Ritorno a casa

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Eren's Pov

Levi piangeva.
Io mi spaventai inizialmente e con lo sguardo preoccupato mi avvicinai.
"Lev, che cos'ha-"
Mi starnutì in faccia.

"Scusa scusa! Ma sto morendo con questa malattia di merda oh, sei un idiota che mi hai anche baciato."
Lo guardai sprezzante e alzai gli occhi al cielo.
"Parli come se ti fosse dispiaciuto."
"C'era tuo padre."
"Appunto."
Sbuffò e si soffiò il naso.
Eravamo seduti su una panchina, in mezzo a un parco poco distante dalla scuola.
C'era bel tempo dopo tutto, un sole quasi caldo. Levi era steso con la schiena leggermente incarcata ed era appoggiato con la testa all'indietro, aveva gli occhi chiusi e prendeva grossi respiri, il naso rosso.
Lo guardai a lungo senza dire nulla e avrei avuto una gran voglia di baciarlo, se non fosse stato per la sua malattia.

"Non puoi guidare tu per tornare a casa."
Lui mugugnò una qualsasi risposta.
"Aspetta un attimo."
Mi alzai e feci qualche passo lontano dalla panchina, per poi chiamare Hanji.

"Erenino!" e un sacco di altre O.
"Ciao, Han'. Senti, Levi non sta bene quindi a guidare non ce la fa. Tu ce la fai a prendere un autobus e a venire qui?"
"Qui dove? Che ha?" Mi chiese, con una parvenza di serietà.
"Febbre credo, malanni vari. Siamo al parco vicino il mio liceo. Puoi?"
Ci pensò un attimo e poi rispose.
"D'accordo, tra tutto dovrei arrivare tra una mezz'ora, se non perdo il pullman, voi avviatevi verso la fermata."

Tornai dal malato, che era ancora fermo sotto al sole, come una lucertola. I capelli neri e morbidi gli accarezzavano la fronte, a incornacirgli il viso che era pallido come una statua di marmo.
Mi sedetti accanto a lui e gli presi una mano, lui non disse nulla ma tremò leggermente al tocco.
Intrecciai le mie dita tra le sue e mi resi conto di quanto quel ragazzo mi stesse facendo perdere la testa. Avevo paura di tante cose, ma allo stesso tempo ero così immensamente felice. Perché Levi aveva scelto me, solo me. E nessuno me lo avrebbe portato via, perché sì, mi ero innamorato e ne avevo paura ancor prima di realizzarlo.
"Chi hai chiamato?" Con un filo di voce il corvino mi parlò.
"Hanji, ci viene a prendere. Tra un po' avviamoci alla fermata, okay?"
"Sì, okay." Le sue parole sembravano nascondere qualcosa, ma le tagliò e basta.
"Sai Levi... io credo..." tentennai, per un secondo pensai di dirglielo. Poi il rospo mi morì in gola.
"... credo che stare al sole non ti faccia troppo bene."
Sbuffò e io mi morsi la lingua.

Raggiungemmo la fermata dell'autobus con lentezza, io ero spaventato all'idea di vedermi Levi svenire da un momento all'altro, quindi lo feci appoggiare su di me con tutto il peso.
Quando Hanji arrivò era un po' affannata e fiacca, ci squadrò con un sopracciglio alzato e cominciò a camminare verso la macchina, che era a pochi metri di distanza.
Io e il peso morto che avevo accollato cominciammo a seguirla in silenzio, per un po' nessuno disse niente.
"Insomma, una gita interessante, mh?"
Non risposi.
"Vuoi raccontarmi cosa è successo?" Insistette lei.
Le raccontai a grandi linee l'accaduto e la sospensione, aspettando che si arrabbiasse per la cavolata.
"Certo che siete proprio due scemi." e non aggiunse altro.

Hanji's Pov

Eren se n'era andato, mentre io avevo caricato in macchina quella sottospecie di ameba malata.
Lui era spaventosamente pallido e scottava come una pentola levata dal fuoco, il respiro affannoso e le mani tremanti.
In macchina provai a parlarci, ma non ottenni grandi risposte, a parte qualche lamento.
Decisi di lasciar perdere, per il momento.

Arrivati a casa infilai il mio coinquilino sotto un numero considerevole di coperte e lo riempii di pezze bagnate dappertutto, onde evitare di vederlo morto.
Eren mi chiamò poco dopo, con la voce leggermente sconsolata.
"Che hai? È da prima che ho notato qualcosa di strano."
Lui sospirò.
"Nulla di che, devo solo tornare a casa e c'è mio padre e insomma... tipo tre ore fa ho baciato davanti ai suoi occhi Levi, non so quanto la cosa possa concludersi piacevolmente. Inoltre mia madre sarà abbastanza arrabbiata dato che sono praticamente sparito nelle ultime ore."
Ascoltai in silenzio, ragionando su quei due ragazzi che avevano incasinato così tanto le loro vite negli ultimi mesi. Levi aveva fatto veramente l'improbabile per Eren. Io avevo sempre imparato a conoscerlo come una persona distaccata, fredda, nevrotica. Aveva sempre avuto il terrore dei rapporti umani, l'incredibile ripugnanza per gli esseri viventi.
Eppure, da quando era subentrato Eren, con i suoi capelli scompigliati, gli occhi verdi splendenti e un sacco di indecisioni, il muro di Levi era stato distrutto, mattone per mattone.
Io ero felice, ero felice perché finalmente qualcosa aveva smosso le nostre vite.

Chiusi la telefonata con Eren, sperando che le cose in qualche modo si sarebbero potuto mettere a posto, tra lui e quell'idiota di suo padre, che non che faceva altro che renderlo infelice.
Alla fine spensi le luci e feci addormentare Levi, raccontandogli cosa mi aveva detto Eren al telefono.
Annuì e si addormentò.

Mi stesi sul letto e cominciai a rimuginare sulla situazione di Eren e di come aiutarlo, mi faceva pena vederlo così tanto animarsi per poi avere spesso delle grandi e tristi delusioni.
Levi lo faceva stare bene, ma non sempre quest'ultimo era in grado di capire bene ciò che lo circondava, insomma, l'anima fredda del corvino rimaneva.
Decisi nel letto e presa da uno scatto improvviso messaggiai ad Eren chiedendogli di poterlo vedere due giorni dopo a pranzo, solo noi due, per parlare come fanno due amici.
In quel caso mi sentii incredibilmente geniale e pensai a come avrei potuto rendere tutti più felici.
In seguito, me ne sarei pentita.
Mi sarei maledetta e avrei maledettto entrambi quegli idioti. Eccome se me ne sarei pentita.

SPAZIO AUTRICE

IO SONO QUI, QUI, QUI!
HI PIPOLS!
Non avete idea di quanto mi mancava dirlo, ommiodio è troppo strano.
So perfettamente che sono passati due lunghissimi mesi e che il contenuto di questo capitolo è a dir poco scarno, so anche che avevo promesso una nuova costanza nel postare capitoli, ma qualcosa è andato storto.
Purtroppo questo passato e presente periodo non è molto semplice, diciamo che sto vivendo un momento un po' complesso e così la voglia di scrivere è calata poco a poco.
Davvero avrei voluto rimettermi in carreggiata, ma non ci sono riuscita.
Ora, sono qui, non voglio andarmene.
Amo troppo questa storia, voi e la mia bellissima ship.
So bene cosa fare e la voglia mi è cominciata a tornare.
Il blocco dello scrittore è una cosa alquanto simile.
Comunque, questo capitolo non mi piace, ma ho davvero bisogno di ributtarmi per poi tornare con cose nuove.
Sono qui per dirvi che ci sono e voglio solo migliorare, buon 2019!💟
(ultima_onda mi ha pregato ogni giorno di ripubblicare, ringraziate sopratutto lei)

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora