convinto a fare qualcosa per risolvere la situazione.
Mi scervellai per capire cosa avesse spinto il ragazzo a mentirmi, ma non mi venne in mente niente di plausibile.Eren's Pov
Sentii qualcuno bussare alla porta, io ero da solo in casa e non aspettavo nessuno. Scesi titubante le scale e aprii, cautamente, la porta.
Davanti a me però, trovai solo Levi. Mi stupii nel vederlo davanti, con lo sguardo un po' afflitto, che traspariva dietro i suoi occhi freddi.
"Levi, che ci fai qui?"
Non badai neanche a salutarlo, dato che non riuscivo a capire il motivo della sua visita.
"Posso entrare un attimo?"
Annuii con la testa e gli aprii la porta, con una sensazione di terrore che si faceva viva in me.
Lui sembrò prendere un lungo respiro, come se fosse pronto a dirmi qualcosa di incredibilmente importante.
Poggiò il suo zaino su una sedia e socchiuse gli occhi.
Infine mi guardò, sospetto.
"Eren mi dispiace, ma devo dirtelo. Purtroppo io devo concentrarmi sui miei studi dell'Università, che non sono affatto semplici. Inoltre, il tuo ultimo voto mi ha fatto pensare molto, ho impiegato molto tempo nell'aiutarti, ce l'ho messa davvero tutta. Ma a questo punto penso che si tratti di un altro problema, non saprei. Comunque non posso più darti ripetizioni, ecco. Mi dispiace "abbandonarti" in un momento in cui la tua media è così bassa, ma è ancora Gennaio, avrai tempo per recuperare."
Dentro di me, una serie di maledizioni a me stesso schizzavano da tutte le parti.
Mi davo dell'idiota, del cretino. Alla fine per la paura di perdere una cosa, l'avevo persa del tutto. Si può essere più idioti? Seriamente, si può?
Cercavo disperatamente una soluzione, come poter recuperare ciò che stavo perdendo.
Sentii le lacrime che mi spingevano gli occhi, come se volessero uscire per forza. Sembravo un'idiota, ma non riuscivo a farne a meno.
"A-ah, okay..." Furono le uniche parole che riuscii a dire.
"Sei sicuro?" Levi sembrò essere agitato, come se non avesse ottenuto ciò che voleva.
"Sì, ti capisco." Volevo mandarlo via a tutti costi, rimanere solo era il mio unico desiderio.
"Va bene, allora grazie e scusa il disturbo. Ciao."
Se ne andò.
Io rimasi in piedi, in mezzo alla cucina.
"Cretino!" Mi insultai da solo ad alta voce.
Mi odiavo, ma volevo trovare una soluzione.
Perché l'avevo fatto, seriamente, mi aveva dato di volta il cervello?
Comincia a maledirmi perché avevo perso tutto, mentre la mia intenzione era l'opposta.
Quelle lezioni erano diventate per me fondamentali, un mantra. Un modo per stare bene, finalmente di riavere qualcosa che avevo perso.
Ma avevo lasciato che tutto si rovinasse, come al solito.
Alla fine, in preda al panico, presi una decisione.Avevo appena chiamato mia madre, pregandole di non arrabbiarsi, dato che ero uscito così all'improvviso da casa.
Io camminavo spedito verso la fermata dell'autobus, convinto, o quasi, a fare la cosa giusta.
O almeno, pensavo che quella fosse effettivamente la scelta migliore.
Ci avrei fatto una figura di merda? Sì.
Ma avevo bisogno di tutto quello. Avevo bisogno di riaverlo. E se non ce l'avessi fatta, almeno sarei stato sincero.
Salii nell'autobus, con la gente che era sparsa qua e là. Il freddo si insinuava nei miei vestiti, facendomi tremare.
Gennaio, mese maledetto.
Guardavo fuori, notando come le cose andassero veloci e senza fermarsi.
Ben presto, mi ritrovai davanti al convitto di Levi.
Deciso su ciò che stavo per fare, proseguii a passo spedito.
Un respiro, diciotto respiri.
Sì, ce l'avrei fatta.
Bussai.
Passi silenziosi si avvicinarono alla porta.
Ben presto mi trovai Levi davanti, che mi guardava curioso. Sembrava quasi soddisfatto, come se si aspettasse che sarei andato lì.
In silenzio lo guardai, con le mani che sudate mi scivolavano.
