Il latte era in offerta

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A volte, ci sentiamo incredibilmente grandi.
Ci sentiamo forti e indistruttibili, come se il mondo non potesse mai ferirci.
Altre volte invece, sembra quasi che quest'ultimo voglia vedere fino a quanto resistiamo. Sembra quasi che tu sia impotente, che non puoi riuscire a cambiare nulla di ciò che ti circonda.
Quella mattina, io mi sentivo come nel secondo caso, ovviamente.
Non per qualche motivo preciso, non perché avessi un reale cruccio per cui disperarmi, o almeno era quello che io credevo, ma semplicemente perché mi sentivo così.
Inoltre, il grigiore mattutino non fece altro che peggiorare questa mia sensazione, che mi pervadeva dalla testa ai piedi.
Scesi le scale per arrivare in cucina, dove incrociai mio padre che, per qualche strano motivo, ancora era a casa.
Mi guardò indifferente e io non me ne feci un peso.
"Ho saputo da tua madre che hai preso 8 in Fisica."
"8- ." Precisai.
Lui storse il naso, contrariato, come il suo solito. Poi si lamentò perché non gli avevo detto nulla.
Mentre svogliatamente mangiavo i cereali che mia madre mi aveva lasciato sul tavolo della cucina, gli risposi che mi ero scordato.
"Allora le ripetizioni di Levi funzionano." Si sforzò, pensai.
"Certo."
Mi alzai sbadigliando e lo salutai distrattatamente, mentre uscivo dall'ingresso di casa.
Preso l'autobus, mi accorsi che Armin non c'era, immaginai che stesse male, ma mi sentii solo.
Seduto in quella specie di macchina gigante, che prendevo ormai da anni, a fissare le cose che mi scorrevano accanto veloci.
Perso tra i miei pensieri, non mi accorsi che mi era arrivato un messaggio da Connie.
Mi chiedeva se avessi fatto Latino.
...
...
Cazzo.

Tutti i miei complessi mentali svanirono e io cominciai ad aprire lo zaino di corsa.
Come ero riuscito a dimenticarmene? Inoltre quel giorno avevo Latino alla prima ora e quindi di copiare non se ne parlava.
La disperazione, il terrore.
Solo per quella materia ne ho provato così tanto.
"Merda, merda, merda."
Aprii il diario cercando i compiti e quando arrivai al 24 Gennaio, data di quel giorno, quasi svenni.
La pagina era piena zeppa di scritte, tutte che riguardavano gli esercizi che avrei dovuto fare.
Avrei dovuto, ribadisco.
Allora, per la prima volta in vita mia, decisi di saltare la scuola.
Non potevo rischiare così tanto la mia incolumità, insomma, già a Latino facevo schifo, figuriamoci se mi andavo a suicidare in quel modo.
No, presi la mia decisione.
Avrei fatto salina per la prima volta in vita mia.
Così, presi una decisione su due piedi e decisi di non fermarmi alla solita stazione, ma continuai fino al convitto delle Università.
Scrissi a Connie che stavo male, scusandomi. Lui disperato, lasciò perdere.
Preso dai sensi di colpa, volli andare a casa di Levi. Anche se poteva non esserci, volevo andare lì.
Anche perché era l'unico posto in cui non sarei potuto essere scoperto, o almeno ci speravo.
Così, arrivato alla fermata, scesi.
Velocemente mi incamminai verso la stanza del mio amico e bussai.
Ad aprire la porta però, non fu Levi, bensì Hanji.
La vidi in pigiama, mezza sconclusionata.
"Eren?" Chiese, stropicciando gli occhi sotto le lenti.
"Oh... Ciao Hanji, senti, ti dispiace se entro?"
Lei non disse nulla e mi lasciò avanzare, in un angolo intravidi il carrello e sorrisi.
Poi mi voltai nuovamente verso LaPazzoide, che aveva chiuso la porta.
Mi sentii però a disagio davanti a lei, stranamente.
Solitamente noi due ci divertivamo, ma in quel caso mi ritrovai a fissarla quasi con disgusto. Pensai che fosse strano, sbagliato, che lei stesse lì. Insomma, viveva seriamente con il suo ex?
Ma chi mai farebbe una cosa del genere?
Tutto ciò che il giorno prima mi aveva detto Levi mi tornò sù violentemente, mentre mi si scaldavano le mani.
"Levi non c'è, è uscito per comprare il latte, dovrebbe tornare tra un po'."
"Il latte?" Non so nemmeno oggi perché feci quella domanda.
"Sì, il latte. È finito."
Mi guardò stranita, poi però sorrise.
"Mi chiedo perché tu sia qua, quando dovresti essere in classe..."
"Sì, già. Bhe, ho saltato per oggi. Non avevo fatto Latino."
"Ahi, ahi. Queste cose non si fanno Eren!" Disse, scherzosamente.
Mi sorrise allegra, ma io rifiutai con lo sguardo la sua felicità.
Cominciò ad osservarmi, curiosa.
"C'è qualcosa che non va?"
Io tentennai, quando in realtà avrei voluto urlarle in facciala verità.
"No, no." Risposi, evasivo.
"Eren guarda che puoi parlarne."
"Ti assicuro che non ho niente."
"Eren..."
"È tutto okay." La mia pazienza cominciò ad oscillare.
"Eren, non riesco a crederti se fai quella fac-"
"Hanji non c'è niente okay!?" In quel momento alzai la voce, esasperato.
Lei spalancò gli occhi, non si aspettava nulla di tutto ciò. Io avevo le pupille dilatate e le mani sudate, a denti stretti strinsi i pugni.
"Eren." La vidi come non l'avevo mai immaginata, sembrò lucida per una volta, quasi adulta.
"Che cos'hai?"
"Senti non rompere okay? Penso solo che tu non dovresti essere qua." Le parole cominciarono a farsi spazio nella mia testa e ad uscire dalla mia bocca senza un freno, possedute solo dalla rabbia.
"In che senso, scusa?" Se solo mi fossi sforzato, avrei potuto vedere le rotelle del suo cervello che giravano con violenza per trovare una risposta.
"Nel senso che non capisco come fai ad abitare con lui, ancora."
"Con lui chi? Levi?"

Levi's Pov

"...Levi?"
Le parole di Hanji le sentii tamponate da dietro la porta.
Sembravo un'idiota, con un sacchetto pieno di buste di latte appostato dietro la mia stanza.
La verità è che non volevo entrare perché volevo capire cosa intendesse Eren. Il giorno prima, dopo che gli avevo parlato della mia relazione con Hanji, mi era sembrato strano.
Eppure, non aveva dato segni di rabbia o cose del genere, invece in quel momento sentii le sue parole oscillare.
"Certo!"
"E scusa, perché mai non dovremmo abitare insieme?"
Appiccicai il mio orecchio ancora più vicino, per poter sentire tutto.
"Eravate fidanzati!" Eren sembrò sul punto di una crisi isterica.
"Ma che... Eren è successo due anni fa! E poi, si può sapere a te cosa importa?"
"Mi importa perché è un atteggiamento del cazzo, cioè ti pare normale!?"
In quel momento anche la rossa sembrò agitarsi.
"Allora perché non te la prendi anche con Levi allora!?"
"Ma lui cosa c'entra? Sarai stata tu ad abbindolarlo! E poi, evita di scaldarti tanto."
Abbindolarmi? Pf, io uno che si fa abbindolare?
"Scaldarmi tanto? Ma se sei stato tu che hai cominciato!"
"Ho fatto solo una cazzo di osservazione, Dio Santo."
"Io so perché non vuoi che stia qui Eren, è proprio colpa sua."
La voce della mia coinquilina cominciò a prendere un tono meschino, infimo.
"Che vuoi dire?" Ormai non ero più appoggiato, le loro urla le avrebbero potute sentire anche quelli che non abitavano al convitto.
"È colpa di Levi! Tu sei geloso!" Il sangue mi si gelò nelle vene... Geloso, di me?
Perché proprio lei doveva rovinare tutto quanto con un'affermazione del genere?
"Ma sei scema!?"
"È la verità, Eren! Sennò non faresti tutte queste storie da ragazzino di 10 anni."
"Abbassate la voce, idioti." Sussurai a me stesso.
"Ma smettila! Sai solo aggrapparti agli specchi, troia."
Spalancai gli occhi, l'ultimo insulto era stato detto piano, ma Hanji lo aveva chiaramente sentito. Lo capii perché sentii i passi del liceale avvicinarsi alla porta, ma si fermarono perché la ragazza lo bloccò per un braccio.
"Oh, lasciami." Disse lui, innervosito.
Lei parlò lenta e chiara, con una risposta dura.
"Tu, azzardati di nuovo a mettere piede qui e sei morto."
Eren sbuffò e spalancò la porta, mentre io mi spostai per evitare di farmi colpire.
In silenzio, quando il mio amico se n'era ormai sgattaiolato, mi avvicinai alla porta.
Lì vidi Hanji, ridacchiare.
Io, con le buste del latte in mano, confuso.
"Si può sapere quanto ne hai comprato?"
"Era in offerta!"

SPAZIO AUTRICE

Hey gente!
Stavolta, ho pubblicato prima e ho scritto di più, eheh.
Come vedete sono successe un po' di cose, abbastanza interessanti.
Non voglio spoilerarvi nulla, ma i prossimo saranno ancora meglio.
Comunque domani bisogna tornare a scuola e vi giuro, preferirei morire. Voglio un Death Note per uccidere tutti. (tranne voi, ovviamente.)
Che poi siamo arrivati a più di 700, raga! Grazie mille veramente. non sapete quanto mi rendete felice.❤
Bene, detto ciò, ci vediamo al prossimo capitolo. A presto amicetti.❤😽
(Come sempre, grazie mia ultima_onda)

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora