Capitolo 29

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Sabato mattina, mi sveglio con l'unica consapevolezza che mi fa sorridere.
I ragazzi tornano e io non vedo l'ora di riabbracciarli e annusare il loro profumo che inavvertitamente è diventato come profumo di casa.
In aeroporto arrivo con circa venti minuti di anticipo, al collo un cartello fatto con del cartone da imballaggio con su disegnato una pipa e un diamante.
La gente mi guarda come se fossi pazza, ma me ne infischio altamente, che giudichino pure.
Sul tabellone delle partenze e degli arrivi, il volo da Formentera riporta cinque minuti di ritardo e l'attesa inizia a farsi sentire.
Al bar prendo un caffè che costa quanto un'intera confezione, ma ci sorvolo su, evitando di sottolineare che con sette euro di caffè mi avrebbero dovuto dare anche la tazzina.
Afferro un giornale, rigorosamente Gazzetta dello Sport, e ne leggo le prime pagine, alcune piene di stronzate colossali dove è palese che chi le ha scritte fosse un giornalista antiJuve e il pensiero corre a Claudio Zuliani che praticamente pomeriggio,avrà da disquisire su questa roba.
Quando i miei occhi cadono nuovamente sul tabellone, la scritta "atterrato" mi fa incredibilmente sorridere.
Mi avvicino nuovamente alle porte scorrevoli e la calca inizia ad aumentare.
Aspetto circa una decina di minuti,prima che i due escano fuori scortati dalla polizia aeroportuale.
-Gwen- mi chiama immediatamente Gonzalo, scansando il poliziotto e correndomi incontro.
Istintivamente gli salto addosso abbracciandolo con le braccia e con le gambe.
-quanto mi sei mancato?- gli chiedo retorica
-anche tu- lo guardo in volto e lo trovo rosso dall'abbronzatura.
-ehm ehm- si schiarisce la voce Paulo alle nostre spalle.
Scendo immediatamente e lo saluto sorridendogli ma lui non ricambia.
-Gonzalo, vogliamo sbrigarci?- gli dice ignorandomi completamente.
-si andiamo- riprende tra le mani le sue valigie e ci incamminiamo fuori.
-ti spiacerebbe se lasciassi prima me a casa?- mi chiede Paulo.
-ma Gonzalo viene prima sulla strada- gli dico anche se questo dovrebbe saperlo bene anche lui.
-okay, allora prendo un taxy- si allontana e si dirige verso uno dei taxy fermi all'ingresso.
-ma- le parole mi rimangono intrappolate in bocca
-impegni - dice vago Gonzalo e so che mi sta nascondendo qualcosa ma non insisto,sono migliori amici ed è giusto che lui non dica nulla.
-ha la luna storta- commento solamente
-no,i coglioni girati- mi risponde il Pipa spiazzandomi.
-eh, più o meno quello che intendevo io- ridacchio
-il mio rende più l'idea- indossa un paio di occhiali sa sole specchiati e lo trovo senza difetti.
Un idolo è pur sempre un idolo.
-come stai?- mi chiede osservandomi
-sto- gli rispondo,inserendo la retromarcia e uscendo dal parcheggio.
-avete dato il massimo di voi stessi, tu qui e lui lì, non penso di averlo mai visto così- mi incuriosisce
-così come?- gli chiedo
-fuori di se, si stanno accumulando tante cose e forse le cose con Antonella prenderanno una svolta, non so che svolta ma sicuramente non rimarranno cosi indefinite per tanto tempo ancora- la lingua sbatte tra i denti volendo articolare tutta la storia della manifestazione contro la violenza con le donne. 

Ma Paulo deve allenarsi e non ha bisogno di sapere questo, non finché non sarà necessario.

-con Marc?- mi domanda e posso percepire una punta di odio
-nulla, è partito..non so se ieri o parte oggi, non l'ho più visto ne sentito;mi aveva chiesto di portarlo al museo della Juve ma mi sono data per malata. So che comunque è andato,anche da solo, perché Agnelli mi ha detto di aprire una pratica su di lui. A quanto pare vuole provare a vedere se la Juventus possa essere il suo nuovo team- schiaccio un po' più il pedale dell'acceleratore.
-come? Chiudila pure, lui alla Juve non ci mette piede- okay. Ora voglio sapere che cosa è successo.
