Eren's Pov
Volevo morire.
No, forse avrei voluto sotterrarmi e poi morire.
O forse morire sotterrandomi.
Non lo sapevo nemmeno io, solamente mi sentivo uno schifo.
E se le lezioni scolastiche non mi piacevano affatto di solito, quella mattina stavo per impazzire.
Guardavo le bocche dei miei professori muoversi, senza che però ne uscisse qualcosa di senso compiuto.
Armin mi aveva ripetutamente chiesto cosa avessi, ma io in malo modo l'avevo tranquillizzato, non era successo nulla.
In realtà, sapevo benissimo cosa non andava.
Ci stavo anche incredibilmente male, non sapevo cosa fare.
Me n'ero andato, lasciando la situazione sospesa. Levi non aveva sicuramente capito cosa fosse successo, glielo avrebbe spiegato Hanji e io sarei passato per un cretino.
Un emerito idiota.
L'ora di Storia finì, grazie al cielo.
Solo che neanche dieci minuti dopo, il professore di educazione fisica entrò, saccente.
Io quel giorno non avevo minimamente intenzione di fare motoria, ma non potendo usare la scusa del ciclo, per ovvi motivi, inventai un dolore al polpaccio.
Al prof, che mi odiava, non poté fregare di meno e mi lasciò stare seduto.
Sulla panchina della palestra guardavo i miei compagni giocare, tutti presi. Reiner era il più forte sicuramente, mentre Armin quello che se la cavava peggio. Ogni tanto quest'ultimo si girava verso di me, cercando conforto, io gli sorridevo incoraggiandolo.
Ad un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, mi distrasse dalla partita.
La persona si sedette accanto a me, silenziosa.
Guardai Mikasa, serio.
Lei fece qualche smorfia impercettibile, ignorandomi.
"Ehi." Dissi.
L'aria si poteva tagliare con un coltello, dalla tensione che ci girava intorno.
"Ciao." Mi guardò sorridendo e un po' rossa, fingendosi interessata all'attività dei nostri amici.
"È da un po' che non parliamo." Era vero. Probabilmente erano passati quasi due mesi, in ogni caso, troppo tempo. Quel giorno mi misi in testa che avrei risolto tutto con Mikasa, almeno lì avrei ottenuto qualcosa.
Mi girai verso di lei, sconsolato.
"Mikasa."
Lei volse il suo sguardo a me, indecisa su cosa dire.
"Torniamo ad essere amici, ti prego.
Mi manchi. Non devi sentirti in imbarazzo con me, mi dispiace. Ma ho bisogno della tua amicizia. Anche se non posso dirti ciò che vorresti sentirti dire, io ti voglio bene. Se te la senti, a me piacerebbe tornare ciò che eravamo prima."
Lei mi fissò dritta negli occhi, io speravo in una sua risposta positiva.
"Scusa Eren, sono stata una stupida. Ma ora ho accettato e messo da parte i miei sentimenti e sono felice. Certo che voglio essere tua amica, di nuovo come prima." Le sue parole mi resero contento.
Mi sentii libero, per un secondo. La pesantezza di quel giorno svanì, per pochi e bellissimi attimi.
"Grazie." Sorrise.
Era stato talmente tanto semplice che mi detti del cretino a non averlo fatto prima.Levi's Pov
Il giorno prima."Hanji?" Lei mi guardò seria, seduta sulla sedia a gambe incrociate.
"Te l'ho detto, ha avuto un attacco di gelosia."
Io ignorai le sue parole e sospirai, ma perché Eren aveva fatto quella scenata?
Con quale senso logico?
Di certo però, non accettai di buon grado l'opinione di Hanji, che insisteva giustificando il tutto come uno scatto di gelosia da parte di Eren.
Geloso di che, insomma?
"Devo parlargli, assolutamente. Devo spiegargli che si sbaglia riguardo al tuo conto."
LaPazzoide sorrise, scuotendo la testa.
"Che c'è?" Chiesi, annoiato.
"C'è che sei cieco Levi. Un giorno sono sicura che capirai."
"Piantala di rompere."
La liquidai, agitando la mano.
A quel punto mi misi a rimuginare su cosa fare e decisi di far passare quella giornata senza parlare ad Eren, l'avrei fatto il giorno dopo.
Avrei fatto parlare loro due, la situazione si sarebbe chiarita.
Nel silenzio della stanza guardai il carrello. Cristo, se Hanji avesse avuto ragione?
Sospirai, mi tremarono le mani.
Il giorno seguente, dopo scuola, sarei andato a prendere quel ragazzo problematico e gli avrei spiegato.Così, la mattina, quando le lezioni ormai erano terminate, andai a prenderlo.
Carla l'avevo già avvertita e lei era sembrata più che d'accordo.
"Eren!" Urlai quando lo vidi uscire in fretta dalla scuola.
Aveva il cappuccio della felpa tirato sù e guardava il cellulare distratto.
Mi vide, ma non si mosse. Sembrò vacillare, gli occhi lucidi.