Lui aveva una mela in mano e non diceva niente, semplicemente giocava con il picciolo del frutto, aspettando.
"Ti ho mentito."
"Lo so. Vai avanti."
Io sorpreso lo guardai, interdetto.
"Lo sai?"
"Vai avanti." Insistette.
"Io... non ho preso quattro. Alla verifica ho preso otto meno, scusami non volevo dirti una cazzata." Mi sentii mortificato sotto il suo sguardo che invece mi parve allegro.
"Cretino che non sei altro." Sbuffò, forse sorrise anche.
"L'avevo scoperto comunque, ma ti prego, spiegami perché hai dovuto dirmi una bugia!"
"Io... volevo dirtelo all'inizio, anzi è la prima cosa a cui ho pensato, ma poi mia madre ha detto che se fossi andato meglio io non avrei più avuto bisogno delle ripetizioni e io... non volevo. Non volevo..." Non riuscii a finire la frase, mi sentivo un'idiota.
Levi mi appoggiò una mano sulla spalla, guardandomi negli occhi.
"Eren, non smetterò di farti ripetizioni, tranquillo. Tu devi dirmi la verità però, perché sapendo che voto hai preso, non posso che esserne felice! Davvero stai tranquillo, apprezzo i tuoi sforzi."
Il mio cuore si scaldò, lasciai il convitto felice.Levi's Pov
La mela alla fine non l'avevo mangiata, ma in compenso avevo il viso in fiamme.
La cosa mi preoccupò, ma durò talmente poco che poi lasciai correre. Sentii la mia coinquilina tossire e confubolare qualcosa.
Annuii senza nemmeno ascoltarla.
Ero su di giri, con mille grilli per la testa.
"Che carino che è stato."
"Nah, si è comportato da bambino."
Sapeva che stavo mentendo, ne ero certo. Eppure non volevo che lei si mettesse a fare certe premonizioni strane, così divagai.
"La mangi o no quella mela?" Mi ricordai di avercela ancora in mano.
Mi avviai per prendere un morso, ma Hanji mi fermò.
"No, fermo! Prima gira il picciolo dicendo l'alfabeto, la lettera che uscirà fuori sarà la persona che ti sta pensando in questo momento."
"Che cazzata." Si comportava sempre come una bimba.
"Dai!"
Fu li, che feci qualcosa di molto stupido. Qualcosa che il Levi che ero riuscito a costruire non avrebbe mai fatto, un azione sconsiderata, fatta senza nemmeno pensarci.
Sarebbe stato l'inizio di qualcosa, forse. Comunque, avrei dovuto capire un po' di cose da lì.
Cominciai a girare il picciolo.
"A-B-C-D-E-E-E..."
Quest'ultimo si staccò.
"E." Dissi, melenso.
Hanji con gli occhi sbarrati, pieni di divertimento e soddisfazione.
Ma volle divertirsi ancora.
"E... Di... Elena?"
"Idiota, sarà E di Er-"
Non finii la frase mi ritrovai la rossa davanti alla faccia, come impazzita.
"E di..."
Sul mio volto pallido e scarnato, due macchie rosate si fecero strada.
"Eren."SPAZIO AUTRICE
HEI! Ciao gente, come va? Scusate, anche stavolta è passata una settimana, perdonatemi. Però quest'ultima è stata impegnativa per me, ma fortunatamente è andato tutto bene.
Piaciuto il capitolo? Che bello, non vedo l'ora succedano tante altre cose! (Se solo riuscissi a ricordarmene...coff coff... ultima_onda)
Bhe, detto questo. Allora io questa settimana sarò abbastanza assente perché ho parecchio da fare, cioè da venerdì sono in gita e Lunedì, Martedì e Mercoledì ho parecchie cose da sbrigare. Non so quando riuscirò a postare ma spero non troppo in là, giuro che ci provo comunque!
Grazie ragazzi che mi supportate ancora tanto, davvero. Non smetterò mai di ripeterlo!
Bhe, ci si vede al prossimo capitolo e grazie per essere arrivati fino a qua!❤
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Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)
FanfictionEren ha 17 anni e vive con i suoi genitori, è sereno e ogni giorno si vede con il suo gruppo di amici. Ha una vita normale, ordinaria e odia andare a scuola. Non sembra succedere mai nulla, fino a che nella sua vita torna qualcuno di inaspettato, un...