Capitolo 27

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Il rumore dell'aria condizionata,unica gioia di questa settimana, riempie il silenzio assordante del mio ufficio.
Sono tutti in vacanza, allo Juventus Center siamo rimasti io e qualche mio collega a cui il direttore ha dato la responsabilità di tutta la società.
Stress ad altro stress.
I ragazzi sono partiti in vacanza sabato sera e si stanno sicuramente divertendo, anche parecchio.
Foto del Pipa e di Paulo stanno riempiendo i tabloid,quasi tutti i giorni e in più io ho alcuni scatti inediti mandatemi direttamente da Gonzalo che sembra si svoglia sfondare di alcol.
"È strepitoso, dovevi prenderti le ferie prima e venire con me" è stata la prima frase del Pibe appena due ore dopo essere atterrato sull'isola più chic degli ultimi tempi. Formentera è un posto troppo affollato e secondo me  anche troppo sopravvalutato.
Torino ,invece, è una magnifica città, o questo è quello che mi ripeto giorno per giorno, e l'aria condizionata è una gioia cosi immensa che non ho per niente voglia di prendere il primo volo. No,assolutamente no!
Possiamo peró ,solo cinque secondi,parlare di Paulo?
Ma che cosa è? Duemila gradi Celsius in persona.
Ormoni schifosi, schifosissimi!
Chiudo ogni social network e ritorno all'organizzazione della manifestazione contro la violenza sulle donne.
A lavoro Gwen!
Tutto sembra apposto e l'unica cosa che manca è il mio discorso e non so da dove iniziare, troppe cose da dire e troppi invitati importanti.
Impugno la penna e un plico di fogli per stampanti, scrivo qualcosa e poi puntualmente la taglio per riniziare da capo.
Ho tempo fino a domani a pranzo,ce la farò?
La squadra femminile è bellissima, ragazze dolci e grintose che mi hanno insegnato qualche passaggio.
Praticamente il giorno più entusiasmante della settimana.
Rita Guarino è un'allenatrice molto rigorosa,simpaticissima e con lei o si fila dritto o si fila dritto.
-ma io voglio la maglia delle ragazze- gli dico emozionata,affiancandola a bordo campo mentre le ragazze di allenano duramente.
-visto che brave ragazze?- mi dice orgogliosa
-brave ragazze, ma queste qui gli torcerebbero i capelli....anche io voglio imparare ad essere brava come loro- mi sorride
-allora ti converrà mettere su massa muscolare- il che tradotto significherebbe palestra.
Mi sa che alla fine dovrò seriamente farmi un abbonamento.
-quindi non esiste alcuna bacchetta magica- scoppiamo a ridere e mi concentro sui movimenti rapidi e precisi che fanno le ragazze.
Io se provassi a farli, domani mattina solo con l'ambulanza ci posso arrivare in ufficio, ammesso che rimanga viva.
-se vuoi, io disponibile a scriverti le schede per gli esercizi e se li fai qui in palestra da noi, ci possiamo mettere d'accordo per un orario e ci facciamo compagnia a vicenda, alleno già Roberta e Carolina- annuisco velocemente
-si, sarebbe magnifico,ma ti avviso sono un caso davvero perso- camminiamo lungo il bordo campo
-io sono brava con i casi persi- le sorrido contenta e ci scambiamo il numero di telefono.
-ci vediamo domani sera ragazze - le saluto e poi me ne torno a Torino, alla ricerca di un vestito da indossare domani.

La sala premiazioni è stata allestita perfettamente,elegante e femminile come avevo immaginato, le margheritine bianche da campo e i tulipani di diverse sfumature di rosa,sono sistemati al punto giusto senza rendere l'atmosfera troppo piena , sembra un bel quadro e tutti gli invitati a mano a mano che entrano ne vengano catturati.
La risata femminile aleggia nell'aria e bellissime donne si accomodano ai loro posti.
-sei bellissima- mi dice Roberta ed io la guardo pensando immediatamente che al massimo posso essere carina,qui tra le due la bellissima è sicuramente lei.
-io? Tu sei meravigliosa- mi abbraccia e si accomoda al mio fianco.
-Carolina?- mi domanda
-arriva, stava mettendo le scarpe a Nina e sarebbero arrivate- guardo il cellulare per vedere se mi ha inviato altri messaggi ma nulla.
-io ho visto Antonella e Michela in fondo- mi volto a cercarle e appena i nostri sguardi si incrociano,parlano tra di loro e si avvicinano.
-stanno arrivando- le dico prima di venire accecate dal flash di una macchina fotografica.
-eccoci- dice Antonella; mi alzo immediatamente a salutarla e come lei saluto anche Michela.
-siete bellissime- ci fanno i complimenti le ragazze e noi ricambiamo.
Ironia della sorte, sia io e che Antonella abbiamo indossato capi di abbigliamento bianchi, per fortuna che il mio è un vestitino paillettato mentre il suo un pantalone con blusa.
Che strano scherzo del destino è questo!
Appena intercetto il presidente all'ingresso con la bellissima compagna ed i suoi bambini ,mi alzo per raggiungerli.
-Gwen- mi saluta contento e io ricambio, salutando poi Deniz che gli sta affianco.
Bella è bella, questo è oggettivamente visibile,inoltre ha un pancione da gravidanza che le regala una certa luce sul viso che solo le donne incinte possono avere.
È simpatica e molto carina nei miei confronti e la trovo educata e mai fuori posto,ma io ho sempre avuto un debole per Emma Winter con la quale ho intrapreso una bella relazione di amicizia dato che Il presidente mi ha chiesto il favore di mettermi in contatto con lei per gestire la situazione di come i bambini sarebbero dovuti venire alle partite, come alla finale di champions a Cardiff.
-che ne pensate?- gli chiedo
-è meraviglioso- dicono entrambi e io sono felice, felicissima che gli sia piaciuto.
-questi bei bimbi possono venire con me?- domando al presidente e lui annuisce lasciandogli poi un tenero bacio sulla guancia.
-mi raccomando fate i bravi ragazzi- io sorrido della scena e lo mi seguono.
-Gwen, poi possiamo mangiare le caramelle?- mi chiede Giacomo,il più piccolo che ha solo sei anni, mentre la sorella Baya ne ha il doppio.
-si certo, ma dovrà essere un segreto tra di noi- i bambini ridono e fanno finta di chiudersi la bocca con il catenaccio e buttare via la chiave.
La sala continua a riempirsi di persone e prima che inizi la serata, vado a controllare che nella sala per il bouffet sia tutto in ordine e che i camerieri siano pronti.
-vai tranquilla Gwen, qui ci pensiamo noi- mi rassicurano e io torno al mio posto.
-che fine hanno fatto Antonella e Martina?- chiedo,notando i loro posti vuoti.
-non lo so, Martina le ha detto di seguirla in bagno ma sono via da un po' di minuti...forse si sono perse- mi dice Maddalena ridacchiando, la saluto e la abbraccio ringraziandola di essere venuta.
-okay ho capito, vado a recuperarle- mi alzo nuovamente e uscendo fuori dalla sala, incontro Marotta e Nedved che insieme alla squadra femminile si stanno dirigendo ai loro posti. Li saluto velocemente.
Mi dirigo verso la toilette, Antonella non può assentarsi altrimenti il discorso che deve fare lei, sperando sempre che l'abbia preparato, chi lo fa?
Non devo pensare negativo, me lo ripeto sempre ma ogni volta ho sempre la sensazione che qualcosa deve andare storto.
Quando apro la porta del bagno, sento Antonella e Martina discutere animatamente.
Senza che mi faccia sentire,mi infilo nel primo bagno disponile e come una pettegola me ne sto li ad ascoltare la discussione.
-tu non puoi fare una cosa del genere, non si tratta solo di Paulo, c'è anche mio marito e quello di tutte la altre...c'è una storia di onore dietro questo simbolo, non puoi assolutamente- ribatte risoluta la moglie di Leonardo.
-io parlerò solo di Paulo, è lui che mi ha lasciata qui mentre si diverte, non sono una bambola- controbatte Antonella
-tu non puoi permetterti di dire che Paulo ti maltratta, gli rovineresti la carriera e rovineresti l'immagine di tutti noi- che cosa? Paulo la maltratta?
-tuo marito non ti sbatte via da casa sua perché vuoi andare a cena fuori e lui no- menomale che le liti ,per lei,erano cose normali in una relazione. Vorrei uscire e guardarla negli occhi per dirle che mi ha delusa davvero.
-se mio marito torna stanco da casa,non gli rompo il cazzo, me ne sto in pigiama con lui e lo coccolo.Antonella non puoi averla vinta su tutto, lo scorso anno ti aveva detto che se continuavi cosi vi sareste lasciati, sembra che a te non freghi un cazzo di lui- trattengo il respiro
-io ho un lavoro, il mio mondo non gira attorno a lui...perche non viene a Milano da me- assurdo, le cose che sento sono assurde.
-mi odierai ma, l'appartamento a Milano te lo paga lui con i soldi che guadagna qui...mi sembrano soltanto storie inutili campate per aria. Ti faccio questa confidenza, se provi a infangare il nome della Juventus, nessuna di noi ti darà una mano. Questa per noi è la nostra famiglia e ci vivo da sette anni e indipendente da come vada a finire la storia calcistica di mio marito, questa rimarrà per me una casa sicura, se Roberta, Carolina e Maddalena sapessero quello che vuoi combinare, ti direbbero le stesse cose che ti dico io- grazie Martina.
-voglio solo farla pagare a lui e alla figura che mi ha fatto fare, sono stanca di venire dopo il pallone- io invece sono stanca di sentire queste idiozie.
Esco dal bagno, sbattendo volutamente la porta e facendole rimbalzare.
Lo sguardo rassegnato di Martina e quello preoccupato di Antonella, mi riferiscono chiaramente che la mia faccia deve essere abbastanza incazzata.
-complimenti,complimenti davvero- le dico all'argentina che mi guarda non sapendo cosa dire
-ti risparmio tutte le parole, non provarci nemmeno a rovinare una cosa strepitosa come questa squadra, non te lo permetterò - gli dico con un tono aspro e duro.
Mi lavo le mani di proposito aspettando una risposta da parte sua con la quale poi l'avrei asfaltata,talmente me le ha fatte girare; poi corro in sala mandando un veloce messaggio a Pavel e Andrea chiedendogli di raggiungermi in ufficio.
Ci incontriamo in ufficio dal presidente e hanno una faccia confusa.
-l'intervento di Antonella va cancellato immediatamente dalla scaletta, chiederò a Roberta e Carolina di parlare al suo posto; voleva rovinare la manifestazione e Paulo- lo sputo via velocemente
-come scusa?- Pavel stenta a crederci mentre Agnelli,molto più calmo mi accarezza la schiena.
-manteniamo la calma, l'abbiamo salvata in corner...a lei ci penseremo dopo e mi raccomando, Dybala non deve saperne nulla. Facciamogli godere le vacanze che si è meritato- annuiamo tutti alle parole del presidente e ritorniamo in sala.
Il senso di disgusto nei confronti della ragazza di Paulo è forte e quasi mi contorce le budella. Adesso, capisco in che modo la vede Alicia e mi chiedo come sia potuto essere che mi sia lasciata abbindolare dal suo dolce viso che nasconde una cattiveria simile.
Rovinargli la carriera? Ma questa qui sta bene?
Non si rende nemmeno conto di che cosa avrebbe potuto fare, alla società e al suo ragazzo che dovrebbe amare e supportare.
Che poi, ma lei di che si lamenta che se lavora a Milano è solo grazie a Paulo.
Assurdo, vergognosamente assurdo e fuori da ogni senso logico.
Quando ritorno al mio posto, Martina mi sorride e io ricambio.
-Roby,Caro...dovete farmi un favore- si girano ad ascoltarmi.
-sappiamo tutto, conta su di noi...Nina la tieni buona tu?- annuisco e bevo un sorso d'acqua.
-grazie- chiudo gli occhi trattenendo le lacrime e cercando di rilassarmi.
-ringrazio immensamente,tutti voi qui presenti a casa Juventus, è un immenso piacere avervi qui accanto a supportarci per una causa che ci sta profondamente a cuore. Sono onorato di avere al mio fianco un team pieno di giovani donne in carriera che dimostrano ogni giorno quanto talento e quanta intraprendenza posseggono. Un saluto particolare a mia madre che è stata il mio ieri e a mia figlia che è e sarà il mio domani. Alla mia compagna che mi segue in queste nuove avventure e ad Emma che mi è stata accanto quando ho preso tra le mani queste società. Dietro un brav'uomo c'è sempre una grande donna, disse Virgina Woolf e mi trovo perfettamente concorde con questo aforisma- il Presidente ringrazia tutti e passa il microfono a Pavel che in giacca e camicia con un paio di sneakers adidas ai piedi, mi fa sorridere.
È e sarà sempre un calciatore di vecchio stampo,lui e le scarpe eleganti camminano su binari paralleli.
-mi accodo alla bellissima frase del mio amico,prima ancora che socio. Io, prima di sposare la mia splendida donna che mi ha regalato una delle gioie più grandi della mia vita- chiama i suoi figli sul palco, baciandogli la testa.
-ho sposato un'altra donna e sono sicuro condividerò con lei il resto della mia vita- si porta la mano al petto ,la dove il simbolo bianco della Juve spicca sul tessuto nero della giacca.
-mia moglie ha sempre saputo,quanto giocare al pallone mi rendesse felice e quanto la palla tenesse saldi gli equilibri della nostra vita.
Un sogno è qualcosa che coltivi fin da bambino e qualcosa che ti accompagna per il resto della vita; Ivana sapeva che sposandomi,avrebbe sposato questa squadra ed era compito mio farle sapere che tra questi due grandi amori non c'era alcuna rivalità. Ciò che mi ha reso felice nella vita, sono: la mia famiglia ,la mia donna a cui devo tutto, per tutte le vittorie festeggiate insieme, per avermi tenuto le spalle alte quando le cose non andavano bene e per esserci anche adesso, che le faccio fare continui viaggi e non si stanca mai- sorride innamorato alla moglie e tutti inevitabilmente ci giriamo a guardarla.
Ivana, si alza commossa e lo raggiunge sul palco,completando questa bellissima famiglia.
-scusate, si non parlo italiano bene, anche se ormai conosco Italia da tanti anni. Volevo ringraziare questa Squadra perché non mi ha mai fatto sentire di troppo, mi ha presa con se e mi ha dato la possibilità di vedere felice mio marito. Le rinunce e i sacrifici li abbiamo fatti insieme ,tutti quanti e quelle ragazze lì- indica verso di noi, ma fa riferimento alle mogli e ragazze dei calciatori- lo sanno bene, sposiamo il nostro uomo e la sua palla, i suoi sogni e sappiamo che non c'è sfida tra palla e noi, solo intesa è qualcosa che possiamo trarre vantaggio da lei, mi ha regalato una bellissima carriera,un bella famiglia e una casa dove crescere i miei figli. Tutte le difficoltà in questa squadra,sono condivise perche ci vogliamo bene e ci sosteniamo tutti quanti.- un applauso sentito e sincero si alza da parte di tutti i presenti e sapere che devo prendere parola dopo di loro, che sono i pilastri portanti di questa magnifica ed unica opera d'arte,mi intimorisce.
Il foglio con il discorso preparato lo lascio al posto, parlare con il cuore è sempre la soluzione migliore.
- quando sono arrivata qui, ormai un po' di mesi fa, conoscevo bene questa squadra ed ero entusiasta e speravo davvero che avrei avuto un posto di lavoro, con cui avrei fatto del mio meglio per contribuire ad una legenda che è stata già scritta ma che continua ad arricchire le pagine della propria storia, campionato dopo campionato, partita dopo partita. I miei genitori mi hanno cresciuta,insegnandomi l'amore per questa squadra e quando si è piccoli l'entusiasmo è sempre maggiore ,venivo allo stadio con mio padre che mi portava sulle spalle, la maglia rigorosamente bianco nera con il numero dieci di Alessandro Del Piero- lo guardo seduto in fondo che mi sorride
-la alternavo a quella di Gigi e a quella di Claudio- guardo verso Roberta e Alena che è assolutamente voluta venire,rendendomi felice.
-ero piccola e mi lasciavo trascinare dall'entusiasmo di mio padre e di mia madre, non capivo nulla di quello che succedeva in campo ma a fine partita mio padre era felice e questo rendeva felice anche me. Crescendo la consapevolezza di tifare per una squadra cosi magica e con così tanta storia dietro, mi ha spinto sempre di più a provare interesse nei suoi confronti, un po come quando ci si rende conto di innamorarsi di qualcosa e di esserne profondamente attratti. In Italia c'è un luogo comune che stabilisce che il calcio è uno sport per uomini e questo ha distorto un po' la visione delle cose quindi ,quando sono arrivata al mio colloquio ,mi aspettavo un ambiente pieno di uomini competenti che sapevano come far funzionare gli ingranaggi di questa macchina che va a duecento al secondo, poi le cose hanno assunto una luce diversa, mi sono sentita fin da subito a casa e sommersa all'interno di una storia piena di amore, la storia della famiglia Agnelli che ci ha sempre creduto e non si è mai arresa.
Sono onorata e incredibilmente fiera di far parte di tutto questo,che a parole troppo difficile da spiegare.
Come il presidente vorrei citare un piccolo aforisma di Confucio che dice: scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita. Questa famiglia mi ha inevitabilmente cambiato , proiettandomi in un mondo da cui ho imparato tante cose, ho conosciuto Uomini con la U maiuscola che rendono la Juventus questa squadra che ci invidiano tutti. Uomini che come hanno detto prima, si sono lasciati accompagnare dalle loro donne che si sono fatte cariche di una legenda a hanno fatto molto e sono sicura faranno tanto altro ancora.
Un grazie a tutte le mamme che hanno cresciuto i nostri campioni e a tutte le mogli che sono sempre all'altezza di tutto.
Vorrei ringraziarle a nome di tutte quelle ragazze e bambine che come me, a casa il giovedì, il sabato e la domenica, hanno novanta minuti a disposizione per vedere della magia in campo.
Grazie mille- spengo il microfono e faccio un applauso a Beppe Marotta, Andrea Agnelli e Pavel Nedved, tutti gli altri si aggiungono e quando scendo per stringergli la mano professionalmente, loro mi abbracciano e tutto è perfetto.
-sei stata grande- mi dice Carolina sorridendomi
-voi siete le vere leggende- stringo la mano a tutte le ragazze e purtroppo anche ad Antonella, evitando che se venga ripreso il momento ci siano discussioni dopo.
Carolina mi mette in braccio Nina che è attratta dai miei bracciali con la quale gioca. Il suo shampoo all'albicocca è una droga e ne annuso il profumo buonissimo
-ma quanto sei bella?- le dico e la bimba mi da un bacio
- buonasera- dicono entrambe imbarazzate e ridacchiando e facendo ridacchiare anche noi.
-non siamo cosi brave come i nostri mariti ma speriamo di fare del meglio- dice Roberta ma Agnelli gli sorride contento.
-mio marito è figlio della Juve quanto di mia suocera, non c'è un momento della nostra vita che non porta dietro lo sfondo di questa magnifica casa e di questa magnifica storia. Claudio dice sempre che entrare a contatto con l'erbetta del campo, gli fa vedere il mondo da un'altra prospettiva e lo scorso anno quando ha avuto quel terribile infortunio,le sono stata accanto ricordandogli che doveva tenere duro per questa squadra che lo stava aspettando e per questa famiglia a cui mancava molto. Andrea è stato fondamentale per la sua ripresa, ha aiutato me e i miei figli a portare Claudio due volte alla settimana in questo centro e le cose sono tornare a loro posto molto più semplicemente di quello che pensavo.
Sono molto legata a questo posto, mi ha regalato un marito di cui sono molto innamorata, delle amiche ,sorelle brontole con cui condivido pomeriggi fantastici, ha dato ai miei figli un futuro strepitoso e ha reso mio marito il calciatore magnifico che è, non solo per me ma per tutta la tifoseria che gli sta vicino e che inevitabilmente sta vicino anche me, riempiendomi di complimenti che a volte non credo di meritare. Riprendendo le parole della signora Nedved, volevo solamente aggiungere che, è vero: spesso questo mondo ti costringe a dover fare delle rinunce ma nulla che non venga reso indietro.
Qui a casa nostra si dice sempre fino alla fine e sarà per sempre fino alla fine- applaudo contenta e facendogli un occhiolino

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