After party

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Eren's Pov

La giornata era stata lunga, ma il lavoro era finalmente finito.
Era il primo giugno.
Tutto sommato stavo bene, con la maglietta a maniche corte e Armin che continuava a farmi ridere raccontando barzellette stupide.
Poi sua madre lo chiamò e dovette tornare a casa, a una stupida cena di famiglia.
I restanti, ovvero me , Mikasa, Reiner e Jean, cenammo.
Dopo saremmo dovuti andare alla serata.
Ero in ansia?
Assolutamente sì.
L'oppressione della gente mi creava un disagio a dir poco pesante, ma cercavo di non farlo notare.
Jean e Mikasa continuavano a lanciarsi frecciatine che lasciavano poco spazio al dubbio, ma in ogni caso preferii non infierire.
Mia madre mi scrisse una decina di messaggi, chiedendomi se fossi ancora sano e salvo.
La rassicurai per la centesima volta, stavo bene.
Ero vestito normale, con una camicia non troppo elegante e un paio di jeans neri, un classico.
Mikasa si avvicinò e mi mise un braccio intorno alla spalla.
"Andrà benone, non preoccuparti."
Io annuii pensieroso.
Jean mi prese un braccio e cominciò a scuoterlo con tutta la forza possibile.
"Ma suvvia, questo scricciolo fa tanto l'ansiogeno e poi lo vediamo lanciare le mutande da un sopra un cubo."
"A che tipo di discoteca pensi di andare scusa?" Chiese Reiner divertito.
"È Erenuccio che fa quest'effetto alle cose."
Io sbuffai e gli feci un'innocente linguaccia.
Lui inaspettatamente me la prese, e io gli morsi la mano.
"Porca troia!"
Urlò lui.
"Pofca tfoia? Fof ho pfiù fa fifgua!" Mi lamentai massaggiando la malcapitata, Mikasa si sbatté una mano in fronte, sussurrando un che idioti.

Arrivammo a piedi davanti al luogo, da fuori si potevano sentire già le urla e la musica a palla.
I piedi mi formicavano per la trepidazione.
Ci mettemmo in fila, con la prevendita in mano.
Mi guardai intorno, pensieroso, sperando in realtà di non incontrare troppe persone a me conosciute.
In realtà che la storia tra me e Levi fosse finita era diventato un'informazione alle orecchie e agli occhi di tutti.
Non avrei voluto, soffrivo ancora e già qualcuno era pronto a spettegolare alle nostre spalle.
Andare a quella festa in realtà coninciava a diventare più pesante del previsto.
Continuavo però a guardare i miei amici, che tentavano in tutti i modi di farmi sorridere, e non avrei potuto esserne più grato.
Sapevo che la loro unica intenzione era farmi staccare.
Staccare da tutti quei pensieri che continuavamo a farmi disperare.
Finalmente ci avvicinammo al bodyguard, che ci prese la prevendita e ce la legò al braccio, come un braccialetto.
La mia era rosa, i minorenni ce l'avevano arancione.
Pensai all'ultima volta che mi ero ubriacato, era stato un po' l'inizio di tutto, il momento in cui le cose tra me e Levi erano iniziate per davvero.
Smisi di pensarci quando sentii la mano di Reiner stringersi attorno al mio polso e trascinarmi in mezzo alla folla.
Ero troppo arrabbiato e triste per riuscire a ballare, pensai che effettivamente l'alcool una mano me l'avrebbe data.
Mikasa mi chiese se volessi accompagnarla al bar, io annuii.
Ci dirigemmo al bancone e, più velocemente del previsto, prendemmo dei drink.
Non ricordo esattamente cosa bevvi quella sera, ma mi bastò poco per riuscire a rilassarmi.
La corvina gridò in segno di divertimento e io la seguii.
Insieme ci ributtamo in mezzo alla gente, nel frattempo però Reiner si era perso.

La gente spingeva e talvolta diventava difficile muoversi, la musica era la più commerciale che avessi sentito, ma in realtà quando sei a una festa e hai una buona dose di vodka che ti circola nel sangue smetti di farti certi problemi.
Volevo svagarmi, al massimo.
Jean e Mikasa ballavano in modo abbastanza spinto, ma cercavano di farmi ballare con loro, volevano evitare che mi isolassi.
Io ero carico di adrenalina, e di certo non avevo intenzione di sedermi su un angolino a piangere per quella faccia tosta di Levi Ackermann.
Osservai un ragazzo e una ragazza limonare davanti a me e mi girai per evitare di sembrare psicopatico, anche se in realtà penso fossero entrambi ubriachi.
Mi accorsi però che Jean e Mikasa non c'erano e nel giro di pochi secondi, mi resi conto che erano loro due a limonarsi, scioccato e felice scoppiai a ridere.
Continuammo a ballare ininterrottamente, con il dj che aizzava la folla sempre di più.
Le luci colorate mi distraevano continuamente, sembrava di essere in una sorta di trip di LSD, ma con meno draghi.

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora