Capitolo 101

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Mykonos

Sembrava di essere stati sbalzati in un posto totalmente diverso rispetto a quello che avevo visto con Mat ,online, quando ormai un anno fa avevo proposto di andare in vacanza per poi finire a Tunisi.
- ti piace?- Paulo venne fuori,in quella piccola terrazza, per accettarsi che andava tutto bene, io mi voltai a guardarlo interrompendo la continuità tra i miei occhi e l'infinito che percepivo attorno a me.
-è meraviglioso- si vedeva una distesa d'acqua blue infinita, forse rovinata da due grandi navi crociere che per turismo la navigavano ma, era bello come non mi sarei mai aspettata.
-come te- si portò la mia mano sulla sua bocca baciandone delicatamente i polpastrelli.
Avrei voluto una vita intera così, piena di riconoscenza e tutto quello che ci teneva uniti.
L'amore senza se e senza ma.
Amore.
Avevamo la valigia piena di vestiti estivi bianchi, giusto per distinguerci da tutto il contorno, e sapevo per certo che mi sarei ricordata questa vacanza per sempre.
Ogni singolo edificio di questo resort da extra lusso , il Cavo Tagoo, era smaltato di un bianco latte e le imposte erano dipinte di blue, in perfetta sintonia con il resto dell'isola.
Nel blue dipinto di blue.
Il sole bruciava sulle nostri pelli e speravo vivamente di acquisire un po di colore, forse anche più di un po giusto per non avere come sempre quella solita aria da ragazza del nord che, da quando frequentavo Paulo era molto più evidente di prima.
Respirai a pieni polmoni l'odore del mare, l'odore d'estate la stessa stagione che aveva il volto di Paulo pieno di gioia, di serenità.
Eravamo atterrati in aeroporto poco dopo l'ora di pranzo e in camera erano stati cosi gentili a farci trovare una colazione abbondante su cui io e Paulo ci eravamo letteralmente fiondati, assaggiando frutta e pancake ricoperti da sciroppo d'acero.
L'ultima volta che avevo mangiato dell'anguria risaliva ad almeno sei anni fa, quando ero andata in vacanza a Mondello, nella casa a mare di mio nonno Alessandro.
-non credevo ti piacesse cosi tanto- effettivamente non è che fosse proprio il mio frutto preferito ma, più che altro era il fatto che addirittura no ne ricordavo nemmeno più il sapore.
-non la mangiavo da anni- Paulo mi guardò stranito quasi sbalordito
-non mangi da anni l'anguria? Ma a Torino la vendono- annui concorde con lui
-si, ma sai quanti pesticidi ci metteranno? E poi, mio padre non è proprio bravo a capire quale è la più buona- nei miei ricordi da ragazzina avevo presente nitidamente l'immagine di mio nonno che toccava il cocomero, battendogli le mani sopra.
Diceva che tutto dipendesse dal tipo di suono che emetteva, io personalmente no ne capivo un fico secco.
-sai quando è stata l'ultima volta che l'ho mangiata?- mi guardò incuriosito
- probabilmente il quindici di Agosto del duemiladodici; ero a Mondello e mio nonno l'aveva comprata la mattina da uno di quei venditori ambulanti con la Lambretta- sorrise forse ricordando anche lui una scena del genere.
-ombrellone a righe bianco e giallo, e torso rigorosamente nudo con tanto di pancetta da birra- risi annuendo con lui
-proprio cosi- gli dissi
-quante cose mi piacerebbe rivedere di Palermo- la sua espressione di pura gioia mi commosse.
Quella città avrebbe sempre avuto un posto d'élite nella sua vita.
-ti va  di fare un bagno?- mi chiese all'improvviso ed io annui accettando la mano che mi porse.
Entrammo nuovamente dentro  pronti a disfare le nostre valigie che ancora giacevano chiuse ai piedi del letto.
Adoravo il fatto che avesse scelto un posto sufficientemente in grado di darci l'intimità che entrambi cercavamo.
In Argentina ci eravamo spostati da una parte all'altra,curiosa io di vedere tutti quei posti che raccontavano un pezzo della sua infanzia e lui era più che contento di ripercorrere per me ed insieme a me quei momenti che custodiva nel cuore.
Una vita piena di ricordi.
Persa nei miei pensieri, i miei occhi furono catturati dal sul corpo sinuoso e sempre indubbiamente perfetto e proporzionato.
-vuoi che ti dia una mano?- mi chiese mentre tiravo fuori uno di quei costumi, che compri ma non pensi mai di indossare.
Erano costumi belli ma, forse li avrei fatti con qualche pezzo di stoffa in più e ci avevo provato a cercarli per tutta Torino, nella speranza di trovarne qualcuno più decente ma,non c'era stato verso.
-sono certa che dovrò andare in acqua in pantaloncino- gli risposi mentre mi guardai allo specchio posto di fronte al letto, girandomi da un fianco e dall'altro e costatando quanto il mio sedere era decisamente nudo.
-se ci fossero state altre persone, mi sarei occupato personalmente di cucirti il pantalone sulla pelle ma- si avvicinò mettendosi dietro di me e incollando il suo sguardo al mio, all'interno di quella lastra di vetro argentea.
-siamo solo io e te e mi godrò tutta questa meraviglia- mi baciò la spalla nuda poggiando le sue mani sui miei fianchi.
La mia pelle era in netto contrasto con la sua e sembravano quei biscotti che vendono al super mercato, ripieni al centro di crema alla vaniglia o crema al cacao.
Sorrisi non appena gli vidi indossare il solito cappello di paglia che si portava in giro dagli ultimi due giorni in Argentina, l'aveva acquistato in una di quelle bancarelle a Buenos Aires e gli stava divinamente o forse erano i miei occhi che lo vedevano costantemente bello.
Quando tutto il mio corpo si immerse nell'acqua, mi sembrò finalmente di stare in vacanza, lontana da tantissime cose e soprattutto da tantissimi impegni.
L'Argentina era stata una vacanza strepitosa ma c'era freddo e sia io che Paulo volevamo qualcosa che ci tenesse al caldo e odorasse d'estate quella che avevo atteso con tanta ansia.
- sai che senza la crema da sole ti scotterai?- mi chiese incastrandomi tra il bordo della piscina che si affacciava su quella meraviglia di paesaggio e il suo corpo altra meraviglia del mondo.
-ti prenderai cura di me?- gli chiesi e lui mi sorrise annuendo e baciandomi la punta del naso.
-ho promesso a tutti che mi prenderò cura di te per sempre- poggiai le mie braccia sulle sue spalle e sorrisi non appena mi mordicchiò il mento.
Quanta fortuna avevo avuto ad incontrarlo e soprattutto quante volte ancora mi sarei guardata intorno per capire se non fosse una favola.
Avevo intenzione di divertirmi e di godermi la mia giovane età insieme al mio giovane uomo, prendendo questi sei giorni e rendendoli speciali.
Mi bagnai la testa, emergendo alcuni secondi dopo e trovando il suo volto sorridente che fece sorridere il mio di riflesso.
Poggiò le sue braccia sulla lastra di marmo bianco e si perse ad osservare il mare.
I suoi occhi gli somigliavano parecchio, forse perché il sole che li stava attravarsando li rendeva ancora più chiari del solito.
Lo abbracciai da dietro, stringendomi al suo corpo e baciandogli la spalla nuda, rimanendo in un silenzio confortante interrotto ogni tanto dalla voce di qualche bagnate che si intravedeva sulla spiaggia.
Alla bellezza di questo posto si aggiungeva anche la comodità di poter raggiungere la sabbia e quindi il mare, grazie ad una scalinata in pietra.
Il resort aveva tesserato Paulo come un ospite vip ma, quando avevamo saputo che da li gli altri turisti non sarebbero più potuti passare, entrambi avevamo preferito che cosi non fosse.
Cosi come eravamo in vacanza noi, lo erano anche gli altri e a maggior ragione riconoscevamo quanti sforzi lavorativi le persone facevano durante l'anno per potersi godere una buona vacanza per cui, volevamo essere trattati come tutti gli altri, senza troppi privilegi.
-sai che, per i tratti somatici che possiedi, a parte la polvere fatata con cui ti sei tinto i capelli, potresti facilmente essere scambiato per uno di questo posto?- si girò tra le mie braccia a sorridermi
-polvere fatata? Cosa sono una winx?- risi baciandogli il volto
-conosci le winx?- annui
-Dols li guardava tutti i pomeriggi e obbligava me e suo fratello a giocare con lei- immaginai velocemente la scena.
-scommetto che volevi fare Sky- mi guardò scuotendo negativamente la testa ma ridendo.
-no, era biondo e troppo stupido. Io volevo essere Brandon- mi sembrava assurda la discussione che stavamo avendo
-ovvio, perché volevi la winx tutta tette e culo- rise annuendo e ricevendo da me un piccolo schiaffo sul braccio.
-sei prevedibile Dybala- mi baciò e dentro di me sapevo invece che non era per niente cosi.
-scommetto che tu invece volevi essere quella dei fiori, com'è che si chiamava?- non rimasi per niente stupita del fatto che avesse effettivamente azzeccato il mio personaggio preferito.
-Flora, ed era la migliore di tutti- mi piaceva perché era timida e perche rispetto alle altre mi sembrava quella meno fuori di testa.
-certo, perché aveva il fidanzato più misterioso di tutti- ridacchiai nascondendo la faccia sulla sua spalla.
-devi smetterla di leggere la mia mente- gli sussurrai e lui mi strinse il corpo tra le braccia.
-in realtà mi sarei fatto anche lei- mi fece scoppiare a ridere e lui si lasciò trascinare dalla mia risata baciandomi la bocca.

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