-me lo dirai mai perché non ti piace? Cosi almeno non piacerà nemmeno a me- ci pensa su un po' e poi sputa il rospo.
-mi da fastidio e sembra che si diverta a rompermi le palle. Oltre ai gratuiti insulti che mi dice, divertendosi con i suoi altrettanto teste di cazzo di compagni di squadra che si ritrova- spalanco gli occhi.
-dici sul serio?- la voce mi esce acuta e anche parecchio alterata.
-si- cerca qualcosa sul cellulare e poi mi mostra screen di chat.
Una sensazione di odio sboccia dal profondo del mio stomaco, di tutti i miei visceri e una lacrima di rabbia abbandona il mio volto.
-un pezzo di merda!- sbotto quasi urlando,mi volto a guardare Gonzalo che mi guarda stupito.
-mi fai paura- commenta facendomi ridacchiare.
-fammi arrivare a casa- dico semplicemente.
Quando svoltiamo sulla pedonale Crocetta , giro l'angolo e Gonzalo apre il cancello automatico permettendomi di entrare dentro.
Lo aiuto a scaricare le valigie e quando mettiamo piede a casa sua, tutto è incredibilmente pulito e specchiato.
-ti fermi da me?- mi chiede e io annuisco più che contenta.
-vai a farti una doccia, penso io al pranzo- mi bacia la fronte e lasciando le valigie in mezzo al salotto,corre a farsi una doccia.
Apro il frigo e vi trovo praticamente tutto, ricordandomi che sia un buon mangiatore di pesce, afferro il misto di mare e lo metto sotto il getto d'acqua pulendolo minuziosamente.
Tagliuzzo la cipolla e la faccio soffriggere; questa cucina è cosi piena di utensili che fatico a credere che uno come Gonzalo possa effettivamente utilizzarli tutti.
Trovare una pentola per la pasta, è un impresa veramente ardua.
Trovandola, la riempio d'acqua e la metto sulla piastra elettrica che successivamente accendo.
Mentre attendo che l'acqua bolla, mi dedico al condimento , a mente mi vengono flashback di quando era mia mamma a prepararla e mano mano vado recuperando tutto l'occorrente.
-hai bisogno di una mano?- mi chiede sorridendomi, mentre cerco di stappare una bottiglia di vino bianco.
-si- ammetto,mollandogli bottiglia e cavatappi
-prego...mmm che stai preparando, mi è venuta una fame pazzesca- mi porge la bottiglie e corre a vedere cosa sto cucinando.
-sembra buono e profuma divinamente- gli sorrido e verso un po' di vino nel pesce per farlo sfumare.
Aspettando che il vino evapori , afferro la tovaglia da tavola e mi faccio aiutare da lui a preparare la tavola.
-sei ancora arrabbiata?- mi chiede sorridendo
-arrabbiata? Incazzata è il termine giusto. Me lo dicevi prima a quest'ora non avrebbe potuto più giocare e sarei stata orgogliosa di essere in carcere. Che testa di cazzo- ripensarci mi fa ribollire il sangue dentro le vene.
-ti avrei pagato la cauzione- mi dice contento abbracciandomi
-ti adoro e scusami- gli dico stringendomi a lui
- ti adoro anche io e non hai alcuna colpa- invece si, mi sento sporca e complice di quel deficiente.
Taglio del pane per poter fare la scarpetta e lo lascio abbrustolire ,leggermente, dentro una padella.
Quando l'acqua bolle gli metto la pasta e il sale e poi aspetto che raggiunga la cottura ideale.
-non sapevo ti piacesse cucinare- mi dice affiancandomi e porgendomi un bicchiere di vino.
-non è che mi piace, ma adoro farlo per le persone a cui tengo...lo considero un grande gesto, per una come me che non va molto d'accordo con pentole e padelle- mi sorride e io gli sorrido di rimando.
-allora sono una persona importante?- annuisco e mi porto il bicchiere in bocca nascondendo del leggero rossore.
Lui mi bacia la fronte e mi pizzica il fianco.
-se non sapessi che sei un maschiaccio, quasi quasi ti scambierei per una bambolina- mi sfotte e gli faccio un bel dito medio.
-eccoti, ora di che ti riconosco- mi fa un occhiolino e io lo minaccio fintamente con il mestolo con cui ,poi, giro la pasta.
-sono dolce, solo perche sei stato via due settimane...da domani ritornerai ad essere il mio schiavo- gli dico facendogli una linguaccia.
-si mia signora- mi dice imitando uno stupido accento che non sono sicura esista veramente,qualcuno in grado di parlare in questo modo.
A tavola, vederlo mangiare con piacere mi fa sospirare contenta. La prova del cuoco l'ho vinta...Cracco, per favore, scansati.
-non ti piace cucinare ma sai farlo bene- senti mamma? So cucinare bene.
-potresti ridirlo,cosi lo mando a mia mamma che mi prende in giro?- ride e prova a fare il serio.
-signora, sua figlia cucina da Dio- dice trattenendo le risate
-aspettiamo e vediamo che dice- la risposta arriva pochi minuti più tardi e dice "quanti soldi gli hai dato per fargli dire questa pazzia?".
-visto, mi sottovalutano tutti- mi fingo triste
- io non lo farei mai- sorrido e gli scatto una foto mentre lui si porta un dito sulla guancia come a dire che buonissimo.
La risposta di mia mamma è stata: " se lascio papà per sposarmi con lui ,la supereresti?" , ovviamente l'emoticon con il dito medio non poteva mancare seguito poi da un " è mio, stagli alla larga...mordo".
- tua mamma è una bellissima donna, per me si potrebbe fare- dice aspettandosi una mia reazione che non tarda ad arrivare.
-Higuain! Chiedimi scusa immediatamente- assottiglio gli occhi
-mordi parecchio- mi dice semplicemente e mi bacia la guancia, provocandomi prurito con la barba.
A fine pranzo, carichiamo la lavastoviglie e ci spostiamo in salotto.
-ti ho portato un sacco di regali, vieni aiutami ad aprire le valigie- le porta sul divano e le apre, mostrandomi tutto il contenuto; proprio tutto.
Una tasca mezza piena di condom , spicca come se fosse un faro nella notte.
-come sono andate le vacanza?- gli chiedo ironica prima di scoppiare a ridergli in faccia.
-molto bene- mi dice sereno, per poi accorgersi a cosa faccio riferimento
- aha..ma comunque molto bene anche quello- gliene lancio un paio addosso e lui ride.
-mi tocca un ritiro di tre settimane, nemmeno i monaci benedettini si castigano in questa maniera- tira fuori alcune magliette e le poggia a caso sul tavolinetto.
-bene, questo è il primo- mi porge un pacchetto un po grande confezionato in una busta ,a righe rosa chiare e fucsia, inconfondibile.
Ne slaccio il nastro e ne tiro fuori un bellissimo costume verde acqua e azzurro.
Meraviglioso.
-è stupendo- gli dico girandomelo tra le dita.
-facciamo che a tuo padre non diciamo che te l'ho regalato io- ridacchio capendo che faccia riferimento ad una mutandina veramente piccola.
-si, facciamo cosi- gli rispondo
-dentro c'è ancora una cosa- sposto la carta e trovo la cover con incise le mie iniziali GM.
-bellissima- sfilo quella che ho e la sostituisco immediatamente.
-sono contento ti piacciano- lo abbraccio e gli bacio la guancia.
-non dovevi e lo sai, ma li adoro e sono troppo belli- mi bacia la nuca.
-shhs, sei la mia principessa e ti devo viziare- mi porge un altro pacchetto
-ancora?- gli chiedo stupita
-si, ancora ne abbiamo- si accomoda vicino la valigia e mi osserva scartare il regalo, un morbido cuscino con scritto Formetera e un cuore.
-questo è il meno originale e l'unica cosa che mi piaceva di tutte quelle cianfrusaglie unitili che vendono nei negozi di souvenir- mi spiega
-gli spruzzerai il tuo profumo e poi lo porterò nel mio letto, così quando sarai in Messico e mi mancherai,avrò la sensazione di averti vicino- lui annuisce contento
-mi sembra un'ottima idea- mi porge ancora un'altro pacco ed particolare perche è una scatola vintage.
-questo,quando l'ho visto mi ha fatto pensare immediatamente a te e non potevo non regalartelo- aprendo la scatola vi trovo una bellissima candela profumata a forma di girasole .
-è magnifica- rimango senza parole e ne accarezzo la consistenza.
-sapevo ti sarebbe piaciuta- annuisco vigorosamente.
Più tardi, dopo gli infiniti regali ci sediamo più comodi e guardiamo tv spazzatura.
-parleremo più di quello che mi hai detto a telefono?- mi irrigidisco un pochino ma lui continua a giocare con i miei capelli.
-che cosa potrei dire?- gli dico osservandolo
-è una cosa importante, sopratutto per te..no?- annuisco e chiudo gli occhi
-importantissima e non credevo avessero ragione quando mi dicevano che ci si stava davvero di merda-
L'immagine del volto di Paulo si materializza nella mia mente e mi manda totalmente in tilt.
-non ho nemmeno capito, quando ho iniziato ad innamorarmene...sapevo che aveva ed ha un effetto su di me, ma non pensavo che fosse questo- mi torturo le mani
-spero che lui capisca il casino che ha dentro e si accorga di questi due occhi- li chiudo immediatamente non volendo che legga tutta la fragilità che in realtà nascondono.
-Mattia lo sa?- mi chiede
-lo ha sempre saputo, anche prima di me- è questo il potere delle proprie persone.
-vuoi davvero sperare che passi via?- mi chiede e non ho una vera e propria risposta a questa domanda.
-non lo so, voglio solo che magari più avanti non faccia cosi male- gli sussurro
-ecco perche non voglio innamorarmi, perché non voglio stare così- mi dice sincero e lo capisco a pieno.
-non è qualcosa che si controlla, credimi- annuisco consapevole.
Mentre mi giro da un lato, per stare più comoda,il mio sguardo viene catturato da una foto incorniciata accanto ad un mobile più a destra della televisione.
Rimango pietrificata e Gonzalo se ne rende conto.
-Gwen, che succede?- mi chiede allarmato.
I miei occhi rimangono incollati a quella foto e un senso di impotenza mi invade le ossa.
-Gwen, tesoro ti senti bene...per favore parla- non riesco ad articolare la bocca e lui mi guarda preoccupato.
-chiamo un'ambulanza?- faccio no con la testa e gli stringo la mano con la quale sta accarezzando il mio volto.
-mi dici che cosa ti prende- mi sussurra, facendomi sentire un coccio di vetro fragile.
-nulla- gli dico piano
-è successo qualcosa ne sono sicuro- continua a guardarmi,prima di seguire la traiettoria del mio sguardo.
-è per quella? È una foto a cui tengo tanto...non mi ricordo il suo nome, ma l'ho conosciuta quando ero al Napoli ed è stata forse una delle esperienze più belle che mi hanno regalato- si alza e va a prendere la foto che conosco benissimo.
-di questo giorno ricordo, l'abbraccio stretto che mi diede e il profumo di cocco che faceva la sua pelle, profumo di cocco come il tuo- mi dice e ha un bel sorriso sul volto.
-si?- la voce mi esce roca, come se fosse sull'orlo del pianto
-si- continua ad accarezzare il vetro della foto e poi si alza per rimetterla al suo posto.
Un singhiozzo maledetto mi scappa dalla gola e lui si volta immediatamente a guardarmi.
-Gwen?- corre immediatamente al mio fianco
-hei hei- mi abbraccia mentre ormai le lacrime sono andate via e non riesco a fermarle.
-non pensavo ti facesse questo effetto...se vuoi la toglierò di li- scuoto negativamente la testa.
-vuoi dell'acqua?- mi chiede e io annuisco incapace ancora di parlare.
Quando torna in cucina, non posso far altro che fissare quella foto, identica a quella che si trova nascosta in camera mia.
Mentre mi asciugo le lacrime, sento il rumore della bottiglia dell'acqua che cade per terra, mi volto a guardarlo preoccupata e la sua faccia ha un'espressione strana.
Scansa la bottiglia con i piedi e corre nuovamente ad afferrarla.
-Dios mío..no es posible....Gwen?- mi guarda terrorizzato e poi riguarda la foto
-tu...- continua a guardarmi e io annuisco non sapendo che altro fare.
Poggia immediatamente la foto e si siede nel divano, io mi avvicino cautamente e quando lo abbraccio lui mi stringe ancora più forte.
-ti ho sognata per settimane intere- mi sussurra
-settimane intere. Sei stata come un tarlo in testa- lo stringo più forte e le lacrime ritornano a spuntarmi negli occhi.
Mi asciuga le lacrime e mi sorride felice ,sembra quasi che mi veda per la prima volta.
