Cenere

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Eren's Pov

Le cose erano un gran casino.
E io non sapevo decidermi: ero felice o totalmente disperato?
La verità è che mi dondolavo tra le due opzioni, oscillando tra la disperazione e l'estrema gioia.
Levi mi aveva baciato due volte, due volte.
Ovviamente dentro stavo dando di matto, era tutto ciò che volevo.
Mai sarei riuscito a superare Levi, e l'ultimo periodo passato senza aver minimamente comunicato con lui mi aveva distrutto dentro.
Allo stesso tempo non avevo il diritto di farmi avanti, perché ero stato la causa di tutti i problemi, e in quanto tale dovevo rispettare la sua decisione di non volermi più nella sua vita.
E ora invece mi aveva dimostrato che forse anche lui mi voleva indietro.
Ma ero spaventato, terribilmente.
Ora che l'avevo ritrovato, perderlo di nuovo sarebbe stato il colpo di grazia, e in quel momento non avevo la certezza di nulla.

La mattina seguente mi svegliai inquieto, tra me e lui quella notte c'era stato solo quel bacio casto, e nient'altro.
Hanji era già in piedi e vestita, Levi era nel bagno.
Mi guardò pensierosa.
"'giorno."
Mugugnai una qualche risposta, poi mandai un messaggio a mia madre, che sarei tornato in mattinata, il prima possibile.
Levi uscì dal bagno splendente e io rimasi spiazzato e quasi imbarazzato dal suo arrivo, nonostante questo lui mi rivolse un cenno freddo.
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Forse si era pentito, e non avrei potuto biasimarlo.

Raccolti i pensieri negativi e le ansie che ni ingolfavano il cuore presi coraggio e mi cambiai, presi le poche cose che avevo con me e in meno di cinque minuti ero pronto per andarmene.

Hanji vide che ero sul punto di avviarmi alla porta e mi chiese se potessi rimanere almeno per la colazione.
"Ho già fatto preoccupare troppo mia madre e le ho anche mentito, è stata una serata un po'..."
Mi persi a cercare il termine adatto, e arrivò Levi in mio aiuto.
"Confusa." Affermò, serio.
Annuii.
Li salutai entrambi senza avvicinarmi e poi uscii.
Presi un respiro profondo, poi camminai verso l'uscita.

Levi's POV

Merda.
Era l'unica cosa che mi era potuta venire in mente dopo tutto quanto.
Ovvero che era un casino, e insomma, non c'era da stupirsene, quando mai non lo era stato?
Quello che provavo in quel preciso istante era una gran confusione, proprio come avevo suggerito a Eren.
Eren cazzo, Eren.
Sapevo che in fondo di lui non sarei riuscito a farne a meno, nonostante il tempo che era passato, nonostante ciò che aveva fatto, non mi sarei mai immaginato di dimenticarlo sul serio.
Non puoi spegnere e basta un sentimento, soprattutto non quando è così.
Quando avevo ricevuto la sua chiamato il cuore mi era saltato alla gola e mi si era ristretto lo stomaco senza che potessi respirare.
E infatti, per ben due volte avevo ceduto a lui. Prevedibile senza ombra di dubbio.
Ma come avrei potuto fermarmi?
Mi si era lacerato il cuore a non poterlo vedere, a non poterlo sentire.
E ritrovatomelo davanti non ero riuscito a resistere.
E le sue parole sussurrate nel letto, come avrei potuto resistergli?
Ero arrabbiato?
Non lo sapevo, forse l'avevo perdonato molto prima di potermene rendere conto, ma l'orgoglio non mi permetteva di dirlo a nessuno.
Sapevo che stava male, percepivo il suo dolore dal modo in cui mi guardava, come se fossi vicinissimo ma impossibile da toccare.
E lui non poteva vedere come lo guardavo, perché ero sempre stato bravo a coprirmi, perché sapevo come non far trasparire nulla, ma se solo avesse avuto il coraggio di guardarmi per bene, mi avrebbe visto crollare.

Ero steso sul letto e principalmente questi erano i pensieri che mi annebbiavano la mente, continuavo a chiedermi cosa avrei dovuto fare, o non fare.
Una voce familiare mi distrasse.

"Mi chiedo che cosa tu stia aspettando, esattamente."
Hanji mi guardò dall'alto in basso.
"Mh?" Chiesi distratto.
"Levi io ti ho sempre creduto uno dei ragazzi più intelligenti che abbia mai conosciuto, ma a volte mi sembri proprio lento."
Confuso le chiesi di spiegare.

"Puoi fare il finto tonto con chiunque ma non con me. Ti conosco come le mie tasche. E lo noterebbe chiunque con un po' di cervello.
Lo vuoi.
Ti vuole.
Che cazzo stai aspettando? Vuoi bruciare ancora tempo? Non lo odi, parla solo il tuo orgoglio."

"Lo so, ma non è così facile, non posso semplicemente mettere da parte tutto."

Rise.

"Perché? Mi chiedo se tu l'abbia guardato bene. Era sul punto di piangere ogni secondo, sembrava un bambino smarrito.
Ha sbagliato, ma cazzo è Eren. Mi dispiace, ma non troverai qualcuno che ti ama come lo fa lui Levi.
È una tua scelta, puoi decidere di sprecare ancora tempo, di invecchiare senza aver mai chiarito le cose con lui, di vivere una vita a metà. Brucia l'occasione e lascia che le ceneri svaniscano Levi, ma ricordati che sul letto di morte sentirai la puzza di bruciato.
Ti aspetta.
Non lasciare che l'orgoglio ti spezzi così, vai da lui.
Sii sincero. "

"Mi ama?"

Rise ancora.

Eren's POV

Dopo aver ricevuto una discreta ramanzina da mia madre tornai in camera, mi buttai sul letto e urlai sul cuscino.
Fissavo il soffitto e cercavo di assaporare nella mente la bocca di Levi, e mi era sembrato un sogno.
Se lo fosse stato?
Mi prese un dubbio tremendo.
Ero ubriaco, ancora risentivo i postumi, forse mi ero immaginato tutto, forse mi ero solo fatto un sogno particolarmente realistico.
Come potevo anche solo pensare che le cose sarebbero tornate normali?
Come potevo illudermi così facilmente?
Non sapevo cosa fare, se avessi dovuto fare qualcosa, o forse lasciare che la speranza scivolasse lentamente via.

Cercando di distrarmi chiamai Mikasa, a cui avevo scritto solo un veloce messaggio la sera prima.

"Eren, cazzo! Mi hai fatto preoccupare, come stai?"

La sua voce mi parve troppo squillante per essere il giorno dopo una festa.
Risposi, incuriosito da avvenimenti appena accaduti.

"Tutto a posto tranquilla, ma non parliamo di me, piuttosto... ho visto qualcosa accadere tra te e Facccia da Cavallo, o sbaglio?"

Potei percepire il suo imbarazzo dal telefono, un sommesso silenzio s'interpose tra noi per qualche momento.

"Cazzo. È stata una bella serata. Aaaah, Eren aiuto. Penso che oggi pomeriggio ci metteremo insieme. Mi ha chiesto di uscire, che roba assurda."

Scoppiai a ridere, incredulo, ma felice, in fondo se lo meritavano.
"Chi l'avrebbe mai detto. Sono contenta Mikasa, davvero un sacco."

Chiudemmo la chiamata tra risate e congragulazioni, e poco dopo realizzai una cosa.
Il ragazzo della festa.
Il tipo che mi aveva mandato in tilt, e che forse era la prova vivente di quanto amassi Levi.
Ormai era palese, era così da sempre.
Era amore il mio, ed era forte, lo era sempre stato, ma me ne ero reso conto così tardi.
Venni sopraffatto dall'idea di non avere via di scampo.
E se fossi rimasto così, per sempre?
Se fossi rimasto incastrato in questo amore non condiviso per il resto della mia vita?
Avrei dovuto trovare un modo, forse bruciarlo, dimenticarsene.
Ma suonava così incredibilmente sbagliato, e mi ci venne da piangere.
Cosa si fa quando si brucia l'amore?
La cenere dove va?

Forse non sarei mai riuscito a liberarmene, perché forse era l'ultima cosa che desideravo fare.
Perché la cenere sarebbe rimasta come polvere, sui comodini, nei vestiti, sui muri.
E spazzando sarebbe tornata.
Ogni volta.


Il campanello suonò, sentii mia madre aprire la porta.
Mi avvicinai alle scale per vedere chi fosse.

"Ciao Carla è da un po' che non ci vediamo." 

Bum, bum, bum.

"Ho sempre saputo saresti tornato, mi chiedevo quanto ancora ci avresti messo."

Bum, bum, bum.

SPAZIO AUTRICE

Come sempre era da troppo che non tornavo, mi ci è voluto tempo per capire che questa storia sta per giungere al termine, anche se duole dirlo.
Sto preparando cose molto belle e qualche sorpresa.
Come va la quarantena ragazzi?
Io sono abbastanza depressa, ma grazie a Dio sono riuscita a trovare la forza di scrivere.
A presto con un nuovo capitolo miei cari💓

(grazie per i commenti e i voti come sempre, luv ya.)

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora