Chiedo la mattinata libera e Agnelli me la concede senza storie, sa che ho bisogno di riordinare la mia mente e riprendere i ritmi di una persona che deve ritornare a lavoro, così all'improvviso, nel bel mezzo delle tanto attese ferie estive.
-ma è successo qualcosa di grave? E poi chi cazzo è questa Ginevra Sozzi?- mi chiede Mat dall'altro lato del telefono.
-sto cercando di capirlo, ora ci salutiamo e divertiti pure per me- stacco la chiamata e bevo la mia preziosa tazza di caffè mattutino.
Sono solo le otto di mattina e mi sembra di aver appena percorso quindici kilometri con dei massi ai piedi.
La sbronza ci sta mettendo parecchio a lasciarmi in pace, sembra che soffra di labirintite,il che è un grave problema per una come me che ha già problemi a rimanere in equilibrio da sobria.
Quando accendo il laptop,le dita digitano velocemente il nome di questa ragazza e le prime foto che vengono fuori ,sono quelle di lei insieme a Paulo.
Ignoro il fatto che si chiami Ginevra, altrimenti tento seriamente il suicidio.
In un'altra vita avrò commesso un omicidio per meritarmi una cosa simile.
Nessuna pagina web parla di lei, se non collegandola come la fiamma estiva di Dybala , praticamente questa si è già fatta parecchi soldi così, figuriamoci che cosa spera di ottenere.
Alle dieci apro la porta di casa mia ai fratelli Dybala che come la madre sono esperti in sorprese.
-scusaci Gwen- mi dicono non appena mettono piede in casa mia,portandosi dietro un bellissimo barboncino bianco.
-non preoccupatevi, stavo lavorando per lui- anche se si meriterebbe due schiaffi in faccia.
"Se stessi per diventare una renna, me lo diresti?"
Ma con che coraggio le dice certe cose!
Mi abbasso verso il cane e ne accarezzo il pelo morbido e lucido.
-si chiama Paulo- scoppio a ridere e loro con me.
-non dirglielo- mi dice immediatamente Mariano e io annuisco continuando ad accarezzargli il pelo e vedendolo scodinzolare.
-avete notizie?- gli chiedo mentre li lascio accomodare sul divano, dove poco più di un mese fa,vi stava seduta la loro mamma.
-so che è una pierre- la pronuncia con l'accento argentino e somiglia più ad un nome che a qualcos'altro.
-l'unico pierre che conosco, è il proprietario del panificio sotto casa mia,quando abitavo a Lion- meglio prenderla sul ridere.
Gli faccio una tazza di mate,andando sul sicuro.
-grazie- mi sorride Gustavo che tra i due mi sembra quello più difficile da conquistare.
-è una Pr, praticamente fa pubblicità per locali e roba simile...aver beccato vostro fratello è come aver trovato un pozzo di denaro...avete parlato con Paulo?- Gustavo guarda Mariano e poi me.
-si- dice sconsolato
-e?- gli chiedo di continuare
-sono sul serio andati insieme a letto per un po di giorni- fingo di non starci male e che la cosa mi ferisca parecchio.
-puoi parlarci tu e vedere se magari a te dice qualcos'altro- mi dice Mariano ma Gustavo lo guarda contrariato.
-io? Non mi importa avere dettagli delle cose della sua vita privata...sono solo un dipendente della Juventus, mi interessa sapere che non finisca nei guai e che non metta nei guai la società- il tono che uso è più duro di quello che penso.
L'espressione di Gustavo è quella di uno che si aspettava una risposta simile, probabilmente a differenza di Mariano non deve essere a conoscenza del rapporto che ho con la madre.
-in genere sei l'unica a cui da retta- mi dice il più giovane dei due e io vorrei ridergli in faccia, se non sapessi che gli mancherei si rispetto.
Paulo Bruno Exequiel Dybala che da retta a me?
Ma in quale universo parallelo.
Per lui conto meno di una monetina con cui fare testa o croce per una partitella tra gli amici.
-sapete se la ragazza ha ricevuto soldi in cambio?- il che sarebbe davvero penoso, per lei e per quel cretino a cui tirerei volentieri un pugno in faccia.
-no, anche se Paulo glielo ha proposto- la mia faccia è sconcertata.
Ma chi cazzo ho frequentato in tutto questo tempo?
Mi sembra di aver vissuto una vita diversa da quella che credevo.
-d'accordo, chiamo la Bongiorno e trovatevi un'avvocato perche vi farà sicuramente causa- l'immagine di Antonella mi torna in mente.
Quasi quasi la capisco pure.
-tua madre è un avvocato vero?- annuisco ma spero vivamente che non mi chiedano di tirarla in mezzo.
