Eren's Pov
"Ciao..." La frase che stava per dire mia madre rimase in sospeso.
Vide entrare me e mio padre furiosi in cucina.
"Cosa è successo...?" Chiese, a bassa voce.
Io non risposi e andai direttamente in camera sbattendo la porta.
Mi sentivo rinato, in qualche modo. Anche se quel senso di oppressione mi stringeva il cuore di continuo, senza mai smettere di pulsare.
Presi un bel respiro e in seguito uscii subito dalla stanza.
"Io non voglio più tutto questo."
Guardai mia madre negli occhi.
Lei sembrava pronta da prima a parlare e così fece, che gran donna.
"Perfetto, ora sei arrivato. Bene, ho delle comunicazioni da fare. Per te, Grisha."
Lo guardò forte, senza paura. Amai mia madre alla follia.
"Io sono stanca di questa situazione. Eren non può vivere così, chiaro? Non mi frega assolutamente niente se te non vuoi che veda Levi, lui è suo amico e sta a lui a decidere se passarci del tempo o meno."
"È anche mio figlio, devo avere l'opportunità di educarlo."
"Questo NON è educare un figlio! Questo è obbligare una persona a vivere costretta tra gli inferi della sua stessa casa, non so te ma io non voglio che Eren mi veda come un mostro. È un ragazzo bravo e merita molto di più. Quindi, ascoltami attentamente, o si fa quello che dico io o ti faccio sloggiare da questa casa!"
Non l'avevo mai vista così prima d'ora, era bellissima.
Era forte, non me ne ero mai reso conto forse. Ma lei era davvero il capo in quella casa, lei se ne stava nascosta è vero, ma se voleva sapeva mostrarsi per la sua vera natura.
Una donna, la più forte che conoscessi tra tutte.
Mio padre ascoltò in silenzio.
"Bene." Annunciò mia madre, poi mi sorrise.
Io ricambiai.Uscii di casa saltando un piede all'altro e raggiunsi il parco.
Non mi sembrava di vivere per davvero da un'infinità di tempo.
Mi sedetti su un'altalena e cominciai a dondolarmi in silenzio, ad occhi chiusi.
Le mie mani sfioravano le catene su cui ero aggrappato e il freddo del materiale mi fece sentire bene, ero come un bambino che riscopriva il mondo.
Mi rattristai pensando che ci sono persone che vivono intere vita rinchiusi dentro una prigione, senza alcuna possibilità di sfuggire.
Doveva essere una terribile sensazione, non poter vivere.
"Eren!" Una voce squillante mi allarmò, rischiando di farmi cadere.
"Armin?" Lo guardai, era effettivamente un po' che non parlavamo. A scuola i rapporti con i miei compagni di classe si erano un po' allentati, per così dire.
Forse era stata più colpa mia che loro, ma non volevo ammetterlo.
"Tuo padre ha annullato la punizione? Grande!" Nessuno di loro sapeva il motivo e il cosa fosse successo tra me e mio padre. Non avevo voluto dirglielo, preferivo così.
"Sì, per fortuna..." Gli sorrisi, alla fine non potevo prendermela con lui. Non poteva sapere come mi sentivo e come mi era sentito, anzi, io stesso mi vidi come un pessimo migliore amico.
I migliori amici si dicono tutto.
"Che bello, è fantastico. Giusto in tempo per la festa di Reiner!" Si sedette sull'altalena che era accanto a me, guardandomi allegro.
"Quale festa?" Non ne sapevo nulla, poi ricordai che effettivamente il compleanno di Reiner sarebbe stato a breve.
"Ha fatto un gruppo un po' di giorni fa, ma non ti ci ha messo perché a casa non ti facevano usare il cellulare. Comunque sì, organizza una festa a sua casa in campagna. Te la ricordi, no? Quella in cui siamo andati due capodanni fa."
Partiamo sabato mattina alle 9 e torniamo domenica pomeriggio. Vengono anche gli universitari."
Ci sarei andato, sicuramente.
Dopo che però Armin mi diede quella notizia, un profondo silenzio si intromise tra noi.
Non sapevo cosa dirgli, mi sembrava anche lui di non vederlo da una vita.
"Mi dispiace essere stato un po'... distante, in questi giorni." Dissi io, giusto per spezzare il clima terribilmente imbarazzante.
