L'amore di una madre

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Eren's Pov

Ormai erano parecchi giorni che l'annuncio dell'imminente gita era stato dato. Era necessario pagare e finire di portare le autorizzazioni, dopo saremmo potuti partire.
Eravamo pronti a questa gita che si prospettava fantastica, cinque lunghi giorni nel distretto di Stohess.
Io non vedevo sinceramente l'ora, almeno avrei potuto staccare dai miei e dalla scuola per un po', l'unica cosa è che avrei dovuto lasciare anche Levi.
Nonostante tutto, la nostre lezioni di ripetizione continuavano. La mia media ormai era ottima, ma in un modo o nell'altro riuscivo a convincere mia madre.
Che poi in realtà le lezioni erano più pomeriggi passati a fare compiti e a chiacchierare, il rapporto tra me e Levi mano a mano cresceva.
Quel venerdì pomeriggio, alle 16, uscii di casa.
Raggiunsi il convitto poco dopo, grazie all'autobus. Nello stesso momento in cui bussai, Hanji aprì la porta.
"Pf, guarda chi si vede." Io feci un gesto con la mano e lei mi fece l'occhiolino, uscendo.

Entrai nella stanza spoglia e vidi Levi seduto su una sedia che mi guardava. Sorrisi.
"Com'é andata?" Mi chiese, quasi realmente interessato.
Io mi sedetti su una sedia poco più accanto e sospirai.
"Abbastanza bene, tra una settimana, quella dopo quella che sta per arrivare, partiamo per Stohess con la classe."
Il corvino si incupì leggermente.
"Che sfiga, Dio Santo."
Io gli rivolsi uno sguardo interrogativo.
"Questa settimana io sono ovviamente occupato, da domani che è sabato fino a domenica prossima, speravo saremmo potuti stare insieme la settimana dopo."
"Esami?" Chiesi, mentre una parte di me gioiva per il suo interessamento nei miei confronti.
"Già, sono pieno fino al collo."
Io feci uno sguardo dispiaciuto e poi buttai lì un: "bhe, godiamoci questa giornata."
Levi sorrise compiaciuto.

Alle sei di sera eravamo stesi sul letto a guardare Rick e Morty, mentre ogni tanto commentavamo divertiti.
L'Ackermann insisteva a dire che io ero Morty, a causa della rabbia repressa.
Protestai, dicendo di non avere problemi con la rabbia, lui mi guardò di sbieco. Io alzai gli occhi al cielo e continuai a guardare lo schermo.
Lui sbuffò.
"Vedi? Sei anche permaloso."
Feci finta di non sentirlo.
"Dai! Posso farmi perdonare?"
Silenzio.
"Sì che posso farmi perdonare."
Mentre cercavo di continuare a evitarlo, mi prese il viso con le mani e l'avvicinò a sé.
"Non vale." Furono le parole che provai a dire sulle labbra di Levi.
Cominciò a baciarmi sorridendo leggermente.
Passavo le mie mani sui suoi capelli, annusando il profumo della sua pelle.
Pensai che non l'avrei rivisto per un sacco di tempo e mi prese il pensiero "godiamoci il momento".
Dopo che io passai lunghi minuti ad assapporare il suo collo, sentii il suo respiro pesante spostarsi sul mio. In seguito, proprio quando stava per poggiare le sue labbra rosee, qualcuno bussò alla porta.
Imprecò bofonchiando e si alzò scazzato, io sbuffai stoppando il cartone che in sottofondo non aveva smesso di andare avanti.
Aprì la porta lentamente. Appena vide chi si trovava davanti a lui, sbiancò.
Si portò immediatamente una mano nel punto in cui io avevo lasciato un livido, mi accigliai.
"Scusa il disturbo, ma comincia a essere tardi e Eren deve tornare a cena. Avete finito con la lezione?"

