Capitolo 34

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Il nostro rientro a Torino è turbolento.
Il mio ufficio è pieno zeppo di pasticcini che se dovessi mangiarli tutti non riuscirei mai più a passare dalle porta.
Lo trovo un gesto dolce, in tutti i sensi.
-che cosa hai fatto?- mi chiese Martina non appena misi piede in ufficio.
-sorpresa- le rispondo stringendola in un abbraccio e respirando a pieni polmoni l'odore di lamponi e mango dell'ufficio ,grazie al deodorante per ambienti.
-tu sei pazza- le porgo i suoi regali, sia dalla Tunisia che da Milano.
-mai detto di essere normale- mi accomodo sulla poltrona girevole e il bel logo del team come sfondo del Mac,mi fa sorridere.
Torino-Juventus-Casa-Famiglia.
Non ho ancora incontrato né il presidente né il vicepresidente, in compenso ho ricevuto le loro email molto divertenti che conterò di stampare ed incorniciare per appenderle in salotto.
Il sole splende in alto e l'acqua fresca sul tavolo da lavoro è mescolata a fette di limone.
Me ne verso un bicchiere e la sento scendere per la gola,rinfrescandomi da dentro.
Potrebbe sembrare un'esagerazione ma, qui tutto ha una nuova prospettiva e l'inferno delle ultime tre settimane sembra essersi spento.
-cosa stai sognando?- mi chiede la mia segretaria mentre si viene ad accomodare davanti la scrivania.
-mi sto gustando questo rientro a casa. Dico sempre che nel mondo potrebbero esserci tante città migliori di Torino ma poi,poi non vedo l'ora di tornare- sarà perche sono una persona abitudinariamente folle o semplicemente perche questa città ,fin ora, mi ha regalato molti più sogni di quelli che avrei immaginato.
Con i piedi puntanti sul pavimento mi volto a guardare fuori dalle grandi vetrate, il parcheggio e la strada adiacente sono tranquille, la gente è ancora in vacanza e la mia città sembra essersi leggermente addormentata.
Dal terzo piano, a questa altezza,non si possono vedere i tetti delle case ma è comunque una visuale più ampia.
-sicura che a Torino non ci sia qualcos'altro?- mi volto nella sua direzione e le sorrido un po' intimidita.
-tu- le rispondo facendola ridere.
Il rumore di nocche sulla porta,ci fa puntare lo sguardo verso un'unica direzione.
Alicia Dybala e i suoi due figli più grandi,fanno il loro ingresso con un enorme mazzo di tulipani bianchi e rosa.
-Querida- molla il mazzo al figlio e quasi corre nella mia direzione.
Ha il volto segnato dalla stanchezza, stupito probabilmente da questo nuovo taglio di capelli e molto più sereno dalle belle notizie.
-Alicia- la saluto lasciandomi avvolgere dalle sue braccia di mamma e di donna forte.
La guardo in quegli occhi quasi acquosi e diverse lacrime le abbandonano il volto.
-vi lascio da soli- sussurra Martina mentre si chiude la porta alle spalle.
I due fratelli se ne stanno in piedi,poco più avanti della porta e si guardano attorno imbarazzati.
-prego,accomodatevi- gli indico il divanetto,mentre io ancora stretta a loro madre,mi sposto verso le poltrone per accomodarci.
-benvenuti a casa Juventus- dico per scherzare e finalmente coinvolgo tutti
Lei si alza e recupera i fiori.
-questi sono per te- me li porge e mentre il suo sguardo è attendo sul mio, un'ondata di profumo impossibile da non riconoscere,mi arriva sotto il naso.
Istintivamente li avvicino per sentirne meglio l'odore e quando la guardo lei mi sta sorridendo gioiosa.
Lei Sa!
-leggi il bigliettino- mi consiglia Mariano
Quando lo afferro,staccandolo dal meraviglioso mazzo, lo apro e scoppio in risate.
"Alla nostra Ginevra, stavolta quella giusta"
-l'idea è stata mia- si vanta Gustavo e per la prima volta mi sembra appartenere sul serio a questa famiglia.
-grazie, sono stupendi. Non dovevate disturbarvi- loro protestano un pochino e si,sono argentini e parenti di Paulo.
-volete dei pasticcini?- mi alzo ad afferrare uno dei vassoietti di ceramica che ho riempieto con tutti i pasticcini che ho ricevuto.
Li accettano volentieri.
-sono buonissimi, come quelli che ha mariquita a casa- il fatto che chiamino suo fratello con l'appellativo "femminuccia" mi fa impazzire in senso positivo.
Avrò un modo per prenderlo in giro per il prossimo anno.
-doveva rimanere un segreto!- li rimprovera la madre.
-sapevo fosse stato lui, è l'unico dopo mio padre a sapere che questa è la mia pasticceria preferita a Torino- e poi è l'unico pazzo che comprerebbe chili e chili di pasticcini.
La gente sana di mente non lo farebbe.
La gente innamorata si però ,mi suggerisce la mia coscienza.
-volete qualcosa da bere? Un tea freddo, della spremuta?- chiamo al centralino del bar e ordino ciò che preferiscono e chiedo loro se è possibile farmeli avere in ufficio.
-allora, come vi è sembrata mia madre?- ormai ho imparato a prendere confidenza con loro e mi sento come se fossi in un salotto a parlare con amici
-strepitosa, ha una cattiveria dentro che non so nemmeno se l'agenzia continuerà ad esistere- dice palesemente Gustavo.
-cattiveria in senso buono- ripara subito il tipo Mariano
-sono contenta che mia madre vi sia piaciuta e scusatemi se la prima settimana sono stata assente ma dovevo capire che cosa fare- è una bugia bianca ma questo non vuol dire che in parte non stessi realmente cercando di capire che ruolo fosse il mio in tutto questo casino.
-scusaci tu Gwen- Alicia mi afferra le mani ed io gliele accarezzo con i pollici
-l'importante che è andato tutto bene- il che è una verità assoluta.
L'importante che le cose siano finite nel migliore dei modi.
-la cucina di tuo padre è davvero ottima e in più è un bravo uomo della griglia- l'immagine di mio padre con il suo discutibile grembiule con su cucito "l'uomo più bello d'Italia" e il capello da juventino dalla nascita,mi fa arrossire per lui.
-bene, vedo che avete conosciuto i miei scheletri nascosti- loro ridono e io sono infinitamente grata di avere una famiglia come la mia e di farne parte.
A pranzo mi offro di invitarli in un ristorante qui vicino ma loro ringraziano declinando l'invito perché stasera hanno una cosa importante di famiglia.
Non ho voluto sapere cosa ma non sembravano turbati quindi, sarà qualche cena con Paulo per stare insieme tutti più leggeri.
Mentre metto i fiori nel vaso con l'acqua fresca, una chiamata dal telefono dell'ufficio,mi fa immediatamente correre ad afferrare la cornetta.
-pronto, ufficio manageriale della Juventus FC, con chi parlo?- dall'altra parte c'è del silenzio tomba.
-pronto?- continuo a chiedere ma nessuna risposta.
Boh, sarà qualcuno che avrà sbagliato numero.
Neanche il tempo di rimettere giù che il mio ufficio viene letteralmente sommerso dallo spumante e dal direttore Agnelli che mi viene ad abbracciare.
-grazie- mi dice e io mi commuovo come una ragazzina davanti alle commedie romantiche.
-sto per piangere- dico avvisandoli e loro ridono ed io ,rido tra le lacrime di gioia e non so che cosa fare e che cosa dire.
Troppe emozioni.
Abbraccio tutti e mi lascio stringere a mia volta, questo non è solamente un posto di lavoro.
-non so davvero come ringraziarti- Pavel, semmai sono io che devo ringraziarti.
Mi portano a pranzo e mi trattano come se gli avessi regalato la coppa della Champions League, la cosa che più apprezzo è il fatto che non mi sento per niente a disagio.
Sono uomini normali a cui piace mangiare gli spaghetti al sugo e sporcarsi le labbra di salsa di pomodoro e stringere la bocca per porterli risucchiare alla fine.
Gente a cui piace mettere dell'abbondante parmigiano sulla pasta e che si porta dietro una camicia di riserva perché sa che questa, a fine pranzo sembrerà un quadro di Pollock.
-Gonzalo ci ha detto della tua battuta finale- arrossisco e mi chiedo il perche glielo abbia detto.
Quella era un'uscita di scena alla ventitreenne quale sono.
-che rimanga tra di noi, è stata strepitosa- l'eccitazione che leggo negli occhi di Andrea mi fa sorridere.
-era solo per citare una delle sue frasi da super star- il tono con cui lo dico,evidenzia parecchio bene la qualità e la quantità di ribrezzo che provo verso questa ragazza.
Quando torniamo in ufficio io mi riapproprio delle pratiche che avevo lasciato aperte,prima che partissi per la Tunisia.
Il settimanare GQ, chiede un servizio fotografico per Gigi che si avvicina ai suoi quarant'anni.
Il nostro caro Gigione! Il prossimo anno è il suo ultimo anno di carriera alla Juventus e da tifosa sfegatata ,quale sono, mi auguro che il prossimo sia l'anno delle conquiste.
Buffon ha fatto la storia,scrivendo una pagina cosi importante e vestendo un ruolo non solo da portiere della Juve e della Nazionale Italiana,ma il ruolo di capitano perché è un uomo dalle spalle larghe è sa di potergli insegnare il vero e sano calcio.

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