"No, non ti devi preoccupare. Io ti capisco, anzi, ho anche qualcosa di nuovo da raccontarti."
Attesi, curioso.
"Riguarda Sasha e Connie."
"Oh mamma mia, non dirmi che si sono lasciati?" Terrorizzato glielo chiesi, se ero riuscito a perdermi una cosa del genere era un disastro.
"No, no... Anzi." Il suo sguardo benevolo si trasformò in qualcosa di sospeso nell'aria, come se stesse cercando di non farmi capire.
"Spiegati, Armin." La curiosità faceva largo dentro di me.
"Forse è successo qualcosa in più, diciamo."
"Hanno fatto sesso?"
"Cristo Eren, hai la delicatezza di un mammut."
Io spalancai la bocca, sconvolto. Un immagime terribile si presentò davanti ai miei occhi, Sasha e Connie erano sempre stati così innocenti che immaginarli fare qualcosa del genere era assurdo.
"Oddio mio, scherzi?"
"Non è sicuro, ma c'è una probabilità, ecco."
Lui alzò le spalle, poi aggiunse:
"Il momento prima o poi arriva per tutti."
Io lo guardai per qualche secondo in silenzio, poi scoppiai a ridere.
"Tra te e me non so chi sta messo peggio."
Lui sbuffò.
"Ma sta' zitto va'! Io sto aspettando solo quella giusta, credo."
"Credi? Che sia un ragazzo giusto? Guarda che non ti giudico."
E nella mia testa dissi un "saremmo in due". Sconvolto da me stesso rigettai quel pensiero, vergognandomi un po'.
"No, non è un 'giusto' Eren, è che forse... Qualcuno ho trovato."
Rispalancai la bocca.
"O mio odio, chi è lei?"
"Non viene a scuola con noi."
"Nome, cognome, indirizzo, altezza, luogo di nascista, allergie varie, malattie avuta da piccola..."
"Eren. Te ne parlerò più avanti, ora corro che devo studiare, a presto eh."
"Armin, no!"
Lui scappò via, lasciandomi a bocca asciutta.Entrai in casa, ancora saltellando da un piede all'altro.
Il rumore della porta stridette per tutta casa facendo sobbalzare i miei genitori.
Mio padre era seduto in cucina e stava al computer, mi squadrò furtivamente, come per capire cosa fossi andato a fare e chi avessi incontrato."Hei mamma!"
Salutai solo lei ovviamente, non c'era nessun altro che mi intetessava in quella casa.
Le spiegai ciò che mi aveva detto Armin, ma per questioni di sicurezza omettei il fatto che Levi sarebbe venuto insieme a noi, anche se lo lasciai intendere.
"D'accordo, ti lascio andare. Ma uno, devi avvantaggiare compiti e robe varie e due, non fare cavolate con i tuoi amici."
"Non preoccuparti."
Oh santa donna, se avesse saputo cosa in realtà sarebbe successo in seguito...
Comunque presi il mio telefono e scrissi a Reiner felice, dicendogli che sarei venuto anch'io, e che non vedevo l'ora.
Mi chiesi se Levi sapesse che ci sarei andato pure io, mi chiesi anche perché ci stessi pensando.SPAZIO AUTRICE
LA DOMENICA FA ESTREMAMENTE SCHIFO, AW.
No seriamente, che palle. Oggi non è proprio uma bella giornata dato che è da ieri sera che sto morendo di mal di pancia e mi voglio strangolare con una tenda.
Detto ciò, ben tornati to the capitolooo. Questo è un po' come dire... A caso?
Nel senso, ha un senso, ma è un po' noioso, secondo me. Spero solo che sia piaciuto, è anche più corto rispetto ad altri...
Scusatemi, i prossimi andranno molto molto MOLTO meglio, sbaglio ultima_onda?
E oggi, dato che non ho nulla da interessante da dire se non "la vita schifo, uccidetemi" vi saluto.
Ringraziandovi ancora per le 1000 views, vi voglio bene.❤
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Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)
FanfictionEren ha 17 anni e vive con i suoi genitori, è sereno e ogni giorno si vede con il suo gruppo di amici. Ha una vita normale, ordinaria e odia andare a scuola. Non sembra succedere mai nulla, fino a che nella sua vita torna qualcuno di inaspettato, un...