-è stata sempre li e più volte sono ritornata a guardarla, ma non ho mai visto questa somiglianza, eppure Paulo me lo aveva detto che gli avevi confidato che ci eravamo incontrati tanto tempo fa- osservo il suo viso e mi torna in mente in cui mi venne a trovare in ospedale.
Avevo diciassette anni e la testa nuda come un cocomero, mia madre mi aveva svegliato e io l'avevo quasi odiata ma quando l'avevo visto entrare, mi era sembrato di sognare.
-ti ho guardato in silenzio per parecchie minuti- lui annuisce ricorcando con me il momento
-si e poi mi hai salutato in spagnolo stupendomi- si ,me lo ricordo e come
- si, e tu mi hai detto che ero la principessa più bella che avevi visto, ed il che invece ti facevo un uomo rube e virile- lo sfotto anche se dentro di me so quanto quelle parole mi abbiamo fatto sentire unica ed importante.
-tu non sembravi cosi stronza come adesso- mi risponde sorridendomi
-no fidati, ero stronza anche allora...sono nata stronza- gli dico facendolo ridere
-ce l'hai ancora l'anello di caramella?- mi chiede
-si ovvio, mio padre stava per mangiarselo ma mia madre l'ha custodito come se fosse il cuore dell'oceano di Jack e Rose- sapeva di fragola, ne ricordo ancora il sapore.
-e tu ce l'hai ancora il bracciale che ti diedi?- annuisce e corre ad aprire un cassetto. Quando lo tira fuori lo guarda e io insieme a lui.
-ovvio, i girasoli...come ho fatto a non ricordarmene- si passa il bracciale tra le dita e poi le porge.
Toccarlo dopo tutto questo tempo è strano.
-ma in camera tua non c'era la foto- mi dice
-è conservata, non mi piace vedermi in quel modo e non piace nemmeno a Mat e ad i miei- lui annuisce capendo immediatamente il punto.
-Perché non me lo hai detto subito?- mi chiede
-perche non è una cosa che mi piace ricordare, sono stata male e insieme a me tutte le persone che mi sono state accanto. C'ho messo sopra una pietra tombale- mi abbraccia e stavolta sento di potergli essere accanto ancora di più.
-per qualche ragione,quando sono uscito dall'ospedale mia madre mi ha chiesto come fosse andata e le avevo detto che mi avevi cambiato un paio di cose, sapevo che saresti stata importante- non so se prima piangere e poi sorridere o viceversa.
Nel dubbio li faccio contemporaneamente.
-sempre una spina nel fianco,praticamente- lo faccio sorride
-hai questo potere di non passare inosservata- mi dice
-no? Allora Mattia mi ha contagiata- gli dico allacciandomi i capelli che iniziano a darmi fastidio.
-no lui,non passerebbe inosservato nemmeno davanti a una fila di ciechi. Lui proprio è vip dentro- mi fa scoppiare a ridere.
-questa mi è piaciuta - gli dico
-ma se ti piace tutto di me. Ormai non hai più scampo- mi bacia la fronte e poi apre corre al piano di sopra.
Quando lo vedo arrivare ,ha tra le mani la sua maglia della juve.
-indossala- faccio come dice e poi lui sedendosi vicino a me, apre la camera interna del suo cellulare e ci scatta una foto.
Io,come allora, lo guardo sorridente e estasiata.
Lui ,come sempre, mi sorride di rimando e mi fa una faccia buffa che mi fa scoppiare a ridere, adesso come cinque anni fa.
-le stamperò e le metterò accanto a quella- mi dice
-le voglio anche io- gli rispondo immediatamente.

Gonzalo Higuain, non è solo il migliore attaccante numero nove del mondo,l'argentino trentenne più bello del pianeta.
Gonzalo Higuain è l'uomo migliore dell'universo, il mio idolo.




Tadan...ecco svelato dove Gwen ha già incontrato Gonzalo.
Io li adoro💕 parecchio e sono,sempre di più ,contenta 😍che lui sia venuto alla Juventus⚪️⚫️.
È un campione🔝 fuoriclasse che adoro sotto tutti i punti di vista.
Cosa pensate sia successo a Paulo💎?
Fatemi sapere e se il capitolo vi è piaciuto e vi va lasciate una stellina 🌟.

Fino Alla FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora