Eren's Pov
Rimasi fermo in silenzio per un momento.
Poi gli saltai addosso.
Nel senso, trovai leggermente inusuale trovarmi Levi davanti quando io ero nel Distretto di Stohess, non a Shingashina.
Ma provai comunque una stretta al cuore, in quel momento di solitudine avevo bisogno solo ed esclusivamente di lui.
Lo strinsi forte a me e sentii di essere al sicuro, a casa.
Lui ricambiò l'abbraccio e mi accarezzò i capelli in silenzio.
Sarei rimasto in quel modo per sempre, ma poi mi resi conto che qualcosa non quadrava e lentamente mi scostai da lui."Levi... cosa ci fai qui?" Lo guardai sospetto, con un sopracciglio inarcato.
"Perdonami, ho avuto un'idea folle. Ma preferirei parlartene in stanza e non qui in mezzo al corridoio." Mi guardò con lo sguardo di un bambino che ha appena finito la marmellata alla mamma, io ovviamente non seppi resistere.
"Non se ne parla, in camera ci sono Jean e Berthold.""Non la tua, la mia."
Mi prese la mano e mi trascinò al secondo piano, entrammo nella stanza 307."Okay. Hai preso una stanza nel mio albergo. Levi, tutto a posto? Potresti tipo spiega-"
Con un gesto della mano sbrigativo mi fece cenno di stare zitto, io corrucciato lo fissai."Fammi spiegare. La scorsa settimana a dire la verità ho studiato tutto il tempo, mentre questa era la settimana libera. Fin qui tutto normale. Ma dato che non ho resistito ho deciso di prendere una stanza nel tuo stesso albergo e di passare i momenti in cui non devi uscire per passarli con beh... me." Si fermò un'attimo per guardarmi, in ansia. Poi continuò.
"So che sono uno scemo, ma non ho resistito."
Nella mia mente cominciarono ad accavallarsi tra loro una serie di pensieri, di cui non riuscivo a capacitarmi.Prima di tutto, Levi, Levi Ackermann, aveva prenotato una stanza nell'albergo in cui io ero in gita solo per passare del tempo con me.
Secondo, mi fissava con un'aria colpevole che mai avrei pensato di vedere sul suo viso."Psicopatico."
Lui sprofondò ancora di più nella vergogna."Però è la cosa più tenera che tu abbia mai fatto per me, quindi ti perdono, psicopatico."
Mi avvicinai per dargli un pugno sul braccio, lui fece una smorfia di dolore.Dopo una serie di secondi in silenzio decidemmo che la cosa migliore da fare a quel punto era baciarsi, quindi ci baciammo.
Mi strinsi forte nelle sue braccia e tutte le parole orribili che erano uscite dalla bocca di mio padre e di Berthold vennero cancellate per il tempo che rimasi incollato alla faccia del corvino, l'unico luogo in cui mi sentivo al sicuro e felice.
Le sue labbra che premevano contro le mie mi fecero dimenticare di qualsiasi cosa dovessi ricordarmi."Perché stavi in quel modo?" La sua voce mi spiazzò un attimo.
"Quale modo?" Chiesi, quasi frastornato.
"Eri seduto a terra, con la testa tra le ginocchia." Nei suoi occhi intravidi una certa inquietudine, come se sapesse chi mi aveva ridotto in quello stato."Nulla di importante." Mentii.
"Eren, non provarci nemmeno." Capii che sarebbe stato inutile provare a mentire ancora.
"Berthold e le sue battutine idiote." Ammisi, guardandomi le stringhe delle scarpe, dondolando da un piede all'altro.
"Si può sapere che problemi ha quel tipo? Dio santo, è un ritardato."
Io mi strinsi nelle spalle e annuii.
"Già. Comunque senti, sono le tre e io ai quarantacinque devo partire per la mostra quindi per ora devo lasciarti, ma tu rimani qui, vero?"
I nostri occhi si incastrarono tra loro e sentii un brivido per tutta la schiena.
"E dove vuoi che vada?"Camminavo impettito vicino ad Armin, che blaterava da non so quanto, mentre io non lo stavo minimamente ad ascoltare.
Berthold era in fondo alla fila, con due ragazzi di un'altra classe e mi ignorava. Jean dopo l'accaduto mi raccontò di avermi cercato per una buona mezz'ora e che io ero sparito, inventai una scusa su due piedi e lui si accigliò un po'.
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Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)
FanfictionEren ha 17 anni e vive con i suoi genitori, è sereno e ogni giorno si vede con il suo gruppo di amici. Ha una vita normale, ordinaria e odia andare a scuola. Non sembra succedere mai nulla, fino a che nella sua vita torna qualcuno di inaspettato, un...