Mi guardò, in ansia. Indeciso su cosa fare, non rispose e rimase fermo.
"Eren." Lo guardai, avvicinandomi.
"Oggi vieni a pranzo da me e no non provare a rifiutare ho già parlato con tua madre."
"Levi, ti prego, che qua mi tremano le mani.
Ti prego, non posso tornare lì, a casa tua."
Lo guardai in silenzio.
"Ma sta' zitto, va'."
Lo presi per un braccio e lo portai via. Tutto il tragitto lo facemmo in silenzio.
Sospesi, lui che ogni tanto provava a dire qualcosa, senza mai riuscirci davvero.
Prima di entrare nella porta, lui riuscì però a parlare.
"Hanji mi ha detto di non mettere più piede qui."
La voce mi sembrò tremante.
"Hanji parla sempre un sacco."
Aprii la porta e vidi il tavolo apparecchiato, invitai Eren a farsi avanti.
Lui incerto camminò, la rossa era ferma seduta su una sedia.
"Ehm ehm." Tossii per attirare la sua attenzione.
"Oh, ciao ragazzi." Ci salutò, sistemandosi gli occhiali. Il pranzo era già servito.Eren's Pov
Mi sudavano le mani.
Hanji invece mostrava la più assoluta tranquillità, come se non fosse successo nulla tra noi.
Mi avviccinai guardandomi le scarpe, come un bambino che é stato appena sgridato dalla mamma.
"Scusa." Sussurrai, insicuro.
Lei mi guardò, sincera.
"Sei proprio un tonto."
"Io... non avrei dovuto dirti quelle cose."
Levi si intromise.
"So che non sei ancora del tutto convinto, ma dammi la possibilità di spiegare."
Ci sedemmo tutti e tre.
Il corvino prese un bel respiro.
"Io e Hanji è vero che siamo stati insieme, ma in realtà eravamo tutto meno che fidanzati. Siamo sempre stati solo migliori amici, la nostra relazione è stata praticamente una 'copertura'. Entrambi avevamo pensato che fosse il modo migliore, mentre in realtà i nostri cuori andavano in due strade diverse. Ora, tra noi non c'è davvero assolutamente niente. Ma per me Hanji è una sorella e non voglio che tu la veda così di malocchio. È una persona a posto, io penso tu l'abbia già notato. Ti prego di provare a mettere da parte i tuoi dubbi, non è una troia."
Le ultime parole mi fecero sprofondare nella vergogna, ma non dissi nulla.
"Eren, prima che tu ti scusi ulteriormente, tranquillo. Io non ce l'ho con te, ora. Capisco che visto dagli occhi di qualcun altro sarebbe potuta sembrare una cosa strana, ma è come ha detto Levi. Ti fidi?"
"Certo, mi dispiace."
Lei sorrise.
"Comunque, io penso che anche tu, Hanji, abbia avuto le tue colpe. Insomma, non sei stata molto brava a gestire la situazione e sei anche più grande. Quindi alla fine avete ragione un po' tutti e due. E anche torto."
Levi ci guardò divertito.
Sì, divertito.
"Eh eh, mi spiace piccola pazza."
La chiamavo così e mi sentii di nuovo autorizzato a ridarle questo nomignolo, non sembrava avercela con me.
"Cooosa? Ma io..."
Smise di parlare e i suoi occhi si illuminarono. Ad Hanji era venuta un'idea, sicuramente. Stava meccanizzando un piano, qualcosa di psicopatico, a lei facevano impazzire quelle cose. Ma non fui abbastanza sveglio da rendermene conto.
"Allora facciamo così..."
Levi salì sull'attenti.
"Che vuoi fare Hanji?"
"Eren, io e te faremo una gara di sguardi. Il primo che ride perde, se vinco io posso costringerti a farti a fare una cosa che voglio io, sennò il contrario. Almeno pareggiamo i conti."
Io mi misi a ridere.
"Sei proprio strana."Hanji vinse.
Come potevi evitare di ridere davanti ai suoi occhi?
L'unica cosa fu che ciò che lei aveva in serbo per me non era una cavolata.
Non per me.
Io lo sapevo che non dovevo fidarmi.SPAZIO AUTRICE
Stavolta l'ho fatto lungo eh...
Bene, ciao ragazzi! Sono davvero contenta oggi, perché finalmente questo capitolo 17 l'ho finito e il prossimo sarà davvero "particolare".
Siamo anche quasi arrivati a 800 views, cioè vi rendete conto!? Mi rendete troppo felice.
Ma state tranquilli, che non vi deluderò.
Spero che come sempre abbiate gradito la lettura e... Preparatevi.
Ci vediamo più presto possibile, grazie mille.❤
(ultima_onda grazie, per il tuo aiuto indispensabile.)
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Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)
FanfictionEren ha 17 anni e vive con i suoi genitori, è sereno e ogni giorno si vede con il suo gruppo di amici. Ha una vita normale, ordinaria e odia andare a scuola. Non sembra succedere mai nulla, fino a che nella sua vita torna qualcuno di inaspettato, un...