Eren's Pov
Mi svegliai presto, come sempre. La schiena mi faceva male e gli occhi pure. Li sentivo pesanti, troppo appiccicati tra loro.
Passai le mie mani fredde ancora una volta sopra il piumone, illudendomi di poter rimanere ancora a letto.
Poi alla fine, decisi di affrontare la gelida aria di fine febbraio, intorno agl'inizi di Marzo.
Dall'ultima volta che avevo parlato con mia madre, era passata circa una settimana. Questo faceva di me un recluso da un mese e qualcosa.
Una spossatezza infinita mi afflisse, era un mese che non...
No.
Dovevo smetterla di farmi male da solo, del resto già ci pensava mio padre. Alle volte però, una forte tentazione di scappare da quella vita immonda mi prendeva, stavo diventando tipo... depresso?
Svogliatamente mi vestii e presi lo zaino, mi diressi in cucina e aspettai mio padre.
Lo vidi entrare dalla porta, alto, supremo. Come sempre, mi rifilò uno sguardo disgustato.
Io abbassai gli occhi, afflitto. Cominciai a pensare che avesse quasi ragione sul mio conto. Sapeva manipolarmi e io ci cascavo, come un idiota. E qual'era l'unica cosa che riuscivo a fare poi? Piangere.
Forse mi piaceva stare in quella situazione con me stesso, forse mi piaceva sentirmi male. Se qualcuno mi avesse guardato avrebbe detto "poverino", e io ne sarei stato compiaciuto.
Seguii mio padre alla macchina, ascoltando poi il silenzio fino a scuola.
"A dopo."
Che padre premuroso.Levi's Pov
"Eh no, ora mi sono rotto!" Lanciai un cuscino a terra, per evitare di far fare la stessa sorte ad una tazza.
Hanji mi guardò, annuendo.
"Porca troia! È un M-E-S-E che cerco di scrivergli, contattarlo. È morto? No perché non riesco a darmi altre spiegazioni."
Ero furioso. Eren non si faceva sentire da un mese e passa, non sapevo più dove sbattere la testa. Mi resi conto che la sua presenza era più necessaria del previsto.
"Ma mi chiedo, anche se vuole sparire, perché non mi dice niente!? Ah guarda Hanji, questa è colpa tua!"
Lei mi fissò sbigottita, con uno sguardo colpevole.
"MIA!? E perché mai?"
"Perché, casualmente, è sparito dopo che io l'ho baciato. Sarà successo qualcosa."
Lei sbuffò, protestando a bassa voce.
Alla fine, fidandomi anche un po' della mia occhialuta coinquilina, decisi di andare a trovare Eren a scuola. Ormai non potevo più sopportare di vivere senza sapere che fine avesse fatto.
Ero visibilmente... Preoccupato. A dirla tutta, era quella la cosa che mi premeva di più. Avevo paura che gli fosse successo qualcosa.
Terrorizzato.
Così, verso le una di pomeriggio, mi avviai verso la scuola del mocciosetto.
Suonò la campanella, la sentii da fuori. Io lo aspettavo agitato fuori dal portone, appoggiato ad una fermata dell'autobus, di quelle che servono per proteggersi dalla pioggia.
Piano piano, una folla urlante di ragazzi cominciò ad uscire, sbraitando. Sotto un sole tiepido, cercai di intravederlo, ma non fu facile. Era una scuola grande, non riuscivo a vedere altro che gente a caso.
Ad un certo punto però, lo vidi.
Era solo, con gli occhi bassi. Era avvolto in una felpa nera, grande, larga. Sembrava rifugiarsi in quella, nascondendosi. Si scostava malamente dalla mandria di ragazzini, avviandosi verso una macchina.
Mi stupii, lui solitamente prendeva l'autobus.
Prima che però potessi perderlo di nuovo di vista, mi catapultai verso di lui.
"Eren!" Urlai, lui si voltò.
In quel modo, potei vederlo meglio. Mi fece paura.
Aveva lo sguardo fragile, era pallido. Ma nessuno si preoccupava per lui? I suoi amici? Era stato abbandonato così a se stesso, con la partecipazione della mia colpa.
Mi avvicinai, fermandolo, mettendogli una mano sulla spalla.
"Eren..."
"Levi?" Smebrò una specie di domanda, come se facesse fatica a riconoscermi.
"Eren ti prego, dobbiamo parlare."
Lui con la mano levò la mia dalla sua spalla, perché?
"Senti Levi, ora non posso. Devi andar-" Sembrava agitato, quasi più nevrotico di me.
Si guardava intorno, in ansia. Nella direzione della macchina nera, ferma accostata. Da cui però poi uscii Grisha. Lo fissai.
Ero morto.Eren's Pov
Il mio cuore andava a mille. Non riuscivo a contenermi.
Ero radioso di aver riincontrato Levi, ma sapevo che non sarebbe stato per molto. Inoltre mio padre era lì e si stava avvicinando a noi.
Eravamo morti, entrambi. Solo che non potevo permettere che qualcuno ferisse Levi, nessuno ne aveva il diritto. In quel caso volevo essere io a proteggerlo, mio padre era il bullo omofobo, io il Levi dodicenne e il corvino un Eren spaesato.
"TU!" Tuonò mio padre, attirando l'attenzione di un po' di ragazzi lì vicino. I miei compagni di scuola già non c'erano più, gli autobus eri finito se non li prendevi in fretta.
Levi sfessurò gli occhi, senza capire bene cose stesse per fare mio padre.
"Eren! Andiamocene, ora! Ti avevo avvertito, questo schifo non lo devi neanche guardare!"
Qualcosa, dentro di me. Ribollì.
"Come hai detto, scusa?" Levi cominciò a spazientirsi, ma vidi che qualcosa lo tratteneva. Io ringraziai il suo animo premonitore, che lo obbligava a stare zitto.
"Papà." Ero serio, come mai lo ero stato.
"EREN, MUOVI IL CULO!"
"Papà." Doveva lasciarmi parlare, o gli avrei spaccato la faccia.
"Tu questo aborto umano non lo devi neanche guardare, perch-"
"GRISHA!"
Fuorioso. Volevo ammazzarlo di botte, lo odiavo... Perché era arrivato a tanto? Odiare qualcuno che in precedenza ritenevi importante... anzi solo odiare un proprio genitore, fa soffrire.
Vorresti poter amarlo, vorresti che fosse tutto normale, ma non può esserlo. Non puoi perché dall'altra parte non c'è amore, solo il desiderio di avere ragione.
E tu, alla fine, sbotti.
Strinsi i pugni così forte che le nocche mi diventarono bianche, la mia gola era secca e pronta a sputare veleno.
"NO! Tu non ti puoi permettere, merda! Tu non puoi fargli questo, non è colpa sua! È mille volte meglio di te, che sei riuscito
a farti odiare da tuo figlio, da una cosa, perché per te sono che un oggetto, che tu stesso hai creato! Tu non rispetti niente e nessuno, sei solo un vigliacco. Non mi consideri, non mi vuoi bene! Vuoi solo che io sia a tua immagine, ma sappi che te lo scordi! Meriti solo disprezzo, tu che fai soffrire me, la mamma e anche lui. Giuro, permettiti un'altra volta di insultarlo o mancargli di rispetto e io ti ammazzo!"
Mentre urlavo a squarciagola, facendo allontanare tutti gli studenti rimasti, cominciai a piangere. Insomma, non piangevo da due giorni dopotutto.
Le lacrime erano sazie di tristezza e sgorgavano giù dalle guance senza tregua.
"Ti odio!" Urlai, con l'ultimo filo di voce che mi era rimasto.
Ora però, smisi di parlare perché non riuscivo.
Singhiozzi, l'unica che riuscivo a fare era singhiozzare, in ginocchio. Con Levi accanto a me, accovacciato.
Mio padre era rimasto zitto in piedi.
Io mi tenevo un pugno sul cuore, da quanto mi faceva male.
Nel mio pianto disperato però, riuscii a dire qualcos'altro.
"Odio anche te..." Sussurrai a Levi, la sua mano calda appoggiata sulla mia schiena si irrigidì all'istante.
"...perché se in questo mese sono stato male il doppio è anche colpa tua. Tu sei così importante, perché!? Pensi di volermi far soffrire ancora di più!?"
Continuai ad insultarlo.
"Sei un idiota! Con chi pensi di stare a parlare, un cretino, come te? Smettila okay, mi sono rotto di tutto questo, pretendi di entrare così nelle vite delle persone, lasciando solo con la consapevolezza di essere importante, vero!?"
E lo insultai ancora.
Ma lui non si mosse. Non fece altro che annuire, tenendomi la schiena.
Ancora tra le lacrime urlai, smettendo di parlare. Che scena... Patetica. Sola, silenziosa e patetica.
Alla fine, mi alzai. Levi fissò mio padre, negli occhi un chiaro disgusto gli pulsava.
Guardai il moro, sorridendo impercettibilmente. Poi mi spostai e cominciai a camminare verso la macchina.
Nessuno degli altri due reagì.
"Ora, andiamo a casa. Ci vediamo presto." Mi voltai verso Levi e lui annuì.
Mio padre mi seguì, incerto. Salimmo in macchina e andammo verso casa, per davvero.
Stavolta, avrei avuto bisogno di mia madre, presto. Perché non ce la facevo.
Avevo bisogno di respirare.
Avevo bisogno di tornare a vivere.SPAZIO AUTRICE
RAGA. MANCA TIPO POCHISSIMO A 1K.
Io vi amo troppo, akdkiiowr.
Comunque questo capitolo l'ho scritto alla velocità della luce, madonna santa. È un po' triste, ma mi piace a 'sto giro.
E ragazzi... Sono sempre più agitata vi giuro, amo tantissimo voi, questa storia, ultima_onda e boh... Grazie mille, non finirò mai di ripeterlo.
Mi date l'occasione di far leggere a tutti una cosa che ho scritto io, questo vi da dee emozioni... Grazie.
Ricordate comunque che la simpatica ultima.onda è FONDAMENTALE.
Vi assicuro.
A prestissimo.❤
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Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)
FanfictionEren ha 17 anni e vive con i suoi genitori, è sereno e ogni giorno si vede con il suo gruppo di amici. Ha una vita normale, ordinaria e odia andare a scuola. Non sembra succedere mai nulla, fino a che nella sua vita torna qualcuno di inaspettato, un...