CAP.51

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Pov.Stefano
Emma è uscita di casa molto arrabbiata dopo la nostra ennesima discussione ma stavolta forse ho esagerato un pochino infatti quando ho sentito la porta di casa sbattere l'ho subito rincorsa ma lei aveva già messo in moto.
L'ha lascio andare così può sfogarsi come vuole.
Vado in camera con Sofia e mi sdraio di fianco a lei aspettando il ritorno di Emma.
Mi sono addormentato ma non me ne sono neanche reso conto.
Mi sveglio perchè il mio telefono vibra e vedo che sono mezzanotte passate ed Emma non è ancora tornata.
Finchè non vedo che a chiamarmi e proprio lei allora tiro un sospiro di sollievo.
Mi alzo dal letto, velocemente esco fuori e rispondo.
"Emma finalmente dove sei"?
"Ehmm mi scusi, sono la guardia medica, sul cellulare della ragazza questo era l'ultimo numero, è il marito"?
"Come la guardia medica ma cosa dice"?
"La ragazza è rimasta coinvolta in un incidente più tosto pesante"
Queste poche parole mi risuonano in testa come un tamburo, non capisco più niente.
"Ma cosa dice?? Dove???"
"Sul viale che porta a Trastevere, le consiglio di venire"
"Si arrivo subito"
Stacco la chiamata e rimango a fissare il telefono, è tutta colpa mia, se l'avessi fermata adesso non avrebbe fatto questo cazzo di incidente.
Cerco una soluzione e la prima cosa che faccio è portare Sofia da Elisa.
La carico in macchina e in pochissimo tempo arrivo davanti alla sua porta, mi apre e mi guarda sospettosa.
"Che ci fai qui Ste"?
Piango mentre le dico ciò che è accaduto.
"Emma ha avuto un incidente, mi devi tenere Sofia"
"Che cosa stai dicendo??, ma certo vai, corri"
Mentre mi metto in macchina vengo raggiunto da Andrea che aveva sentito tutto.
"Guido io, dai andiamo"
Mette in moto e sfreccia fra le strade di roma.
Parcheggiamo lungo il vialone e io scendo più agitato che mai.
Corro verso l'ambulanza che è ancora li.
Da lontano vedo la sua macchina completamente distrutta e questo non mi porta niente di buono.
"Buonasera, lei è la persona che abbiamo chiamato prima"?
"Si, dov'è Emma, fatemela vedere subito"
Mi fanno salire in ambulanza e la trovo sdraiata sul lettino con la maschera dell'ossigeno.
Piango, piango nel vederla ridotta in questo stato.
"Come sta"?
Chiedo mentre mi avvicino e le stringo la mano fredda e sporca di sangue.
"Da quello che ci hanno detto anche i passanti è stato uno scontro molto forte, quando siamo arrivati l'abbiamo recuperata da sotto l'auto, le sue gambe erano bloccate e come vede dal volto ha battuto la testa su qualcosa, infatti non riesce a svegliarsi, adesso partiamo per arrivare in ospedale, stia tranquillo"
Non so come sto facendo per mantenere la calma.
Mettono in moto e partiamo, da lontano vedo Andrea che sta dietro di noi con l'auto.
Le lacrime escono senza fermarsi.
La guardo e vedo che sta male.
Arriviamo in poco tempo in ospedale.
Ci fanno entrare direttamente nel codice rosso perchè Emma in ambulanza è peggiorata.
Me la portano via e mi dicono che devo aspettare in sala d'attesa.
Do un pugno nel muro e quando sto per darne un altro vengo fermato da Andrea.
"Calmati Ste"
"Come posso calmarmi, comeee"?
Urlo e lui mi tira a se e mi abbraccia.
"Emma è forte starà bene, vieni siediti"
Lui mi fa sedere di fianco a lui.
Dopo circa un ora senza sapere notizie vedo arrivare dall'entrata tutti i nostri amici con le facce sconvolte.
"Ma che ci fate tutti qui"?
"Siamo qui per Emm"
Elo e Francesca si gettano fra le mie braccia.
"Ti hanno detto come sta"?
"No, nessuno si degna di uscire per dirmi qualcosa"
Mentre parlo vedo avvicinarsi a me il dottore di prima.
"Allora?? Come sta Emma"?
"L'impatto è stato più forte di quanto credevo, ha una frattura all'anca, tagli vari sul corpo e sul volto, le gambe sono state per molto tempo a contatto con il motore rovente, per adesso non reagiscono, dovremmo vedere cosa succederà solo quando si sveglierà e su questo dobbiamo sperare tanto anche perchè..."
Lo incito a parlare...
"Anche perchè cosa, parli la prego"
"Emma è in coma, appena è arrivata qui non è riuscita più a reggere il dolore, dobbiamo solo aspettare adesso"
Lo guardo e non so cosa dire.
Sento solo le sue parole che mi rimbombano in testa"le gambe non reagiscono, non si sa se si risveglierà"
Tutto va male, tutto.
Mi accascio sulle ginocchia e inizio a battere con forza i pugni per terra.
Nessuna persona può trattenermi in questo momento di rabbia.
Riprendo la lucidità o forse non ancora del tutto e sbotto contro un infermiere.
"Voglio vedere Emma, me la faccia vedere"
"Non si può, adesso è impossibile"
Lo prendo per il colletto e lo minaccio con lo sguardo.
A questo punto Lele e Marcello intervengono prendendomi da dietro.
"Lasciatemi stare, io voglio vedere Emma"
"Andiamo fuori vieni"
Mi trascina fuori con la forza anche se io non voglio, sono debole per ribattere.
Mi abbracciano forte e io piango sulle loro spalle.
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Pov.Elodie
Siamo tutti seduti chi per terra o chi sulla sedia aspettando notizie della nostra amica.
Non riesco ancora a capacitarmi di quello che è successo.
Vorrei solo tornare indietro nel tempo per vederla ancora sorridere, come la sera che le ho detta che la mia piccola avrà il suo nome.
Mi passo una mano sul pancione e la chiamo.
"Piccola Emma, aiuta la tua zia a stare bene"
Piango, piango e vedo Franci e Alessandra che mi raggiungono.
"Stai tranquilla Elo, non ti allarmare"
"Alessà e se le succedesse qualcosa"?
"No, non lo dire neanche per scherzo, abbiamo ancora troppe cose da fare assieme"
"Esatto, noi una come Emma non c'è la lasciamo sfuggire"
"Hai ragione Franci"
Mi asciugo le lacrime e intrecciamo le nostre mani, restiamo unite.
"Franci penso che dobbiamo chiamare i genitori sia di Emma che di stefano, lui non ne ha le forze"
"Si, li chiamo io, vado dilà"
Io non avrei mai avuto il coraggio di chiamarli.
Dopo circa 10 minuti la vedo ritornare.
"Allora, come è andata"
"Ehh lasciamo perdere, a Maria le stava prendendo un colpo, ma tutti e quattro sono in viaggio per venire qui"
"Capito"
L'orologio in ospedale segna le 02;50.
Questa sarà una delle notti che vorrò dimenticare della mia vita.
Non chiudiamo occhio nemmeno per sbaglio, siamo tutti svegli e vigili per sapere novità.
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Pov.Stefano
I ragazzi mi hanno fatto calmare, a questo punto ritorno dentro e vedo tutti che si sono accampati fuori la stanza dove c'è Emma, anche se chiedessi loro di andare a casa a riposare non lo farebbero ma io almeno con Elo in quelle condizioni una prova la faccio.
La vedo che muove la schiena e fa delle smorfie con la faccia.
È incinta di 5 mesi e stare ore ed ore seduta li non le fa bene.
"Ehi piccoletta perchè non ritorni a casa"
"Assolutamente no, io devo stare accanto a lei, sempre"
"Lo so ma tu aspetti un bambino e ti devi riguardare"
"Ti prego Ste, fammi stare qui, anche Lele voleva farmi andare a casa ma non mi ha convinta"
"Va bene ci rinuncio, io in tutto questo non ho avvisato ne i genitori di Emma e ne i miei"
"Non ti preoccupare, ci ha pensato Franci"
"Ah menomale"
"Tu ti sei calmato"?
"Sto solo pregando che tutto questo finisca il più in fretta possibile, è colpa mia se Emma li dentro"
"Ma cosa dici non è colpa tua"
"Si invece, abbiamo litigato e io le ho detto delle cose orribile e lei è andata via arrabbiata"
"Ma questo sarebbe potuto succedere lo stesso, non fartene una colpa, adesso devi essere forte per lei e per Sofia"
"Ci proverò"
"La piccola è con la madre di Elisa vero"?
"Si, senti vado a prendermi un caffè vuoi qualcosa"?
"Un tè grazie"
Mi alzo e mi avvio alle macchinette, cammino sempre più lento e rassegnato.
Non ho ancora visto Emma ma è la cosa che più mi preme fare.
Voglio sussurrarle all'orecchio che la amo e che non importa se questo figlio non arriva, a noi basta soltanto stare assieme, essere felici.
Prendo il tè e il caffè e mi risedio al mio posto aspettando che si faccia mattina...

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