-posso avere il suo numero?- afferra il suo cellulare dalla tasca dei jeans .
Li guardo come se mi avessero appena chiesto di resuscitare un morto .
-vuoi mia madre come avvocato?- vorrei piangere fino alla fine dei miei giorni.
-si- rassegnata mi alzo e recupero il numero dalla mia rubrica.
-prego- gli porgo il cellulare e se lo memorizza velocemente nel suo.
Più tardi vanno via per incontrare mia mamma, sono cosi stanca di tutto che non mi interessa sapere che fine farà tutta sta storia.
Mentre sto pranzando la chiamata di Gonzalo cattura i miei occhi.
Stacco, non voglio parlare nemmeno con lui.
Il problema è che lui continua ad insistere anche con vocali e messaggi, prima che mi porti all'esasperazione,gli rispondo.
-che c'è ?- gli chiedo incazzata
-ti sei alzata con il piede sbagliato?- spera forse di farmi ridere
-mi hai chiamato per prendermi per il culo?- non ho nessuna voglia di essere carina ne tanto meno simpatica
-okay, sai di Ginevra - dice più a se stesso che a me.
-che cosa volete da me? Ti prego ditemelo perché mi sento impazzire...che devo fare?- sono sul punto di piangere dal nervoso.
-Gwen- mi dice dispiaciuto.
-scusa, devo andare- stacco, spostando il piatto ancora pieno di cibo e appoggio la fronte sul legno freddo del tavolo.
Non so nemmeno se ce l'ho ancora un cuore e se si ,in che condizioni si trova?
Le lacrime scorrono da sole e non ho alcuna intenzione di fermarle, mi serve lasciare andare tutto.
Sento i miei singhiozzi e finalmente capisco che cosa significa avere una casa in cui vivere da sola e lasciare che le cose mi scavalchino per un po e possa essere fragile.
Quando il mio cellulare comincia a suonare nuovamente, vorrei poterci camminare e saltare sopra, poi il nome di Alicia mi fa mancare il respiro.
Prendo una boccata d'aria e rispondo, asciugandomi le lacrime con il dorso della mano e sentendo il sentore di salato sulle labbra.
-pr-onto- la mia voce è palesemente quella di una che ha appena finito di piangere.
-querida- mi saluta dolcemente e so che si è accorta che non sono proprio al massimo delle mie forze.
-posso esserti di aiuto- le chiedo
-no, nessun aiuto..volevo solo sapere come stai- inevitabilmente le lacrime ritornano nei miei occhi cosi come i singhiozzi e la debolezza.
-scusami- riesco a dire nel pianto
-è okay, va bene sfogarsi e ti ho chiamato per questo- il suo volto dolce e la sua voce melodiosa mi cullano lentamente.
-grazie- afferro un tovagliolo e mi asciugo alla meglio
-se fanno del male lì, bisogna prendersi del tempo per potersi risanare- ha proprio ragione.
Paradossalmente la sento più vicina di mia madre, lei ha imparato a conoscermi così in fretta che mi chiedo come abbia potuto fare. Questi Dybala hanno il potere di stravolgermi la vita e girarmi sotto sopra come si fa con i calzini.
-mi sento confusa- le confido
-ferita- dice lei per me e poi ascoltando il mio silenzio continua a parlare tenendomi compagnia per alcuni istanti.
-stai un po' meglio?- vorrei dirle che mi piacerebbe parecchio ma che non sto meglio per niente.
Non quando la sua voce e il suo volto mi ricordano quello del figlio.
Sapete cosa, non bastava che avessero la stessa dolcezza e gli stessi occhi caldi,non era nemmeno sufficiente che parlassero un italiano meravigliosamente morbido e pieno di pronunce miste a quelle spagnole...no,dovevano persino somigliarsi in viso.
Gli stessi tratti morbidi,lo stesso accecante sorriso e lo stesso inconfondibile colore di capelli.
Non un banale marrone scuro ma quello delle castagne autunnali, uno dei frutti di stagione che più preferisco .
-stasera ho il volo per Torino, devo incontrarmi con Antonella e poi con tua mamma- mi accorgo di come le cose stiano andando veloci.
Forse hanno paura che Paulo si metta nei casini,più di quanto è stato già capace di fare.
-spero mia madre possa fare qualcosa per te- lo spero per lei,perche lei se lo merita di avere l'onore intatto.
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Fino Alla Fine
FanficLa complicità batte tutto, persino quello che potrebbe sembrare impossibile. Lei è Gwen. Una giovane ragazza torinese la cui prospettiva della vita sembra girare attorno al lavoro ,a Mat il suo inseparabile migliore amico e al calcio che a discapito...