La voce di mio padre suonava cupa e profonda.
Io ovviamente andai nel panico, tipo gatto a cui hanno appena calpestato la coda.
Cominciai a sussurrare dei "merda, merda, merda" e mi alzai di scatto, cercando di darmi un aspetto presentabile.
Levi era talmente agitato che scordò di odiarlo a morte e per intrattenerlo cominciò a parlare di cose totalmente a caso, la scena mi avrebbe fatto ridere se non fossi stato più impanicato di mia nonna quando le si bruciano i biscotti.
"Ciaaaao, Grisha bello!"
Potei quasi sentire lo sguardo di ghiaccio di mio padre.
"Ehm, sì. Eren?"
"Ah sì, Eren sta bene, è bravo, si impegna, tutto a posto. Ora è al bagno, sa com'è, i giovani. Ah-ah!"
Grisha tentò di non staccargli le ginocchia probabilmente, penso che salvai per un pelo Levi però, perché si era appena messo a parlare del suo prozio che si era tagliato una gamba per sbaglio mentre tentava di uccidere un pollo.
"Eccomi, eccomi. Ci vediamo Lev, ciao."
Cercai di sembrare distaccato, ma in realtà avrei voluto riempire di baci quella faccia da cazzo, che ancora blaterava da solo.
Non l'avrei rivisto per un sacco di tempo, mi sarebbe mancato.

Arrivato a casa mia madre ci squadrò preoccupata, aveva paura che fosse successo qualcos'altro.
"Tutto ok?" Mio padre sbuffò una risposta, io sorrisi.
Era tutto okay, per una volta.
Sì certo, poi avrei passato mesi del cazzo, ma ehi, c'è di peggio.
No, ma sorvoliamo.
A tavola dissi ai miei che non vedevo l'ora di partire per la gita, fremevo.
"Sono contenta, amore." Carla al solito sorrideva, mio padre sembrò essere soddisfato lo stesso.
Pensai per un secondo che fosse davvero felice per me, ma poi aggiunse il suo commento.
"Starai lontano dalle brutte influenze almeno per un po'."
Mi rabbuiai e non risposi.
Lo odiavo.
Lui non rimase neanche a cena quella sera, da Levi era venuto solo per disturbare, ovviamente.
Quindi rimanemmo solo io e mia madre, che conversammo giusto un po', non una delle nostre classiche chiacchierate.
Carla mi guardò compassionevole.
"Amore, c'è qualcosa che non va?"
Io alzai le spalle. Non riuscivo più a tenermi dentro la questione riguardo a Levi e il resto.
Le volevo troppo bene, ma ero terrorizzato lo stesso.
"Mamma, sto per dirti una cosa."
Sentivo le viscere della mia pancia che si attorcigliavano tra di loro, sudavo freddo. Sapevo di potermi fidare... ma era troppo anche per me.
"Dimmi."
Un respiro.
Due respiri.
"Sono gay."
Lei non si mosse, ma sembrò aspettare che continuassi.
"E... sono fidanzato, con Levi."
Si alzò e mi abbracciò in lacrime, stritolandomi qualche costola.
"Mamma...?"
Si rimise a sedere, scusandosi per avermi quasi soffocato.
"Sono fiera di te tesoro, sapevo che tra voi due stava per nascere qualcosa di importante. Non sapevo come comportarmi perché non volevo immischiarmi troppo, ma ci avevo visto bene!"
Il mio cuore si strinse, era la donna migliore del mondo.
Poi pensai a tutto... il resto.
"Puoi non dirlo a papà?" Si scurì in viso leggermente, ma annuì.
"Risolverò tutto, te lo prometto." Lo disse in modo solenne, era una promessa che andava aldilà di tutto e io le credetti.
Le sorrisi.
"Grazie, mamma."

SPAZIO AUTRICE

EHI PIPOLS.
Come va?
A me tutto ok dai, sto leggendo gli Eroi dell'Olimpo, IL FIGLIO DI NETTUNO e tipo, è bello ma... sclero parecchio.
A parte questa informazione moltoo interessante volevo dirvi che nulla, nuovo capitolo!
E così Eren ha fatto CMNGOUT con Carla, *si commuove*.
Dai dai, che poi ne vedremo delle belle, io e ultima_onda al mare (ve l'avevo già detto? Vabé) abbiamo ideato tante cose carine.
Ho dato di matto, è un cazzo di genio lei.
Te se ama bbella.
A parte tutto ciò volevo augurarvi un buon continuo vacanze (anche se io mi sono stufata, voglio il freddo) e nulla, BYE GENTE.
Love u❤

Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora