Capitolo 5

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A fine Gennaio la pioggia che si abbatte sull'asfalto è talmente tanta che sono quasi tentata di prendere il treno piuttosto che mettermi alla guida ma ovviamente essendo il primo giorno lavorativo non voglio assolutamente arrivare neanche con un solo singolo secondo di ritardo, so di dover stupire il Direttore e dimostrargli che la professionalità prescinde dall'età dell'individuo.
Sotto attento consiglio di mia madre e del mio migliore amico, ieri sera abbiamo selezionato i vestiti da indossare per la settimana  lavorativa, niente che fosse estremamente elegante come se stessi per andare  ad un matrimonio o peggio ancora ad un funerale; il tailleur è sicuramente il capo che più si addice per un lavoro in ufficio, non è una novità per me, ma questa volta ho deciso di non indossare gonne togliendo immediatamente di mezzo l'imbarazzo che si verrebbe a creare tra me e gli altri; non che gli altri potrebbero guardare una come ma più per me stessa e poi, parliamoci chiari il pantalone tutta la vita.
Quando arrivo davanti l'Allianz Stadium sono elettrica, ho persino preso la scossa due o tre volte da quando sono in piedi, è il sogno che si realizza.
Scendo dalla macchina parcheggiata nel mio posto auto che casualità volle essere il numero 10, dieci come il numero del grande Alessandro Del Piero una delle colonne portanti di questa squadra, di questa famiglia .
Afferro la ventiquattro ore, indosso il cappotto nero sul mio tailleur rosso corallo, guardo le decolletè color carne e inspiro ed espiro cercando di sciogliere l'ansia da prestazione e da primo giorno di lavoro, dai Ginevra ce la puoi fare, mi ripeto mentalmente, così raddrizzo la schiena e indosso, al collo, il badge con il mio nome e il mio codice .
Tutto è magico.
-Buongiorno- saluto entrando è mostrando il badge all'ingresso
«Buongiorno signorina Meneghini» mi salutano le guardie all'ingresso a cui sorrido e mi dirigo spedita verso l'ascensore per salire al terzo piano come da richiesta dall'email ricevuta ieri sera, fa ancora strano avere nella posta elettronica notifiche dell'associazione calcistica che ha sempre avuto un posto speciale non solo per la mia famiglia ma in modo particolare per me, il bianco e il nero hanno sempre contraddistinto momenti che hanno lasciato un segno nella scatola dei miei ricordi.
Sull'ascensore mi osservo allo specchio e mi pento di aver indossato un colore cosi vivace per il primo giorno di lavoro, poi però penso al fatto che devo essere me stessa senza fingere di aver ingoiato un anziano signore solo per cercare di apparire più seria, la professionalità e l'efficienza si valutano sotto altri punti.
«Buongiorno »saluto i colleghi intenti a bere qualcosa al tavolo della colazione
«Buongiorno Ginevra, io sono Roberto e lei è Chiara, siamo stati incaricati di mostrarti i locali subito dopo la riunione con  il direttore, alle dieci dovrebbe arrivare la tua segretaria personale e poi se riterrai essere opportuno discuterai con lei su come ottimizzare i tempi e gli impegni» sorrido contenta di tutta questa ,almeno apparente, collaborazione tra colleghi.
«come mai la mia segretaria dovrebbe arrivare, il condizionale non è mai stato uno dei tempi verbali che preferisco» mi guardano tre o quattro secondi  per poi sorridermi forse imbarazzati
«detto tra di noi, non è la stagista su cui farei grande affidamento» mi dice Roberto
«vedremo» sorrido per cortesia dopo di che mi dirigo verso l'ufficio del Direttore, busso e un
«avanti!»mette a tacere il brusio, apro la porta e mi faccio avanti con un sorriso, speriamo Agnelli sia di buon umore.
Quando entro sta parlando a telefono, beh credo sia in procinto di chiudere una conversazione con qualcuno che non credo gli stia esattamente simpatico.
«Buongiorno Direttore»gli porgo la mano e mi accomodo nell'esatto momento in cui sbatte la cornetta del telefono cosi violentemente che temo si possa essere rotta.
«Buongiorno Ginevra, scusa il mio umore nero ma in questo impero se non va storta almeno una cosa al giorno , inizierei a preoccuparmi» mi sorride e ricambio comprensiva, dopo tutto i bilanci in borsa,gli impegni e tutto l'intero team è così grande che a volte a pensarci stento a credere come faccia ad alzarsi la mattina senza un esaurimento nervoso.
«voleva dirmi qualcosa?» chiedo cercando di allontanarlo dai cattivi pensieri almeno fin tanto che sono li dentro e non ho ancora capito che persona è.
«si, volevo intanto augurarti un buon inizio lavorativo, consegnarti tutto il materiale personale dello staff Juventus» si alza e recupera una scatola di cartone al cui interno vi è una quantità spropositata di cancelleria con lo stemma della Juventus.
«la tua segretaria personale arriverà alle dieci e si chiama...» guarda all'interno di una pila di fogli e poi mi consegna il fascicolo
«Martina Olivetti» dice risedendosi al suo posto
«fuori hanno fatto una cattiva pubblicità su di lei» dico sincera
«spero lei non si fermi ai pregiudizi, alcuni qui dentro hanno poca pazienza e non vogliono insegnare, ma le assicuro che è una collaboratrice efficiente, a tutti capita ogni tanto di commettere un piccolo passo falso, ma sono sicura che se lavorate insieme e ognuno mantiene i propri ruoli le cose andranno a gonfie vele» mi guarda cercando probabilmente di scovare qualche incertezza che onestamente non posso mostrargli.
«è perfetto così, mi fido del suo giudizio» mantengo lo sguardo
«il suo ufficio sarà due porte a destra del mio, se ritiene che sia fondamentale comunicarmi determinate pratiche che le passano per le mani, faccia pure e non esiti, preferisco impiegare del tempo prima piuttosto che perderne altro dopo» su questo concordo pienamente.
«vorrei solamente chiederle se c'è qualcosa che le arreca particolarmente disturbo» apro la mia agenda e annoto tutte le informazioni che sarà disposto a fornirmi
«sarei contento se lei comunicasse con Massimiliano Allegri in modo tale che i ragazzi possano fare tutto e al meglio, non tollero chiamate in cui è l'allenatore a dover spostare gli allenamenti per una sfilata o qualsiasi altra cosa, siamo una squadra di calcio non un'agenzia per modelli» annuisco e condivido a pieno.
«se per lei non è un problema il fine settimana sarei grato se ricevessi una scheda con il resoconto del suo lavoro, comunicasse gli impegni all'allenatore con almeno tre giorni di anticipo e per quanto riguarda le comunicazioni con l'estero, che ne pensa se ogni venerdì dopo pranzo ci riuniamo noi, la squadra e l'allenatore e cerchiamo di far quadrare le cose?» sorrido sentitamente e annuisco contenta che ci sia tutta questa collaborazione da parte dei piani alti
«allora ci intendiamo su tutto, buon inizio» si alza e cammina verso di me, mi porge la mano che accetto volentieri e poi apre la porta del suo ufficio.
«Eugenio, porta le cose della Signorina Meneghini nel proprio ufficio, Mirko falle avere tutte le coordinate della squadra entro venti minuti e buon lavoro a tutti» sorride cordialmente e si richiude dentro
«come è andata? Stamattina era particolarmente nero dalla rabbia, penso qualcuno abbia combinato qualche cazzata» Roberto mi affianca e ci dirigiamo verso il mio ufficio
«in realtà è stato abbastanza professionale» dico poggiando la ventiquattro ore sul divanetto del mio ufficio e mettendo il cappotto nella gruccia per poterlo posare
«spero possiamo essere amici oltre che colleghi, alla fine capirai che questa più che un'azienda è una grande famiglia e si cerca di dare tutto il meglio che si può» gli sorrido
«una gran bella famiglia »gli dico guardandomi intorno per fare il punto della situazione
«ora ti lascio sistemare le tue cose, a mezzogiorno sono solito prendere un caffe giù al bar se vuoi aggiungerti ne saremmo contenti»i saluta uscendo dal mio ufficio.
«grazie»dico sincera per tutta questa accoglienza
Quando chiude la porta alle sue spalle, sospiro contenta; ho un ufficio tutto mio con una lucidissima targhetta sulla porta e una sulla scrivania di vetro super moderna, un super tecnologico Mac è accesso e sembra dirmi che io e lui insieme faremo scintille e spero sia positiva la cosa, perchè io e la tecnologia non abbiamo mai avuto grandi rapporti se non ne gli ultimi due anni; è tutta una grande emozione  quella che sto provando sopratutto  il sapore che rimane in bocca al poter dire "il mio ufficio", come se finalmente ho trovato il mio posto e posso far parte di questo grande puzzle che ogni anno, ogni stagione, ogni giorno si arricchisce e ci arricchisce di esperienze e di emozioni.
Mi siedo sulla morbida e nuova poltrona di pelle nera, mi avvicino alla scrivania e inizio a tirar fuori tutto il materiale che mi è stato consegnato, lo sistemo nei cassetti e inizio a cercare di capire come è programmata la connessione tra il mio pc e quello del direttore.
Cinque minuti più tardi un collega bussa alla porta consegnandomi le coordinate dei calciatori, sfoglio qualche fascicolo e mi appunto di chiedere loro se hanno qualche preferenza su marchi di sponsor e sopratutto se c'è qualcosa che ritengano sia opportuna che io sappia.
Alle dieci e venti fa ingresso la mia segretaria che a momenti sembra sull'orlo del pianto, è evidentemente inzuppata dalla pioggia e se non dovesse asciugarsi nel più breve tempo possibile, si beccherà un gran bel raffreddore di stagione.
«Buongiorno, la prego mi scusi davvero tanto il treno ha tardato all'arrivo» mi chiede supplichevole, io le sorrido comprendendola e uscendo fuori dal mio ufficio vado alla ricerca di qualcuno che saprebbe indicarmi dove posso trovare un phono.
«phono? phono per capelli intende?» mi chiede un giovane ragazzo seduto dietro l'hall del terzo piano.
«si» gli dico sperando che non stia li a chiedermi se il phono è quell'oggetto che accendi,esce l'aria calda e ti asciughi qualsiasi cosa nella speranza che non ti venga la febbre.
«glielo porto immediatamente» lo ringrazio e ritorno al mio ufficio.
«Buongiorno, non si preoccupi la capisco comunque piacere Ginevra Meneghini» entro e le porgo la mano che lei accetta senza però stringere la presa
«Martina Olivetti, la sua segretaria personale» mi dice sorridendo e io annuisco sorridendole a mia volta
«bene Martina,scusami se ti do del tu ma dobbiamo lavorare insieme almeno per tutto questo anno e il prossimo, sarà meglio creare un team tutto nostro per poter lavorare al meglio» lei si siede davanti alla scrivania e io al mio posto.
«grazie» mi sorride grata
«figurati, ho pensato che dati i tuoi studi ancora in corso e forse l'assenza di una macchina?» chiedo non per offenderla ma per venirle in contro, lei annuisce dispiaciuta
«non preoccuparti, io ne ho una ma credimi la giuda non mi entusiasma molto» dico ridendo e cercando di sciogliere qualsiasi stupida tensione  fosse venutasi a creare. Bussano alla porta e fa ingresso il ragazzo di prima con un phono in mano a cui chiedo tacitamente di consegnarlo a Martina che lo ringrazia e va via.
«asciugati, così potrò contare sulla mia segretaria sapendo che non è allettata dalla febbre» lei mi sorride e infila la spina nella prima presa libera iniziando ad asciugarsi. In questo modo posso osservarla meglio, è una giovane ragazza che almeno all'apparenza sembra più grande di me di qualche anno, ha un viso giovane ma segnato dalla stanchezza dovuta probabilmente allo studio che per l'università non è mai abbastanza.
Venti minuti più tardi lei è asciutta almeno nella maggior parte dei punti del suo corpo, sopratutto i suoi capelli, e si accomoda nelle poltroncina alla mia sinistra, davanti la scrivania.
«dunque dicevo che, per venirci in contro al fine di far funzionare le cose nel nostro ufficio ci organizzeremo anche online, se ho bisogno che tu faccia qualcosa magari in tempi brevi, ti invierò il lavoro online così che anche tra ritardi di treni, pioggia neve o qualsivoglia imprevisto, noi siamo sempre al passo» lei annuisce contenta, le passo i miei dati online e  se li conserva in quella che presumo sia la sua agenda personale.
«se hai qualche esame in vista, sarei contenta tu me lo comunicassi cosi evitiamo di fare lavori catastrofici su cui il Direttore possa urlare, sono disponibilissima se tu vorrai rimanere a casa cosi che le cose procedano bene sia per l'azienda che per la tua carriera universitaria» continuo a spiegarle
«grazie davvero, è tutto uno stress in quest'ultimo periodo e poi le cose sembrano non andare mai per il verso giusto» si confida
«non preoccuparti, capita a tutti di avere momenti storti nella vita» le passo un plico di fogli e le spiego che sarebbe perfetto se lei mi trascrivesse i dati calcistici online cosi che ce li abbia a portata di mano mentre io con quelli personali dei giocatori cerco di caricarli sul mio cellulare e sul laptop.
Alle undici e mezzo, bussano alla porta e mi aspetto sia qualcuno che venga a riprendersi il phono che abbiamo tenuto in ostaggio per quasi tutta la mattinata ma quello che entra  è chiaramente un fioraio con altri due ragazzi a seguito con dei mazzi di fiori.
«lei è la signorina Meneghini Ginevra?» annuisco e mi alzo a dare una mano
«tutti questi fiori sono per lei»dice tranquillamente come se non fosse assolutamente assurdo che un intero negozio di fiori si sia trasferito nel mio ufficio.
«si ,scusi un attimo»mi giro verso Martina che sorride e mi dice di stare calma e che andrà a recuperare una cesta su cui poggiarli.
Cinque minuti più tardi una macchia indistinta di colori sta occupando il pavimento del mio ufficio e io imbarazzata come tante altre volte nella mia vita, mi chino a cercare di capire che cosa mi sia persa.
La prima cosa che noto è una confezione cilindrica piena di rose bianche con un cuore fatto di rose nere al centro, afferro il bigliettino e leggo:
" Spero LEI possa sentirsi un membro effettivo di questa famiglia, con l'augurio che questa lo diventi per LEI nel più breve tempo possibile.  Buona avventura dottoressa Ginevra Meneghini  dallo Juventus team  &  il Direttore Andrea Agnelli".
Appunto mentalmente di inviare un email di sentiti ringraziamenti, io fiori sono stupendi e li accarezzo impercettibilmente con i polpastrelli delle mie dita.
I miei occhi ,poi,  finiscono su un mazzo di girasoli e sorrido perchè questi saranno sicuramente da parte di Mat, cosa che effettivamente è.
"il tuo fiore preferito al mio fiore preferito. Tuo per sempre Mat"
faccio una foto sorridendo come un'ebete, è la mia persona senza ombra di dubbio.
Poi ancora un altro mazzo di girasoli, a quel punto penso siano stati i miei ma quando leggo il bigliettino devo concentrare tutte le mie forze per non urlare come una fan in preda all'esaurimento.
« El que quiere interesar a los demás tiene que provocarlos. 
Felicitaciones  para ti ,mi hermosa amiga .
tuyo Pipita»
Gonzalo Higuain tu mi vuoi morta, scatto una foto e mi accorgo che i girasoli sono nove come il numero della sua maglia e questo mi fa sorridere ancora di più, inconsapevolmente ha pure beccato il mio fiore preferito in assoluto.
Mi volto verso quel grandissimo mazzo di rose miste color rosa, bianche, rosse e arancioni mi fermo alcuni secondi a guardarlo bene perchè ,nonostante le rose non siano esattamente il mio fiore preferito, questo mazzo è talmente fatto bene che merita di essere osservato, il bigliettino ha una calligrafia diversa da quelli di prima, segno che il mittente ha preferito scriverlo lui di proprio pugno, piuttosto che farlo fare al fiorista.
"En esta nueva aventura espero poder ser un amigo para ti.
Te harè reír  al menos dos veces más, de cuando te harè gritar por mi locura.
Bueno viaje y espero que es a tu altura"
DYBALA 21"
Rimango ferma per due o forse tre minuti e non so cosa dentro di me si sia appena ricucito, ma non penso di aver mai sentito una sensazione di cosi caldo addosso nemmeno in vacanza alle Canarie.
Posto le foto ringraziando tutti e scrivo quanto sia sinceramente commossa per la gentilezza e l'affetto e quando arrivano le notifiche non ho il tempo di guardarle perchè è l'ora del caffe.

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Hola mis ninas💃🏻 y ninos🕺🏽eccovi il quinto capitolo e come sempre spero che vi piaccia.
Che ne pensate dell'ospitalità a casa Juventus?
E della gentilezza dei due bei argentini 🇦🇷?
Fatemi sapere tutto nei commenti e se vi va mettete una stellina 🌟.
Grazie sempre per la vostra gentilezza e vi voglio bene 💋

Fino Alla FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora