Eren's Pov
Mi guardai allo specchio e mi sentii un'idiota.
Mio padre bussò alla porta e quasi mi prese un colpo, allacciai in fretta la felpa e corsi ad aprire.
"Sì?" Lo vidi in piedi, alto e scocciato.
"Dov'è che vai stasera?"
"Oh ehm, a cena con Connie, Annie e Marco." Mentii.
"Dove cenate?"
"Oddio pa', che ansia. In una pizzeria, dai ora vai che devo finire di prepararmi."
Lo spinsi e lui si fece indietro, senza lamentarsi.
Mi slacciai di nuovo la felpa e continuai a fissare quella camicia bianca, vergognandomi a morte.
Come avevo potuto accettare la scommessa con Hanji? Quanto potevo essere stato stupido?
Ormai però non potevo più tirarmi indietro, così uscii di casa salutando i miei genitori.
Uscito fuori, presi l'autobus che mi accompagnò fino a davanti il convitto.
Lì, davanti al portone dell'entrata, vidi Hanji e Levi.
Lui aveva lo sguardo duro, che ormai non vedevo più come una minaccia.
Lei invece saltellava da un piede all'altro, quando mi vide urlò verso di me.
"Eren, siamo qui!"
Io alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai.
"Seriamente c'è bisogno di fa' tutta sta pagliacciata?" Chiese scontroso il corvino alla pazza.
"Non è affatto una pagliacciata, rompi palle. Eren ha perso la scommessa e io ho deciso la penitenza, vogliamo seriamente discuterne di nuovo?"
"Vabbé, dove sta 'sto ristorante?"
Dissi io, cercando di non rilitigare con quei due.
"Lì." Hanji indicò con il dito un ristorante che era esattamente davanti a noi.
Da fuori sembrava carino, ma io osservai più che altro lo sguardo di Levi.
Lui fissava il posto accigliato.
Si era vestito bene, costretto dalla sua coinquilina. Aveva un paio di jeans neri, che portava praticamente sempre e una camicia a quadri rossi e neri. Se fosse stato un giorno come un altro avrei sicuramente commentato dicendo che assomigliava ad un boscaiolo, ma in quel caso mi trattenni. In parte mi sembrava furioso, dall'altra preoccupato. Come se tutto ciò dovesse comportare chissà che, a me la situazione faceva solo abbastanza ridere.
"Bhe, cosa aspettate? Ho prenotato a nome mio. Zoe." Hanji insistette, finché entrambi non attraversammo la strada, spinti da lei.
"Roba da pazzi." Commentò Levi, scocciato.
Io annuii, disinvolto.
Entrammo nel locale, avvicnandomi ad un banco, che si prospettava essere una sottospecie di reception.
"Abbiamo prenotato un tavolo, a nome di Zoe."
"Sì, questo qui. Per due giusto?"
Annuimmo, insieme.
"Allora, buona serata."
Ci sedemmo e ci guardammo, per un paio di secondi.
"Che stupido, avrei dovuto immaginare che avrebbe fatto una cosa del genere." Dissi, sospirando.
Inizialmente lui mi ignorò, poi però cambiò espressione.
"Bhe, tanto siamo qua. Meglio godersi la serata."
Sorrisi, sembrava quasi tranquillo.
Un signore si avvicinò, con due menù.
"Buonasera, ragazzi. Ecco a voi. Se vi interessa, abbiamo anche il menù speciale per le coppie."
Entrambi scoppiammo a ridere.
Il cameriere sorrise, confuso. Poi se ne andò, lasciandoci soli ad affogare nel ridere.
"Cioè lui, ha tipo pensato, che..." Dissi io, singhiozzando.
Levi cercava di nascondere suo divertimento dietro una mano, ma stava evidentemente ridendo anche lui.
Una ragazza ci passò accanto e ci sorrise.
"Speriamo non vada avanti così per tutta la serata." Dissi io, ancora divertito.
Prendemmo in mano i menù e guardammo i piatti.
"C'è sul serio il menù per coppia, eh."
"Bhe, ti pare che ci prendeva in giro il tipo del ristorante?"
"Che ne so, magari era particolarmente pro gay." Feci spallucce, sorridendo.
Alla fine ordinammo.
"Senti Levi, volevo chiederti una cosa."
"Dimmi." Mi guardò, dubbioso.
"Tu, da un po' frequenti i miei amici, ma non ho mai capito cosa pensi di loro. Insomma, loro ti piacciono?"
Lui mi guardò, perplesso.
"Sì, certo. Eren se a me la gente non piace, non la frequento. Non mi faccio tanti scrupoli. I tuoi amici sono a posto e si vede che vi volete bene a vicenda, è una cosa positiva."
Sorrisi, felice.
"Sì, abbastanza."Una donna bassina e con i capelli castani si avvicinò a noi, portandoci i nostri piatti.
"Grazie mille."
Presi la forchetta e andai per staccare un pezzo di peperone.
"Ma caro, neanche buon appetito?" Levi mi prese in giro, imitando mossette strane.
"Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Levi Ackermann?"
Lui sbuffò, evidentemente divertito.
Qualcuno nella stanza ci lanciò un'occhiataccia e io sussurrai.
"Siamo una minaccia per certe persone a quanto pare."
Con la mano appoggiata sul tavolo, risi.
Levi appoggiò la sua mano sulla mia, scherzosamente.
"Voglio morì."
Io rimisi la mia sopra la sua, sforzando un sorriso.
"Così è più equo."
Lui mi imitò.
"Cooosa? Così è più equo."
La cosa andò avanti parecchio.
Cinque minuti, dieci...? Nessuno lo saprà mai.
"Cioè quindi pensi veramente che se fossimo una coppia io starei sotto!?" Disse lui, sconvolto.
"Ma sei ubriaco!? Io non ho mai detto nulla del genere, ma se l'avessi fatto... bhe, sì. Tu sei un nano."
Lui si portò una mano davanti alla bocca.
"MA TU SEI PIÙ PICCOLO!"
"Ma che c'entra?"
La situazione continuò, degenerando.
Sembravamo due scemi, ubriachi.
Ad un certo punto poi, finimmo i nostri piatti e una ragazza si avvicinò a noi.
"Scusate il disturbo. Siete però troppo carini ed ecco, vi stimo." La tipa se ne andò senza aggiungere altro.
Noi scoppiammo a ridere nuovamente.
Levi sembrava incredibilmente leggero, senza pensieri, la cosa mi fece stare bene.
All'inizio era evidentemente contrario a tutta quella situazione, ma poi si era lasciato andare. Io fremevo ogni tanto, per cose stupide. Ma stavo zitto."I signori desiderano il dolce?" La piccola cameriera ci fece la domanda e io guardai il mio amico.
"Insomma?"
"Sì, ma uno. Un tortino al cioccolato, lo dividiamo."
Levi sembrò convinto, io accettai.
"Almeno siamo una coppia in tutto e per tutto, no?"
L'aria complice, l'amicizia. Li respiravo a pieni polmoni.
Ero felice, mannaggia ad Hanji.
Arrivò fumante la torta, la guardai sbavando.
"Assaggia." Dissi io, offrendo a Levi il cucchiaino.
Lui accettò l'offerta, alla fine eravamo una coppia, no?
"Mh, buono come te, eh!" Scoppiai un'altra volta a ridere, scuotendo la testa.
Avevo i crampi allo stomaco, ma quella situazione non poteva non farmi schiantare dalle risate, sembrava più un sogno che altro.
"Location incredibile, bravi bravi." Dissi, applaudendo piano.
"Poi dici a me che sono ubriaco eh!"
Non lo ascoltai e continuai a fare lo scemo, ero pieno come un uovo e mi sentii in diritto di essere cretino.
Arrivò anche il conto alla fine, che però pagammo con i soldi offertici da Hanji, sotto nostra minaccia.
"Quella vecchia pazza neanche voleva pagare all'inizio." Sbuffò Levi, incredulo.
"Sai le tue minacce l'hanno abbastanza convinta."
"Con quelle convincerei chiunque."
Annuii, d'accordo con questa sua evidente affermazione.
Ci lasciammo lenti, rischiando di rotolare via. Con le mani mi appoggiai alla sedia, che neanche quelli che pesano 300 kg.
"Usciamo allora?" Seguii il ragazzo fino a fuori, dove incontrammo una famiglia.
Da lì sarebbe partito il panico.
Quella dannata famiglia omofoba.
Usciti dalla porta inizialmente noi due sentimmo un po' bisbigliare intorno a noi, delle voci sospette, fino a quando non ci accorsimo che erano loro.
Una donna alta, bionda e snella. Il marito, preciso, pettinato e laccato, e due figli maschi, entrambi intorno ai 16 anni.
