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Eren's Pov

Prima di entrare in casa presi un respiro profondo e mi rilassai.
Sentivo il sangue pulsarmi nelle vene e avevo il batticuore, l'ansia mi stava divorando lo stomaco.
Aspettai qualche secondo e alla fine mi decisi ad aprire la porta.
Appena entrato vidi mia madre seduta su una sedia in cucina, accanto al tavolo. Inizialmente non la guardai bene, ma feci qualche passo in avanti aspettando che cominciasse ad urlare. Poco dopo invece, mi resi conto di non star sentendo assolutamente nulla.
Alzai lo sguardo e lo posai sul suo, piangeva.
Aveva un fazzoletto al naso e gli occhi rossi, respirava piano, come se stesse cercando di non farsi sentire.
Mi spaventai e le andai subito vicino.
"Mamma, che cosa è successo?"
La mia voce era mortificata e rotta dalla commozione, ero terrorizzato all'idea di essere stato io a ridurla in quel modo.

"Oh bene! Quindi ti ripresenti a casa dopo due ore emmezzo da quando sei tornato, scopro che sei chiamato dal preside e che hai litigato con tuo padre? Molto fiera di te!" La sua non era una voce stridula, solo molto seria, e molto arrabbiata.

Io strinsi i pugni e mi morsi la lingua.
"Mi dispiace, lo so che è colpa mia. Solo una cosa di cui non mi pento, aver litigato con papà. Di quello proprio non mi pento."

"Perché mi state facendo questo!?"

Il mio cuore si crepò da qualche parte.

"Io non volevo farti soffrire va bene!? Non l'ho mai voluto! Ma lui... lui e il suo solito atteggiamento da superiore, lui è tutto e gli altri non valgono niente, compresa te. Questo non glielo permetterò mai. Mi dispiace."

Lei rimase in silenzio per qualche secondo, poi passò sopra le mie parole.
"Dove sei stato tutto questo tempo? Perché non sei tornato a casa?" Si sedette di nuovo e io sfinito feci lo stesso.

"Mi hanno beccato con Levi, alla gita. È stato Berthold a tradirci. Fatto sta che il preside mi ha chiamato in presidenza, hanno scoperto di me e Levi, l'hanno detto a Grisha, mi sono incazzato, ci siamo baciati, fine."

Lei sospirò e si passò una mano davanti al viso.
Mi guardò a lungo, meditando su come rispondermi.
Riuscii quasi a vedere gli ingranaggi nel suo cervello muoversi per cercare di trovare la risposta più adeguata, ma non ce ne fu bisogno.
Entrò mio padre, all'improvviso, non avevo idea di dove fosse stato prima e di cosa avessero parlato lui e mia madre, ma sicuramente lui aveva dato la sua versione, che non assomigliava alla mia.

"Ah, bene. Tuo figlio è frocio, lo sapevi Carla? Tu lo sapevi?"
Cominciò ad urlare senza neanche aver chiuso la porta di casa, attaccò mia madre con tutta la rabbia che poteva utilizzare. Per un attimo stessi per rispondergli a tono, ma Carla mi fermò con una mano.

"Primo: datti una calmata. Secondo: non ti permettere di dire una cosa simile di nostro figlio, chiaro? Lui è Eren, non il suo orientamento sessuale. Se non lo riesci ad accettare vuol dire che non hai mai amato tuo figlio!" Si era alzata in piedi e aveva gli occhi iniettati di sangue.

"È un cazzo di figlio anormale, come posso amarlo!?"

Per l'ennesima volta, un pezzo della mia anima se ne andò a farsi fottere.

"Inoltre la devi smettere di crescerlo come un bambino che ha bisogno della protezione della mamma, non diventerà mai un uomo così, solo un'inutile femminuccia."

Silenzio, per quel che potevo immaginare, Grisha per mia madre era appena morto. Anche per me.

"Tu, brutto insulso maschilista, omofobo e chi più ne ha più ne metta! Ho cresciuto mio figlio praticamente da sola e l'ho cresciuto insegnandogli a proteggersi dalle persone come te! Lui ti ha tenuto sempre testa alta e sei stato sempre tu a perdere le battaglie! Sappi che la femminuccia in questione è la femminuccia più cazzuta del mondo, chiaro?"

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora