Dormire in un letto di una sola piazza era estramamente scomodo, sia per me che per Paulo ma, nessuno dei due sembrava realmente intenzionato a cambiare le sorti del nostro sonno.
Era inutile fingere di non sapere che ormai, ne io e ne lui sapevamo più dormire serenamente senza sentirci vicini, dall'altro lato del letto, e questo fu sconvolgente agli inizi ma adesso sapevo bene da cosa dipendesse.
Certo, dormire cosi stretti aveva pure i suoi vantaggi, ad esempio non sentivamo in alcun modo freddo perche per evitare che uno dei due finisse con il sedere sul pavimento della sua stanzetta, eravamo "costretti" a dormire avvinghiati con gambe e braccia intrecciate.
Il mio volto,in questo preciso istante, era poggiato sulla pelle del torso di Paulo,erano le due della notte circa, e la sua camera era scomodamente sistemata tra la stanza da letto di sua madre e il bagno, dove Mariano ad intervalli regolari gli faceva una visitina.
Domani l'avrei sfottuto per incontinenza.
La mia pelle nuda era a contatto con quella di Paulo ed entrambi ascoltavano i rumori della casa.
Mi veniva voglia di ridere, come sempre in questi momenti di silenzio, ma dovevo trattenermi perché dovevamo dare la parvenza che stessimo dormendo.
I suoi occhi verdi quasi illuminavano la stanza per quanto brillassero e il cielo sereno,che potevo scorgere dalla finestra, lasciata volutamente aperta alle persiane, ci consentiva di poter apprezzare la meravigliosa luna piena.
Il mio petto era in contatto con il suo e sapevo quanto sforzo immane stesse facendo Paulo nel trattenersi, lo sapevo perché ne stavo soffrendo anche io.
-andiamo in hotel- sussurrò nuovamente provando a convincermi come nell'ultima mezz'ora.
-ho detto di no- gli risposi e lui sbuffò ancora.
Non saremmo andati in hotel, perche Alicia si sarebbe chiesta il perché e allo stesso tempo si sarebbe risposta velocemente senza avere chissà quale grande problema a farlo.
Se analizzasse la cosa, come facevo io, di certo non avrebbe continuato a propormelo di continuo.
Alicia era una donna, argentina con certi valori che non sarebbero cambiati mai e poi mai, era sua madre, mia suocera, che diamine avrebbe pensato se fossi stata accondiscendente ad andare a stare in hotel?
Ve lo dico io.
Per primo avrebbe pensato che fossi una cafona ingrata, dal momento che la sua infinita disponibilità ,gentilezza e tante altre cose, mi stavano facendo letteralmente sentire meglio di come mi sentissi a casa mia e poi, di certo non ci avrebbe messo molto a capire cosa diamine spingesse me e suo figlio, il suo adorato Paulino, ad andare in ospedale.
Sapete quanto imbarazzante fosse da uno a dieci, essere consapevoli che la madre del tuo ragazzo si renda conto che siete andati in hotel per fare le cosacce?
Si perche sesso e Alicia nella stessa frase, erano un oltraggio alla mia sanità mentale.
-non possiamo continuare così- la sua voce innervosita mi fece sorridere.
Ero arrivata già da quattro giorni e ancora non si era riusciti a combinare niente.
La prima notte perché Dols era rimasta a dormire con noi.
Ero finita in mezzo ad una discussione e senza che c'entrassi qualcosa alla fine era toccato a me scegliere.
"Gwen, è vero che vuoi che rimanga a dormire qui?"
Che avrei dovuto dirle?
"No, senti scusa io e tuo zio abbiamo altre cose in programma da fare stanotte ".
Poi, mi sembrava di averle fatto capire qualcosa mentre eravamo fermi sull'autostrada per la macchina rotta di Nahuel ma, evidentemente Dols non se lo ricordava o semplicemente aveva voluto fare un dispetto a Paulo perché era limpido come l'acqua il fatto che adorassero pizzicarsi di continuo.
Paulo però, non l'aveva presa alla leggera perche si era incazzato cosi tanto ma non solo con lei ma piuttosto con me, al punto che non mi aveva parlato per due ore di fila, solo che stare litigati aveva gli estessi effetti su entrambi per cui, mentre Dols dormiva beata dopo avermi tenuta sveglia fino alla quattro del mattino a parlare delle sue amiche e della festa di Halloween che avrebbe voluto organizzare, si perché ci pensava adesso nonostante mancassero più di tre mesi, poi fortunatamente si era addormentata su quella pila di coperte calde che Alicia aveva recuperaro dal baule di legno del salotto e gliele aveva sistemate sul pavimento a mo di lettino.
Io ,invece, avevo un paio di occhi aperti seppire avvertissi la stanchezza in tutte le ossa e dolore allo stomaco, come se avessi un nodo che lo schiaccisse.
Sapevo che Paulo fosse sveglio perché non sentivo il suo normale respiro regolare per cui, sapendo che la colpa era mia, da terra mi ero alzata e mi ero infilata sotto le sue coperte abbracciandolo.
Non aveva opposto resistenza anzi, mi aveva immediatamente preso le mani intrecciandole alle sue porgendogli un bacio sopra.
"Scusa" gli avevo detto e cosi tutto era ritornato apposto.
La terza notte, cioè ieri, Alicia non so se lo avesse fatto per un preciso motivo e scopo ma, ci aveva innocentemente avvisata che sarebbe rimasta sveglia tutta la notte per vedere una puntata speciale di una telenovelas che seguiva con passione.
"Ci mancava solo Aliados" aveva borbottato vicino al mio orecchio facendomi ridacchire.
Cosi avevo scoperto che Alicia era un'appassionata di telenovelas e che Aliados gli piaceva particolarmente, cosi tanto che me ne aveva parlato per tutto il pomeriggio in cui insieme alla suocera, nonna Marie e Romina, mi avevano insegnato a fare alcuni dolci.
Paulo, era sull'orlo di una crisi isterica e non era bastata la passeggiata di tre chilometri a calmarlo no, perche non appena aveva letto una delle tipiche insegne degli alberghi, quelli a due massimo tre stelle, aveva immediatamente pensato che solo loro ci avrebbero potuto salvare.
-vorrà dire che ci andrò da solo- esclamò e gli baciai lo sterno provando a calmarlo
-non fare il capriccioso, non possiamo farci nulla. Che penserebbe tua madre?- mi guardò tirandosi immediatamente a sedere e trascinando su anche me che rabbrividii dal freddo
-che ho ventiquattro anni e faccio le cose normali che farebbe un ventiquattrenne sano di mente - aveva ragione ma, c'erano tanti pro a favore della mia tesi.
Immaginavo sua madre sveglia sul letto pronta ad acuire l'udito ad ogni minimo rumore, il letto era piccolo e praticamente si sarebbe corso il rischio di finire per terra, tra l'altro non mi sembrava nemmeno un letto cosi resistente e per di più le molle facevo un baccano assurdo che poi al silenzio addirittura sembrava amplificato.
No, non si poteva decisamente fare.
-fanculo, vado a dormire con mia madre- si alzò prendendo le mutande da dove le aveva lasciate ormai quarantacinque minuti prima e io coprii il mio petto con le coperte osservandolo.
-buonanotte- mi disse incazzato mentre aprì la porta e poi la richiuse lasciandomi sola in camera sua
Mi lasciai cadere sui cuscini, sospirando.
Non era proprio cosi che mi ero immaginata queste vacanze argentine.
Alla cieca recuperai il reggiseno dal pavimento e lo indossai chiudendo i gancetti per poi girarmi di un fianco, con la faccia rivolta verso il muro, a provare a trovare sonno.
Sentii per l'ennesima volta lo scarico dell'acqua nel bagno e pensai a quanto cavolo fosse meraviglioso avere la casa totalmente insonorizzata.
Come quella di Paulo a Torino.
Mi rigirai nel letto fino alle tre circa poi, completamente priva di sonno, mi decisi ad alzarmi e a sedermi sul davanzale della finestra.
Afferrai il mio romanzo che leggevo proprio quando non avevo sonno, e con la luce dei lampioni che costeggiavano la via delle villette di questa zona, iniziai a leggere qualche rigo ma, ero totalmente distratta.
Afferrai il mio cellulare messo accanto a quello di Paulo e aprii immediatamente la chat con Dols.
Avevo bisogno di lei, non era una bambina e avrebbe capito ed io mi sarei fatta mancare la vergogna che però già da adesso iniziavo a percepire.
"SOS" le inviai e mi rispose qualche minuto dopo
"Che succede?" Mi chiese immediatamente ed io titubai ancora un volta prima di dirle una roba simile ma, eravamo in confidenza e sapevo che per lei non era di certo cosa nuova sapere che io e suo zio comunque una vita intima ce l'avevamo.
Forse però, era meglio se smettessi di considerarla nipote di Paulo, perché avrebbe decisamente aiutato di più.
"Polly tiene il broncio a causa di bisogni non soddisfatti, e Polly irascibile non è per niente bello ...vuoi aiutarmi a trovare un modo per risolvere la cosa? Niente Alberghi."
Prima che pigiassi sul tasto invia lo lessi almeno dieci volte poi sospirando mi decisi a farlo e basta.
Il fatto che rispose qualche minuto dopo, già mi fece gelare il sangue in corpo e quando arrivò la sua notifica, prima che aprissi il messaggio quasi pregai Dio che non avessi fatto una cazzata.
"Domani pomeriggio vengo a prendere mia nonna, obbligandola a portarmi a fare shopping...mi dirà di proporlo pure a te, quindi domani mattina inventati una scusa e falle capire che avete impegni. A mio zio Mariano ci penserà Paulo non preoccuparti.
Avete due ore di tempo, sfruttatele bene".
Rosso scarlatto era praticamente il colore che la mia pelle del viso stava assumendo.
"Grazie, ti devo un favore hurricane" le inviai
"Ti voglio bene" mi rispose e io confermai che il sentimento era ricambiato e alla fine finii per addormentarmi alle quattro e venti e mi svegliai alle sette del mattino.
Incapace di dormire serenamente in un letto che non fosse il mio , anzi con più onesta, in un letto in cui Paulo non fosse al mio fianco.
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Fino Alla Fine
FanfictionLa complicità batte tutto, persino quello che potrebbe sembrare impossibile. Lei è Gwen. Una giovane ragazza torinese la cui prospettiva della vita sembra girare attorno al lavoro ,a Mat il suo inseparabile migliore amico e al calcio che a discapito...