Bisbigliavano, con discrezione.
Avevano l'ansia di farsi scoprire, ne avevano bisogno. Volevano che ce ne andassimo, che lasciassimo lì la situazione. A quanto pare noi disturbavamo il loro essere, poverini.
Vidi Levi innervosito.
La bocca stretta, il viso e la fronte corrugata.
"Qualcosa non va?" Gli chiesi, un po' preoccupato.
Le strade erano fredde, silenziose. In quel 2 febbraio malinconico, che prima era stato accettabile.
Sentii, anzi vidi, il mio amico furioso. Quello che aveva dovuto sopportare, era tutto questo?
Mi chiesi chi fosse stato il suo primo ragazzo. Chi era stato la prima persona con cui aveva dovuto sopportare tutto ciò?
"C'è che ora quelli li voglio menare."
"Lo so, mi dispiace. Ignorali."
Cominciai ad incamminarmi verso l'altra parte della strada, ma lui non si mosse.
"Levi?"
"Finalmente si levano, quei due frocetti." Credo fosse stato uno dei due ragazzi a parlare.
Mi si gelò il sangue nelle vene, ma che problemi avevano?
Cambiai direzione e andai per parlargli, per dirgli di levarsi dai piedi se gli davamo così fastidio.
Ma Levi mi fermò, mi prese un braccio.
Io mi voltai, interdetto.
Cosa stava facendo?
Cosa voleva fare?
Lui con sguardo tra il truce e il colpevole, mi sussurrò "colpa di Hanji", avvicinandosi.
"Che schifo." Le parole del padre uscirono come uno sputo, di fronte a quella scena.
Levi mi baciò.
Levi mi baciò, sottolineo.
Spalancai gli occhi al contatto con le sue labbra.
Lui invece li tenne chiusi, così dopo lo imitai.
Un bacio casto. Semplice.
Ed io non mi sentii male, anzi. Lo trovai "carino".
E sì, ovviamente rigettai l'idea che ho appena citato fuori dal mo cervello, andato in tilt.
Si staccò, in seguito, scusandosi.
"Dai su, ora andiamo via, che qui disturbiamo."Levi's Pov
Quattro ore prima..."E devi baciarlo."
"Hanji, ma che cazzo. Smettila di rompere."
Ma che problemi aveva? Non sopportavo quando si comportava così, ce n'era bisogno?
No.
"Senti, Eren ha perso." Sentenziò, convinta.
"Esatto! Esattamente! Eren ha perso. Non io. Già è tanto se ho accettato di fa' 'sta cosa."
"Ti prego!"
"Hanji ma poi quello si va a pensare che voglio stare con lui!"
Avevo deciso, non avrei baciato proprio nessuno.
Anche se, non ero a conoscenza di ciò che sarebbe successo in seguito.
Allora lì, sì lo avrei baciato. Non perché ne fossi innamorato o cavolate simili, ma semplicemente per dimostrare qualcosa.
Dimostrare che non avevo paura di nessuno, soprattutto dell'opinione della gente.
Alla fine, era stato solo un bacio.
Solo un bacio.SPAZIO AUTRICE
MACCIAO.
COME VA?
Io male perché stavo provando a fare geometria ma NON SO FARE UN CAZZO.
Detto ciò, ve gusta sto capitolo?
A me un botto, e non sono solita farmi tanti complimenti.
Comunque spero davvero che a voi piaccia perché mi ci sono impegnata un sacco, anche se ieri sera mi sono addormentata mentre stavo scrivendo, ops.
Poi a storia ho scritto la scena CLOU e c'era il prof che mi ignorava un botto.
Anyway, forze maggiori vogliono che pubblichi, quindi ora vi concedo questa "perla".
Grazie mille come sempre, ciau.❤
(Anche a te ultima_onda ovviamente.)PS
SE CI SONO ERRORI DITEMELO, É COLPA DELLE "FORZE MAGGIORI" DI CUI VI PARLAVO PRIMA, SI, PARLO CON VOI DUE.
STAI LEGGENDO
Non Ti Voglio Bene [Ereri] (conclusa)
FanfictionEren ha 17 anni e vive con i suoi genitori, è sereno e ogni giorno si vede con il suo gruppo di amici. Ha una vita normale, ordinaria e odia andare a scuola. Non sembra succedere mai nulla, fino a che nella sua vita torna qualcuno di inaspettato, un...